Recensioni per
Otornassë - Fratellanza
di Ghevurah

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/01/16, ore 13:07

Non c’è alcuna salvezza nella presa che ti offro
Eppure possiamo annegare, così
Assieme
Cullati dal suono dei nostri respiri.

Guarda, potevi anche finire qui e sarebbe rimasta una tra le più belle cose che abbia mai letto: la quintessenza di Tyelko nel suo rapporto con Curvo.

Ma, fortunatamente, non ti sei fermata qui.

Quindi procediamo con ordine.

Nargothrond.
Gabbia di roccia e oro, vista dagli occhi di Tyelko. Dove i due Feanorion pensavano di tessere le loro trame, hanno incontrato invece un avversario loro pari, che in un gioco perverso ha finito per essere strumento di quella maledizione che grava su tutti. Responsabile (sempre agli occhi di Tyelko, ma credo anche ai tuoi) di aver "sedotto" il nipote.
La definizione di Curvo, in questo momento della sua vita, non avrei saputa dirla meglio: "Lo specchio di contegno che divideva suo fratello dal resto del mondo è andato in frantumi: schegge di vetro a incidere la carne. Lì, in piedi, con le labbra serrate in una piega livida e il volto scavato da una commistione interiore, c’è una creatura nuda."
E' proprio una creatura nuda, Curvo, privo di tutte quelle difese che ha impiegato una vita per costruire.
Tyelko che non tocca il fratello dalla morte di Feanaro. Curvo che ancora rifiuta ogni aiuto, ogni consiglio, e Tyelko che non se ne stupisce e lo infastidisce un po' prima di lasciarlo a sé stesso. Tutto si adatta perfettamente alla visione che ne ho anch'io!

Flashback.
Quanto è etereo e insieme concretissimo questo Orome! Bellissima l'idea che lo si può vedere solo se hai la capacità di prestare attenzione alla natura, a certi segnali, e che Tyelko è in grado di farlo. ("Seldonya"… Tyelko ha trovato un padre più adatto a lui?)
(Inciso: ora capisco quando dici che la tua visione di Orome non si concilia con "certe" attività).
Molto dolce il ritorno a casa, coi gemelli che gli si gettano addosso, Moryo che vuol fare il superiore (ma in realtà si capisce che davvero vorrebbe partecipare anche lui).
Bella anche la scena alla forgia, e in particolare mi è piaciuta la sua descrizione vista con gli occhi di Tyelko, l'odore acre dei fumi, un antro opprimente… aspetta, aspetta… senti come suona: un antro opprimente che risuona di tramesti… una valanga di suoni duri sotto cui rimani schiacciato… se non opprime questo!

Brethil
Splendida la descrizione della tempesta di neve e di come Tyelko si rende conto della estrema difficoltà del fratello ad affrontarla.
E proprio nel mezzo di questo terribile gelo in cui ci conduci, arriva il concetto portante di tutta la storia, il fondamento sulla quale è nata (secondo me): "Per questo il suo sguardo non conosce biasimo, solo condivisione. E sotto la neve che assiepa la ferocia di un mondo disgraziato, Curufinwë è semplicemente suo fratello."
E la chiusura su Curvo che, controvoglia, finisce con l'accettare il suo aiuto… perfetta.

Flashback
Ecco, qui, sul confronto tra Tyelko e Curvo, le nostre visioni un po' si discostano: difficilmente mi vedo un confronto diretto tra i due. Come ti dicevo in altra sede, credo che Tyelko capisse più degli altri la complessa personalità di Curvo e il suo (mai ammesso) sentirsi inadeguato davanti all'immagine che il padre ha di lui, ma penso che il suo modo di dargli il suo appoggio fosse piuttosto indiretto. Tyelko per lo più evita lo scontro col fratello, provoca e lo lascia a meditare sulla provocazione. Però qui l'argomento è davvero importante, e probabilmente anche nella mia versione, Tyelko non sarebbe stato zitto.
Oddio, che colpo al cuore ritrovarsi davanti al tuo Russandol… mi fa sempre un effetto, come dire, di elficità portata al suo limite estremo… no, non rende bene… vediamo… una volta ho visto una fan-art che titolava circa "la più bella creazione di Feanor" e illustrava Feanaro e Nelyafinwe che si fronteggiavano; Nelyo teneva in mano un Silmaril e Feanaro gli afferrava il polso. Nelyo era disegnato in modo che non ci fossero dubbi su chi fosse la miglior creazione di Feanaro tra lui e il Silmaril… Ecco, il tuo Nelyafinwe mi comunica l'idea che la sua perfezione (non solo estetica, ovviamente) sia superiore a quella delle opere più venerate di Arda.
E scusa la digressione fuori tema.
Torniamo a noi e a questo magnifico pov di Tyelko che emerge imperioso: "egli s’aggira per la casa di suo padre: una creatura dei boschi spintasi oltre i propri confini". La casa di suo padre, non più casa sua, lui sembra appartenere ai boschi, ormai. E il riferimento a come Tyelko percepisce le cose "a pelle", istintivamente: "Una stasi rappresa d’inquietudine".
E infine, in questa atmosfera permeata d'angoscia, ecco il rivelarsi di una terribile dolcezza: il sorriso di Curvo, nel prendersi cura di suo figlio.

