Recensioni per
Tic tac
di wildbeauty

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/08/15, ore 19:38
Cap. 1:

settima classificata:

Tic tac di Wildbeauty

_Grammatica: 10/10

Perfetta, perfetta davvero. Non c'è niente che non vada, e, davvero, devo farti i miei complimenti per questo.
_Stile: 9,5/10
Ho tentennato molto su che valutazione dare al tuo stile. So benissimo che uno stile così frammentato, così nebuloso, così sconclusionato era voluto, perché rispetta la mente confusa e i pensieri disordinati di Merope, che affiorano senza soluzione di continuità.
Quindi, per questo, tanto di cappello, perché hai saputo rendere piuttosto bene l'animo confuso e i pensieri che si rincorrono, slegati, nella testa di questa donna. Però a me, devo ammettere, è sembrato un po' pesante, soprattutto nella prima parte.
Mi spiego meglio: la mente di Merope va man mano riempiendosi di pensieri sconclusionati e di immagini, e si fa sempre più confusa.
Nella prima parte, siccome Merope ha ancora un briciolo di razionalità, io avrei preferito un'esposizione più chiara, meno nebulosa, proprio perché il suo animo è meno disordinato, perché i suoi pensieri non si affastellano in maniera così illogica. Non so, forse è una critica soggettiva, ma in certi punti ho trovato la continua presenza di parentesi un po' pesante, almeno secondo me. Non è facile rendere un personaggio come Merope, la sua mentalità disturbata, soprattutto attraverso uno stile che le sia congeniale, e capisco che il tuo personaggio non fosse affatto facile da gestire, soprattutto stilisticamente, e rendere la sua progressiva follia. Però ho trovato che, se nella prima parte avessi usato uno stile meno nebuloso e fossi andata in crescendo, rendendo il tutto più frammentato, questa sarebbe stata una scelta di maggior effetto. Però la mia è solo un'osservazione di una persona qualunque: non sono una scrittrice, non sono nessuno per giudicare l'operato altrui, soprattutto se questo tuo stile non ha, di per sé, niente che non vada.

_IC: 9,75/10

Beh, tanto di cappello. Merope è Merope, almeno è molto simile a come la vedo io. La descrizione della sua follia che va man mano progredendo è semplicemente azzeccatissima. C'è il suo desiderio di maternità, la volontà che Tom si ricongiunga presto a lei, eppure c'è anche la furia omicida nei confronti del bimbo che porta in grembo, la disprazione cieca per la sua sorte sventurata.
Quello che manca un po', secondo me, sono i riferimenti all'infanzia. Ho sempre creduto che la violenza, psicologica e fisica, che Merope ha dovuto subire da parte del fratello e del padre tirannico l'abbiano segnata indelebilmente e per sempre, e in questa storia gli echi della violenza, della miseria e della sofferenza subite da Merope si percepiscono appena. Non so, magari è una scelta voluta; Merope, perdendo le sue facoltà mentali, si dimentica, progressivamente, di Orfin e di Orvoloson. Però, ecco, io avrei prefferito che i traumi subiti dalla Merope bambina e ragazza, il suo costante sentirsi inetta, gli anni di abusi e di violenza subiti, fossero più marcati. Però, sai, anche qui si tratta di valutazioni soggettive, e quindi non crucciarti troppo per questo.
In ogni caso, trovo la tua Merope molto molto credibile, soprattutto la descrizione della follia che avanza, e mi piace molto la cura che hai impiegato nel descrivere le varie fasi di questa Merope e della sua gravidanza.

_Trama: 10/10
Lo sviluppo della trama, la coerenza della storia e l'originalità sono totime. Mi piacciono molto gli stacchi temporali, il fatto che hai scelto di raccontare dei momenti qualunque della vita di Merope, che però forniscono uno spaccato credibile e veritiero su questa donna e sulla sua malattia che, come avrai capito, è l'aspetto più bello di tutta la tua storia, secondo me.
Trovo la Fanfiction davvero originale; hai descritto un personaggio nient'affatto inflazionato, e le hai dato una voce propria, fornendone un ritratto molto intenso. Ad essere particolare è anche il tuo stile che, sebbene come ti ho detto non mi ha convinta in tutta la storia, resta uno stile originale, che rende la tua storia ancor più particolare!
_Gradimento personale: 5/5
Nonostante ti abbia mosso alcune critiche, non si può negare che la tua storia mi sia piaciuta molto.
Hai descritto un personaggio che amo molto come Merope e che, inoltre, reputo piuttosto difficile da trattare. Hai dato di lei uno spaccato verosimile e sofferto, raccontato in maniera accurata e intensa, quindi brava, brava davvero!
Spero che le osservazioni che ti ho fatto non ti pesino e non ti sembrino sbagliate, e che io mi sia spiegata in maniera chiara, dato che non è sempre facile trasporre il proprio pensiero in merito allo stile o alla caratterizzazione, soprattutto se nella storia non ci sono veri e propri errori. Ti faccio ancora molti complimenti, e passerò di sicuro a trovarti sul tuo account!

