Recensioni per
Non ingannarmi (come fanno i miei sensi)
di skippingstone

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
31/12/15, ore 02:16

Credo che in passato io ti abbia già detto quanto questa storia mi piaccia. Davvero, non vorrei essere ripetitiva ma ci tengo a precisare quanto io apprezzi la sua originalità e il toccare temi tanto delicati con delicatezza e senza superficialità. Il finale di questa storia mi lascia sempre un po’ interdetta - in senso buono ovviamente. A fine capitolo, la domanda sorge spontanea: “Chi dice che - questa volta - si tratti della vera realtà?”.  E questo mi porta a chiedermi: “Chi mi assicura che ciò che io credo sia reale, lo sia davvero?”. Nessuno può farlo. So che è così e basta. E pensandola in questo modo, per Flavio ciò che è avvenuto nella sua testa è stato dannatamente reale. Non importa che il tutto sia stato solo frutto della sua immaginazione, del suo silenzio visivo. Per lui quegli attimi sono stati veri. Le persone con cui ha interagito, l’essersi innamorato di Sara per lui è stato reale. La sua mente è stata così avversa nei suoi confronti. Ha preso persone, dettagli e cose dal ‘mondo reale’ e li ha cambiati,  distorti. Nei vari personaggi che hanno popolato la trama della realtà che si è creato io ho visto anche un po’ di Flavio stesso: soprattutto il desiderio di guarigione (incarnato dal Dottore che è convinto di riuscire a trovare una cura) e il bisogno di avere qualcuno al suo fianco che lo ami per ciò che è, anche a prescindere dalla sua malattia. Una persona forte e ostinata che riesca ad abbattere il muro che ha innalzato nei confronti di un mondo tanto subdolo che lo ha tagliato fuori come fosse nulla (Sara). Flavio ha creato nella sua mente, forse, uno scenario che avrebbe voluto anche nella vita reale. È stato chiuso in un manicomio, abbandonato dai suoi genitori perché ritenuto pazzo, senza nessuna speranza di guarigione. Se il Dottore fosse sceso dal suo piedistallo, magari avrebbe potuto semplicemente cercare di aiutare i pazienti a stare meglio. Tuttavia, questa storia è ambientata in un periodo dove, anche chi avrebbe potuto effettivamente condurre una vita dignitosa, nei manicomi non faceva altro che peggiorare la sua condizione. La solitudine, anche in una persona che ha ormai perso il senno, viene comunque avvertita. A differenza della realtà che si è costruito, lui non potrà mai abbandonare la sua stanza - ma nel suo mondo lui, alle due di notte, era in un parco con Sara. Sì, quindi io credo che - problemi mentali e malattie a parte - la sua realtà è basata anche sui suoi desideri e sulle cose che gli sono state precluse. Per lui, purtroppo, non c’è posto al mondo. Ma, anche se per poco, nella sua mente c’è stato. Lui si è ritagliato il suo spazio, in un modo o nell’altro. Buffo quanto anche la sua mente lo abbia illuso, per poi farlo ricadere nel nulla. Nel suo silenzio visivo. Per un po’, forse, ha cercato di combattere, mentalmente almeno, la vera realtà attraverso la creazione di un’altra un po’ più facile da sopportare. Ma non ci è riuscito. È ricaduto nel suo stato catatonico, o come dici tu al suo essere passivo nei confronti di tutto ciò che gli accade. Chiudo qui quest’ultima recensione perché mi sono dilungata abbastanza con cose insensate e vane. Tuttavia, ci tengo davvero a farti tanti complimenti (e credimi, li meriti tutti!) per questa storia che è davvero un piccolo gioiello. Sappi che se in futuro avrai voglia di condividere altre storie, sarò felicissima di leggerle. A presto, forse.
 
