(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali')
Il fascino dei personaggi si evince dalla filosofia di fondo che pervade la storia. Perry e Adrian si intrattengono in un dialogo di circostanza, ma fortemente caratterizzato dalla conoscenza reciproca e da qualche gioco psicologico. Abasi è forse il personaggio più significativo, anche se non compie alcuna azione. Possiamo leggere le sue parole, ma il discorso è decontestualizzato e quasi etereo. Nel rapporto con la divinità riusciamo a distinguere il filo conduttore, sebbene molto intricato, della storia, che ci permette di riconoscere la capacità persuasiva dell'assenza.

Non sono abituato a leggere scritti simili. Mi ha attratto tanto l'iniziale digressione sui massimi sistemi e sulla condizione umana, quanto mi ha stupito la concreta contestualizzazione di quest'ultima nell'ottica dei tre personaggi della storia. Per comprenderne il più profondo significato temo dovrò leggerla nuovamente un altro paio di volte, ma ci tenevo a lasciarti subito una recensione.
Ne sono rimasto piacevolmente colpito.