Recensore Veterano
22/06/15, ore 23:10
Cap. 1:

"Kissing Booth Contest" - recensione premio 
#4

Ti confesso che da quando è comparsa nel sesto libro, Merope ha attirato sin da subito la mia curiosità. Mi è proprio dispiaciuto che nel film abbiano sorvolato su alcuni aspetti del passato di Voldemort e antecedenti alla sua nascita. Come giustamente dici anche tu, le informazioni su Merope dopo la fuga con Tom sono davvero poche, quindi non si sa cosa realmente sia successo, e questo tuo tentativo di “mettere al loro posto i pezzi” l’ho trovato giusto e anche ben pensato. Non vi è alcuna discordanza con le informazioni della Rowling, anzi, credo che l’IC di Merope sia, se non infallibile, calzante con il personaggio: lei è debole, ingenua e innamorata, e sono proprio questi tre lati del suo carattere a portarla alla rovina. Disprezzata dal padre e dal fratello, in cerca disperata d’amore, e quando lo trova (anzi, lo sceglie, perché per me il fatto che covi questa “ossessione” nei confronti del ragazzo più bello e ricco di Little Hangleton ha molta importanza) è disposta a tutto pur di averlo; ma non ha fatto i conti, però, col fatto che l’amore (o in questo caso, l’idea dell’amore) è un’arma a doppio taglio. Il fatto che lei si auto-convinca ad un certo punto che vada tutto bene e che Tom presto ritornerà da lei fa capire quanto realmente lei rifiuti l’idea di non meritarsi di essere felice, una sola volta nella sua nuova e (a parer suo) perfetta vita, e tale convinzione se la porterà nella tomba: “E vissero per sempre felici e contenti”. Ho apprezzato moltissimo la scena dei rintocchi degli orologi, ormai impiantatesi in una piccolissima parte del suo cervello, quella parte ancora non compromessa, che segna ritmicamente la sua discesa verso la follia. 

Recensore Master
18/05/15, ore 14:59
Cap. 1:

Terza classificata ex aequo al contest "Viva la mamma!"


Titolo: 2/5 Non dice molto, pur richiamando l'idea dell'orologio e, quindi, del tempo che passa, non è incisivo e non richiama nemmeno l'attenzione del lettore.
Sinossi in 200 parole: 3/5 C'è una buona idea, dietro questa presentazione, ma non è sviluppata: il “tic tac” che si ripete dopo ogni frase può incuriosire, ma manca una chiave di lettura che avrebbe reso il quadro più completo per il lettore che si ferma alla sola introduzione.
Formattazione: 10/10 Ti ho dato il punteggio pieno anche se “non è perfetta”: manca il titolo riportato ad inizio del testo e gli asterischi tra un paragrafo e l'altro non sono centrati, ma l'uso che fai di a capo, parentesi e spazi mostra una certa consapevolezza dell'impatti visivo che il testo deve avere sul lettore. Agli inizi del secolo scorso, il Futurismo ha sganciato la stampa su pagina dalla rigida impostazione formale, asserendo che dovesse visivamente suggerire il contenuto del testo al primo sguardo. Non voglio addentrarmi in questo, ora, ma l'uso che fai delle parole “sulla carta” mi ha dato l'idea che tu cercassi di colpire l'occhio del lettore, non solo di rendere il testo gradevole. Sebbene sia una scelta non convenzionale, l'ho apprezzata.
Grammatica ed ortografia: 8/10 Qualche errore, qualche svista e un “errore” che forse non è tale: la mancanza di punteggiatura, in certi punti della storia, potrebbe essere voluta. Io ti segno tutto comunque, di seguito, ma vorrei che mi chiarissi se si è trattato di una scelta consapevole o meno.
Stile/lessico: 8/10 Lo stile mi è piaciuto moltissimo: un continuo passare dalla narrazione degli eventi all'introspezione, sembra quasi di sentire la voce di Merope e, allo stesso tempo, mi ricorda un po' Gollum che parla con se stesso. Il lessico va curato un po' di più. Anche in questo caso, riporto ogni cosa poi.
Originalità: 5/5 Beh, c'è poco da dire: dall'impaginazione, allo stile, allo svolgimento dell'argomento, tutto è molto personale, molto ricercato e per nulla convenzionale!
Gradimento personale: 5/5 Meravigliosa! Questa è esattamente una delle storie che speravo di leggere. Mi è piaciuta perché è intensa, un po' delirante, dice molto, ma non tutto, lascia intuire e non c'è il lieto fine! Quel “vissero felici e contenti” è meraviglioso, sapendo come sono andate le cose. Mi ha ricordato, per certi versi, un film legato alla mia infanzia: “Mammina cara”. Non è considerato un gran film, ma io ne consiglio la visione perché fa riflettere.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10 Merope c'è, è indiscutibilmente lei, anche se ammorbidita da quel velo di follia che precede la fine. Non ti do il punteggio pieno perché sappiamo poco o nulla di lei, quindi avevi ampio margine per delinearla nella maniera più funzionale alla tua storia. Hai fatto un ottimo lavoro.
Attinenza al tema: 10/10 “Merope viene abbandonata durante la gravidanza” e tu ci fai vivere con lei i mesi offuscati, illusi, difficili che l'accompagnano alla fine. I riferimenti ai familiari, l'ossessione per il marito, la speranza per un figlio a cui rinuncia appena viene al mondo… è tutto gestito molto bene.
* 1 Punto bonus per chi sceglie i pacchetti “difficili”