Himring
Ah, beh, Ghev, qui proprio hai esagerato. Ci hai portato al limite, ed ora soddisfi il desiderio. Tutto quello che il lettore si aspetta, tutto quello che il lettore a questo punto desidera, brama, tu glielo concedi! Un tripudio di immagini indimenticabili, un crescendo di emozioni e un finale che stende. KO.
La visione di Tyelko che sfoga la sua rabbia, l'esplosione del berserk, il pensiero del fratello che lo fa tornare, il primo tocco tra loro, quasi violento, al quale Curvo alla fine cede e gli concede pure l'ingresso nella sua mente. "La mente di suo fratello si contrae, inizialmente ostile a quell’intrusione. Ma quando lo avverte resistere al suo respingimento, dimostrando una tenacia al contempo tenera e ostinata, quando lo avverte lambirlo ancora in una carezza che possiede i colori malinconici della loro infanzia, si apre al suo tocco." (Perdonami, ma io in questa scena strepitosa ci vedo un parallelismo che mi fa poco onore… però, anche tu, che fai riferimenti a LiveOak…).
Infine la promessa: Sono qui, per te. E lo sarò per sempre. Tutto il resto non ha importanza.
OMFG!!! Tutto il resto non ha importanza!?!! E quando tutto il resto comprende sterminio di consanguinei, tradimento, omicidi, la perdita del figlio, la morte del padre, la Tenebra Eterna… Beh, che altro resta da dire?
E invece qualcosa resta, perché proprio tutto ci vuoi concedere Ghev, e così chiudi con un singhiozzo di Curvo e facendo assurgere un banale "non lasciarmi" nell'olimpo delle frasi indimenticabili.

Ok, adesso vado a morire da qualche parte, non prima di aver disdetto il mio account su EFP.

Ottimo lavoro, se non si era capito. Grazie.

Los

PS
Già sai quanto ammiro il tuo stile, ma te lo ripeto volentieri ogni volta che ne ho l'occasione.
PPS
Ho riconosciuto LiveOak, ma non ho mai avuto l'impressione di qualcosa di "già letto", piuttosto, amando io quest'autrice, i riferimenti mi hanno fatto apprezzare, se possibile, ancor di più il tuo lavoro. Brava!

Recensore Veterano
23/06/15, ore 21:33

Confesso che fin dalla prima tua storia ho avuto l’impressione di una tela che si andasse componendo, e poi riempiendo di colori. Ma non un’esplosione sregolata, bensì un lavoro ponderato e raffinato, sfondi plumbei su cui si stagliavano lampi abbaglianti, improvvise schiarite, le tinte che diventavano più tenui, le forme a tratti ingentilite e poi di nuovo solenni fino a intimidire... (oh, il tuo Feanor che emerge dalle tenebre, la tenue luce di quel volto opalescente…) E poi un lavoro raffinatissimo, che dal violento magma iniziale scendeva al particolare. E sui colori un canto, prezioso e sì, “corposo”, come dici tu. Ecco, in un certo senso in questo racconto, bellissimo, una gemma tra le gemme, ho ritrovato tutto ciò, con una potenza mai così evidente. Dalla grande storia alle strazianti vicende personali. Lasciati dire che quel pettine d’argento, dolorosamente stretto tra le dita, dolorosamente strappato via, fa male quanto le oscure memorie “storiche” dei due figli di Feanor. Che lo sguardo dolente di Tyelkormo, il suo struggente “non detto” è commovente quanto il ricordo di tutto quel sangue colpevolmente versato (e quanto è evocativa, ed elusiva, la splendida poesia iniziale). Non sono “fluff”, come scherzosamente hai detto tu. Sono veri, umanissimi. E insieme distanti e intoccabili, come tutti i TUOI meravigliosi Elfi.
E la lingua, sì. Il canto… Ho spesso esaltato la ricercatezza e la raffinatezza del tuo linguaggio. E all’improvviso proprio tra queste righe ne ho intravisto il segreto. “Corposo” come il Quenya. Come esso poetico e mai scontato.

Recensore Veterano
20/06/15, ore 21:55

Ciao Ghevurah!
Sono davvero contentissima che tu sia tornata, mi mancavano le tue storie!
Anche questa volta la tua storia è stata una sorpresa, una bellissima e interessantissima sorpresa!
Adoro il modo in cui prendi alcuni momenti del Silmarillion e ne ricavi questi racconti così particolari, profondi e sempre con quella tua abilità stupenda di saper cogliere la prostettiva più insolita, o quella sfaccettatura che fa la differenza.