Ps: chiedo venia per questa recensione, ma l’ho scritta di getto senza nemmeno ricontrollarla. Quest’ultimo capitolo, dopo averlo letto lascia sempre un po’ scombussolati - anche perché fa riflettere abbastanza. Ti chiedo perdono per averti rotto con le mie recensioni confuse e il mio blaterare a vanvera. E…niente, ciao. (:

Recensore Junior
26/11/15, ore 22:47

Per qualche strana ragione, avevo completamente rimosso la parte finale di questo capitolo. Ricordavo (e in questi casi mi rendo realmente conto di quanto faccia schifo la mia memoria… ) che Sara non avesse mai rivelato a Flavio il vero motivo del suo rifiuto (che poi più che rifiuto ha solo cercato, per quanto possibile, di ‘allontanarsi dal problema’ piuttosto che affrontarlo!). Per curiosità e soprattutto per non ripetermi, ho riletto il mio vecchio commento su questo capitolo. Mi son meravigliata nel constatare quanto la mia percezione dei personaggi sia cambiata con questa rilettura. Se la prima volta mi ero totalmente schierata dalla parte di Sara, adesso noto quanto anche quest’ultima abbia ben contribuito nell’incasinare l’intera faccenda. “Ho una calamita per gli stronzi difficili… ” e no, mia cara! Stronza lo sei anche te! Ha illuso un uomo che già di per sé crede di non essere abbastanza, sei entrata nel suo mondo e poi, come se nulla fosse, hai cercato di uscirci solo perché sopraffatta dalla situazione e per una mera questione professionale. Per carità, non dico che il lavoro non sia importante ma una spiegazione, a tempo debito, sarebbe stata più che gradita. Ha aspettato che decidesse di andar via prima di rivelargli cosa l’ha spinta ad allontanarsi. Meglio tardi che mai però, eh?! Nel frattempo lasciamo che Flavio si faccia mille paranoie e poi diamoli pure dello stronzo quando quest’ultimo ammette ad alta voce ciò che realmente pensa. Almeno uno dei due lo fa! Peccato che sia stata anche colpa sua se nella mente di Flavio si siano concretizzate tali idee. Lo ha lasciato solo in compagnia delle sue insicurezze, della sua fragilità. Questa è cattiveria. Avrebbe dovuto aspettarselo. Ora, parliamo di Flavio. Sebbene credo che abbia avuto tutte le ragioni del mondo per reagire nel modo in cui ha reagito, ha sbagliato nell’esprimersi. Ha offeso Sara. Poteva usare altre parole.
" [...] che capisce di aver sbagliato e che non sa trovar rimedio.” Insomma, esci un può fuori i cosiddetti, amico! Non sei solo tu ad aver sbagliato! E smettila di piagnucolarti addosso e reagisci, una buona volta! No, per la cronaca non lo sto maltrattando #StayStrongFlavio ahahah! (;
Ora, tornando a parlare del capitolo, il mio odio per il dottore con le manie di onnipotenza sarà sempre immenso. Il rifiuto di Flavio nei confronti della cura mi porta a pensare che, ormai, si sia arreso alla malattia. Non la vedo come una cosa negativa però, ma bensì uno stimolo per accettarla e imparare a conviverci. Sembra quasi che il dottore rappresenti per lui una speranza di guarigione, ma visto effettivamente la possibilità di buon riuscita della terapia, più una mera illusione. Una illusione che non gli permette di accettarsi a pieno per ciò che è. Perché Flavio è anche la sua cecità. E finché non accetta se stesso, vivrà sempre sentendosi meno degli altri, non abbastanza per vivere la vita che merita. Lo schiaffo ad inizio capitolo lo trovo molto significativo. Non vuole la pietà di nessuno, non vuole che gli altri lo aiutino perché può farcela da solo. Deve farcela. Ho scritto un sacco di stupidaggini in questo commento, ma alla fine trovo che i personaggi siano ben designati e soprattutto abbiano reagito da umani. Tutti sbagliano, tutti vengono sopraffatti da situazioni più grandi di loro e sebbene sembri che in questo commento io abbia puntato il dito contro un determinato personaggio, a modo loro tutti hanno ragione e tutti hanno torto. Non so, non riesco ad esprimere ciò che voglio dire, quindi mi fermo qui. Manca poco alla conclusione. Non vedo l’ora di rileggere i prossimi capitoli. Alla prossima! (: 

