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Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo
di Adeia Di Elferas
Alla fine anche Bona si è dimostrata non meno malvagia, crudele e avida di potere del defunto marito. Non solo non ha dimostrato nessuna pietà nei confronti dei congiurati, condannandoli a una morta atroce, ma ha ancora una volta messo davanti a tutto la ragion di stato, proseguendo nella condanna inflitta a Caterina con quel matrimonio di comodo. Le sue preghiere per salvarla da ciò di cui lei stessa si è resa complice risultano, pertanto, alquanto ipocrite. |
Purtoppo i milanesi hanno perduto la loro grande occasione di abbattere la tirannia. La paura è stata più forte del senso di libertà e, così, gli Sforza sono salvi, sebbene prigionieri dei loro timori e delle loro angosce. E, con la cattura degli assassini del duca, e la decisione di Bona di agire al più presto per riuscire a mantenere il controllo della città, pare proprio che la congiura sia fallita del tutto. Un'occasione perduta, quindi. |
E così è accaduto l'inevitabile, ciò che da tempo era nell'aria. Questa volta più che mai è valso il detto "chi di spada ferisce, di spada perisce". Per quanto ci si possa sforzare, la morte di Galeazzo Maria non desta alcuna pietà, perché un uomo crudele e meschino come lui difficilmente può provocare dolore in qualcuno, morendo. Ma il popolo ha comunque paura, terrore dell'incertezza, e perciò la tanto sospirata rivolta contro gli Sforza non ha preso piede... |
Così, la congiura che serpeggiava nell'aria, ha davvero preso forma, e proprio da parte di quelle persone a cui la crudeltà del duca ha tolto quasi tutto, senza risparmiare loro niente, senza dare nessuna concessione. In fondo, è quasi automatico, dove c'è un tiranno c'è sempre qualcuno pronto ad abbatterlo. |
Così l'ombra di una congiura sembra farsi largo nei cuori, rendendo più amaro il periodo del Natale. Ma, per il momento, le cose sembrano andare bene e la famiglia Sforza può festeggiare il Natale finalmente riunita, lontana dalla guerra. |
Qui vediamo ben rappresentate le due anime così differenti di Galeazzo Maria e di Caterina. Da una parte il duca, costretto a fare la guerra, un avvenimento che gli permette di sfogare la sua rabbia ma per la quale non si sente davvero pronto; e la lontananza da casa gli fa sentire più forte che mai la nostalgia della famiglia. Dall'altra parte Caterina che, al contrario, anziché essere costretta a dire preghiere e a vivere da signora, vorrebbe essere al fronte, a combattere con suo padre. |
Mi sta piacendo leggere questa storia perché mi sta permettendo di calarmi in un periodo storico che, lo ammetto, conosco relativamente poco e male. Ho sempre avuto una predilezione per la storia antica e per quella contemporanea, e grazie a questa storia sto facendo parecchio approfondimento riguardo la fine del medioevo e il Rinascimento. |
L'incontro tra i due cognati è stato teso e complesso, eppure è comunque andato molto meglio di quanto avrebbe potuto. Se da un lato il cardinal Riario non ha trovato chi si aspettava - perché la Caterina che gli avevano fatto conoscere attraverso i racconti non esiste più, o meglio è nascosta dentro la fanciulla gentile - sembra proprio che Caterina abbia visto in lui l'uomo che si aspettava: ripugnante e orribile. |
Ha ben ragione, Caterina, a definire difficile il mondo in cui vive; un mondo dove la libertà di scegliere, la possibilità di essere se stessi e vivere la propria esistenza senza costrizioni, è impedito da motivazioni politiche, da intrighi, da complotti, da rischi continui di perdere quel potere conquistato con tanta difficoltà, di trovarsi buttati nella polvere, a subire ciò che, fino a poco prima, si era abituati a far subire agli altri. |
Quindi Caterina ha dato inizio alla sua recita, diventando ciò che non è mai stata prima: una perfetta donna di corte, del tutto disinteressata alle attività maschili. Una punizione davvero ben congegnata nei confronti di suo padre e dell'intera famiglia, che ormai stenta a riconoscerla; ma una punizione anche per se stessa, perché agendo in questo modo non può fare ciò che ama, se non di nascosto, nel buio della notte. |
Così abbiamo fatto la conoscenza della donna che ha vegliato su Caterina nei giorni difficili seguiti al suo matrimonio tanto innaturale. Forse in lei, non abituata alle trame politiche, Caterina ha trovato una delle poche persone che tenga a lei come bambina e non come figlia del duca di Milano. |
Mentre Caterina soffre e patisce in silenzio, credendo di essere stata abbandonata da tutti, ecco che le due donne che la amano di più non riescono a rimanere in silenzio e impassibili di fronte al fatto compiuto. Forse Bona si è rivelata più diplomatica rispetto a Lucrezia, eppure in entrambe si è potuto percepire il medesimo disprezzo nei confronti del duca. |
Un capitolo davvero duro, in cui assistiamo a ciò che si temeva: in un certo senso, a causa del tradimento di Galeazzo Maria, la Caterina bambina, quella che abbiamo conosciuto fino a qui, è morta, cedendo il posto a una donna nuova, una donna spietata e alimentata dal rancore, se non addirittura dall'odio più profondo. |
E, così, ecco che tutto è avvenuto, in fretta, in segreto, senza squilli di trombe, in un inganno terribile studiato nei minimi particolari. Galeazzo Maria non può che soffrire di fronte al fatto che, una volta di più, la ragion di stato ha avuto il sopravvento. |
Quindi il piano di Galeazzo Maria per dare la figlia a Riario prende forma in segreto, approfittando dell'allontanamento delle due donne che avrebbero potuto opporsi alla sua decisione. |