Recensioni per
Abitudine uccide
di futacookies

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/11/15, ore 22:22

Recensione premio per “Flash Contest – Only Old Generation”.
 
Buonasera,
dunque, premetto subito che questa One shot meriterebbe più parole di quanto sto per spenderne, ma per una questione di tempistica – sto giusto aspettando che mi si asciughino i capelli, sperando che rimangano mossi come sono ora, permettendomi, almeno una volta, di non dovervi porre rimedio – dovuta anche all’ora, alla mia voglia di coricarmi nel letto che mi chiama ed al fatto che devo ancora mettere a posto alcuni appunti. Quindi, bando alle ciance, direi di cominciare subito e mi scuso per le relativamente poche parole che userò.
Già quando avevo letta la tua storia, quella che partecipava al Contest per intenderci, mi aveva colpito molto il tuo stile, ed anche questa volta ne sono rimasta affascinata. Inutile non pensare che Abitudine, con la “a” maiuscola, non sia la coprotagonista di un Harry Potter che vive nella monotonia. D’altronde, dopo avere battuto il Mago Oscuro più temuto da tutti, rintracciato – manco fossero dei pacchi – i restanti Mangiamorte, il lavoro che c’è da fare, i duelli da innescare, gli incantesimi da schivare, e potrei continuare…, tutto sembra essere troppo, ma troppo-troppo, calmo. La Guerra sembra un ricordo lontano, quasi sbiadito, e tutti si godono un po’ di sana tranquillità. Tutti eccetto una persona: il Salvatore del Mondo Magico.
Dopo avere passato la vita a combattere per salvarsi la pelle, deve sembrargli un po’ strano stare, come si suol dire, in panciolle. E non può nemmeno parlarne a Ginny, la quale percepisce che qualcosa sta turbando il marito, però sembra quasi implorarlo con gli occhi di fingere che la così agognata pace sia perfetta, in tutte le sue sfaccettature e lui, Harry, non può che deglutire, sorridere e fare come se niente fosse. Come se non gli importasse dei giorno che passano, uno uguale all’altro.
È talmente annoiato che prende con entusiasmo ogni singolo cambiamento che varia, anche se per poco, la sua routine. Sembra proprio che Abitudine lo stia uccidendo, mi verrebbe da dire “dove non arriva Voldemort, arriva Abitudine” però è una battuta detta e ridetta.
E niente, ancora una volta mi complimento per la capacità narrativa, per averci trasmesso le sensazioni di Harry, che mi hanno colpita nel profondo facendomi pensare, e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere anche questa storia.
 
Himeko

Recensore Master
16/06/15, ore 13:15

Prima classificata al contest 'Not my cup of tea'


Caratterizzazione dei personaggi e sviluppo delle eventuali coppie: 13/15 
Premetto che è stato abbastanza difficile valutare l’IC dei personaggi, visto il tipo di storia. Più come un dato di fatto l’ho presa come una provocazione per il lettore (al limite del What if), un domandare: credi davvero che ‘tutto andava bene’? E se invece…? 

