Recensioni per
Ars Amandae
di Clockwise

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/05/15, ore 23:02
Cap. 3:

Molto ben riuscito l'intreccio dell'oggi e di ieri, di quello che ha portato a quell'insolita immagine di Sh inginocchiato di fronte ad una lapide. Hai costruito un efficace inseguirsi di passato e presente che trovano un denominatore comune in un sentimento che è così grande e coinvolgente da lasciarsi travolgere dai dubbi e dall'angoscia che diventano, al suo cospetto, ancora più terribili. Così rimane concretamente inespresso, ma non meno totale. La soluzione si trova ed è una comunione completa di anime che si rincorrono in una dimensione che è solo loro, al di sopra del tempo e dello spazio ("...Hai espressamente scritto di voler essere seppellito accanto a me..."). C'è, però, pur nello sconsolato incamminarsi di Holmes verso i giorni che gli rimangono da vivere, una luce che lo aiuterà nell'attesa di tornare da John: "..voltandosi verso Amanda che gli sorrideva piano..."). Hai scritto con delicata attenzione, anche stilistica, di grandi sentimenti, di legami invidiabili. E, lo ammetto, un po' di commozione me l'hai regalata. Brava.

Recensore Master
03/05/15, ore 13:55
Cap. 3:

Definirei questo capitolo: agrodolce. Trovo che sia un pochino meno amaro rispetto ai due precedenti perché c'è una certa dolcezza generale e non solo nelle attenzioni della premurosa e preoccupata Amanda, ma anche nel modo in cui John finalmente si scioglie e per come Sherlock accetta la cosa. Il fatto che a lui sia andata bene lo stesso nonostante non siano mai stati insieme in modo canonico, è sconvolgente. Ma allo stesso tempo fa capire perfettamente la portata del suo amore e della sua devozione. Anche adesso, da anziano, non ha rimpianti perché un uomo come Sherlock probabilmente si reputa già fortunato ad aver trovato un John Watson. Forse quello con più rimpianti è John, ma ormai quel che è fatto è fatto. Per questo lo definisco agrodolce. In certi momenti è malinconico, in altri molto zuccheroso... è un miscuglio insolito ma molto piacevole.

La metafora del miele mi è piaciuta tantissimo. Personalmente non so mai come reagire di fronte a queste scene con Sherlock e John anziani che allevano api nel Sussex, seppur belle, mi provocano un po' di malinconia tutte le volte. Sarà perché si descrive la fine di una vita (come dice Sherlock stesso ad un certo punto). Qui però la sensazione è differente e ci sono frangenti in cui sembra un inizio più che una fine.

In ogni caso, la storia mi è piaciuta davvero molto. Non so se avrai in mente altre storie per questo verse, ma mi auguro di sì perché quello che hai scritto lo reputo molto originale.
Alla prossima!
Koa

Recensore Master
27/04/15, ore 00:57
Cap. 2:

“…il latino, seppellito sotto pile e pile di vocabolari polverosi…”: mi piacciono molto le atmosfere un po’ anacronistiche che mi ricordano le lunghe ore passate a leggere e a sognare vicende meravigliose. Piacevole l’immagine di Sh che spulcia mentalmente le sue nozioni di latino per cercare perfino in un testo antico una soluzione o dei suggerimenti per superare l’impasse in cui si trova, quasi asfittico, per essersi innamorato perdutamente di Watson. La tua Amanda è un personaggio che hai efficacemente materializzato, caricandola di energia; è una ragazza che porta con sé una ventata di fresca positività, è solare, intuitiva e il legame, che hai allacciato tra lei ed Holmes, è veramente originale. Come nel precedente capitolo, segui passo passo Sh
(“…tenendo il libro aperto davanti a sé con una mano, l'altra dietro la schiena...), fotografi in modo perfettamente IC le sue reazioni, i suoi atteggiamenti e lo fai intervenire nella FF con una naturale credibilità rispetto ai canoni di Doyle e BBC. “…John si stropicciò gli occhi…”: tra i due personaggi che interagiscono così piacevolmente, c’è un John quasi a disagio, forse geloso dell’esclusiva empatia che scorre tra sua figlia e il consulting. Immagino che tu gli faccia, però, considerare positivamente questo fatto, che potrebbe fare in modo che tra lui e Holmes ci sia una vera condivisione anche di affetti profondi. Ma, quanta strada per cancellare il dolore e la sofferenza di situazioni troppo grandi per essere rinchiuse in schemi risolutivi (“…Le spalle di Sherlock erano appena curve…”), è uno Sh scosso dal tormento di ciò che avrebbe potuto essere e dalla consapevolezza che nella sua vita, ormai, non può farsi mancare John, a qualsiasi prezzo. Brava.
(Recensione modificata il 27/04/2015 - 12:57 am)

