Recensioni per
Il capitano affonda sempre con la nave
di Chevrefeuille

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/05/15, ore 19:22

Tredicesima classificata e vincitrice del Premio Poesia  al contest Sfida alla 100 parole - II edizione

Grammatica: 7.45/10
Nel testo ho trovato qualche svista, di seguito trovi tutto:
“Così vicina all'orizzonte non c'era”: -0.50; va inserita una virgola dopo “orizzonte”, perché il clitico “ci” sottintende la prima espressione.
“Rimane li”: -1; manca l’accento su “li”, necessario quando “lì” sta per “quel luogo”. È probabile che si tratti di un refuso, ma purtroppo non ho elementi per saperlo con certezza.
“Il mare che tanto aveva amato, l'ha”: -1; è necessaria una virgola dopo “mare” per evitare che la virgola dopo “amato” separi il soggetto (mare) dal verbo (ha). In alternativa, va omessa la virgola dopo “amato”.
“lasciando  di lei: -0.05; ti è sfuggito uno spazio di troppo tra “lasciando” e “di”.

Stile e lessico: 8/10
Valutare lo stile della tua drabble è molto complesso, perché hai scelto una struttura che ricorda più una poesia che una prosa. L’interlinea che separa blocchi e non capoversi dà difatti l’idea di una suddivisione del testo in strofe, e ogni strofa corrisponde a un momento vissuto dall’anonima protagonista.
In questa suddivisione sei stata molto brava, perché ogni “blocco” rappresenta un passo in avanti nella storia, un momento importante che merita di essere scritto, letto, condiviso.
Utilizzi molte figure retoriche, forse la più presente è la sinestesia, e lo fai nel modo giusto, tingendo il tuo racconto breve di tantissime sfumature. A essere particolarmente interessante è però la metafora che chiude la drabble: con questo “mare che tanto aveva amato” che “l’ha tradita” il testo sembra voler dire al lettore di rileggere la drabble alla luce della metafora e di capire che il significato reale non è di tipo letterale, ma metaforico. Peccato che il lettore non abbia elementi che gli permettano di comprendere quale sia questo altro significato, perché il testo è da questo punto di vista muto e resta vittima della propria natura criptica.
La sintassi, di contro, è semplice, essenziale, ed è una scelta indovinata, che rende la lettura scorrevole, con il ritmo scandito unicamente dalla punteggiatura, dai capoversi e dall’interlinea.
Anche la punteggiatura è essenziale, peccato che non sia stata gestita benissimo nelle due frasi che aprono e chiudono la drabble: è una pecca abbastanza importante, sia perché le tue sono solo cento parole e sia perché, come evidenziato, le sviste interessano proprio apertura e chiusura del testo, quindi i momenti che più restano impressi nel lettore. In merito a questo punto, ti riporto una situazione che non ho fatto presente nel parametro precedente perché non interessa la grammatica:

