Nona classificata al contest Sfida alle 100 parole - II edizione
Grammatica: 6.5/10
Nel testo vi solo alcune sviste, eccole:
“poteva permettere”: -1; “aveva potuto permettere” anziché “poteva permettere”, perché ciò cui fai riferimento è già accaduto, è una considerazione fatta a posteriori ed è quindi necessario il tempo composto.
“Doveva tentare di fermarlo a costo della vita”: -1; a questa espressione manca il complemento, vale a dire il soggetto di “fermarlo”. Stando alla sintassi del testo, il complemento dovrebbe essere “Peter”, perché questi è soggetto della frase immediatamente precedente. Il fatto che il clitico si riferisca a Voldemort è deducibile solo dalla conoscenza della storia originale della Rowling.
“Era l'unica”: -0.50; qui manca il soggetto. Ho ritenuto di poterti dimezzare la penalità perché in questo caso il soggetto è ricavabile dal contesto della drabble.
“lo colpì”: -1; ancora una volta non è chiaro a chi si riferisca il clitico “lo”, qui si genera proprio una confusione che rischia di falsare il significato della frase. Nel periodo precedente ci sono tre possibili referenti: il soggetto sottinteso (James), “quel pazzo” e “colui”; tutti e tre possono essere ripresi dal pronome “lo”, perché sono tutti al maschile singolare, è di conseguenza necessario esplicitare il complemento o rigirare il periodo in modo tale da annullare l’ambiguità.
Stile e lessico: 6/10
L’impressione che ho avuto è che il tuo stile sia stato penalizzato dal limite di parole, elemento che ti ha portato a omettere soggetti, forse a preferire l’imperfetto al tempo composto (guadagnando una parola) e a omettere il verbo in occasioni come “bacchetta alla mano” e “il cuore sanguinante”.
Partendo proprio dall’incipit caratterizzato da due espressioni prive di verbo, si ha lì la sensazione d’aver dinanzi una prosa quasi teatrale, perché scrivere “uscì dalla porta, bacchetta alla mano, il cuore sanguinante” è un susseguirsi di azioni rapide, secche, “teatrali”. Ciò che segue, però, contraddice questa prima impressione, perché la prosa diviene descrittiva, i verbi non sono più omessi, il ritmo rallenta. Questo insieme rende lo stile disomogeneo, perché è come se partisse in un modo e proseguisse in un altro – aggiungo qui che la prosa che ho definito “teatrale” è stata gestita veramente benissimo, credo sia un’impostazione stilistica a te molto congeniale!
Passando alla questione di complementi/soggetti sottintesi che ho già trattato nel parametro precedente, non posso evitare di riproporla anche qui, perché è una situazione che rende ambigua l’intera drabble: è problematico che in tre punti non sia chiaro chi sia l’oggetto di una situazione, soprattutto perché cambiando un referente cambia anche il senso del testo, ovviamente. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di elidere il soggetto e riprendere un elemento con il pronome solo laddove l’elemento cui si riferisce è deducibile senza dubbi di sorta dal contesto della storia; se può sorgere anche un unico dubbio nel lettore, significa che in quel punto non è possibile utilizzare un soggetto sottinteso o un pronome in luogo di un complemento esplicito.
Per maggiore chiarezza, mi rifaccio al tuo testo per degli esempi:
- “Peter: solo lui, il loro Custode Segreto, poteva permettere a Voldemort di trovarli. // Doveva tentare di fermarlo a costo della vita”: se anziché utilizzare il clitico “lo” in “fermarlo” avessi scritto, ad esempio, “Doveva tentare di fermare il mago oscuro a costo della vita” l’ambiguità sarebbe stata assente. Ovviamente, il mio è un esempio solo per spiegarti nel miglior modo possibile cosa intendo, non è mia intenzione sostituire le tue parole, così come mi rendo conto che tante scelte sono state fatte per il limite delle cento parole.
- “La Maledizione lo colpì in pieno”: in questo caso, siccome nomini James una sola volta a inizio drabble, avresti potuto sostituire tranquillamente “lo” con “James” e rendere limpido il significato della frase senza compromettere neanche il conteggio delle parole. Aggiungo qui una piccola precisazione: mi rendo conto che, magari, non hai reso esplicito “James” perché il lettore sa che è Voldemort a uccidere James nella saga originale, ma io in questo parametro e nel precedente valuto l’impostazione e la coerenza stilistica e grammaticale in sé, quindi la leggibilità del testo in relazione al solo testo; non considero anche riferimenti extratestuali, valuto il contenuto di una storia in maniera indipendente.
