Recensioni per
Sul filo di Arianna
di kk549210

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/03/18, ore 14:18

Buon pomeriggio.
Mi sono imbattuto casualmente in questo piccolo testo, e... oddio *-*
L'ho letteralmente adorato.
Mi è piaciuto, molto originale... poi, viene anche citata la mia Forlì, la mia città natale 0.o
Bellissimo lavoro, complimenti davvero.
Buon proseguimento di giornata :)

Recensore Junior
14/06/15, ore 16:45

Giudizio finale dal contest Città d'Italia indetto sul forum di EFP


“Sul filo di Arianna” di kk549210 - PRIMO CLASSIFICATO 

Lingua e stile 15/15 
Mi è piaciuto molto lo stile di questa storia. L’ho trovata elegante, elaborata. Nonostante la brevità, la lingua usata crea una sua dimensione, diventa quasi protagonista, circondando sia i personaggi che gli ambienti e caratterizzandoli a dovere. È un ottimo lavoro, personale, emotivo, misurato, in cui si nota non solo la padronanza dell’italiano e delle sue regole, ma del lessico e dei vari registri. Questo modo di usare le parole è il mio preferito: le rende protagoniste, fa pensare che la storia si sarebbe potuta scrivere soltanto così, in questo modo. Anche le frasi più ampollose e ostiche, come “quell’aroma inconfondibile che regnava nell’antica bottega gli pervase l’olfatto, discese diritto alle cavità del cuore, per poi risalire distillato alle eteree camere della mente”, in relazione al point of view del personaggio protagonista, non risultano per nulla stonate o, come spesso accade, esagerate e eccessivamente auliche per essere credibili. 
Per quanto riguarda la grammatica, non ho trovato nessun errore. La cura e il labor limae, sono davvero evidenti in questo racconto, in cui non t’è sfuggito davvero nulla. Ho solo una domanda, che è più che altro una mia curiosità. Perché hai segnato in corsivo la parolatelefonino, alla fine? Questa sottolineatura mi ha fatto venire il dubbio che si tratti di un termine dialettale – che uso anche io – ma il vocabolario me l’ha poi dato come italiano corrente e corretto. Penso che i corsivi siano importanti, soprattutto in una storia curata come la tua dove niente è lasciato al caso, quindi mi farebbe piacere sapere questa piccola cosa. Un altro piccolo dettaglio sta in un errore di punteggiatura, che so spesso essere dovuto dalla formattazione automatica di word, ma che mi sembra giusto segnalare: qualche volta, dopo aver usato la lineetta – per aprire una parentesi, essa viene chiusa con -, il trattino o il segno meno. 
Per il resto, complimenti! 

Caratterizzazione dei personaggi 15/15 
Non ti nasconderò che questo è uno dei tratti che più ho amato della tua storia. I personaggi, Augusto soprattutto, in quanto protagonista, sono meravigliosamente tratteggiati, pur nella brevità della storia. È un ottimo slice of life, quello che hai scritto, e non è da tutti saper condensare così tanto in uno spaccato di vita così breve, ben diverso da un racconto. Di Augusto mi è piaciuto tutto: la sua ingenuità, la tenerezza nei confronti della nipote, la gelosia nei confronti del moroso, l’impegno e la devozione dell’infermiere. Ho trovato molto delicate e ben scritte le emozioni e sensazioni infantili che Augusto ricorda entrando nella cioccolateria, così come la passeggiata che fa vicino alle bancarelle dei libri. Questa è stata la mia parte preferita : ) Hai saputo benissimo, con poche parole, tratteggiare un’immagine precisa, indelebile, passata nella mente del lettore quasi in colour correction, come se si trattasse di un film. Ogni parola, poi, è davvero inondata di tenerezza. Mi è piaciuto il soprannome di Gino Malerba, Isidoro! Onestamente non avrei mai pensato di trovarmi il caro Isidoro di Siviglia in una delle vostre storie :D 
Anche la signora Lea mi ha molto coinvolta, seppur la sua “avventura” per le strade di Bologna risulti più breve. Dolcissimi i suoi pensieri nei confronti del marito, sia quelli sull’anniversario imminente – ottimo escamotage narrativo per narrare un po’ del loro passato e di quello recente della città – sia la tenerezza che la pervade quando pensa all’amore di Augusto per i libri e per Arianna. 
Ps: quanto ho adorato il soprannome Gustino? 