  • Cullata dalle onde ha abbandonato il suo corpo al gelido scorrere delle correnti”: l’assenza di una virgola dopo “onde” costringe il lettore a leggere questo periodo – che tra l’altro è forse il più lungo del testo – senza alcuna pausa, senza “respiro”. In coerenza al ritmo ben scandito della storia, che mai accelera in maniera così evidente, ti consiglio di inserire la virgola dopo “onde”, anche perché è molto facile che in quel punto il lettore faccia comunque una pausa. Un altro problema dato dall’assenza della virgola è nell’intonazione con cui si legge la frase: senza punteggiatura, non è detto che alla prima lettura si “indovini” la giusta intonazione e c’è quindi il rischio di incespicare su questo capoverso.
Altra particolarità del tuo stile è l’abbondante utilizzo del corsivo per dare maggiore enfasi ad alcuni concetti. Questa tecnica è stata gestita bene nel complesso, ma trovo che in alcuni punti tu abbia ecceduto e abbia dato enfasi a troppi elementi, rischiando così di ottenere l’effetto contrario: anziché porre in evidenza qualcosa, ogni cosa ha avuto lo stesso peso. Ti riporto le situazioni a cui mi riferisco:
  • “Le onde violente”: a questo punto della storia, hai utilizzato il corsivo già per due termini. Porre in evidenza un termine come “violente” risulta controproducente, perché la tecnica appare qui sprecata: il termine “violente” è già di per sé forte e d’impatto, il lettore già lo noterà, è poi ripreso e rafforzato dal termine “sbattuti” che indica un’azione violenta, senza parlare del termine “dolore” messo tra “violente” e “sbattuti”. In questo blocco hai inserito tanti elementi che richiamano al concetto di violenza intesa come forza bruta e invincibile, quindi non hai davvero bisogno di rimarcare con il corsivo “violente”, anche perché con il corsivo costringi il lettore a rallentare in quel punto la lettura, a leggere quella parola con un’intonazione più forte, e ai fini del significato non è funzionale questo insieme, perché ciò che è importante è arrivare all’ultima frase del blocco, è lì che il lettore coglie la drammaticità del momento, nei “brandelli di anima e pelle”.
  • “Il mare che tanto aveva amato, l'ha tradita lasciando  di lei solo il ricordo”: qui utilizzi il corsivo in ben tre punti e c’è da considerare che il capoverso precedente a questo è interamente in corsivo. La domanda che credo tu debba porti è se i tre termini in corsivo abbiano tutti la stessa rilevanza; per come si presenta ora la frase, il lettore deve credere che siano tutti sullo stesso piano; eppure, la parola che qui ha realmente forza, e che per la posizione in cui è messa necessita del corsivo per avere l’attenzione del lettore, è “tradita” – termine chiave per l’interpretazione metaforica della drabble che trovandosi nel centro della frase ha bisogno di essere posto in evidenza in qualche modo. Diversamente, “amato” e soprattutto “ricordo” sono termini già privilegiati dalla posizione: “amato” è il primo elemento connesso al “mare” e, se scegli di inserire la virgola prima di “che” anziché eliminare la punteggiatura, è l’elemento che giustifica l’esistenza della relativa; “ricordo” chiude l’intera drabble ed è quindi messo in evidenza.
Ti riporto, in ultimo, un’espressione dal significato non chiarissimo:
  • Mette un piede per terra: il vuoto”: in questo punto della storia, la protagonista è già in acqua, risulta quindi privo di nesso logico l’espressione “mette un piede per terra”. Ho ipotizzato che per “terra” intendessi “fondale”; ti suggerisco di chiarire questo punto perché il testo è già abbastanza criptico ed è preferibile non stranire il lettore con espressioni che possano farlo dubitare di ciò che legge – in un primo momento, ad esempio, si può credere d’aver letto male i primi capoversi e che la protagonista non sia ancora in acqua.
Arrivando al lessico, posso solo farti i miei complimenti! Hai utilizzato un registro linguistico vario, appropriato e anche abbastanza ricercato. Sei stata veramente bravissima. I termini sono tutti scelti con cura al fine di creare immagini concrete nella mente del lettore.
Le ripetizioni, salvo quelle volute e funzionali, sono assenti; l’unica forse evitabile è “poi”, ma non me la sento di segnalarla come un vero e proprio punto critico perché non intacca la scorrevolezza del testo.
La sintesi di questo lungo discorso mi ha portata ad assegnarti 8/10. Sei stata molto brava, il tuo testo è indubbiamente una bella lettura, vi sono solo dei punti che, a mio avviso, vanno limati, e sono quelli che ti ho messo in evidenza.

Titolo: 4/5
Un concetto molto evocativo quello contenuto nel titolo. “Il capitano affonda sempre con la nave” ha la capacità di trasmettere al lettore l’angoscia, il dolore e la violenza che si respirano tra le righe della drabble; dà chiaramente l’idea di un testo dal sapore drammatico, un testo che allude a una naufragio dove il capitano “sceglie” di affondare assieme alla sua nave perché è così che deve andare.
C’è certamente originalità: il titolo si presenta interessante, curioso, diverso, e per tali motivi è in grado di attirare il lettore.
Il motivo per cui non ho ritenuto di poterti assegnare il massimo è il legame tra il titolo e il contenuto della storia: il titolo è sì legato al contenuto – è persino citato nel testo –, ma al lettore sfugge completamente il senso della metafora, quindi il motivo per cui la protagonista si sente capitano di una nave che sta affondando, sfugge chi è o cosa rappresenta la nave. Questo dettaglio mi ha convinta ad assegnarti 4/5. Il punteggio resta comunque alto per tutti i pregi citati in precedenza.