Recensore Junior
30/09/15, ore 00:21

 “Allora perché non mi vuoi?” Mi sa proprio che in questo caso la stronza difficile da interpretare sia Sara, non Flavio! La sua è cattiveria pura. Dice di non poter stare assieme a lui eppure si diverte a provocarlo con frecciatine e battutine varie. Insomma, una risposta decente a quel poveretto no, eh? Meglio lasciarlo crogiolare nelle sue paranoie. Tanto non ha nulla da fare per quasi tutto il giorno, almeno si tiene occupato. Comunque non c’è niente da fare, stupidi uguali. Chi in un modo, chi nell’altro e io… sì, gli shippo <3 Mi duole pensare che la sua stessa mente sia stata così avversa nei suoi confronti - mi riferisco al finale ovviamente. Per il momento fingo di non conoscerlo e che un Happy Ending sia ancora possibile in questa storia (adesso che ci penso, lo sarà mai in una tua storia? Tra le altre cose, mi stronchi tutte le ship e mi ammazzi tutti i miei personaggi preferiti. Cruuuuuudele T.T).  Comunque, questa storia brulica di frasi meravigliose e ricche di significato. Andrebbe letta anche solo per loro. Dovevo scrivere altro, ma mi sono dimenticata. Perciò, addio per il momento. Al prossimo capitolo (; 

Ps: quale è il tuo capitolo preferito? Son curiosa! Scommetto che si tratta di uno degli ultimi ahahah

Recensore Junior
11/09/15, ore 23:16

Sinceramente pensavo avessi abbandonato questa storia e il trovare un nuovo capitolo mi rende assai contenta. Credo che ormai ben saprai che è una delle mie preferite e, inoltre, merita davvero di essere conclusa anche qui. Questo capitolo è la meraviglia. Da shippatrice accanita dei Flara posso fieramente affermare che è anche il mio preferito dell'intera storia: abbiamo un po' di romanticismo, dramma e anche un bel po' di commedia. Flavio è sempre e comunque stupidamente lui. Vorrei ribadire quanto lui sia stupido. Eppure, nella sua stupidità è umano. Non cerca di capire, di approfondire il perché qualcosa non sia andata come lui avrebbe voluto. Perché perdere tempo nel cercare un altro valido motivo alle sue insofferenze quando ha già una risposta a portata di mano? La cecità è la causa di tutto ciò che gli accade. Perché illudersi che forse, effettivamente, non è realmente la sua condizione il problema ma bensì altro quando alla fine potrebbe venir fuori che è davvero il suo esser cieco il problema? Uhm, ragionamento un po' contorto ma non riesco a spiegarlo a parole come vedo il suo personaggio. Personaggio, tra l'altro, anche abbastanza cocciuto e fermo nelle sue idee. Oh, poi abbiamo Sara. Altra stupida della situazione. Perché non spiegare a Flavio il perché non può stare assieme a lui invece di lasciarlo crogiolare nelle sue mille paranoie e complessi. Che poi, posso capire che si sia lasciata trasportare dal momento, ma abbandonarlo tutto solo in un parco alle due di notte non è proprio un gran bella cosa. Sarei curiosa di scoprire l'inconsapevole monologo di Flavio ahahah povero. Okay, forse è meglio che finisco qui questo commento. Attendo il prossimo capitolo (;

