Ciao Cleaver!
Difficile fare una recensione più completa di chi mi ha preceduto, ragion per cui mi limito a riportare qualche impressione al volo.
Intanto l'ambientazione. Cupa, metropolitana, con il grottesco che si fa avanti fin dal primo momento con la donna mascherata dagli occhi blu. Ha un qualcosa che ricorda il Murakami di Tokyo Soup. Hai saputo renderla efficace fin dalle prime righe, e non è semplice come può sembrare. Sono tanti ad ambientare a proposito o a sproposito le loro narrazioni in Giappone (fascino manganime...), ma credo che pochi lo sappiano rendere davvero verosimile. Quindi, un applauso ci va solo per questo.
Poi, l'averlo saputo ibridare (se mi passi l'espressione) con un'atmosfera dark-horror da Halloween -per l'appunto- di provincia americana. Questo locale... Non saprei definirlo, e dubito che ci metterei piede, ma lascia intuire che sotto l'aspetto un po' kitsch del bar a tema ci sia altro, e che questo qualcosa d'altro sia tutt'altro che rassicurante.
E il dopo cena finale, infatti, non tarda ad arrivare. Qui si va di nuovo dal grottesco (me le vedo, le cameriere-mostre intente a farsi il break chiacchierando del più e del meno, come dipendenti a fine turno) al sano splatter. Il micio bicefalo amante dei pancreas, poi, completa degnamente l'allegra compagnia. Potrebbe sembrare una nota da telefilm stregonesco comico, se solo non ci fosse di mezzo gente scannata appesa al lampadario...
Grazie per questa carrellata nel mondo del folklore giapponese (tanti degli esseri che hai nominato non li conoscevo, è stato interessantissimo attivare la modalità Piero Angela), e complimenti sinceri! Spero di leggere presto qualcos'altro di tuo, horror o meno.... |
