Io non ho parole. Ne ho sempre meno.
Io non so cosa dire, non l'ho mai saputo, di fronte ad una tua storia.
Ma io so, io so che ti adoro. Per quello che dici, per come lo dici, perchè lo dici. Perchè me lo dici. Mi sembra di vederti, senz'averti mai conosciuta. Eppure ti vedo, nelle tue parole. E rimango estasiata. Tu incidi te stessa negli altri e ti lasci trasportare attraverso le vite altrui. Sei come una droga, le tue parole sono una droga che ormai è indispensabile per me.
Le rileggo e penso solo che: Cristo, non ho parole.

Tu. Tu apri una voragine, tu osi rovesciarti su queste pagine, che neanche sono pagine vere ma soltanto tanti micropixel accesi che entrano nelle case di chiunque abbia una connessione a internet. Tu osi rovesciartici. Col rischio che chiunque, ma proprio chiunque possa attingere a quello che tu rovesci qui. Chiunque. Ti fai toccare, da chiunque. Questo può essere o molto coraggioso, o molto incauto e stupido. Oppure mi è incomprensibile. Ad ogni modo, anche per questa, non so recensirti, perché questa più che mai non è un componimento letterale ma una parte di te che rovesci audacemente. Superi dei limiti, nel rovesciarti così tanto, nell'esporti fino a questo punto. Non so se sia sbagliato, non lo so. Ma se scegli di rovesciarti tanto, devi essere consapevole delle conseguenze: cosa potrebbe accadere a chi ti tocca. Per conto mio non posso fare altro che dirti che cosa è successo a me. Mi spaventa. Mi fa paura.