“La perseguitavano da quando loro sono stati arrestati” → “erano stati arrestati”
“(non se può essersene andato, hai suo figlio in grembo)” → ti è sfuggito un “se” di troppo.

“Si rincuorò un attimo, e corse in camera, inciampando nella vestaglia.” → la prima virgola è di troppo.
“Rovistò nel cassetto, togliendo fazzoletti e calzini, buttandoli alla rinfusa alle sue spalle.” → “proprie spalle”
 "Latibulum revelo" → qui e tutte le volte successive, trattandosi di un incantesimo l'avrei scritto in corsivo.
“piccole rotelline”→ se sono “rotelline”, va da sé che siano “piccole”, quindi l'aggettivo è ridondante.

 "allusorio” → “allusivo”
“ al di solra degli occhiali, che scivolavano sulla sua sella del naso.” → “sopra”; la virgola dopo “occhiali” non ci va; più che “sua sella del naso” sarebbe stato meglio “sella del suo naso”, ma ancora meglio “gli scivolavano sulla sella del naso”.
“Ma Merope non colse l'insinuazione, o forse la ignorò semplicemente. Fatto sta che riprese a fossare gli orologi” → Per prima cosa, ti segnalo che un nuovo periodo non andrebbe iniziato con una congiunzione (“e”; “o”; “ma”), se non per ricercare particolari effetti di continuità che però appartengono più propriamente alla poesia ed al linguaggio giornalistico. Poi, la virgola non precede mai “o/oppure/né” (salvo qualora chiuda un inciso); infine, un errore di battitura: “fIssare”.
“Ma vedete, devo risparmiare un po' per il bambino" → manca il punto al termine del dialogo.
“Ma a lei non importava.” → come prima
“[...] anche lei - che sciocca! - e [...]” → il trattino breve (-) si usa unicamente con parole composte. In tutti gli altri casi va usato il trattino medio (–). Lo riporto solo qui, ma lo fai anche di seguito.
“[...] era stata un po' triste per la sua situazione, [...]” → “propria” situazione.
“[...] nulla avrebbe modificato il suo umore. Né Mr. Finnegan, né le bollette che trovò sullo zerbino, né le lettere [...]” → avrei unito le due frasi con i due punti, anziché chiudere la prima con un punto fermo. Davanti a “né” non va messa la virgola.
“(le madri sono esseri misteriosi in un mondo di chiffon e culle)” → lo segno qui e lo richiamo poi solo nelle frasi che ti segnalo per altre cose, ma lo fai diverse volte: le frasi tra parentesi, che danno l'idea del pensato, ma che potrebbe anche essere un pensiero irrazionale, spesso non hanno punteggiatura. Sono i casi di cui ti ho chiesto nel giudizio di darmi spiegazione: grammaticalmente il punto serve, ma posso capire l'intenzione di suscitare un effetto particolare. A me danno l'idea di qualcosa di sospeso, ma, in tal caso, l'avrei segnato graficamente tramite l'uso dei tre punti.

“E le signore del quartiere [...]” → come prima, congiunzione a inizio periodo.

“silesilenziose” → “silenziose”.

“([...], non riesce a fare nulla e quando ci prova fa male) → mancano due virgole: prima di “quando” e dopo “prova”. Dubbio punteggiatura, come prima.

“(piantarsi un pugnale nel ventre, distruggere quello che ti sta distruggendo)”
+ (è tuo figlio, e segretamente sai di sbagliarti, ma scaricare la colpa su qualcuno rende tutto più facile)” → in entrambi i casi, le parentesi si aprono dopo un punto, quindi avresti dovuto usare la lettera maiuscola. Dubbio sulla punteggiatura finale, come prima.
L'uso della minuscola all'interno di parentesi successiva a punto fermo si ripete altre cinque volte, di seguito.

“E Merope sapeva che quando la rabbia sarebbe svanita si sarebbe maledetta oer quei pensieri, […] → congiunzione a inizio periodo e battitura: “per”.

“lerendeva” → manca lo spazio tra “le” e “rendeva”.

“inanzitutto” → “innanzitutto”.