Toh, sei un genio!
Davvero bella questa storia, con l'ipocrisia che regna sovrana fra i vari personaggi ognuno dei quali dietro la porta di casa nasconde mostruosità e devianze di comportamento non da poco...
E alla fine l'unico innocente paga, passando per mostro dopo anni di vessazioni subite.
Un piccolo capolavoro, una storia che vola senza dubbio fra le mie Preferite :-).
Complimentoni!!

Enrico

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Questo tuo racconto, lucido e tagliente, è un inno alla falsità. Mi ha catturato sempre di più mano a mano che la storia arrivava verso il finale, mostrando i dettagli sordidi della vita dei personaggi al riparo dalle quattro mura di casa, che fa a pugni con la patina di perfezione fasulla della loro vita pubblica. La lapidazione di Marte ha il sapore dello sfogo. Per i personaggi lanciare quelle pietre era un modo per gettare lontano da sé il senso di colpa per i propri peccati (nessuno è innocente, salvo Saturno e Minerva che, infatti, non prendono parte alla lapidazione) e ritornare alla vita di tutti i giorni. Mi ha incuriosito la tua decisione di usare i nomi degli Dei classici, ribaltando però le loro caratteristiche note e le loro relazioni. Ha contirbuito a creare l'atmosfera surreale che pervade il racconto.
Un ottimo lavoro, complimenti
S.

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Questa storia mi è piaciuta molto. L'ambientazione è molto azzeccata, anche i personaggi, mi piace come li hai caratterizzati. La frase finale è bellissima, complimenti. Mi piace molto anche il tuo modo di scrivere. Sì, questa storia va nelle preferite :)
un saluto da
Sky star

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Benvenuti all'Inferno.
Quello che per il "quieto vivere" siamo capacissimi di creare. 
Quello delle grida inascoltate, delle lacrime soffocate, delle piccole, grandi meschinerie, degli egoismi preponderanti.
Ma la cosa importante è che siamo tutte "delle gran brave persone". Quella della riunione.è una chicca, davvero bella.
Bravissimo
Lou

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Questo racconto mi ha lasciato inizialmente perplesso. Ci sono alcune ripetizioni che, esaminate nel complesso del contesto, alla fine ho ponderato che potresti (anzi, dovresti) appesantire: rimarca la purezza e la quiete, così che quelle ripetizioni possano assumere il tono graffiante del racconto. Cercavo una spiegazione sin dall'inizio, anche perché generalmente non leggo le introduzioni -semplicemente non mi piace- perché preferisco vivere qualsiasi racconto come un tuffo nel vuoto, senza che mi sia accennato niente sulla trama. Il titolo ha quindi essenziale nella scelta.
Oltre ad alcuni piccoli errori di battitura, il testo si presenta semplice, ma allo stesso tempo quella semplicità priva di dettagli e contorni sembra voler ricordare l'innocenza che si avverte e che si perde gradualmente nel corso della lettura. Nel complesso mi ha sorpreso, sottolineando un aspetto della nostra società che purtroppo non possiamo nascondere, per quanto spesso ciò accada proprio sotto i nostri occhi e si voglia ignorare. Detto ciò, ti faccio i miei complimenti! Consigliato!

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