Recensore Master
25/04/15, ore 14:09
Cap. 2:

Tu vuoi uccidermi, donnah! Dillo che lo vuoi, anzi piantami direttamente un paletto di frassino nel cuore e facciamola finita XD mamma mia... non credevo davvero che avrei reagito in questo modo (anche se avevo intuito l'angst dalla tua risposta precedente), tuttavia non pensavo che mi avrebbe fatto quest'effetto. Il dialogo tra John e Sherlock toglie il fiato. Dico davvero. Le parole di John, così dure ma vere. Quel miscuglio di amore, risentimento, rabbia (ancora per "la caduta"?) e la voglia di amarlo, ma il non sapere come fare. Trovo decisamente originale l'idea di fondo che hai avuto e che in 'Trio' si intuiva appena. Mi piace molto il fatto che hai deciso di approfondire con questa storia, perché ci mostri aspetti che andavano descritti.

Prima di tutto il rapporto tra Sherlock e Amanda, che mi piace moltissimo come è stato ampliato ed approfondito. Nonostante non ci sia un legame di sangue tra i due e Sherlock non sia legato a John da un matrimonio, il che probabilmente non lo rende nemmeno un suo tutore legale, è in ogni caso un rapporto padre/figlia molto profondo e incredibilmente sincero. Amanda dice a lui tutto quello che a papà John non è in grado di dire. E lo trovo fantastico, perché hai descritto molto ben la chiusura emotiva di John che stenta ad esprimere affetto persino a sua figlia. Infatti descrivi il loro rapporto come silenzioso e traboccante di non-detto. Non mi stupisce, e lo trovo decisamente IC, il fatto che con Sherlock invece sia più aperta e che discuta (sempre restando "nei limiti") più apertamente di certe cose. Non mi sorprende perché Sherlock, nonostante sia ritroso a mostrare i sentimenti, è comunque molto aperto e schietto una volta che ha instaurato una relazione, è insomma un rapporto molto più diretto. Per certi versi è come se fosse più semplice parlare con lui invece che con John.

E poi c'è il rapporto Sherlock/John. Come avevo detto già nell'altra recensione, il fatto di sapere già che la svolta fra loro avverrà solo dopo il matrimonio di Amanda, rende tutta l'attesa molto angst. E qui non ti sei smentita, anzi, hai toccato punti che mi hanno (e dico sul serio) mozzato il fiato. Questi due sono... totalmente irrecuperabili. Stanno crescendo una figlia insieme, una ragazza che John definisce come "la nostra bambina" come farebbero due genitori che stanno insieme e che si trovano quindi in una relazione stabile tipo un matrimonio. Cosa che invece non sono. E poi in questo capitolo addirittura si baciano... come ho accennato all'inizio, il discorso di John è intriso di tanti sentimenti, troppi cavolo! Mi pare chiaro come il sole il fatto che John voglia amare Sherlock, ma che sia giustamente (e mi sento di giustificarlo almeno un po') spaventato dall'idea di perderlo. Prima Reichenbach e poi la morte di Mary... ha perso due persone di cui era innamorato e mi pare naturale il fatto di temere di scottarsi ancora. Quindi sì, comprendo benissimo le paure di John, ma allo stesso tempo ciò che dice mi provoca una certa rabbia. Cavolo, con tutto quello che ha condiviso... e con il fatto che ancora ama Sherlock, ma non si decide a prendere una decisione che sia una! In parte è frustrante perché dopo tutto ciò, ancora si ritrova due passi indietro.