Uso della città 20/20 
Io non sono mai stata a Bologna, ma tu mi ci hai portato! La città è protagonista di questo racconto anche in diversi livelli temporali, riportando il lettore sia all’infanzia di Augusto sia agli anni di piombo. Bellissime le frasi in dialetto bolognese, sempre molto naturali e ben inserite all’interno del testo. Non sembrano messe lì solo per cercare di conferire atmosfera, ma sono appropriate, caratteristiche dei personaggi che le pensano o le pronunciano. Anche questi dettagli dialettali, come ti ho già detto più in generale riguardo al lessico della storia, donano al testo una grande impressione di accuratezza, naturalezza ed eleganza. 
Mi sono piaciuti molto, oltre i riferimenti ai vari luoghi che, purtroppo, non conosco, quelli ai piatti tipici, come i passatelli, l’immagine adorabile dei cremini FIAT (non ne vedo uno da cent’anni!). Mi hai davvero catapultata in un paesaggio molto diverso da quello in cui vivo, in una cittadina dalla storia antica, un luogo genuino. 

Uso dei prompt 13/15, di cui 5/5 attinenza all’obbligo e 8/10 per i prompt facoltativi 
Tutti gli obblighi sono stati rispettati! La storia è senza dubbio molto introspettiva, la coppia di adorabili vecchietti è una coppia eterosessuale e l’azione si svolge in un giorno solo. 
Per quanto riguarda i prompt facoltativi, ho attribuito il punteggio pieno alla citazione, perché mi è piaciuta molto sia la sua ricorrenza nel testo, sia il significato che le hai attribuito. Avevo pensato proprio a quella frase in chiave prettamente romantica, collegandola forse troppo all’opera da cui è tratta, ma tu l’hai interpretata in una maniera innovativa che mi ha sorpresa e che ho trovato deliziosa. Per quanto riguarda il secondo prompt, ti ho assegnato due punti: il matrimonio nella chiesa accanto avrei preferito fosse meno di passaggio – qui è semplicemente accennato – ma, poiché la vista dello sposo sulla soglia della chiesa fa scaturire in Lea la riflessione su Augusto e sul loro matrimonio, l’ho comunque valutata positivamente. 

Trama e originalità 13/15 
Non è facile attribuire un punteggio in questa categoria per un racconto che è uno slice of life! Però ci sono dei punti che sicuramente ho trovato originali. Da un lato, la scelta di parlare dell’amore di un nonno per la nipote! All’inizio, tra l’altro, non avevo ben capito che si trattasse proprio della nipotina, ma quando tutto s’è fatto più chiaro mi sono sciolta. Delle lette on-line, è la prima in assoluto, riguardo questo tipo di rapporto, che mi capita fra le mani. 
Anche la storia dei personaggi l’ho trovata azzeccata e ben narrata, e anche l’intrecciarsi di flashback e presente nel racconto è molto equilibrato e permette al lettore un coinvolgimento molto ampio e un respiro profondo nella vicenda. Mi è piaciuto molto che Lea fosse stata una maestra, come se Augusto avesse cercato in lei i suoi studi interrotti per forza. 
Credo sia chiaro, arrivato a questo punto, che ho molto apprezzato il tuo lavoro in ogni sua parte : ) 
Totale 76/80 