Io non amo per niente i personaggi di Atarinke e Tyelcormo, anzi proprio li detesto, con quel loro diventare sempre più arrivisti e menefreghisti, fino a mettere da parte persino il giuramento, a cui sono legati e che li lega ai loro fratelli, pur di accaparrarsi un regno in più.
Eppure ho apprezzato tantissimo questo tuo racconto, perché invece di parlare semplicemente di ciò che hanno fatto, delle azioni e delle loro conseguenze, hai parlato di loro. Hai descritto e raccontato Curvo e Tyelko, fino infondo, senza filtri. E questa è una cosa che amo immensamente trovare nelle fan fiction!

La prima parte è stata, per me, quella più dura da leggere: sai quanto io ami profondamente Findarato, quanto sia fermamente convinta che le sue azioni e le sue parole siano sincere e non siano affatto dettate da egoismo o ipocrisia, e vederlo sotto questa luce non è stato affatto piacevole, per me...
Stessa cosa vale per Nargothrond, che io ho sempre immaginato in maniera esattamente opposta: un luogo tranquillo, più sobrio di altre fortezze come per esempio Menegroth, e decisamente non così soffocante.
Ma so che questa è la visione che i due figli di Feanaro hanno di Findarato e della sua fortezza, e so che non potrebbe essere altrimenti. Ora che hanno perso tutto, ora che ciò che pensavano di aver conquistato gli sfugge di mano e si porta dietro anche Tyelperinquar, è ovvio che ogni cosa che riguarda Nargothrond e la memoria del suo re li disgusti e li soffochi, ancora prima di essere costretti ad andarsene.

Hai descritto perfettamente la rabbia di Curufinwe dopo che suo figlio lo ha rinnegato, con quella sua furia fredda pronta a colpire tutti, nessuno escluso.
Ho trovato in linea col personaggio anche il dettaglio dell’avversione di Curvo per il contatto fisico: personalmente penso che in certi contesti non lo detestasse poi tanto, ma sicuramente in una situazione come questa non avrebbe tollerato il contatto con nessuno, nemmeno con Turko che è sempre stato quello a lui più vicino.

Altrettanto mi è piaciuto come hai reso Tyelkormo, che all’inizio, umiliato quanto il fratello, risponde con altrettanta rabbia prima agli insulti di Curvo e poi, soprattutto, alla sua spietata accusa sul suo aver tenuto con se Huan, un legame vivente con i Valar.
Penso che all’inizio i feanorioni, e quindi anche Curvo, non si fossero preoccupati troppo della presenta di Huan, ma ora che proprio quel cane diventa parte della loro disfatta, in Curvo si risvegliano la rabbia e l’amarezza contro i Valar, contro la maledizione di Mandos che li perseguita, e così il grande cane non è più l’amico inseparabile di Turko, ma un nemico, un servo di quella maledizione.

Ma quando anche questo passa, Turko torna a pensare al fratello, ad osservarlo e a preoccuparsi per lui.
Turko è più impetuoso e istintivo del fratello, e la sua ira nei confronti degli abitanti di Nargothrond, per la perdita di Huan e di Luthien si è scatenata subito, e poi si è quietata.
E a quel punto il suo primo pensiero è diventato Curvo, Curvo e tutta la rabbia e il dolore che si porta dentro. E Turko, da bravo cacciatore, inizia prima a sondare il terreno, e poi agisce.

A tutto questo si intrecciano, costanti, i ricordi dell’infanzia e della giovinezza in Aman, mescolandosi al presente quasi di loro spontanea iniziativa, come se Turko non potesse fare nulla per fermarli.
Ho adorato i primi ricordi che rivive Turko: pieni del suo amore per le foreste e degli insegnamenti di Orome (Orome che hai descritto in una maniera incredibilmente suggestiva), ma soprattutto pieni del ricordo dei momenti di gioco con i suoi fratelli più piccoli.
La scena con i gemellini è stupenda, con Moryo che, come suo solito, riesce a fare lo scostante persino in un momento di gioia come quello XD.
Viene spontaneo anche a me associare i gemelli a Turko, forse perché sono tutti e tre cacciatori, per cui non ho faticato a immaginare l’affetto speciale che legava Turko ai piccoli Ambarto e Ambarussa!

Più complessi invece sono i ricordi che riguardano Curvo.
Questo è secondo me il punto in cui dimostri di più la tua capacità di trovare sempre quella prospettiva nuova: non avevo mai pensato a come Turko vivesse la grandissima somiglianza di aspetto, modi e carattere che c’era tra Curvo e Feanaro, ne cosa pensasse dei tentativi di curvo di emulare il padre.
Ho sempre pensato che Atarinke fosse orgogliosissimo di somigliare così tanto a suo padre, di avere ereditato la sua abilità nella forgia tanto da poter lavorare al suo fianco, ma non avevo mai pensato che sperasse di emulare il padre passo passo: immaginavo volesse, come lui, dedicarsi sempre ai talenti che avevano in comune, ma non che, per esempio, desiderasse sposarsi giovanissimo perché così aveva fatto Feanaro.
Eppure in questo contesto questa emulazione silenziosa ma testarda a senso, così come hanno senso i dubbi in merito dei fratelli maggiori, e in particolare l’aperta disapprovazione di Tyelko che, penso, preferirebbe vedere il fratello comportarsi come la persona che è, e non come suo padre, perché semplicemente Curvo non è Feanaro.