Harry: hai sicuramente centrato il suo non sapersene stare tranquillo e con le mani in mano: Harry è un uomo d’azione. Senza contare le vacanze nel mondo magico (che avranno pure una loro routine, ma una routine ‘straordinaria’) mi vengono in mente due momenti in cui ha dovuto confrontarsi con la routine (perdona la ripetizione attuale e le seguenti): la vita con i Dursley e i periodi ‘morti’ durante la ricerca degli Horcrux. Appare subito ovvio che sono due esperienze che ha tollerato tutt’altro che bene. 
C’è da chiedersi, a questo punto, se il vivere per la prima volta una routine familiare (indipendentemente dal lavoro) non dovrebbe da solo essere un ‘miracolo abitudine’ anche per lui. Non essendo stato amato da bambino, credo che Harry avesse un gran bisogno di una famiglia e della sua quotidianità. 
Detto ciò, trovo azzeccata la tua affermazione: ‘è più che plausibile che Harry, dopo la guerra, accetti difficilmente la vita da persona normale’. 
Io sono assolutamente d’accordo, ma, a mio avviso, decidendo di fare l’Auror lui di fatto non ha scelto una vita normale, nè quella di ‘un uomo qualsiasi’. Harry ha scelto di continuare a combattere, perché è la sua natura, è quello che gli piace fare. 
Il problema quindi è che qui ad essere ‘sbagliata’ non è la caratterizzazione di Harry, ma il presupposto su cui è basata, ovvero la natura della professione di Auror: se ammettiamo che sia routinaria e ‘qualsiasi’, allora tutte le altre considerazioni assumono senso (e non sarebbe nemmeno sorprendente che la routine familiare sia vista da Harry come l’ennesima ‘solita cosa’). Se invece lo immaginiamo come un lavoro sfiancante, pericoloso, di responsabilità – e io lo immagino così, anche se non penso che lo sia tutti i giorni – va da sé che il ritorno a casa diventi un’occasione di felicità e di tranquillità gradita. 
Insomma, sono poco convinta del fatto che possa essere annoiato dal fare l’Auror, soprattutto in una posizione di leadership. Ovviamente è un’impressione personale e ovviamente a volte capiteranno incarichi noiosi, ma nel complesso non la considererei una professione che non ti dia storie da raccontare la sera a tavola o soddisfazioni. 
Immaginando così il suo lavoro, va da sé che mi stoni anche questa frase: ‘Harry è un uomo qualsiasi, che vive come centinaia di altri prima di lui’, perché non potrebbe mai essere un uomo qualsiasi. Dubito che potesse esserlo un qualsiasi capo del dipartimento Auror, figuriamoci il Salvatore del mondo magico. Inoltre sappiamo dalla Row che lui e Hermione hanno dato una grossa mano a Kingsley per ripulire il Ministero dal uomini corrotti e leggi ingiuste (e anche che ogni tanto andava a Hogwarts a tenere delle lezioni per gli studenti), che sua moglie è entrata in una famosa squadra di Quidditch ed è poi diventata giornalista… 
Insomma, credo che lui sappia bene di non essere un uomo qualsiasi (l’ha sempre saputo) e credo lo sappiano anche gli altri, perché è certamente rimasto molto in vista. 
Confesso poi di non aver che capito se il ‘tutto è stato dimenticato’ sia riferito al mondo magico o a Harry stesso: è lui a dimenticare, o sta accusando gli altri di averlo fatto? 
Dopo tutto questo papiro che forse ti sarà sembrato anche troppo critico, arrivo finalmente alle conclusioni, che credo siano molto più positive di quanto ci si possa aspettare dopo aver letto fin qui. 
Supponendo che tu abbia voluto esasperare la cosa e ammettendo – come ho già scritto – che la tua sia un’ottica provocatoria, credo infatti che si possa comunque considerare il personaggio IC: non mi sorprende che Harry sia insofferente alla situazione da te tratteggiata, né che percepisca di essere l’unico a soffrirne, né che non voglia l’aiuto di nessuno per sfuggirne. Tra tutti i personaggi che abbiamo conosciuto davvero – tranne forse Sirius – è quello che certamente più si adatta a quest’accezione negativa di ‘abitudine’. Ho trovato IC anche il fatto che non esponga i suoi problemi a Ginny (è sempre stato riservato, da questo punto di vista), e allo stesso tempo il fatto che, nonostante tutto, sappia di amarla ancora. 
Nell’ambito della tua storia mi sembra quindi una caratterizzazione accettabile, ma per i motivi di cui sopra (soprattutto per la questione dell’ ‘uomo qualsiasi’) sento di doverti levare un punto ‘simbolico’. 

