Ecco... Bene...
Da dove iniziare?
Sai, non è per niente facile recensire una storia del genere. Ci sto mettendo tutta me stessa, evitando che venga una completa schifezza. Che, diciamolo, stonerebbe decisamente con la storia in questione.
Andiamo, come si fa a non recensire una perla del genere? *^*
Ma dannazione, io l'ho letta praticamente appena l'hai pubblicata, ed ero divisa tra una gioia immensa e tra una serie di pianti isterici. Tutto questo mentre ero distesa nel mio letto, urlando nel cuscino, con mia sorella che mi lanciava ogni sorta di maledizione possibile.
Ammettilo, non te ne sta fregando nulla...
E lo so, lo so porca trota (?), avrei dovuto lasciare una recensione prima, molto prima. Purtroppo, tra scuola e altri impegni, questo non è stato possibile.
Mi sono ripromessa, però, che, con la venuta delle vacanze, sarebbe stata una delle prime cose che avrei fatto. Ed è per questo che sono qui.
Okay, l'idea dei compleanni è di Emmastarr e ammetto che io stessa speravo nella pubblicazione di una sua storia (cosa effettivamente avvenuta).
Ma, e dico ma, tu non sei l'unica ad aver pubblicato comunque una cosa simile. Tanti altri lo hanno fatto per altre occasioni, e neanche questa è stata risparmiata.
(io qui eviterei di pronunciarmi...)
Quello che voglio dire è che, nonostante ciò, la tua storia è assolutamente perfetta! <3
Quindi niente complessi, va bene? Ottimo, chiusa questione uu
Partiamo dal fatto che io amo i tre fratelli. Dal mio punto di vista, Oda ha realizzato un flashback abbastanza singolare, contornato da una buona dose di tenerezza e feels (ah, come se quelli potessero mancare). Inoltre, continuo a sostenere che lui, con questo flashback, volesse lanciare un messaggio importante, ovvero che alla fine i legami contano solo in parte.
Esistono fratelli di sangue che si ammazzano come cani, ed altri che non lo sono che si vogliono un bene dell'anima. E ne abbiamo visto alcuni esempi.
Bene, chiusa parentesi, passiamo alla storia.
Hai usato l'idea dell'eclissi come base per la tua storia. L'eclissi, dannazione, la stessa eclissi di cui ho scoperto solo pochi giorni prima del suo avvenimento. La stessa eclissi per cui io e la mia compagna di banco abbiamo saltato la lezione di Scienze motorie, per vederla in diretta su Internet.
Perché tendo a raccontare a tutti della mia patetica vita?
Insomma, come si fa ad essere così geniali? *^*
Poi, i paragoni che hai usato sono azzeccatissimi. Perciò, per evitare che mi metta a blaterare, scrivendo frasi sconnesse, procederò per gradi.
Inizio parlando del protagonista della vicenda: Sabo.
Te l'ho già detto, le storie che riguardano i fratelli in questione mi fanno impazzire e, da quando è riapparso anche lui, non faccio che saltare di gioia appena trovo qualcosina del genere nel fandom.
Ora, però, ci tengo a fare una precisazione.
La tua storia ha un che di unico, che la rende totalmente diversa da tutte le altre che io abbia mai letto.
Perché? Semplice.
La caratterizzazione di Sabo, innanzitutto. È lui, santo cielo. Lui.
Il ragazzino che si vergogna di essere nobile, che si preoccupa di lasciare una lettera ai suoi fratelli, che decide di salpare nonostante la sua giovane età. Ed è il giovane che si sente in colpa verso i suoi fratelli, ma che continua comunque a nutrire per loro un affetto immenso.
Poi, boh, vogliamo seriamente parlare dei parallelismi che hai usato per questo personaggio?
Sabo che si sente un po' gabbiano e un po' delfino, perché in fondo lui è sempre stato legato sia al cielo che al mare. E non è mai stato in grado di scegliere, perché queste due elementi si compensano a vicenda, in un certo senso.
Così come il gabbiano vola in picchiata verso il mare, provocando qualche increspatura, così il delfino riemerge dalle acque, fendendo per pochi secondi l'aria.
Niente, mentre sto pigiando i diversi tasti, sono pervasa da una serie di brividi... *^*
Infine, mi paragoni Sabo alla Terra.
Perché, in effetti, lui si sentiva finalmente legato a un luogo, a delle persone che lo apprezzassero veramente, però anche quest’appartenenza gli è stata negata, come quando si strappano le radici a un albero.
Ma Sabo non si arrende, lo sappiamo. Come conosciamo anche la sua avversione verso le ingiustizie, le stesse ingiustizie che lui, da “albero”, ha subito. Ed ecco che diventa un rivoluzionario, diventa quel delfino e quel gabbiano che attraversano tutti i cieli e tutti i mari del mondo.
Potrei continuare all’infinito con questo discorso, ma rischio di scrivere un poema e non una recensione :’)
Adorabile la scena con Sabo e Koala. Lei che si scusa di non avergli fatto gli auguri prima, che gli regala il vetrino per poter vedere l’eclissi, che lo riscuote dai suoi pensieri sul Frutto del Diavolo. E che gli sta accanto mentre gli annuncia che incontrerà il suo fratellino molto presto, perché in fondo è questo che fa la nostra rivoluzionaria: comprende le sue preoccupazioni e cerca di rassicurarlo, con i suoi modi gentili e pacati.