A cambiare tutto nella visione di Turko arrivano prima la sposa di Curvo e poi, più importante di tutti, il piccolo Tyelperinquar.
La scena in cui Turko trova il fratello con il figlio sulle ginocchia è, assieme al finale, il momento più dolce di tutta la storia: mi ha commossa lo sguardo con cui Curvo guarda suo figlio e la gioia del piccolo Celebrimbor mentre si fa pettinare dal suo papà!
E alla fine quell’emulazione, se c’era, è sparita difronte al desiderio reale di Curvo di avere una famiglia, e anche Tyelko se ne rende conto, come già aveva iniziato a fare il giorno del matrimonio, quando lui e Curvo si sono a loro modo riconciliati.

Tornando al momento in cui si svolge la storia, mi piace come Turko durante il viaggio si accorga di tutti i piccoli segni che dimostrano quanto faticoso sia quel percorso a piedi per Curvo: Curvo non è abituato al freddo, al lato più ostile della natura, al peso dell’arco sulla schiena... e Turko sa che farà sempre più fatica a mano a mano che il viaggio prosegue.
Eppure il suo tentativo di aiutare è ancora cauto, ancora a distanza, perché è evidente che Curvo non gli concederebbe nulla di più.

E’ nello Himring che la loro unione finalmente ritorna.
Il momento in cui Turko sfoga a modo suo la frustrazione per i rimproveri di Nelyo è la dimostrazione più cruda di ciò che dicevo sopra: lui la sua ira la sfoga sul momento, anche se non l’ho mai immaginato “sfogarsi” in una maniera così brutale.
Credo di aver capito però ciò che questa lotta contro quel lupo bianco significasse per lui: un abbandonare tutto, tutti i pensieri razionali, e affrontare qualcosa di concreto, da pari a pari.

La scena finale è la più intensa di tutta la storia, quella che, alla fine, ha commosso sul serio anche me….
Ho adorato il modo in cui l’hai gestita: Turko che all’inizio si muove, osserva e agisce come un cacciatore, per riuscire a ottenere realmente l’attenzione del fratello e per dimostrargli che non ha intenzione di desistere, questa volta.
Ma poi di quella durezza non c’è più bisogno, e il contatto e gli sguardi cambiano, iniziano a far trapelare tutto l’affetto che Tyelko prova per Curvo e quanto non sopporti di vederlo così.

Ma il momento più bello, quello che davvero mi ha colpita è stato quello in cui Turko decide di abbracciare il fratello non fisicamente, ma attraverso l’osanwe.
Hai descritto in maniera perfetta e intensissima questo scambio di pensieri tra fratelli, la reticenza di Curvo ad aprirsi, e come alla fine cede e si lascia consolare da Tyelko, mostrandogli quanto l’abbandono di quel figlio lo abbia ferito e continui a ferirlo, e non solo (inquietante il ricordo finale che ha Curvo del padre).
E Turko, dal canto suo, pur di fare del suo meglio per alleviare il dolore di Curvo fa di tutto per allontanare dalla propria mente ogni ricordo degli ultimi eventi, ogni traccia di rabbia e di sofferenza, per poter circondare i pensieri del fratello solo con l’affetto che prova per lui, con il suo desiderio di fargli sentire che lui c’è, e ci sarà sempre.
Davvero, non mi era mai capitato di leggere una descrizione così bella dell’osanwe, e ti ringrazio tantissimo per questo!

L’ultimissima scena è stata una sorpresa: pensavo che Turko si sarebbe limitato a un “abbraccio” mentale, e invece no: sente che Curvo ha ancora bisogno di sfogarsi, di piangere, e riesce ad aiutarlo anche in questo.
Penso che Curufinwe, nonostante tutta la sua rabbia e tutti i suoi tentativi di tenere lontano persino Turko, infondo abbia sempre sentito la vicinanza del fratello, ma che, per orgoglio e per la grande sofferenza, abbia voluto decidere lui quando aprirsi del tutto e mostrare quanto abbia bisogno a sua volta del fratello.

Una scena veramente stupenda!

Meraviglioso, Ghevurah, veramente: il modo in cui hai descritto tutte le caratteristiche e le sfaccettature dei due fratelli, le loro differenze di carattere e di atteggiamento, di abilità e di modo di sentire, mostrando allo stesso tempo quanto siano uniti, proprio come li vediamo sempre nel Silmarillion.
Una storia verametne stupenda, piena di dettagli, di particolari interessantissimi e di scene intense, che mi sono davvero rimaste impresse, anche grazie al tuo modo di descrivere, fatto non solo di immagini ma anche di sfumature e di sensazioni, una cosa che amo tantissimo del tuo stile!
Tantissimi complimenti!