Recensore Junior
16/04/15, ore 12:23

Profondo è il pozzo del passato. Non dovremmo dirlo insondabile? Certo, lo è, ma l'affiorare e il fiorire di esso attraverso il "démone tecnico" della scrittura, sono una delle massime gioie per il lettore rimembrante, che legge se stesso nella memoria altrui, e per il narratore, questo mormorante evocatore del tempo preterito. Il passato non solo individuale ma di tutta una gente, che topograficamente non è consentito chiamar "propria", ma che è, tuttavia, limitrofa, confinante, per così dire, "in su la soglia", e affettivamente vicina come un ricordo, o, per l'appunto, la ricerca e la riscoperta del tempo trascorso. Così spazio e tempo sono entrambi "sul limitare", alla soglia, e di lì parlano in intrecci di vicende anche familiari prima di tutto al tuo cuore di scrittrice, poi anche al cuore del lettore-glossatore. Un monte di richiami che, "soli e discosti", saliamo "per l'opposta balza" (D'A., sempre e comunque...). Sul filo d'Arianna, una storia d'amore e di memoria, nell'intreccio di tre esistenze, quelle di Augusto, di Lea, e d'Arianna, per l'appunto, il Tesoretto. Una storia perfettamente calata nel contest delle "Città d'Italia", una elegiaca e infinitamente variata celebrazione della città felsinea, così ricca di echi per chi vi ha studiato, sofferto, pianto, riso, e, più sovente, passeggiato laeto corde nell'attesa e nella realizzazione di un vasto progetto di conoscenza... Il dialàtt bulgnais, così ridicolo e simpatico e caro ai romagnoli, per l'affine diversità, che muove ad euristica e partecipe ironia, al confine tra il distacco e l'identificazione; un confine labile, certamente, ma pur sempre esistente, rintracciabile "sul filo" dei ricordi. L' incipit mi è apparso rilkiano: "appena varcata la soglia". Al primo accordo, è già avvertibile tutta la sinfonia. La composta narrazione ricorda l'intimismo classico del Pascoli dei Carmina e l'ironia dialettale di Gadda. Il tuo caratteristico umorismo umanistico permea tutto il racconto. Nello svolgersi dell'affabulazione emerge in tutta evidenza quel tema, così tuo, del Tesoretto (Ariadne-S.). E quale accento, quale intreccio, qual lirimo pascoliano in "Quanto aveva pedalato, in città e su e giù per i colli!". Non è forse a caso che Pascoli mi è così presente nel leggere questa evocazione di Bologna! Certo, Pascoli, e soprattutto il Pascoli latino, è sempre presente al rammemorante e mormorante evocatore del tempo trapassato. E tanto meglio per la storia se essa è vicina e lontana nel tempo, tanto meglio per il narratore e per il lettore, questo glossatore che legge se stesso nei muti ed eloquenti segni che lo scriba paziente ha tracciato. La distanza-vicinanza topografica e cronologica è indispensabile, così pare, al peculiare modo della tua narrativa: epico ed umoristico. Ma, soprattutto, integralmente e visceralmente (basilarmente) umano. Vale. /tuo: - Buddy Caffarelli

Recensore Junior
14/04/15, ore 17:18

Felice di essere qui a rileggere e a recensire questo scritto.
Bologna, la mia adorata Felsina, rossa e misteriosa, burlona, avvolgente...la rivedo nel tuo scritto, nella sua famigliarità bonaria, nell'atmosfera particolare che la contraddistingue e i tuoi personaggi la rispecchiano, se ne fanno portavoce, poiché il rapporto tra un territorio e le persone che ci nascono, ci vivono, ci seppelliscono i loro morti e tramandano storie e memorie, esiste, è vivo. Ed ecco che la "memoria del tempo perduto" di Augusto, rispecchia il volkgeist, il Lare della mia gente. Lo riconosco nell'atteggiamento, nei ricordi, nella parlata (Sono onorata del ringraziamento, anche se ho dato solo un piccolissimo contributo!), nell'intreccio dei sentimenti che lega questi personaggi. L'amore di Augusto per "l'Arianna", la nipotina, mi ricorda quello del mio adorato nonno Romano, così come me lo ricorda la sua delicatezza d'animo di fine amante della cultura, il cui amore è stato ostacolato dalle contingenze.
Davvero un bellissimo scritto che tocca il cuore!
Un abbraccio fortissimo!
Ele
(Recensione modificata il 14/04/2015 - 05:19 pm)

Recensore Master
14/04/15, ore 16:23

Carissima KK...beh non ho molte parole per descrivere la bellezza e l'introduzione di questa meravigliosa storia...cioè le parole ce l'ho, ma mi hai emozionato moltissimo con questo scritto che hai appositamente composto con la tua grazia e sensibilità per il contest...spero vivamente tu possa vincere: te lo meriti, te lo dico dal profondo del mio ♥...bravissima davvero
un ottimo lavoro come sempre delresto
Un carissimo saluto
la tua amica toscana
Mannaggia mannaggia la pupazza: mi fai sempre emozionare
(Recensione modificata il 22/04/2015 - 08:13 pm)
complimenti per il 1^ posto
(Recensione modificata il 08/06/2015 - 09:33 am)