Recensioni per
A DETECTIVE'S INSIGHT
di balakov

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
01/07/09, ore 23:13
Cap. 3:

Che bello aver letto la tua storia! E' davvero da tanto tempo che non mi ritrovavo a leggere qualcosa senza annoiarmi alla terza riga, o senza trovare qualcosa di pateticamente pomposo o deprimente, messo lì solo perchè ormai è moda. Ho apprezzato il tuo detective, è una persona interessante e divertente,e il tuo narratore mi ha ricordato in qualche modo l'Archie Goodwin di Rex Stout, dissacrante nei confronti del suo capo, ma pieno di affetto ed ammirazione per lui. Insomma, non so come spiegarlo meglio, ma il tuo Gervasoni rimarrà per me un bel ricordo di una storia che ho letto e che mi ha lasciato divertita, intrigata e intenerita. Grazie per averla scritta ^__^.

Recensore Veterano
02/04/09, ore 23:26
Cap. 3:

Storia terza classificata al contest A detective's insight
Voto: 5
Dunque... qui mi sento un po' in difficoltà, perché mi dispiace dare un voto così basso, e mi dispiace darlo ad una storia con delle basi che potevano funzionare alla grande. Però, per me, questa storia “non è sufficiente”, nel senso che le manca davvero qualcosa, e qualcosa non da poco. Proverò a spiegarmi – e ricordo che è sempre un parere personale, eh! Gli elementi di base – un caso particolarmente efferato che avviene in piccolo paese, il detective locale che viene coinvolto, la presenza di una bella donna misteriosa e così via – non sono originalissimi, però hanno quel “qualcosa” di classico, un po' da vecchio film noir, che comunque fa sempre piacere ritrovare in una storia (ho un'amica che dice “se i clichées sono diventati tali, è perché piacciono alla gente, no?”) La storia però ha dei punti parecchio traballanti. L'idea che mi sono fatta io è che l'autore, magari preso dal desiderio di sperimentare (col linguaggio, con l'ambientazione) si sia fatto un po' prendere la mano, tralasciando di dare una maggior coerenza alla storia e allo stile. Magari mi sbaglio... Però, per fare qualche esempio: l'ambientazione è difficile da afferrare. In che epoca siamo? La nostra? Inizio secolo? Non viene detto e si stenta a capirlo. La campagna toscana, da come è abbozzata, fa pensare a diversi decenni fa, ma ci sono particolari più attuali... Insomma, non c'è né un indicatore chiaro dell'epoca, né una descrizione tanto accurata da farla cogliere. E' vero che il lettore deve lavorare di fantasia, sì, ma... l'autore ha il dovere di darmi le basi per ambientare ciò che leggo, no? Il punto di vista del narratore è molto problematico. L'autore stesso, nelle sue note, dice di aver volutamente lasciato scivolare il narratore in prima persona realmente presente nel testo (l'aiutante del detective) in un narratore onnisciente. Secondo me è una scelta azzardata e penalizza la storia, confondendo il lettore. Il narratore del primo capitolo, poi, sa delle cose che non potrebbe sapere, essendo un tredicenne che si limita ad assistere il protagonista. (Esempio: il detective gli dà solo qualche cenno sul ritrovamento di Betta, dal quale il ragazzo capisce “tutto”. Ma come può sapere ogni singolo particolare del ritrovamento, compreso quello un po' raccapricciante – perdonami, ma lasciamelo dire – delle scarpe bagnate?) Ho trovato anche qualche problema nel lessico. Anche qui, si sente che c'è desiderio di sperimentare e ricercare, ed è un'ottima cosa, però... a volte la sperimentazione prende un po' la mano, portando a mettere insieme parole azzardate. A me un certo stile non convenzionale piace, ma qui ci sono degli azzardi che, forse, si spingono un pochino oltre. (“impervie” usato come sostantivo; una passeggiata notturna “dinoccolata”: semmai può esserlo una camminata, un passo... Va riferito comunque ad un movimento, a qualcosa di fisico; il fatto di “gettare a terra con modi triviali”: triviale credo abbia più una sfumatura di “rozzo”, e non di “rude”; altre cose del genere...) Con questo, non metto in dubbio che l'autore conosca il significato delle parole: penso che, per volontà di “giocare” con le parole, sia finito a scegliere delle espressioni che purtroppo vengono contraddette dal vocabolario stesso. Personalmente, apprezzo la sperimentazione, ma ci vuole sempre attenzione nell'attuarla. (Sono una reduce dagli stessi errori, parlo più che altro per esperienza!) Ci sono po dei passaggi complessi che avrebbero funzionato benissimo con una maggior semplificazione, e un uso magari un pochino eccessivo di modi di dire (“pista da battere” e “brancolare nel buio” sono usati diverse volte. Magari è colpa mia, che odio in generale le frasi fatte, però... è un racconto breve, e l'uso ripetuto della stessa frase si nota.) Infine, ho avuto un po' l'impressione che la maggior parte delle cose vengano più “dette” che “mostrate”. Non si percepisce l'amore del detective, né si capisce il tormento interiore della sua scelta finale. Forse dipende dal narratore impiegato, non so... Però, purtroppo, su di me come lettrice c'è stato ben poco impatto. Magari con un narratore più “banale”, una semplice terza persona onnisciente, si poteva ottenere di più, non so... Sono solo supposizioni. Spero di aver spiegato come mai trovo questa storia “mancante”: manca di rifiniture che non sono superflue, ma danno forza e compattezza ad una storia. Manca una voce narrante certa, un lessico stabile ed un espediente di risoluzione del giallo un po' più forte, forse, che la semplice faccenda della collana. Non è affatto una brutta storia, né una storia “da buttare”. Magari, ha bisogno di essere ripresa in mano, resa più semplice e scorrevole e rafforzata un po', ecco. Di certo le idee e le capacità ci sono.