Recensore Junior
06/04/15, ore 15:28

In questo capitolo possiamo nuovamente constatare quanto la cecità condizioni in ogni piccolo aspetto la vita di Flavio. Lui non riesce a vedere dentro di sé perché è cieco. Ma serve davvero la vista per far questo? Capisco perfettamente il rancore che Flavio prova nei confronti del suo medico: continua ad illuderlo di poter trovare una cura per la sua condizione. Una cura che fino a quel momento nessuno è riuscito a trovare ma, non si sa come, non si sa quando, lui la troverà. E anche se crede di poterlo fare, dovrebbe tener per sé le sue promesse incerte. Non bisogna mai illudere le persone se non si è sicuri di quello che accadrà. Lui potrebbe trovare una cura, ma sino ad allora Flavio rimarrà cieco. Sbaglia in questo. Tuttavia, dal mio punto di vista, Flavio nella figura del medico riflette inconsciamente le sue speranze di poter tornare a vedere e, reprimendo lui, sta solo cercando di reprimere quella parte di sé che spera ancora che qualcuno possa trovare una cura al suo male. Insomma, lui è cieco, e tale rimarrà sempre. Nessuna falsa speranza, anche se quest’ultima ogni tanto male non fa. Come dire “a cosa serve sognare ad occhi aperti quando la realtà è questa e fa dannatamente schifo?”. Ma sognare porta speranza, e chissà… chi dice che alcuni sogni non possano avverarsi? Comunque, torniamo alla storia (ogni tanto mi perdo in stupidaggini… ). Nonostante Flavio cerca di apparire una persona forte e scontrosa a cui non interessa più nulla, abbiamo più volte la dimostrazione di quanto possa essere fragile e solo. Perdere la vista lo ha, in un certo senso, escluso dal mondo. È calato un velo nero che lo ha separato da tutto e tutti. Ma è stata realmente questa la causa della sua solitudine? Che fine hanno fatto i suoi genitori, i suoi amici, tutte le persone che avrebbero dovuto starli accanto adesso più che mai? Lo hanno lasciato solo. E non c’è cosa più brutta della solitudine. Ecco perché ha paura ad affezionarsi a qualcuno. Ecco perché non vuole lasciar entrare nessuno nel suo mondo. Ha già sopportato una volta l’abbandono, ed è riuscito a rialzarsi. Ma se lasciasse entrare Sara e quest’ultima decidesse di andar via, riuscirebbe a sopportarlo? Riuscirebbe a trovare la forza di rialzarsi anche questa volta? Ma isolarsi da tutto e tutti equivarrebbe a non vivere.Quando vincerai, con chi potrai gioire se sei solo? Non ti metti in gioco perché sei cieco? Il tuo cuore non è cieco. La tua mente non è cieca. Puoi ancora giocare, non sei stato sconfitto. Hai scelto tu di sederti in panchina.” Questo pezzetto è assolutamente qualcosa di meraviglioso. Non aggiungo altro. Ho notato che hai aggiunto/modificato un pezzetto, ed è davvero stupendo. Gli occhi di Flavio possono ancora riempirsi di meraviglia. Basta non perdere la speranza. La speranza di poter vivere una vita degna di essere vissuta anche senza l'uso della vista. E Sara, a quanto pare, può riempire i suoi occhi vuoti. Ho deciso di commentare questa storia ignorando quale sia il finale. Quindi capitolo per capitolo. E poi, tutto questo è davvero successo; almeno per Flavio. Nell’ultimo commento ovviamente scriverò tutte le considerazioni con il ‘senno di poi’, non preoccuparti ahahah ;P Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
31/03/15, ore 14:11

Anche questo capitolo molto bello e significativo. Il rapporto fra i due comincia a consolidarsi (anzi, andiamo per gradi, a costruirsi) in maniera originale, e questo mi piace. Non ricordo se te l'ho già detto o meno, ma trovo davvero ben caratterizzato il personaggio di Flavio, perchè non è un supereroe e sa di non esserlo, vi è in lui più che una punta di amarezza per la condizione che gli è preclusa, ma nonostante questo possiede la sua dose di sano cinismo, la sua reazione al mondo, forse. Anche Sara mi piace, e credo che anche lei (come tutti, del resto) abbia i suoi scheletri nell'armadio, qualcosa di sé che non vuole o non può rivelare.
Alla prossima!

Recensore Junior
31/03/15, ore 01:29

La maggior parte delle cose che vorrei scrivere in questo commento sono tutte condizionate dal sapere già come questa storia andrà a finire. Quindi, per il momento, non scriverò nulla (anche perché non voglio assolutamente scrivere un commento spoiler) e, se me ne ricorderò, aggiungerò tutto al commento dell’ultimo capitolo. Partendo già da questo presupposto, puoi immaginare che commento pieno di cavolate e bizzarri punti di vista ti aspetterà a fine storia. Ehi, io ti ho avvisato!
 
