---Questa recensione partecipa alla mia challenge personale di “1000 parole al giorno”. Durante la prossima settimana (8 gg) posteró una recensione (minimo mille parole) al giorno per storie scelte a caso tra i miei autori e fandom preferiti (o persone che ritengo scrivano particolarmente bene). Non é un concorso, non vinco nulla, é solo un modo per dire “grazie” a tutte quelle persone che leggo e seguo in questi cinque anni di EFP.---
Devo precisare che io non ho esperienza con il fandom di W.i.t.c.h., ma solo di te come autore creativo e grafico sul forum di EFP. Quindi scrivo subito che potrei fare errori sulla serie originale ed i nomi. Non considererò affatto quanto i personaggi siano IC ai fini della storia o meno.
La storia si apre nel buio della notte, in una località dalla consistenza terrena, cosa che si intuisce dalla descrizione della prima frase. Ed infatti questo racconto si basa tutto su dettagli finissimi, particolari tecnici, personaggi, dialoghi ricchi di informazioni, cose dette e non dette. Da lettrice, mi trovo a dover “indagare” e dedurre, sono sempre sulla corda, non c’è la possibilità di distrarsi o annoiarsi.
Proprio dalle prime frasi, viene presentata subito Hay Lin, guardiana dell’aria, trovarsi di fronte alla vecchia libreria e riaprire quel portale che la collegherà con la nonna, in un passaggio nella dimensione di Kandrakar.
Il vocabolario usato e i dialoghi, l’ambientazione e le riflessioni della ragazza, ci portano subito a capire come si senta in dubbio sulle sue azioni, su quello che sta succedendo attorno a lei. In questa dimensione il tempo sembra distorcersi e non c’è più “spazio” fisico, inteso in maniera terrena, non c’è più ombra o materia, le descrizioni ambientali cambiano e si adattano ad un nuovo mondo.
Dal dialogo con la nonna Yan Lin, il lettore percepisce una serie di informazioni, ad esempio è parte di una congregazione pronta a proteggere e gestire gli elementi, nomi di altre guardiane a lei vicine, la gestione di un compito difficile e l’umanità di non saper sempre gestire un potere così importante. Questo evidenzia ancora di più il turbamento che passa nei pensieri di Hay Lin, ma che la nonna, parte dell’antica generazione, conosce bene ed è in grado di rassicurare, almeno in parte.
Hay Lin si chiede se ci sia speranza di riportare una vera pace nel Metamondo, laddove si sono susseguiti tanti nemici nel corso degli anni. La nonna descrive la sua esperienza, la consegna del Cuore di Kandrakar, i suoi tanti anni in quel ruolo ed il suo passaggio di generazione.
La nonna spiega la sua realtà divisa tra scienza e religione, la situazione in cui Kandrakar ha riunito in un certo senso i suoi massimi poteri in un’unica forza al servizio del male, ma che non tutti sono però disposti a compiere del male. La nonna continua la spiegazione descrivendo il ruolo dell’Oracolo come figura diplomatica neutrale e quella di Nerissa, spiegando poi come la sua rivalità sia poi nata da un’incomprensione proprio su questo ruolo.
C’è un passaggio di protagonisti, Hay Lin lascia la nonna, con una parte dei suoi dubbi chiariti, ma una serie di discorsi rimasti di proposito irrisolti. C’è un passaggio anche dimensionale, restiamo con Yan Lin e la sua realtà “eterea”, fatta di un ambiente intriso di storie e leggende, una fortezza, in questa dimensione ultraterrena. Lei si sofferma un’altra volta sugli affreschi che decorano le pareti, gli dèi e le leggende che raccontano. É qui che ritrova Tibor.
Mentre il dialogo con la nipote è tutto un composto di “dire e non dire” quello con Tibor è più riflessivo: uno sguardo sulla vita di una donna anziana che, incaricata lei stessa a suo tempo di essere guardiana, decise allora di rinunciare all’amore ed infine anche a suo figlio, allo scopo di mantenere il suo segreto allontanandosi dal mondo terreno e mantenere il suo ruolo nella congregazione. I due riflettono sull’antica profezia che incombe sulle guardiane degli elementi.
In queste ultime righe, si scopre come molti altri portali sono andati perduti, ma non quello appena visitato da Hay Lin, si percepisce come Yan Lin trovi l’Oracolo (attuale) troppo coinvolto con gli affari terreni ed il timore che questa profezia misteriosa venga alla fine rivelata, ma Tibor la rassicura.
Scrivi molto bene, con un linguaggio ricchissimo e dettagliato, ti rifai spesso a termini tecnici che, anche se spesso non guastano, sto imparando io stessa ad equilibrare sui miei personaggi, può essere difficile a volte trovare il giusto vocabolario per una storia o “far parlare” un personaggio in un certo modo. Questa storia presenta pochi personaggi, tutti sotto lo stesso “ordine” ed onestamente il non cambiare registro in questo caso non infastidisce. Forse sono io, ma in alcuni casi ho fatto un po’ fatica a mantenere la concentrazione su alcuni punti della storia, ad esempio quando la nonna ha un ultimo dialogo con Hay Lin e si interrompe per lasciar passare le nuvole o quando introduci la scena introspettiva di lei nella fortezza.
Lasci il finale di questa storia concludersi con un saluto a Tibor, forse avrei dilungato un po’ di più quei momenti finali con una vaga introspezione (non più di una o due frasi, una cosa tipo: -i due si incamminano nel porticato, ma i turbamenti di Yan Lin hanno trovato pace nelle parole di Tibor, mentre attorno ai due, nella fortezza al centro dell’infinito, tutto parla una lingua antica di migliaia di anni, migliaia di ere, migliaia di tappe...- per esempio).
Non ho notato errori veri e propri, ma ci sono alcune incertezze sull’uso del congiuntivo/condizionale, forse sono solo il risultato dello scrivere in presente. Su questa tecnica, infatti, devo farti solo i complimenti, perchè è difficile per me scrivere una storia in presente e mantenere il tempo “costante” come riesci a fare tu.
I personaggi di questa storia raccontano tantissimo.
É un racconto carico di informazioni, ma anche di bei passaggi, di situazioni e frasi da leggere anche due volte, le cui personalità sono definite e attive.
Hay Lin ha un dubbio e si rivolge alla nonna, la nonna non ha gli stessi dubbi, ha la sicurezza che il tempo sistemerà le cose, ma si trova a riflettere su di se, la profezia, sul suo passato ed il futuro, sia personale che della congregazione.
Ti faccio ancora i miei complimenti e spero di leggere ancora molto delle tue storie! (Recensione modificata il 04/12/2016 - 08:06 pm) |