In tutto questo c'è Sherlock. Che ama John in un maniera commuovente. Quando dice che "va bene", per me è estremamente sincero. Perché per lui va bene per davvero. Per lui è vero che non ha bisogno del matrimonio o di rendere la cosa ufficiale per essere felice. Ci crede sul serio e, anzi, è così. Non deve classificare che tipo di "amore" sentono l'uno per l'altro, perché va benissimo già il solo fatto che esista. Forse non si baceranno mai o non faranno l'amore e magari in parte Sherlock lo vorrebbe pure, ma io credo che sia comunque felice di quel che ha. John gli ha dato una figlia, anche se in maniera non convenzionale, e inoltre è rimasto con più a lungo di chiunque altro. Per anni. Trovo il modo di amare di Sherlock commuovente e straordinario e il concetto che esprimi è eccezionale.

Il tutto, e mi piace da matti, tenuto insieme in modo originale dall'Ars amatoria e dalle considerazioni di Sherlock riguardo il latino che strappano un sorriso, assieme al commento non bellissimo su 'Orgoglio e pregiudizio'.
Insomma complimenti davvero, perché te li meriti tutti.
Koa

Recensore Master
21/04/15, ore 19:41
Cap. 1:

Ehilà, allora premetto innanzitutto che quando oggi pomeriggio l'ho letta non mi ero affatto resa conto che fosse a più capitoli ^.^'' che stordita... è stata comunque una piacevole sorpresa accorgermene adesso. E sono molto curiosa di vedere come svilupperai la faccenda. Prima di tutto perché sappiamo cosa succederà in 'Trio' e sappiamo anche che tra John e Sherlock non accadrà nulla se non tra molti anni e qui Amanda è davvero ancora piccola. Quindi sono molto curiosa di vedere dove andrai a parare e che tipo di storia intendi costruire.

Per il resto mi è piaciuto il gioco di parole del titolo e la citazione della 'Divina commedia' all'inizio. Per quanto riguarda i personaggi. Beh, li conosciamo già piuttosto bene, ma ribadisco il fatto che il tuo Sherlock mi piaccia in modo particolare. Come ama John pur faticando ad ammetterlo persino a sé stesso, ma trattandolo con una sorta di inconsapevole devozione e come qui si prende cura anche della bambina. E nemmeno se ne accorge, che già si è abituato a lei e a trattarla come si deve. Mi piace tantissimo, perché l'amore di Sherlock viene fuori perfettamente. Per quanto riguarda John invece, davvero io posso capire... perché è rimasto deluso da Mary e ferito... ma ora è a Baker Street con sua figlia e la cresce (che lo voglia o no, è così) assieme a Sherlock e Sherlock prova un sentimento per lui (e John lo sa). Quindi davvero, posso capire la sua titubanza e il non sapere come fare. Ma ti confesso che il pensiero che almeno per adesso non succederà niente è un po' doloroso. Perché tendo sempre ad immedesimarmi in Sherlock e a perdonare più lui che John. Insomma, quello che voglio dire di non spezzarci troppo il cuore ecco... XD

Alla prossima
Koa

Recensore Master
20/04/15, ore 22:55
Cap. 1:

Un grazie davvero per l'aver citato Dante, curioso e geniale parallelismo, il tuo, tra "quei" due e questi, coppie formate entrambi da esseri perfettamente complementari tanto sono diversi. Qui fai agire uno Sh che, ora, ha un motivo in più, oltre a Watson, per desiderare di vivere ed è l'affetto incondizionato e teneramente paterno che prova per Amanda che, da parte sua, gli vuole bene in modo figliale: "..Si strinse Amanda al petto..Non gridare, Amanda dorme..aveva perso la testa per quella bambina...ecc..". Pazientemente Holmes attende che John ritrovi la strada del suo cuore, infatti,ogni tanto si perde nel suo dolore e nella sua umana incertezza, ma il consulting, con le sue attenzioni e attraverso la disponibilità per la bambina, gli illumina il percorso, ormai disarmato. Lui che, un tempo, era pura razionalità, ora ha allargato le braccia e l'animo di fronte al dilagare di un sentimento innegabile per il quale è disposto a tutto. Splendida la costruzione narrativa della scena in cui Sh accorre per rassicurare Amanda durante uno degli incubi del padre e quella ninna nanna, "..al sapore di sogno, infanzia e sonni bianchi, innocenza e purezza, condita di sorrisi e complicità, affetto e tenerezza – lontano dai mostri...", ci commuove e arricchisce il 221b di un nuovo valore: siamo in famiglia, ora, non solo a casa. FF scritta con attenzione e tanto cuore: brava.