Utilizzo (e originalità) del prompt: 5/10
Qui la situazione è un po’ complicata, perché se il prompt a una lettura superficiale sembra presente, a una lettura più attenta è totalmente assente. Il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 5/10 è legato sia al dettaglio appena detto, ossia che a primo impatto quel riferirsi alle onde e al mare può dare l’idea della presenza del titolo, e sia al fatto che, volendo interpretare in maniera molto “larga” il testo, magari il mare in tempesta di cui parli è reso ancora più pericoloso dall’alta marea che porta la protagonista – citando il quarto capoverso – a mettere il piede per terra, forse credendo di poter toccare il fondale e non essere sommersa dal mare, e trovare il “vuoto”.
L’interpretazione del prompt, stando a quanto appena detto, risulta letterale, quindi non posso lodarne l’originalità, ma ci tengo a precisare che il titolo scelto da te era forse uno dei più complessi da gestire, quindi complimenti per aver colto questa sfida!
Passando a ciò che più ha abbassato il punteggio, parlo dell’utilizzo del prompt: il concetto di “Alta Marea” è, salvo quanto sopradetto, assente. Ciò di cui tu parli è un mare in tempesta, che è un qualcosa di diverso dall’alta marea; nel testo sono presenti dei termini chiave per capire che tratti un mare agitato e sono “il cielo cambia, il mare s’ingrossa” – che dà l’idea del mare ingrossato da agenti atmosferici, e solo forse anche dall’alta marea –, “le onde violente” e “sbattuti sugli scogli” – due elementi che, citando la violenza del mare, si allontanano dal concetto di alta marea, che vede il livello del mare aumentare, ma non il mare divenire violento.
Spero di averti spiegato in maniera chiara le mie perplessità; diciamo che per rendere al meglio la tua metafora, più che dell’alta marea, avevi effettivamente bisogno del mare in tempesta; un peccato che la partecipante che aveva scelto “Il mare d’inverno” non abbia avvisato del ritiro, perché quel prompt sarebbe stato perfetto per la tua drabble, più di “Alta Marea”!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 4/10
Premetto che mi dispiace moltissimo assegnarti questo punteggio, perché la tua drabble mi è piaciuta proprio tanto, lo stile che hai utilizzato mi ha ammaliata.
Ho letto le tue note e con quelle è possibile ricostruire la storia dietro la metafora e quindi capire chi è la protagonista e cosa rappresentano il mare e la nave. Purtroppo, senza note il tuo testo è indecifrabile. Nel leggerlo è possibile capire che la protagonista è Pansy Parkinson solo perché è il personaggio citato nello specchietto della storia, altrimenti anche la protagonista sarebbe un mistero.
Questo tipo di struttura, misteriosa e indecifrabile, può essere indubbiamente affascinante, ci sono casi in cui un autore decide volontariamente di non dare volto e nome ai personaggi, di celare tutto e lasciare al lettore libera interpretazione; ma non è questo il caso, sia perché hai scelto un personaggio protagonista e sia perché non siamo nella sezione originali – tra l’altro, questa tua drabble sarebbe stata un’originale introspettiva perfetta, a mio modesto avviso.
Fatto questo lungo preambolo, creso sia già chiaro perché non ho potuto assegnarti più di 4/10: la caratterizzazione è pressoché assente. Abbiamo una donna che soffre al punto da lasciarsi morire tra le violente onde del mare, un mare a cui si è affidata e che l’ha tradita. Immagine stupenda, ma non sappiamo cosa sia accaduto a questa donna, cosa l’ha portata a questo punto, non sappiamo neanche se ciò che scrivi va interpretato solo ed esclusivamente in chiave metaforica o se la morte di cui parli è reale. Il lettore non ha nessun elemento per capire cosa sta accadendo e perché, sa solo d’avere dinanzi una Pansy Parkinson sofferente, nulla più.
Forse, avresti potuto sfruttare il titolo per dare qualche informazione, renderlo la “chiave” della drabble; un titolo come “Draco era il mare che la annegava”, tanto per dirne uno (fa pena, lo so, è solo per rendere l’idea), chiarisce il protagonista maschile e dà elementi al lettore per capire davvero la storia.
Il punteggio non è inferiore a 4/10 perché, al di là di tutto, riesci ad esprimere la sofferenza della protagonista. Ribadisco che mi dispiace, ma per i motivi spiegati, prendendo in esame solo il testo (ed è quello che devo fare, perché la comprensione di un testo deve essere indipendente da note extratestuali), non ho elementi per rivedere nella tua protagonista la Pansy Parkinson dei libri e non un’altra qualsiasi ragazza e non ho elementi per capire la storia dietro la metafora – cosa rappresentino il mare e la nave è un mistero.

