“Liberazione”, di Ayumi Yoshida
Grammatica e stile: 8/10
Originalità: 8.5/10
IC: 9.5/10
Trama: 8/10
Uso della traccia: 3.5/5
Uso dei prompt: 5/5
Giudizio personale: 4.5/5
Punto bonus per l’utilizzo coerente di entrambi i prompt: SI’
Totale: 48/55
Commento di Yume_no_Namida
Lo stile della storia è diverso dal consueto.
Forse l’hai composta più in fretta o in un periodo di maggiore intasamento cerebrale, forse è semplicemente come hai scritto nelle note dell’autore, l’hai rimaneggiata diverse volte senza mai esserne soddisfatta appieno, forse tutte e tre le cose insieme... fatto sta che la narrazione non scorre nella solita maniera fluida, risulta spezzettata e la lettura ne risente in termini di appesantimento. Non mi ha convinta l’utilizzo della traccia, buono ma non sfruttato al limite delle sue potenzialità: la foglia è una distrazione e un fastidio, diviene pretesto per una scena chiave dell’intero racconto, certo, ma non le viene conferito quel ruolo principale di una certa originalità che mi sarei attesa. Non risulta inoltre miscelata ai prompt in maniera omogenea, per quanto di questi ultimi tu abbia fatto un uso eccelso! In questo campo, a mio parere, sei stata la migliore. Il bacio di Hinata a Boruto, un bacio pregno di significato che suscita lo sbigottimento di Naruto, perché anche lui lo ha sperimentato, e presto ne darà uno simile alla moglie, e Boruto si fiderà di quel gesto - che intuirà più profondo e denso di parole, azioni, sensazioni ed emozioni di quanto possa immaginare - nonostante l’esperienza l’abbia tradito. Che tristezza, leggere questo passaggio e le tue spiegazioni finali! Tutto ciò è di una verosimiglianza sconcertante, mi piace il modo in cui scavi a fondo per avvicinarti il più possibile alla natura umana: è vero, impariamo soltanto dall’esperienza. E fidarsi senza esperienza, senza positività nelle esperienze precedenti, è difficile e doloroso... che bella scena, quella in cui Boruto decide di tendere comunque la mano al proprio padre, di compiere un salto nel buio in virtù dell’amore, di quel legame che sua madre gli spiega e che lui prova a capire. Il mio cuore ha perso un battito. Boruto, Naruto e Hinata mi sono parsi perfettamente IC, ho avuto delle perplessità soltanto all’esclamazione “Non dirlo a Boruto!”, forse un po’ troppo improvvisa e “squillante” per appartenere a Hinata, ma ti confesso che potrebbe benissimo trattarsi di un mio problema di percezione ^^” Come di consueto il tuo Naruto è ottimo, analizzato in ogni sfaccettatura e presentato nei suoi istanti di maggiore dubbio e tormento, comunque in grado di tornare a sorridere e a gioire dell’esistenza... per un’infinitesima frazione di secondo mi è sembrato di venire catapultata alle origini, al primo NaruHina Contest in cui ci siamo incrociate: un egregio a rebour. Ho amato le parole di Hinata al suo primogenito, le ho avvertite parecchio mie, davvero. La trama è ben strutturata, anche se piuttosto semplice e priva di una concatenazione uniforme di traccia e prompt, la situazione proposta non è originalissima, ma il tuo soffermarti su riflessioni e sentimenti conferisce unicità e personalità all’insieme.
Vi sono alcune pecche grammaticali che adesso andrò ad elencarti - essendo poche tenterò di segnalartele (quasi) in toto, in ogni caso sono disponibile all’invio della storia corretta tramite e-mail, non appena ne avrò il tempo ;) :
- Ripetizioni di termini a breve distanza, es. “Doveva fare la stessa cosa con la testa di Boruto, ficcargli quella realtà così violentemente nella testa che non avrebbe potuto più venirne fuori.” o ancora “Per un momento brevissimo, Boruto lanciò uno sguardo alla finestra spalancata dello studio di suo padre, la sua prigione, poi, la liberazione: voleva fidarsi ancora di lui. Afferrò la mano libera di suo padre con un sorriso e li trascinò lontano”.
- “Non sapeva se tutti i suoi predecessori ci fossero riusciti, se suo padre ci fosse riuscito, perché non era vissuto abbastanza per poterglielo chiedere; anzi, forse egli non era vissuto neppure abbastanza per poter fare proprio il padre.”, quanto in rosso potrebbe benissimo essere eliminato.
- “la temperatura sarebbe stata perfetta per un padre modello per giocare all’aria aperta con suo figlio.”, la ripetizione dei due “per” conferisce alla frase una sgradevole cacofonia, la rende in qualche modo inesatta.
- “La strada era ingombra di foglie secche e silenziosa, così le panchine nella strada sottostante la sua finestra, infatti soltanto una era occupata.”, la spiegazione appesantisce il testo, potresti evitarla con i due punti in luogo di “infatti”.
- “Tuttavia, ella trovò la forza di parlare”, la virgola non è necessaria, sebbene non tassativamente sbagliata, mentre “ella” risulta troppo aulico in confronto al resto (lo usi un’altra volta col medesimo effetto).
- “Hai ragione, per questo siamo usciti a fare un giro con Boruto!”... ti servi di questa espressione anche in un altro caso (“ne abbiamo parlato con Hinata”), ma sarebbe di gran lunga più corretto scrivere “io e *nome della persona prescelta*” preceduto da una virgola.
- “Boruto, però, aveva visto ogni cosa, soltanto fingendo di non fare caso a loro.”, qui il mantenere la frase implicita per mezzo del gerundio stona.
Eee... fine.
Hai il permesso di tirarmi contro una ciabatta per la pignoleria di questa edizione!
Corro via, tentando di sfuggire alla violenza e complimentandomi con te per essere riuscita, ancora una volta, a emozionarmi.
Alla prossima! |