Non chiedermelo, ma credo che tra i due ci sia un rapporto speciale, ed entrambi si sentono in dovere di aiutare l’altro nei momenti di difficoltà. E niente, ti ricordo che ero distesa nel mio letto e, durante la lettura di questo pezzo, stavo agitando le coperte convulsamente. Giuro, avrei potuto sbafarmi un barattolo di miele in quel momento… o di Nutella, che è anche meglio!
Allungo il brodo con ste cose inutili, perdonami. Ma non so quale parte del mio cervello mi spinga a scrivere ste cose…
- Sei nervoso? - chiese l'amica.
Lui ci pensò un attimo.
- Io... non lo so. Cioè, sì. Insomma, sono contento di poterlo rivedere e... voglio dire... hai ragione, penso di essere un po' nervoso. Forse un po' troppo nervoso.
Riprese fiato, portandosi le mani tra i capelli, sfiorandosi leggermente la cicatrice sull'occhio sinistro.
- Okay, sono disperato.
Ecco, lo vedi? In questo momento è Sabo. Sabo dannazione!
Perché è naturale che lui si senta così, non si aspettava di rivedere suo fratello così presto. E ha anche paura della sua reazione, della possibilità che Rufy lo picchi. Cosa che poi non sarà così, ma comunque si vede l’evidente agitazione di Sabo a Dressrosa. Non solo perché voleva a tutti costi il frutto – cosa che, a tal proposito, tu hai evidenziato benissimo -, ma anche perché non vedeva suo fratello minore da anni.
E il suo pianto trattenuto, ci fa capire che alla fine è andato tutto per il meglio (aspetto solo che Oda si decida a farci vedere qualcosa di più su quell’incontro uu)!
Ora, passiamo a Rufy.
Sabo lo paragona al Sole, scelta ovviamente fatta con criterio.
Rufy è una forza della natura, un po’ come lo è il Sole, che sa riscaldare e illuminare tutto e tutti con il suo sorriso. Ed è vero, lui non riesce a star fermo, lui è sempre quello che deve privilegiare, che deve portare luce nei cuori di tutti.
La cosa che mi ha messo una tenerezza immensa è che lui lo sa, se ne rende conto, perché in fondo lui e il Sole si assomigliano. Anche nella lontananza che hanno in comune: lui con i suoi due fratelli, il Sole con la Terra e la Luna.
Rufy, però, gli auguri a Sabo glieli fa comunque, ovunque egli si trovi. E si sente anche un po’ in colpa, non li fa da due anni, ma sente che con l’eclissi (il cui nome continua a sbagliare… Cielo, questa fic trasuda IC! *^*) i suoi fratelli siano più vicini a lui, ed è persino contento che almeno loro stanno insieme.
Dio, qua sono partiti i pianti (non è vero, già piangevo da prima, ma tu questo non lo sai uu)
Quando Rufy si ritrova Sabo davanti, crede che sia per via dell’eclissi. E piange di gioia, perché alla fine non è così lontano come sembrava dai suoi fratelli.
Boh, io ho pianto come una fontana a questa scena, sia nel manga che nell’anime, e la tua versione non è stata da meno. Spero solo che Oda si decida, torno a ripetere, e ci faccia vedere qualcosina in più, magari un bell’abbraccio.
E qui rischierei di non smettere di piangere! T.T
Ti sto annoiando, mi rincresce, ma non posso evitare di non parlare anche di Ace.
Ho amato sul serio la descrizione dettagliata che fa Sabo. Quest’ultimo si è sempre reso conto dell’oscurità che avvolgeva il suo amico, e in seguito suo fratello. Come ha palesemente visto la luce che lo ha investito con l’arrivo di Rufy, facendolo la perfetta rincarnazione della Luna.
Se uno ci pensa, la Luna è sempre avvolta dall’oscurità del cielo stellato, eppure non si può rimanere incantati dalla sua luce quasi bianca. Ed è così anche per Ace e Rufy: legati per sempre da quel gioco di luci, gioco a cui Sabo poteva solo assistere, con una felicità immensa.
E qui, andiamo, vi è la chiara dimostrazione di come si vogliano bene. Non c’è alcuna invidia tra loro, solo ammirazione e un affetto infinito.
Le ultime righe, come avrai ben intuito, mi hanno ucciso. Ace lo sapeva, diamine, che i due fratelli sarebbero stati lì a guardare il cielo. E per un attimo gli è sembrato come se fosse lì con loro.
Aspettava solo che i due si incontrassero e che il maggiore prendesse quello che gli spettava.
Io, davvero, non so cosa dire…
Credo di aver scritto tutto quello che mi passava per la testa, eppure non mi sembra abbastanza. Comunque termino qui, o continuerei per ore, ma non credo che né tu né io abbiamo tempo a sufficienza xD
Che dire, hai uno stile di scrittura perfetto e soprattutto pulito.
Dunque, se ti dovessero venire in mente altre storie su One Piece, non esitare a scriverle.
TI. PREGO.
Mi piacerebbe tantissimo leggere altri tuoi racconti <3 <3
Ci si vede alla prossima ;)
_Lady di inchiostro_
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