Spero davvero di rileggere presto altre tue storie come questa, perché sono veramente stupende!
A prestissimo!
Un bacio,
Tyelemmaiwe

P. S. Ti faccio solo un minuscolo appunto: all’inizio del racconto ti è sfuggito un Norgothrond al posto di Nargothrond.

Recensore Veterano
10/06/15, ore 22:14


Oh Ghevurah!

Mi rendo conto di avere una caterva di tue meraviglie a cui lasciare un mio commento, ma non posso accumulare anche questa solo perché non sono ancora passata dalle altre storie, perciò… eccomi! 

Il mio giudizio su Celegorm e Curufin è andato trasformandosi col tempo e mi rendo conto di non pensare più quello che pensavo un anno fa, semplicemente perché li ho conosciuti attraverso altri dettagli, li ho inseriti nel contesto necessario e mi riesce difficile staccare i feanoriani pre-giuramento da quelli post (com'è giusto che sia, direi, non mi piace vedere i personaggi in bianco e nero e mi fa sentire sempliciotta non riuscire ad andare oltre la superficie). 
Perciò questo tuo racconto non ha fatto altro che mischiare ancora di più le mie idee e i miei giudizi e ha messo in più stretta relazione le due parti della loro vita, cosa che adoro.
Poi, credo che solo tu potresti scrivere Angst e Fluff nella stessa storia e ti adoro per questo :°D

Quando ho poi visto Oromë tra i personaggi, nello specchietto a inizio capito, ho avuto il batticuore! Ma per questioni che esulano da questo racconto XD 

Ma provo a procedere con ordine.

Probabilmente dico un’ovvietà, ma la poesia iniziale è un ottimo riassunto di quello che hai voluto mostrarci nel racconto. La parte che mi ha colpita di più è senza dubbio “Vorrei tendere la mano per trarti in salvo / qui, da qualche parte / Ma il buio allaga anche i miei orizzonti / Mi sommerge / Non c’è alcuna salvezza nella presa che ti offro / Eppure possiamo annegare, così / Assieme”, perché è l’immagine più vera di quello che è l’arco di questi due personaggi. I fratelli inseparabili, anche nella rovina. 

Come sempre, mi sorprende come tu riesca a dare una dignità e una poesia tutta tua alle descrizioni (poetiche), che se scritte da qualcuno meno bravo mi farebbero spanciare dalle risate. Nel tuo caso, le risate sono l’ultima cosa che mi viene in mente, catturata come sono dalle immagini che usi per descrivere. Non sono sterili, fini a se stesse, ma dipingono scene originali anche nella descrizione di qualcosa di “banale” come la pioggia.
E la descrizione dei personaggi? Adoro come descrivi Curufin che “trasuda ombra”, mi sembra di vedere catrame, con gli occhi che brillano freddi. E il paragone con la serpe è decisamente calzante XD Curufin dà decisamente la sensazione viscida e fredda di un serpente e non lo dico con disprezzo, ma come un dato di fatto. 

Poi, temo che le caratterizzazioni dei Feanoriani nella mia mente non siano approfondite come le tue (o quelle di altre persone che conosciamo entrambe ;D), ma di certo se li vedo caratterizzati in maniera vicina alla mia interpretazione me ne rendo conto e questo è il caso. Mi piace la caratterizzazione di Celegorm, questa sua aria selvatica che gli fa preferire le foreste e la caccia (ADORO il contrasto con Curufin in questo! Sono tutto un contrasto, per tutto il racconto, per tutta la vita e la cosa mi piace da matti) e mi piace quando lo mostri sorridere. È decisamente qualcosa che vedo caratterizzare Celegorm, il sorriso. 
E mi ha fatto troppa tenerezza la scena con i gemelli, mi è sembrato un lato di Celegorm mai visto ma non per questo assurdo, anzi! Credo che Celegorm potesse essere proprio così con i suoi fratellini. E quando sfotte Caranthir? OMG! Ho troppo riso! (immaginami da sola, al parco, seduta a una panchina, che rido lol). 
Poi sono stata sommersa dai feels al pensiero che sono Celegorm, Caranthir e Curufin a morire nel secondo Fratricidio. Credo tu non abbia infilato per caso Caranthir in questa storia dedicata agli altri due, o no?
Per chiudere questa parte su Celegorm, mi è piaciuto come il fantasma di Huan aleggiasse nella storia (e l’accenno a Luthien, awwww!). Mi è piaciuto in un modo straziante. È come se Celegorm ne sentisse la mancanza, attraverso questi ricordi, ma non volesse riconoscerla con troppe parole. Preferisce concentrarsi su Curufin, piuttosto che ripensare all’abbandono di Huan.

