Terza classificata al contest “Quasi inedite – III edizione”: Resti con me?, LilyLuna
Grammatica e stile: 13/15.
“...cambiò lato al cuscino per cercare un po’ di freschezza.”
Lato “del” cuscino mi sembra più adatto. (-0,2)
“Sentì Johanna borbottare qualcosa nel sonno...”
Ripeti “sonno” anche poco più in alto – due righe, ma si sente molto l’eco. (-0,3)
“...una figurina minuta si disegnò nel buio...”
Non mi convince che, sebbene abbia già detto “figurina”, ci sia anche il “minuta”. Se togliessi l’aggettivo, la frase sarebbe in un certo modo tronca, o lasciata a metà, ma se togliessi il diminutivo a “figura” probabilmente andrebbe molto meglio. (-0,25)
“...in pasto ai propri incubi per paura di trasmetterle anche i propri.”
Ripetizione di “propri”. Il secondo potrebbe diventare “suoi”, che ne dici? (-0,3)
“Ricordò una ragazzina spaurita dagli occhi azzurri come quelli di Haley...”
Invertirei questi due complementi, ma poi vedo che la frase non reggerebbe. Quindi, una soluzione potrebbe essere quella di sostituire “dagli” con “con gli”. (-0,25)
“...terrorizzata dalla partenza della sorella agli Hunger Games.”
Per gli. (-0,2)
Ti dico, brevemente, che ho trovato qualche doppio spazio, ma non mi va a questo giro di segnalare tutto e/o decurtare il punteggio.
Un’altra cosa che ho notato è che, spesso, dici “l’uomo” o “la donna” (forse non in questa storia nello specifico, perché Johanna dorme per tutto il tempo), o ancora “la ragazzina” e “il ragazzino”, ma questi due non sono molto stonati. Il problema mi pare molto evidente quando dici “l’uomo”, riferito a Gale. Non so per quale motivo, ma è davvero un’espressione stonata. Probabilmente è perché il punto di vista, sebbene con il narratore esterno, è suo. Credo sia questo a disturbarmi, perché se la narrazione fosse di Haley sarebbe giustificato (anche se comunque non lo apprezzerei molto ugualmente, perché troverei più coerente, ad esempio, “il papà di Joel” al posto di quell’espressione). Forse è soggettivo, però preferisco fartelo notare perché a volte mi fa proprio storcere il naso – e spero che, sebbene difficile, una soluzione sia possibile. (-0,5)
Oltre a questo, non ho niente da dirti. La tua bravura nel raccontare di bambini ti permette di usare il tuo stile, adattarlo a ogni fascia di età e al tempo stesso non perdere le tue caratteristiche di autrice. Hai una specie di filigrana, e senza dubbio è molto collaudata, per cui non ci sono mai troppi appunti da farti.
Caratterizzazione scena e/o personaggi: 9,5/10.
Potrei obiettare che mi hai mandato una storia piena di headcanon, ma se non li conoscessi più o meno tutti non l’avrei accettata. Non ti ho dato il punteggio massimo per via di una cosa semplicissima, che generalmente mi piace, ma in qualità di giudice e non di lettrice semplice mi sento di doverti far notare: non è che Haley, per essere figlia dei suoi genitori, è un po’ troppo vivace? C’è qualcosa che richiami la personalità dei suoi genitori, in questo?
Potrebbe essere un appunto molto forte, per cui mezzo punto è forse poco, però per una specie di legge del contrappasso ho sempre pensato che Haley si sia sempre sentita in dovere di essere fatta di peperoncino, per tenere impegnati i suoi genitori, per distrarli dai loro incubi e dai loro ricordi distruttivi. Credo che questo sia il motivo, forse principale (almeno per me), per cui Haley va bene così, e questo si vede anche da come interagisce con Gale, che soffre al pari dei suoi genitori.
In questa storia, in particolare, c’è un lato di Haley che non avevo mai visto, mentre per quanto riguarda Gale invece sì: c’è l’angoscia lasciata dagli Hunger Games anche a chi non li ha vissuti in prima persona. Per la figlia di due vincitori, in particolare gli ultimi due nonché scintille della rivolta, non dev’essere facile accettare ciò che è accaduto a mamma e papà – sebbene a sette anni sappia probabilmente soltanto una parte di ciò che è realmente accaduto. In un certo senso, i figli da piccoli pensano di ripercorrere ciò che è accaduto ai propri genitori, e il timore di Haley mi sembra molto ragionevole e anche disarmante nella sua tristezza.
Allo stesso modo, anche il fatto che Gale riveda Katniss e Prim, che ha fatto soffrire tanto (secondo lui, ovviamente, perché secondo me è tutta un’altra storia), mi sembra una specie di punizione che lui crede di dover scontare senza reagire – e per reagire intendo tentare di vedere anche altre cose, in quella bambina, che non siano le somiglianze con le due sorelle Everdeen.
Insomma, per farla breve, trovo tutto molto ben architettato e ti faccio, come al solito, i complimenti.
Gradimento personale: 5/5.
Questi due mi hanno sempre fatto impazzire, perché Haley è più fastidiosa di una mosca e riesce a smuovere un pezzo di marmo gelido come Gale – passami il termine “pezzo di marmo”, ti prego, e magari capiscimi anche – in qualsiasi situazione. Proprio per questo motivo, vederla indifesa e vulnerabile mi ha fatto una tenerezza disarmante e sono rimasta “piacevolmente” sorpresa da questo suo lato sensibile e angosciato. Aspettavo da molto che lo mostrassi al mondo, perché i tormenti dei suoi genitori devono per forza, almeno in minima parte, passare a lei, e vederli interagire con i demoni di Gale è stato all’altezza delle mie aspettative.
C’è molto da dire sulla pace post-rivoluzione, e Gale è senza dubbio uno di quelli con più cose da raccontare – se solo gli piacesse farlo.
Leggere del tuo universo è sempre un piacere e una scoperta, perché sai tirare fuori dai personaggi – magari anche da quelli da cui non ce lo si aspetta – delle riflessioni profonde e terribilmente adatte a tutto ciò che hanno vissuto. Eppure lo fai con delicatezza, lasciandoli crogiolare nella propria sofferenza senza esagerare, senza far loro compiere gesti estremi. Forse è che scrivi di vita quotidiana, ma la verosimiglianza è una delle tue caratteristiche che apprezzo sempre di più, perché parli di ordinario e quotidiano e non di supereroi, o altri individui idealizzati.
Quindi ti va il massimo punteggio, come quasi sempre.
Eventuale bonus per le recensioni: 0/1.
Totale: 27,5/31. |