Recensioni per
Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo
di Adeia Di Elferas
Buongiorno. |
Buongiorno. |
Buon pomeriggio. |
Buon pomeriggio. |
Buona sera. |
Carissima, sono qua. Il racconto vola e perdonami se non mi fermerò a commentare ogni capitolo, mi posero' su qualche ramoscello di tanto in tanto, ma questa storia va divorata senza interruzioni.... splendida la descrizione degli intrighi politici, della reazione di Galeazzo all'idea di sacrificare Caterina, del modo del tutto introspettivo e approfondito con cui Caterina stessa si trova a vivere questa esperienza senza dubbio traumatica, all'età di nove anni (!!!). Di colpo Caterina diventa adulta, e vede suo padre, non più oggetto di adorazione, con il disincanto dell'adulto. Lo vede come un uomo che può deludere, ferire, sbagliare. Medita già con freddezza la sua vendetta. Diventa calcolatrice e consapevole che al mondo, di fronte alla crudeltà del mondo, potrà contare solo su se stessa. Questa storia è un capolavoro, è evidentemente il frutto di uno studio approfondito che tuttavia non pesa, le informazioni e il quadro storico sono offerti senza pesantezza e di fatto ti trovi a 'nuotare' dentro alla storia con disinvoltura e a tuo agio, come se davanti agli occhi scorressero le immagini di un film. Ancora e come sempre complimenti! |
Buona sera. |
Buongiorno. |
Buongiorno. |
Lo immaginavo... Un po' perché qualcosa della vicenda di Caterina l'ho appresa dalla bella storia di Alessandro, un po' perché molti indizi del capitolo precedente lo lasciavano intuire. E qui Galeazzo crolla come un sacco di patate, e io esulto. Non più di tanto, però, perché Caterina è pur sempre un'innocente, proprio come era innocente la figlia di Gabriella. Siamo in un'epoca in cui le donne erano poco più che pedine di un ingranaggio. E più erano altolocate, più l'ingranaggio era complesso e le conseguenze del più piccolo fatto si spargevano a catena. Mala tempora currunt... |
Rieccomi qua, e stavolta starò ben attento a quello che il mio cellulare (dotato di vita propria) finisce per cliccare. Bene, qui abbiamo un assaggio del temperamento di Galeazzo, nonché del triste destino che incombeva, a quell'epoca, sulle giovani di buona famiglia. Naturalmente, con lo spirito di oggi, ci si augura che Gabriella tenga duro e non si pieghi alle richieste del più potente (e prepotente ) parente. Il lettore, che si sente in relativa sicurezza perché il buon Galeazzo giace ormai da secoli e non c'è più il rischio di finire appesi per i piedi o sepolti vivi, ha quasi voglia di commentare: perché invece della figlia di un altro non gli dai la tua, a quel vecchione? ...Mi spiace, Caterina, ma la faccenda del cucciolo di daino me la sono proprio legata al dito... |
Ciao! ^^ |
Ciao e rieccomi! Molto onirico e denso di presagi, questo capitolo. Pare quasi che il futuro di Caterina sia scritto nella nebbia, nelle fiamme del focolare, e nel silenzio che avvolge la notte nel castello lei riesce a intravedere qualche scena.... sangue, vittoria, sudore e armi. E poi c'è l'ammirazione, l'adorazione sarebbe meglio dire, verso un padre a cui peraltro la stessa Caterina somiglia come carattere. Ci sono tutte le premesse per una vita avventurosa e ricca di colpi di scena. Scrittura sempre impeccabile. |
Buongiorno. |
Eccomi anche qui. Che scena terribile, pur descritta magistralmente. Ho sofferto le pene dell'inferno per il cucciolo di daino (odio la caccia, pur rendendomi conto che questa considerazione non ha nulla a che vedere con la realtà storica. ..). In breve, assistiamo qui all'iniziazione della giovane Caterina da parte del padre: un padre che evidentemente prova un piacere speciale nell'insegnare alla figlia a uccidere e nell'assistere all'intera scena. Si intuisce nei suoi occhi una scintilla di perversione, di follia. E Caterina impara qualcosa che metterà a frutto più tardi... Quando avrà definitivamente superato ogni scrupolo. |