Trovo questo testo interessante (arg, chiedo scusa per il mio tono freddo, ma è un'eternità che non recensisco e c'ho perso un pò la mano).
La struttura è molto libera, nonostante quel distico che sembra scandire il tutto, come se la meccanicità di una serie di azioni possa dare ordine a ciò che sembra un "flusso di coscienza" (non esattamente ma rende l'idea di un qualcosa che viene evocato non ordinatamente ).
questa poesia è una mareggiata di azioni, che travolgono molto velocemente, lasciando effettivamente poco, sono dei flash... il finale
appare allo stesso modo, ma ti rimane cucito addosso
da un punto di vista emotivo, i primi versi denotano una profonda inquietudine, le azioni sono compiute sistematicamente "passo, guardo, ascolto, mi fermo, mi blocco, mi muovo.", non si capisce cosa succede, perché forse anche la voce narrante non lo ha ben chiaro... dopo tutto è un viaggio verso l'ignoto.
Ma alla fine c'è sempre un faro in questa tempesta, un luogo alla quale tornare... semplice, per alcuni sembrerà quasi una banalità, ma per me è un concetto che nella sua semplicità è molto profondo.
Beh credo di aver occupato troppo spazio (qua non centra niente il fatto che non recensisco da una vita, ho sempre la cattiva abitudine di scrivere troppo ^^) per ciò chiudo qui...
Alle prossime
He |