Poi, ho adorato la comparsa di Orome. Ma tanto tanto. Così spirito nel modo di comparire agli occhi di Celegorm, invisibile finché non gli si presta davvero attenzione, e coperto di pellicce, ossa e foglie *___* Mi affascina da morire questa tua visione, sarà che io sono incapace di visualizzare esseri incorporei (sarà anche una mia difficoltà a immaginare le cose senza pensarle disegnate), sarà che vedo i Valar come divinità pagane e quindi molto più corporee di quanto, credo, intendesse Tolkien - ma mi è piaciuta questa visione. È mistica, è magica, è probabilmente la versione che rispetta più il canon di qualsiasi altra che abbia visto in giro per in fandom (e mi ci metto anch’io nel mezzo, sono colpevole di una visione “sbagliata”, meh).

Una cosa che mi ha colpita (anche perché mi trova d’accordissimo) è come Curufin tenda alla continua imitazione di suo padre, anche sposandosi prima della maggiore età e con un’allieva di Mahtan (sappi che sono affamata di più informazioni su Indailien e, da amante dell’introspezione, ho domande: ha percepito questo scimmiottare il padre di Curufin? Che ne pensa? Si sente forse “usata” da questo continuo tentativo di Curufin di imitare il padre? Sono curiosaaaa!)
L’unico momento in cui Curufin non mi sembra avere l’ombra del padre a pesare su di lui è quando pettina i capelli di Tyelpe (scusa, lo chiamo così che mi è più facile, nel nome Sindarin aggiungo troppe B e in quello Quenya non so dove mettere alcune lettere: ma imparerò, eh. Sono una frana con i nomi e devo abituarmi). In quel momento, Curufin sembra se stesso e non una reincarnazione di Feanor e quindi mi viene da pensare che l’abbandono di Tyelpe lo ferisca tanto per motivi che cerco di mettere a elenco per facilità mia e tua: 1) Curufin era se stesso con Tyelpe e non era l’ombra di suo padre, 2) il rifiuto di Tyelpe è come un rifiuto alla parte puramente “Atarinke Curufinwe” di Curufin. 
Probabilmente questo ragionamento non ha né capo né coda, ma se mi è saltato fuori dopo la lettura un motivo ci sarà.
Di certo, quando Celegorm intravede il baluginio argentato nella mano di Curufin ho subito ripensato a quella scena dei capelli. Per tutta la storia, Curufin è stato ferito per l’abbandono del figlio e mi sembra come se quei ricordi del rapporto tra fratelli volessero sottolineare quel che ho cercato di spiegare sopra. Ma magari sono miei filmini mentali. Posso assicurarti che sono spuntati da tutti i feels che mi ha causato la lettura di questo racconto. 
Poi, vabbè, per colpa delle fanfiction, al pensiero di cosa debba aver provato Curufin all’abbandono da parte di Tyelpe, mi si stringe sempre il cuore.

Sono certissima di aver perso qualcosa per strada, ma mi avvio verso la fine della recensione.

Una mia modestissima nota finale: mi son chiesta perché altre volte avessi usato l’amilesse di Curufin, perciò la tua scelta di usare l’ataresse in questa storia mi è sembrata molto più comprensibile. E di sicuro non si confondeva con Feanor, che in genere mi aspetto più di vederlo chiamare Feanaro o Feanaro Curufinwe, di Curufinwe e basta - sarà che, se non erro, lui preferiva l’amilesse (o me lo son sognato?) e immagino che, quando sono spuntati fuori i fratellastri, abbia usato Curufinwe per mostrare che lui è più figlio di Finwe degli altri… ma probabilmente sono miei filmini mentali XD Di certo la Shibboleth mi ha confermato l’importanza delle parole, per Feanor almeno, e mi diverte un mondo tutto questo XD
Credo questa noticina non abbia senso, sorry.

Uh, altra noticina: sì, il sanwe si è notato, le reazioni dei personaggi lo avrebbero fatto notare anche senza il corsivo a segnalarlo visivamente. Mi diverte come nel tuo discorso diretto libero si sia inserito con più facilità di quanto potessi credere il discorso “mentale” :D Ma ignora pure questo commento, sono solo io che mi perdo ad apprezzare tecnicismi XD

Ho commentato in disordine e prendendo spezzoni qua e là, tanto che sono certa di aver dimenticato qualcosa. Non avrei dovuto recensire col mal di testa che mi rincretinisce, ma non potevo aspettare un giorno di più!

Okay, vado a dormire o mi si spaccherà la testa per il dolore.

A risentirci!

