Quinta classificata al contest "Viva la mamma!"
Titolo: 4/5 Mi piace, è un titolo evocativo, però trovo che abbia una nota ingenua che ne smorza l'efficacia.
Sinossi in 200 parole: 2/5 Hai riportato alcune frasi del testo anziché fare un'introduzione che convincesse il lettore ad affrontare la lettura, limitandoti ad una sola frase di una riga per annunciare l'argomento della ff. Un po' troppo poco.
Formattazione: 7/10 Non è perfetta, ma riconosco l'impegno. Hai inserito il rientro a sinistra in maniera un po' confusa (il tab va usato ad ogni cambio di paragrafo e per ogni frase che inizia con un dialogo, tranne quando preceduta dai due punti) e nella divisione in paragrafi non hai modificato l'interlinea.
Grammatica ed ortografia: 6/10 Ci sono diversi errori di ortografia, qualche imprecisione nella punteggiatura, ma, soprattutto, salta la consecutio temporum per due volte: nel ricordo e poi nel periodo ipotetico finale.
Stile/lessico: 6/10 Lo stile è molto lineare, semplice, abbastanza veloce. Ci sono diverse scelte lessicali non troppo oculate e, soprattutto, usi un pov altalenante (nel bando del contest avevo precisato che volevo un pov unico).
Originalità: 5/5 I problemi della famiglia Piton, ogni tanto, interessano qualche autore, ma tu hai dato la tua personale interpretazione, hai inserito episodi specifici, come quello del falso incidente, molto realistico, purtroppo.
Gradimento personale: 3/5 Mi sono piaciuti i contenuti, ma la forma avrebbe potuto essere migliore: hai descritto una realtà squallida, nettamente contrapposta a quella di origine di Eileen, si percepiscono i suoi sogni infranti, il suo desiderio di rivalsa attraverso il figlio, ma rimane tutto ad un livello superficiale. Hai colto dei buoni spunti, ma non li hai sviluppati.
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 Mi contraddico, forse, dato che ho appena scritto che non hai approfondito/sviluppato gli spunti, eppure, dalla tua storia traspaiono sia Eileen che Severus.
Attinenza al tema: 10/10 Eileen accompagna Severus a prendere il treno per la prima volta: direi che c'è tutto ed ho apprezzato molto il riferimento a Lily ed i pensieri che Eileen fa quando vede il figlio guardare la ragazzina nata Babbana.
“ripetè” → ripeté
“E'” → il simbolo grafico per la “è” maiuscola è: “È” (Alt + 0200)
“ad Hogwarts” → la “d eufonica” non va messa davanti all'acca.
“Eileen svolazzò la sua bacchetta” → “fece svolazzare” poiché non è “lei” che svolazza.
“[...] si spostò e al suo posto apparve [...]” → metterei “al suo posto” tra due virgole.
“[…] sua madre incantava il baule perché lievitasse” → “levitasse”
“[...] non avesse insistito in prendergli un animale [...]” → “insistito per prendergli"
“Severus non si capacitava di come potesse esserci del leggero rossore sulle guance di Eileen. Eppure, mentre la guardava più attentamente, Severus si rese conto che il rossore non era l'unica cosa strana in sua madre, quella mattina.” → il secondo “Severus” non è necessario: il soggetto non è cambiato e la frase sarebbe stata perfettamente comprensibile anche omettendolo.
“chiaccherare”→ “chiacchierare”
“un'anziano quanto vivace Babbano sulla settantina” → per prima cosa: “un anziano”, senza apostrofo e poi, avendo già detto che era anziano, non era necessario specificare che fosse sulla settantina. Tanto più che, precisando che si tratta di un Babbano, fai sorgere qualche dubbio sull'età della pensione in Inghilterra. ^^'
“[...] lei tesseva le lodi sulla sua intelligenza” → “della sua intelligenza”
“[...] lui lo colse. Quello sguardo […] → avrei messo una virgola, più che un punto fermo.
“passarono il passaggio” → “attraversarono”
“[...] gli adulti rilasciavano le ultime raccomandazioni.” → “fecero” le ultime raccomandazioni.
“Severus non stava più nella pelle di scoprire […]” → “non stava più nella pelle dalla voglia di scoprire”.
“ad Hogwarts” → come prima.
“[…] lontano dal adesso.” → “da” adesso o “dall'adesso”.