Ginny: sono assolutamente d’accordo sul fatto che lei non possa non essersi resa conto dell’insofferenza di Harry, come hai scritto anche nelle note. Su questo davvero niente da obiettare. 
Sono anche d’accordo con un’altra cosa scritta nelle tue note: ‘che non accetti di buon grado l’alienazione del marito.’ Il problema, però, è che nel testo ho avuto la percezione che – pur non apprezzando l’alienazione di Harry – in realtà finisca per accettarla passivamente: “Sospira, guarda altrove a disagio, vorrebbe dire qualcosa, ma tace e gli rivolge uno sguardo comprensivo. Ginny sa – sa che l’abitudine potrebbe far impazzire suo marito –, ma preferisce ignorarlo.” 
Vero è che quando lui la lascia al funerale di Silente lei non si ribella, conoscendo Harry e sospettando che l’avrebbe fatto, ma da sposati credo che gli avrebbe dato una bella strigliata, o che gli avrebbe piano piano tirato fuori la verità. 
Insomma, Ginny non è un’ignava e credo che ami Harry abbastanza da provare ad aiutarlo. 
Per questo ti ho levato un altro punto. 

Ron ed Hermione: anche io credo che loro siano ben disposti ad accettare il ‘miracolo abitudine’. Hermione sarà anche un’ottima combattente, ma non è nata per combattere, e Ron ha avuto un’infanzia troppo bella – nonostante le pene da sesto fratello – per non apprezzare la quotidianità (questo credo sia vero anche per Hermione, tra l’altro). Inoltre se non erro dopo un periodo da Auror Ron ha scelto di andare ad aiutare Goerge al negozio (a volte trovo questa versione, a volte quella cronologicamente opposta) e io ci ho sempre visto una voglia di tranquillità. 

Coppia: nel complesso mi è piaciuto il fatto che nonostante ‘abitudine uccida’ continuino comunque ad amarsi. Non credo ci sia molto altro da aggiungere rispetto a quello detto sui singoli personaggi… 


Originalità: 10/10 
Credo sia la Hinny più originale che abbia mai letto. Forse non sarà una storia estremamente creativa, ma mi ha davvero sorpresa. È originale per quello che dice e per come lo dice: racconta delle loro difficoltà, ma non per rispondere all’esigenza di far finire uno dei due nelle braccia di un terzo personaggio. Inoltre, lo fa con uno stile che personalmente ho trovato molto originale grazie all’intuizione di omettere gli articoli di ‘abitudine’ e ‘routine’. Non mi dilungo perché riprenderò la questione nel parametro ‘Stile’. 
Ho adorato l’elenco delle peripezie di Harry fatto tramite i titoli dei libri, l’ho trovata un’intuizione geniale e molto efficace. 


Gradimento personale: 10/10 
L’ho trovata sorprendente e bellissima. La rileggerei ancora e ancora senza problemi, mi ha davvero appassionata, ubriacata. Ci tengo a specificare che di solito il fatto che un personaggio sia diverso da come lo immagino tende a minare il mio gradimento, ma in questo caso non è successo. Credo che il merito sia in primis dello stile, che ti rapisce impedendoti di staccare gli occhi dal testo, e in seconda battuta della profondità del contenuto. 
Mi hai ammaliata con le tue considerazioni sull’abitudine, che ho trovato profonde e tristemente reali indipendentemente dal mondo potteriano. Mi è sembrato davvero di leggere uno spaccato di vita vera, con le sue difficoltà e le sue amarezze. La quotidinaità può essere una ricchezza, ma anche una trappola. 
Il finale in particolare è fantastico. 