In questo secondo capitolo troviamo Flavio alle prese con il suo silenzio visivo. Un silenzio che non ha scelto, ma bensì che una creatura subdola e meschina chiamata fato gli ha imposto. La sua condizione gli ha precluso di vedere il mondo: a stento ricorda le tonalità dei colori, tutte troppo simili al colore nero che ormai da troppo tempo gli annebbia la vista. Io non mangio nessuno. Ha perso la capacità di vedere. Capacità essenziale per conoscere e approcciarsi con il mondo esterno, capacità essenziale per non venire escluso. Forse uno dei sensi ritenuti più importanti. Sin da questo capitolo notiamo quanto tutto questo influisca (negativamente) sulla sua vita. Lui non mangia nessuno, eppure prova odio nei confronti del medico che continua ad illuderlo di poter trovare una cura che gli permetterà di tornare a vedere. Prova risentimento nei confronti del fato: perché non gli ha portato via un senso più… inutile? Prova invidia nei confronti delle persone che, seppur non avendo colpa, vedono ciò che lui non potrà più vedere. Odia il televisore, perché è a colori e lui nemmeno li ricorda. Lo ha ammesso. Tra sé e sé ha ammesso di essere arrabbiato col mondo, ma c’è una grande differenza tra il capirlo e l’ammetterlo ad alta voce. Sembra quasi che si nasconda dietro alla sua condizione. La maggior parte di quello che lo riguarda o gli succede è legato al suo non vedere. Lui non conosce perché non vede. Ma la conoscenza non si basa mica e solo sulla vista. Questo non è affatto un buon motivo. Tuttavia sin da questo capitolo iniziamo ad intravedere quanto l’arrivo della dottoressa Grandi sia stato positivo per lui. Ha finalmente compreso che seppur non può vedere con la vista, può vedere attraverso gli altri sensi; in questo caso, l’olfatto. Grazie proprio a quest’ultimo può riconoscere il suo odore di More e può vedere, sì, esatto, dico bene ‘vedere’ quando lei è nella stanza o nelle vicinanze. Il ragazzo comincia a capire. Il fato non gli ha portato via l’olfatto, uno dei sensi secondo lui più inutile, proprio per questo. Adoro troppo le chiacchierate tra Flavio e la dottoressa Grandi. Praticamente sono gli opposti: uno deluso e ferito dalla vita (e forse proprio per questo con i piedi ben piantati per terra) e l’altra sognatrice e piena di speranze. E seppure io conosca già quale sia il finale, non posso non shippare, anche questa volta, i Flara ;P L'ho già detto in passato, e non posso fare a meno che ripeterlo anche adesso: i personaggi che riesci a creare sono tutti ben caratterizzati, dalle così tanto discusse ‘mille sfaccettature’. Davvero, complimenti per questo. Pochi sono in grado di riuscirci. Ora metto fine a questa recensione. Doveva essere piccina, ma… non so come, non so perché, ma ho finito per scrivere un papiro. Ah, quasi dimenticavo: la storia è perfetta così come è quindi... potresti lasciarla tranquillamente al suo stato originale. Al prossimo capitolo (:

Recensore Junior
29/03/15, ore 15:24
Cap. 1:

Sono così contenta che alla fine hai deciso di pubblicare questo piccolo gioiello. Questa storia merita davvero di essere diffusa, di essere letta - spero che in questo modo più persone avranno modo di apprezzarla, e magari farti capire che lavoro fantastico hai svolto su questa storia. Sei riuscito a scrivere di argomenti tanto complessi con delicatezza, originalità, dolcezza ed anche un pizzico di ironia. Per quanto riguarda l'originalità, quest'ultima è sempre stata una peculiarità di questa storia. In questo prologo si inizia già a delineare quale sarà il carattere dei protagonisti; carattere che, nel corso della storia, porterà il lettore sia ad amarli, e sia ad odiarli. Non vedo l'ora di rileggere i prossimi capitoli e spero vivamente di non ripetermi commentando nuovamente questa storia meravigliosa (non si nota che è una delle mie preferite, vero? xD). Attendo il prossimo capitolo. Anche perchè, da quello che ho capito, hai intenzione di cambiare/modificare qualcosina e sono davvero curiosa di vedere cosa hai intenzione di fare. Alla prossima (;

Recensore Junior
29/03/15, ore 12:10
Cap. 1:

Originale, mi ha colpito. Capisco l'insofferenza del personaggio, quella sua rabbia per essere trattato in maniera tanto svenevole, e la sua solitudine. Azzeccatissimo lo stile, i paragoni, soprattutto quello delle porte. Spero che più in là i capitoli si allunghino.
Aspetto il seguito, nel frattempo complimenti :)