“Negli occhi di Eileen c'era confusione, dubbio e (qui lo stomaco di Severus si strinse in una morsa sgradevole) solo un pizzico leggermente accennato di delusione.” → per prima cosa il “qui”: “qui” viene spesso usato impropriamente, prima di tutto perché non è “qui”, bensì “lì”, dal momento che stai scrivendo in terza persona. Nello specifico, avresti potuto sciogliere quel “qui” con “su quel dettaglio”, “sulla sua espressione”.
Poi un “pizzico leggermente accennato”: le tre parole esprimono la stessa cosa: un pizzico di delusione, una leggera delusione, un accenno di delusione. Avresti potuto usarne sola, senza rendere il concetto ridondante.
“E'” → come prima.
“Eileen guardò suo figlio, questo giovane ragazzo che a soli undici anni” → di nuovo: stai usando la terza persona, quindi non è “questo”, ma “quello”. “giovane ragazzo di undici anni”, anche in questo caso ripeti per tre volte lo stesso concetto: è giovane, è un ragazzo, e ha solo undici anni. Il tutto è ridondante, avresti dovuto usare una sola espressione.
“[...] stava facendo ciò che lei aveva fatto quando aveva deciso di sposare Tobias.
Si stava ribellando alla tradizione.” → avresti dovuto usare i due punti anziché il punto fermo e a capo.
“Quel giorno, lei conobbe Tobias.” → da qui in poi è saltata la consecutio temporum: stai scrivendo al passato remoto, quindi il ricordo inserito nel racconto deve essere narrato in un tempo diverso: il trapassato prossimo: “aveva conosciuto”
“[...] quel ragazzo laborioso, dal viso sporco dell'olio di qualche macchinario nella fabbrica vicina a Spinner's End e forte delle sue convinzioni.” → in questo caso, serve una virgola prima della “e”.
“Tobias con la sua dedizione verso il lavoro e i suoi sogni in grande, sembrava [...]” → dopo “Tobias” serve una virgola.
“Si sposarono dopo che Eileen venne diseredata […] vedere il proprio sangue Sporcato da un Babbano di umili origini.” → “erano sposati”, “era stata diseredata”; “sporcato” va con la lettera minuscola.
“Lei non se ne dispiacque e insieme a Tobias visse parecchi anni felice, fino a quando non giunse Severus e suo marito iniziò a incolpare il bambino [...]” → “era dispiaciuta”; “insieme a Tobias” va tra due virgole; “aveva vissuto”, “era giunto”, “aveva iniziato”.
“Il punto di rottura arrivò in un pomeriggio di ottobre, [...]. Tobias entrò in casa su una barella, [...]” → “era arrivato”, “era entrato”.
“Eileen cacciò fuori di casa tutti quanti, con la promessa di chiamare il medico, ma una volta sola, si affrettò a cercare [...]” → “aveva cacciato”, “era affrettata”.
“Ci riuscì, anche se a un caro prezzo: dovette rivelare a Tobias la sua natura di strega.” → “era riuscita”, “aveva dovuto”.
“Suo marito non la prese per niente bene. Eileen scoprì che il marito aveva finto [...]”→ “l'aveva presa”, “aveva scoperto”.
“[...] un ingente sussidio che gli avrebbe migliorato lo stile di vita.” → “avrebbe migliorato il suo stile di vita”
“[...] di cui neppure se ne curava.” → “si” curava.
“Che ciò fosse a causa della sua magia, Eileen non aveva dubbi, [...]” → la frase non scorre molto: “Eileen non aveva dubbi che ciò fosse a causa...”
“Ma era stato necessario.” → un nuovo periodo non andrebbe iniziato con una congiunzione (“e”; “o”; “ma”), se non per ricercare particolari effetti di continuità che però appartengono più propriamente alla poesia ed al linguaggio giornalistico.
“Se suo figlio desiderasse un giorno [...], lei lo lascerebbe fare. Anche se quel futuro si dovesse rivelare una chimera, Eileen lo lascerebbe andare.” → anche qui vanno corretti i verbi: “avesse desiderato”, “avrebbe lasciato”, “fosse rivelato”, “avrebbe lasciato”.
“[…] il vapore che aveva gettato […]” → “emesso”
“Eileen non aveva idea quel giorno, che [...]” → dopo “idea” serve una virgola.
“[...] se mai dovesse ritornare.” → “avesse dovuto” |