Stile: 5/5 
Come avrai intuito dalle parole precedenti e dal punteggio, l’ho adorato. È davvero calamitante, crea dipendenza: ti culla dall’inizio alla fine con il suo ritmo dolce ma serrato, quasi musicale. Ho trovato gli incisi molto efficaci e d’impatto, e credo che la scelta di utilizzare il corsivo risulti vincente: anche se ne fai un uso abbondante, non sembra mai di troppo, né negli incisi, né nel resto del testo. 
Tutte le ripetizioni sono inserite al posto giusto e al momento giusto, il lessico è semplice, immediato e si sposa benissimo con la dimensione quotidiana raccontata. 
Ci sono due immagini particolarmente belle per cui vorrei complimentarmi: “Abitudine è il cancro che sta avvelenando le sue cellule: non trova una cura, perché non è una malattia.” e “Routine è come un rampicante: è cresciuta intorno a lui e adesso rivela le foglie nocive”. Davvero evocative. 
Infine, la lode più grande va alla scelta di omettere gli articoli davanti a ‘routine’ e ‘abitudine’: non so come ti sia venuto in mente, ma questo lampo di genio è di un’eleganza e di una forza narrativa incredibile, perché finisce per impersonificare l’abitudine, le dà realtà, concretezza. 


Grammatica e sintassi: 5/5 
Ottimo lavoro. Ho solo due cose da farti notare: 
- l’uso del trattino seguito da virgola/punto e virgola: non è un errore a tutti gli effetti, ma in generale (e io concordo) è consigliato evitare di accostarli. Meglio sceglierne uno dei due: se la virgola è indispensabile, si può tralasciare il trattino (sarà la virgola a chiudere l’inciso)  
- compagni del Grifondoro → ‘di Grifondoro’, stando all’edizione classica. Nelle primissime edizioni può essere che usassero del (non ricordo), nella nuova non ho idea, ma personalmente ormai sono abituata al ‘di’. 


Grafica: 4/4 
Punteggio pieno senza ombra di dubbio: oltre ai tre punti per dimensione e tipo di font e per il testo giustificato, ti faccio i complimenti per la presentazione generale, perfino le note sono curatissime. Forse avrei centrato gli asterischi, ma è davvero un’inezia. 


Titolo: 3/3 
Strepitoso. Musicale (soprattutto grazie all’assenza dell’articolo, lo ripeto), della lunghezza giusta, perfettamente in tema con la storia e molto, molto accattivante. 
L’avrei letta senza ombra di dubbio. Uno dei titoli più belli che ho visto ultimamente, davvero. 

Totale: 50/52

Recensore Master
06/06/15, ore 20:08

Ciao! :)
Da quanto tempo non sbirciavo tra le tue storie! Ho trovato questa grazie al contest di cloe sullivan, mi è piaciuta tantissimo, è già tra le ricordate!
Trovo il tuo stile sempre molto particolare e gradevole, a tratti molto pieno con quelle lineette il cui utilizzo apprezzo in maniera particolare.
Ma stile e forma a parte, e anche personaggi a parte, ciò che mi ha tanto colpita è proprio il tema che hai deciso di trattare. Già dal titolo ho immaginato che avessi in qualche modo personificato l'abitudine, rendendola un male infido, strisciante, che uccide.
Non ho potuto fare a meno di condividere il tuo ragionamento su questa condizione di pace apparente che stordisce tutti e tutto, rendendo ogni persona schiava della routine, che spesso è semplicemente una trappola o un confortante mondo in cui non è possibile soffrire, perché tutto è stabilito, preannunciato, immobile.
Affiancare a Harry la possibilità di scorgere quanto Abitudine sia dannosa è perfetto, perché come ben scrivi, e ancora una volta condivido!, non deve essere facile, per un uomo abituato a vivere giorno per giorno di rischi e avventura, abituardi alla routine o, meglio ancora, abituarsi e basta al niente.
Ginny, così come tutti gli altri personaggi di contorno, hanno bene incarnato l'incapacità della società di scuotersi e desiderare di più per se stessa nel complesso e per le singole vite nel particolare.
Una storia che invita alla riflessione, che può esser letta anche da chi non conosce o non apprezza la saga della Rowling, perché non è collegata a "Harry Potter", bensì alla vita.
Bella davvero, complimenti e in bocca al lupo per il contest! :)

Rosmary