Penso che ormai tu sappia quanto ammiro il tuo modo di scrivere, devo avertelo ripetuto un milione di volte e ribadirlo non farà di certo male. La cosa che più mi affascina del tuo stile non è la capacità di saper comporre una frase di senso compiuto o riuscire a coniugare i verbi al tempo giusto, ma la personalità. Sarei in grado di riconoscere una tua storia ad occhi chiusi senza sapere che è firmata con il tuo nome. Questo penso sia un enorme pregio e soprattutto molto raro. Il tuo modo di scrivere non è il ricordo di qualcun'altro ma il riflesso di ciò che sei. Forse è anche per questo che ne sono affascinata, perché si percepisce la tua mente dietro le frasi e personalmente, la tua mente mi piace parecchio. Ma torniamo alla storia...
Quando l'ho letta, ero a lezione di filologia, e alla fine mi volevo buttare dalla finestra perché, mio Dio. Ti ho odiata a morte. Dean Winchester è un personaggio complesso di cui appropriarsi, non è facile cogliere la sua essenza, perciò la mia modesta opinione è che se mentre leggo dal suo punto di vista non mi deprimo tanto quanto durante quei quarantacinque minuti di male puro, conosciuto anche come "Supernatural" allora ho sprecato minuti preziosi della mia vita. Non è stato questo il caso. Questa oneshot è così dolorosamente bella da far male all'anima, è delicata e malinconica in perfetto equilibrio. Poi mi è piaciuta l'idea, nel senso che se proprio Dean dovesse decidere di esprimere a voce alta il suo malessere non lo farebbe con Sam ma con Castiel, perché lui è...beh...è lui. Ciò significa che tutto è ben caratterizzato da Dean a Castiel, dallo scenario ai dialoghi, puoi stare tranquilla. Niente, penso di aver espresso tutto quello che dovevo dire, muoviti a pubblicare l'altra. Non ti darò tregua.

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Oddio santo, tu hai distrutto me, altro che Dean.
Tutta la parte introspettiva sui sentimenti di Dean mi ha fatto venire i brividi, perché è vero, nessuno gli hai mai chiesto come stava realmente, a parte Sam che spesso si accontentava comunque di una bugia o non riusciva a riconoscerla, e Castiel (Sì, diamo una medaglia a John come peggiore padre dell'intera storia.) Castiel, quell'angelo, così strano, ingenuo a volte, ma che nei confronti di Dean riesce sempre ad assumere una serietà e maturità che mi lasciano spiazzate, perché è come se accanto a lui fosse al contempo più umano e più "angelo custode", più focalizzato sul compito di proteggerlo, a dispetto di qualsiasi altra cosa. Pur di non doverlo uccidere, è stato disposto a rinunciare ad un intero esercito.
E quando Dean appoggia la testa sulla sue gambe è stato tremendo (nel senso più dolce e straziante del termine), perché finalmente decide di abbandonarsi completamente, di rendersi conto dei suoi sentimenti. Castiel è l'unico che riesca a capirlo, comprenderlo e salvarlo, anche se questo volesse dire doverlo distruggere. Per lui Castiel lo farebbe.
Sì, mi hai decisamente uccisa con questa storia, che non fa che rinsaldare il rapporto tra quei due (potranno venirmi a dire che non sono canon quanto voglio, non uccideranno mai il mio spirito).
E' oltretutto scritta benissimo e curata nei minimi particolari, quindi complimenti davvero!
Alla prossima :)
Martina

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Bellissima os, mi ha fatto molto piacere leggerla.
Hai ragione, a Dean non è mai stata posta la domanda: come stai
Perché sapevano che lui stesse bene anche quando stava male, quindi a Dean quando glielo chiedevano finiva sempre per mentire agli altri e a se stesso.
Bacioni
S.

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