In coerenza all’ambiguità del soggetto, anche l’aggettivo possessivo “suo” nelle flessioni “sua” e “suoi” diviene problematico: “suo” di chi?, può chiedersi il lettore. In questi casi, per agevolare l’interpretazione del lettore, può risultare utile utilizzare la variante “proprio” in riferimento al protagonista del racconto.
Nonostante i punti ora messi in evidenza, lo stile della drabble risulta comunque scorrevole e di facile lettura, complice anche la semplicità sintattica che caratterizza i tuoi periodi e la scelta di non inserire figure retoriche particolari. Inoltre, ho trovato indovinata la scelta di narrare in terza persona e al passato, poiché è un tipo di narrazione coerente alla linearità e all’essenzialità della forma del testo.
Molto bella la frase che apre l’ultimo capoverso, che in un certo senso riprende la teatralità dell’incipit con quel secco “La Maledizione lo colpì in pieno”.
Passando al lessico, la linearità e l’essenzialità sono padrone anche qui, poiché hai scelto un lessico che definirei “giornaliero” nel senso di immediato e comune; ciononostante, sei stata bravissima a non cadere nel facile errore di utilizzare termini o espressioni dal sapore colloquiale. Le ripetizioni sono assenti e nessuna parola è inserita nel punto errato, quindi non posso che complimentarmi per il lavoro svolto in relazione a questo parametro!
La sintesi di quanto detto mi ha portata ad assegnarti 6/10; essendo un testo di sole cento parole, il discorso affrontato in stile ha avuto un peso maggiore proprio perché rapportato alla brevità della storia. Spero, comunque, di essere riuscita a motivarti le mie perplessità.
Titolo: 5/5
Il titolo è assolutamente perfetto per la tua drabble! “L’ultimo baluardo” è citato anche nel testo, a chiarire maggiormente il significato che assume nel contesto del racconto e quale sia la sua importanza. Riassumi in questa espressione ciò che James rappresenta per la propria famiglia e lo stato d’animo provato all’istante della morte, dando l’idea dell’amara consapevolezza che la fine di Lily e Harry, senza di lui, è segnata.
Oltre a essere coerente al contenuto del racconto, il titolo ha anche il pregio di essere abbastanza originale e personale, richiamando la tua storia e non altre mille – seppure non escludo che possano esserci con questo titolo, altre mille! Ma è certamente un’espressione un attimo più particolare. Di conseguenza, 5/5 sicuramente!
Utilizzo (e originalità) del prompt: 7/10
Il prompt è utilizzato molto bene ed è l’elemento su cui si fonda la tua storia: l’idea di James come un guerriero, un guerriero che nella fattispecie si erge a difesa dei propri cari, è certamente uno sviluppo evidente del titolo che hai scelto.
La difficoltà maggiore di questo prompt era nel rigirarlo in maniera originale ed è qui che la tua drabble un po’ pecca, perché ti sei rifatta al concetto canonico di guerriero (qualcuno che combatte per qualcosa) e anche al testo della canzone (si combatte contro le ingiustizie, il male); questo elemento ha condizionato il punteggio, impedendomi di assegnarti più di 7/10. L’interpretazione del prompt è buonissima, ma è oggettivamente poco originale.
Malgrado la mancata originalità, il punteggio resta alto perché, come detto, hai utilizzato benissimo il titolo scelto, che rappresenta davvero il punto di partenza della tua drabble, l’elemento che ne è alla base. Brava!
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Protagonista della tua storia è James, ma indirettamente citi anche Voldemort, Peter, Lily e Harry.
Partendo da questi accenni, li ho trovati tutti credibili, giusti e coerenti sia alla storia che ai personaggi originali: in Voldemort si rispecchia il male, in Peter il tradimento, in Lily l’amore, in Harry l’amore e la speranza – sei difatti riuscita ad inserire in sole cento parole anche il motivo che spinge Voldemort a uccidere Harry e i genitori. Un ottimo lavoro!
Passando a James, trovo che tu abbia descritto in maniera diretta e verosimile lo stato d’animo che ha dovuto caratterizzare questo giovane marito e padre nell’atto di affrontare il nemico e di accogliere la morte. Bellissima e coerente alla caratterizzazione originale è l’immagine che ritrae James addolorato non dalla propria morte, ma dall’idea di aver lasciato la famiglia sprovvista di protezione. Hai narrato di un Grifondoro, di una Fenice, di James Potter, e l’hai fatto rispettandone l’IC e con grande coerenza, evidenziando il coraggio, l’amore e la forza del protagonista. Bravissima! 10/10! |