Kan 

Recensore Veterano
09/06/15, ore 17:10

mia cara, sono così felice di rivederti! tanto più con una storia come questa ! *-*
devo confessare che era un po' che progettavo una storia su Tyelko e Curvo, ma chissà ... >___>
vabbeh, lascio perdere le mie elucubrazioni e decido di rendermi utile XD

allora, innanzitutto devo dire che ancora una volta, mi hai davvero commossa. io sarò ipersensibile all'argomento, quando si tratta dei Feanoriani, ma le tue storie scavano in profondità, davvero <3
la prima parte è meravigliosa, quando Tyelko pensa alla pioggia che cade sulla foresta benchè lui e suo fratello si trovino ben distanti sottoterra, nelle aule del Nargothrond, e poco dopo essere stati esiliati riflette su come credevano di  aver vinto, quando invece si sono accorti troppo tardi che Tyelperinquar si era affezionato a Finrod (so che non ti piace, ma devo ammettere che a me non spiace, specie perché la prima volta che ho letto il Silma, a dodici anni, ero praticamente innamorata di lui .... vabbeh XD **si sotterra**). bellissima poi la descrizione delle aule del Nargothrond, agli occhi di Tyelko un luogo sfarzoso e asfissiante che lo pare quasi soffocare, e del modo in cui Curufin reagisce a quella perdita ... immagino tu lo sappia, ma è esattamente come me lo sono sempre immaginata: uno che odia essere compatito, odia la pietà e la compassione, e che risponde male e con odio a coloro che cercano di aiutarlo o confortarlo. ed è anche delineato benissimo Tyelko e i suoi modi di fare, che decide di non dare corda al fratello perché altrimenti non finirebbero più di litigare, ma che decide deliberatamente di infastidirlo ugualmente.
e poi la parte fluff della vicenda! la adoro, la amo assolutamente. è tutto assolutamente perfetto e soprattutto dolcissimo, Tyelko che gira nei boschi con Huan ma soprattutto lui che prende in braccio i gemellini, mi ha spezzato il cuore, come sempre quando si parla degli Ambarussa ç--ç (immagino sia ovvio ma anche a me piace pensare che i gemellini fossero particolarmente vicini a Tyelko, dato l'hobby comune ...) e anche Moryo mi ha fatto tanta tenerezza, ma certo che vuole essere preso in braccio pure lui! (ok, basta fangirlare ...)
ah, e la reazione di Tyelko al fidanzamento di Curvo! si sente quasi tradito, immagino, e sembra capire meglio di tutti che suo fratello tenta in ogni modo di emulare loro padre, senza quasi farlo apposta, come in questo caso, dato che i due fratelli avevano un legame più stretto ... come poi dimostra nel dialogo tra loro due nella fucina., dove Tyelko si rende conto definitivamente che, come loro padre è determinato e deciso nelle sue decisioni, che fa ciò che fa perché lo vuole, a sua differenza Atarinke sembra il più delle volte voler indossare una maschera di ciò che vorrebbe essere ... e alla fin fine Curvo è felice della muta comprensione di suo fratello ,che però continua a trovarlo inadeguato a ciò che vorrebbe essere ...

bellissima anche la parte del Brethil, con Tyelko e Curvo che arrancano nella neve dopo l'incontro/scontro con Beren (credo che quella sia la parte che mi ha portata a detestare in via definitiva Beren, comunque ...), con loro due che mai e poi mai potrebbero scambiarsi parole di conforto, non è nella loro natura, sono troppo orgogliosi e troppo furiosi per scambiarsi qualcosa che non siano parole di rabbia. apprezzo che tu abbia appiedato Curufin, insomma non credo proprio sarebbero riusciti ad andare in due su un cavallo solo, per non parlare del fatto che per Atarinke non è esattamente dignitoso XD
ma la mia parte preferita è stata quella con Tyelperinquar, devo dire. Curvo, per quanto sia giovane, è pronto per diventare padre, e quel bambino è stata la cosa che ha sempre desiderato di più al mondo, e finalmente assieme a suo figlio può essere sè stesso, il vero sè stesso, quello che non compare quasi mai ... e mi fa piacere che tu abbia nominato la mamma di Celebrimbor (povera donna, ha tutta la mia simpatia per essersi ritrovata uno così, dato quel che ha combinato dopo ... >__>) il mio head canon è un poco diverso (non me la immagino tra i discepoli di Mahtan, ma a fare dell'altro ..), anche se credo anch'io che Makalaure si sia sposato prima di Curvo! 
bellissima anche la parte dello Himring, di come Tyelko e Curvo si siano ritrovati a dover subire l'ira di Maedhros, e hai reso perfettamente Tyelko.dal canto mio ho sempre creduto che di natura fosse violento e iracondo, e mi è piaciuto tantissimo il punto in cui diviene un predatore lui stesso, e tutto diventa della semplicità della belva.
e il pezzo finale, dove lui torna all'Himring, malgrado il suo orgoglio finito, malgrado il biasimo dei suoi fratelli, unicamente per rivedere Curvo ... beh, mi hai spezzato il cuore ç___ç
e il dialogo tra i due, dove Tyelko riesce a vedere fin troppo bene oltre le menzogne di Curvo, dove intuisce quale dolore abbia dentro, per quanto non possa capirlo appieno ... e quando scopre il pettine di Tyelpo, quel piccolo oggetto che ha con sè dopo tanto tempo, e malgrado i suoi modi rudi e crudeli non può fare a meno di commuoversi, di provare a sfiorare la mente del fratello (hai usato il tema dell'osanwe in modo perfetto, devo dire), e vede i suoi ricordi, tutti i suoi rimpianti, i suoi rimorsi, e malgrado tutto, finalmente lascia perdere qualsiasi astio per perdersi in quell'affetto fraterno che è l'unico sentimento positivo che gli sia rimasto, forse ... ecco, nella scena finale dove Curvo riesce finalmente a sfogarsi e a piangere sulla spalla del fratello mi sono messa a piangere, devo davvero dirlo ç__ç
a questo punto, chiudo qui questa recensione senza senso logico ... comunque davvero, non sai la gioia che mi ha dato  leggere questa bellissima storia, non posso fare a meno che dirti grazie, grazie, un migliaio di volte!
ci sentiamo presto, mia cara! :*