Alla recensione, pubblicata nel topic del contest, vorrei aggiungere un grazie per aver partecipato al contest. E... uh... spero davvero di non essere sembrata presuntuosa o superiore, nel commento. E' un commento sincero al massimo - e comunque non vuole essere per nulla una critica distruttiva!

Recensore Veterano
02/02/09, ore 20:52
Cap. 3:

non posso recensire in modo completo perchè vado a comprare un nuovo computer, manca la lettera dopo la ''a'' dalla tastiera e anche la ''croce'' ... tra due giorni non potrò più entrare su efp quindi ti dico che commenterò meglio tra una settimana o due, scusami ma non posso fare diversamente. a presto.

Recensore Junior
02/02/09, ore 14:46
Cap. 3:

La storia è davvero deliziosa, non c'è che dire.Sei riuscito a creare una certa suspence, tipica dei racconti investigativi, senza però agiungere toni drammatici o noir( nonostante il delitto del marito della "milady").Avevo già notato l'utilizzo del nome per intero del protagonista, che mi è piaciuto molto perchè, come sostieni tu, dona un accento "ironico" al personaggio.Mi hanno colpito diverse frasi ma quella che preferisco è stata"quasi sempre, oltre alle persone, uccide anche il loro ricordo".Bellissima caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quello della donna che inizialmente si presenta in un modo , poi si scopre essere una persona totalmente diversa( a real mistery tale!). Complimenti come al solito: il tuo stile è sempre impeccabile, e i racconti creati lasciano sempre riflettere il lettore.

Nuovo recensore
29/01/09, ore 18:28
Cap. 3:

E lo sapevo che c'era lo zampino di quella milady in tutta questa storia! L'avevo sospettato!!! Maledetta! Bè balakov, mi complimento con te per aver creato una storia stilisticamente complessa, mi ha coinvolta dall'inizio alla fine con la sua comicità, intensità e drammaticità! Mi dispiace per il povero detective, delusioni d'amore!! Meglio che io non ci metta bocca ora ^_^ e tu sai bene il perchè hihihihi
Aspetto un tuo prossimo lavoro ;)
Bye Bye (ti ho fregato??? ^^)

Recensore Master
29/01/09, ore 17:50
Cap. 3:

Povero Alberto Gervasoni... era diventato il mio idolo! *.*

Nuovo recensore
08/01/09, ore 10:08
Cap. 2:

Questo Gino mi piace sempre di più, e sono d'accordo con chi ha detto che si da delle arie da uomo, racconta tutto con dettaglio, come se tutto fosse ovvio per lui, come se ogni cosa per lui fosse all'ordine del giorno... non so se mi sono spiegata bene, ad ogni modo mi piace molto questo piccolo detective.
Gervasoni invece? Ammettilo, non si può resistere al fascino "fatale" di una donna, neanche un uomo razionale come Gervasoni avrebbe potuto resistere! Sono molto curiosa di conoscere il seguito mio caro Ilario, quindi aggiorna presto ^_^
Bacio, luisina