Recensore Master
30/04/15, ore 15:41

stavo guardando le storie partecipanti al contest.
Pansy/Draco <3 Ho apprezzato davvero il front. Però devo dire che è davvero interessante l'idea della marea come metafora, si sposa bene con l'idea che ho di Draco e ho apprezzato tantissimo lo stile molto poetico e grazie alle note ho capito al pieno ciò che volessi dire.
Davvero stupenda, complimenti

Recensore Master
29/04/15, ore 20:27

Ciao!
Come sempre mi fa piacere leggere le altre storie partecipanti ai contest, quindi eccomi qui^^
Ormai non mi sorprende più che il soggetto della storia sia Pansy e che anche Draco c'entri un po', comunque :P
Nel complesso l'ho trovata piuttosto intensa ed evocativa, grazie anche alle belle scelte grafiche (il font, il testo centrato).
Mi piace come hai descritto il mare, quella menzione così breve al gabbiano e al sale mi hanno fatto davvero sentire i versi del gabbiano e l'odore salmastro del mare, mi hanno trasportata nel paesaggio descritto. Bellssima anche la frase 'Brandelli di anima e pelle sbattuti sugli scogli.', molto intensa.
Inoltre credo che tu abbia sfruttato bene la brevità della drabble per scrivere qualcosa che a tratti ha il sapore di una poesia.
Ci sono comunque alcune cose che non mi convincono del tutto: la metafora del mare è molto bella, ma secondo me alla fine non è del tutto esplicativa, non si capisce fino in fondo il riferimento (l'ho capito solo dalle note). Non mi fraintendere, io sono la prima a giocare con il 'vedo-non vedo', quindi lo apprezzo, però alla fine mi è rimasta un po' di confusione, anche se l'ultima frase comunque riassume l'accaduto. Inoltre non sono sicura che c'entri davvero l'alta marea, che è diversa dal mare alto, mosso (ma non è compito mio giudicarlo!).
Poi, credo che alcune cose stiano benissimo in corsivo (le due frasi e la parola 'vuoto'), mentre le altre parole evidenziate mi lasciano qualche perplessità.
Infine, vorrei spendere due parole su Pansy: devo dire che mediamente io sono tra quelli che la considerano piuttosto frivola (e le parole di JKR sembrano confermarlo), ciò nonostante anche io penso che lei abbia vissuto male l'amore non corrisposto di Draco. Forse ci vedo più delusione e rodimento che vera e propria sofferenza (anche perché non sono convinta che sia mai stato davvero amore), ma mi è piaciuta questa (per me nuova) immagine di Pansy con l'anima a brandelli.

Isidar^^

Recensore Veterano
29/04/15, ore 15:10

Ciao!
Allora, parto dal presupposto che per me la Draco/Pansy è sempre stata una coppia di contorno nelle ff che ho letto, perchè l'unica coppia che amo, adoro, venero sopra ogni altra è Draco/Hermione (banale? forse. Non ci posso fare nulla! Trovo siano la perfezione!). Nelle mie storie, però, difficilmente Pansy è una poco di buono come viene dipinta di solito. Io, che ho sempre odiato la Harry/Ginny, la trovo benissimo con lui, con il Prescelto, come se fossero la versione ribaltata di Draco/Herm. Il suo rapporto con Draco poi offre moltissimi spunti di creatività, nel mio caso specifico io l'ho elaborato in un modo tutto mio (Che non ti svelo se mai ti venisse voglia di scoprirlo, in una delle mie ff!). Insomma, il personaggio di Pansy, concordo con te, è così poco attenzionato nel canone, che si presta ad accogliere quasi qualsiasi sfumatura.
Venendo alla tua Drabble, mi è piaciuta. Nonostante sia breve (è una Drabble, che commento acuto e intelligente, Silver), in quelle poche parole esprime bene questo momentaneo senso di abbandono felice... e poi la distruzione. Chiunque abbia provato un malessere tanto grande, per il rifiuto di chi credevamo di amare, sa di cosa parli: quel morire dentro, quell'agonia lenta mentre si spegne una fiamma che ti ha arso l'anima... bel lavoro. Pollice all'in su.
Amo il mare, amo Pansy, amo le Drabble.. cosa potrei chiedere di più? Spero tu vinca il concorso!
A presto, Silverphoenix