Nuovo recensore
08/01/09, ore 09:56
Cap. 1:

sei ufficialmente autorizzato a menarmi ^_^: Scusa il ritardo, ma è tutta colpa della metrica hihihi! Passiamo alla storia: per quanto riguarda lo stile narrativo, c'è poco da dire; a mio avviso utilizzi un linguaggio a volte semplice e diretto, a volte quasi filosofico con frasi profonde e cariche di significato, che colpiscono subito il lettore. Ciò che scrivi, inoltre, non è noioso, anzi! E' interessante e consentono una lettura scorrevole, fino all'ultima parola!
Per quanto riguarda i personaggi: il caro e dolce Gino è proprio un mito, per avere 13 anni l'ho trovato quasi più intelligente e perspicace del caro detective Gervasoni. Quest'ultimo, ha un fiuto notevole: il caso del gatto è stato davvero uno spasso; e non ti dico il sorriso che mi si è disegnato in volto nel momento in cui Betty e Corradino sono stati colti in flagrante ^_^ Che divertente quella parte!
La frase finale : "Il trucco sta sempre nell’assecondare la natura delle cose, nel rendersi invisibile e confondersi col mondo circostante: solo in questo modo si potranno vedere le cose che gli altri non vedono." ECCEZIONALE VERAMENTE!Vado a leggere il secondo cappy!

Recensore Junior
07/01/09, ore 20:22
Cap. 1:

sei incredibile... sei riuscito a mescolare più stili di scrittura in un solo racconto.Il detective è un personaggio tragicomico,e il lettore non può che adorarlo.Davvero, Davvero Bel capitolo!!

Recensore Veterano
07/01/09, ore 20:14
Cap. 2:

che dire...un altro capitolo fantastico..hai trattato stavolta il lato umano e affettivo del detective...un dilemma che si pone a tutti gli uomini..seguire il cuore o la ragione?...chissà come finirà questa vicenda...sono davvero curiosa...complimenti ancora..al prossimo capitolo ciao!

Recensore Veterano
07/01/09, ore 18:38
Cap. 2:

Hehe, sai, mi piace moltissimo questa... Storia. LE arie da uomo che si da il giovincello, il modo in cui descrive tutto quanto, le sue confessioni, la stima che prova nel parlare di GErvasoni... Beh, frutto di una mente geniale ed elastica, senza dubbio. Salla fine, sarebbe bello prendersi una pausa, scrivere da bambini, per bambini, come bambini. Un caro saluto.

Recensore Master
07/01/09, ore 14:10
Cap. 2:

XD XD XD XD XD Che dire... FANTASTICA!

Recensore Veterano
01/01/09, ore 14:55
Cap. 1:

E' stata mitica. Così, narrata da un bambino pare, che miticizza il proprio eroe senza rendersi conto della comicità delle sue parole. E' tutto avvolto dalla semplicità di paese (dove ho vissuto per molto tempo ma, aimè, i genitori si separano e via verso la città...)che ti avvolge come un'atmosfera serena e divertente. Mi hai messo molta nostalgia. Aspetterò il seguito!

Recensore Junior
31/12/08, ore 11:47
Cap. 1:

Hai creato un personaggio davvero curioso: un investigatore con una vena ironica, divertente, che però scava nel significato vero della vita. Un”alchimista di pensieri” che si accontenta di vivere un'esistenza apparentemente semplice,ma ne riconosce le diverse sfumature di significato. Molto bello. La parte in cui si immedesima nel gatto è quella che mi è piaciuta forse di più. Nella sua natura quasi donchisciottesca, diventa irresistibile. Stupendo! Il ragazzino che parla in prima persona poi, è semplicemente delizioso. Mi ricorda vagamente il protagonista di un libro che ho amato:Arturo, di Elsa Morante. Se non l’hai letto te lo consiglio. Aspetto il proseguimento!

Recensore Veterano
30/12/08, ore 20:30
Cap. 1:

bella storia...questo primo capitolo già mi piace!...le tue storie(rischio di ripetermi) sono scritte con quel tono a metà strada tra l'ironico, il canzonatorio e il surreale...insomma si capisce quello che vuoi dire...ma non si capisce se stai scherzando o meno...e devo dire che questo tuo modo di scrivere mi affascina moltissimo..comunque questo detective fuori dagli schemi mi piace...spesse volte la gente guarda alle cose grandi e non da peso alle cose piccole e il compito dell'investigatore è proprio quello di guardare dove gli altri non vedono...e mi piace la definizione di mago..perchè per noi "profani dell'investigazione" quando un detective risolve un mistero è un po come una magia...aspetto il prossimo capitolo ciao!