Feanoriel 
 

Recensore Master
09/06/15, ore 14:52

Prima o poi mi ucciderai, lo so, lo sento.
Io adoro Tyelko e Curvo, li amo follemente, lo sai. Tra i figli di Feanaro sono, forse, quelli che amo con maggior intensità. Anzi, proprio ieri pensavo: quanto mi piacerebbe leggere una bella storia a loro dedicata! Ed ecco che arrivi tu con questa perla, questa storia struggente e... Oddio, perdona il commento confuso oltre ogni dire, forse avrei dovuto prendermi del tempo e recensire con calma. Ma davvero, l'urgenza di recensire è troppo forte e questo, temo, sarà il prezzo da pagare. Comunque, procediamo con ordine.
l'alternanza tra il presente e i ricordi di Tyelko è incredibilmente suggestiva e straziante, hai saputo creare un contrasto potente e terribile, assolutamente degno della situazione e dei personaggi.
Tyelko è come l'ho sempre immaginato, in qualche modo un po' "selvatico" e, per questo, in apparenza maggiormente innocente rispetto ad alcuni dei fratelli. Tyelko è, a mio direl, capace di un'ira violenta, sì, ma non sarà mai freddo e razionale quanto Curvo. E tu, questo contrasto, lo hai gestito in maniera, a mio dire, magistrale.
Poi in realtà le nostre visioni di Curvo un po' differiscono, nel senso che sì, anch'io immagino Curvo freddo, distante e dotato di un lucido raziocinio e, per me, è proprio questo a differenziarlo dal padre, maggiormente incline alla passionalità, cosa che credo manchi ad Atarinke (a proposito, credo anch'io che non gradisse l'amilesse) però penso che, in genere, il rapporto tra lui e Tyelko fosse più aperto, per lo meno per ciò che riguarda Valinor. Ho ugualmente apprezzato la tua visione e, anzi, l'ho trovata bellissima.
Devo ammettere di aver sorriso leggendo le parole impietose riservate a Findarato... So bene quanto tu non lo ami e credo non ti sia stato difficile scrivere certi passi XD. Anche io spesso mi ritrovo a biasimarlo, però dai, qualche merito glielo riconosco, povero Ingoldo :P.
Oltremodo suggestiva l'immagine della pioggia percepita adall'interno della fortezza di Nargothrond, trasmette un'diea di cupezza e di soffocamento che ha davvero dell'inquietante.
E ho adorato il tuo paragonare Curvo a un felino... E' una cosa, questa, che faccio spesso anch'io, oltre all'ovvio paragone con la serpe XD.
I ricordi d'infanzia a Valinor sono di una tenerezza disarmante... Gli accenni al rapporto tra Tyelko e Huan sono adorabili, ma ancor più dolci e toccanti sono le scene familiari... I gemellini fanno stringere il cuore, e Moryo con la sua faccia torva... Quanto avrei voluto che Tyelko prendesse in braccio anche lui!
Tornando a ciò che accennavo prima: la freddezza di Curvo nei confronti di Tyelko all'inizio mi lasciava perplessa, però l'idea, devo dire, mi è molto piaciuta: Tyelko, proprio perché tanto legato al fratellino, si rende conto dell'eccessiva somiglianza tra lui e il padre. Somiglianza che diviene desiderio d'emulazione e, in virtù di ciò, assume connotazioni anche pericolose.
L'idea che Curvo si sposi giovane l'ho sempre avuta anch'io, a proposito.
Comunque, mi piace l'idea che Tyelko si ricreda vedendo Curvo in veste di padre.... Quanto è dolce Curvo che pettina il suo piccolo!
Bellissima la scena nella foresta di Brethil, con Curvo che rinfaccia al fratello di aver tenuto con sé Huan, creatura dei Valar. E' una cosa, questa, a cui non avevo mai pensato e che mi ha davvero colpita. Non so perché, ma mi fa sempre ridere immaginare quei due in groppa a un cavallo solo, perciò ogni tanto ci vuole qualcuno che ridoni il giusto pathos alla scena, grazie infinite per averlo fatto!
Il finale è straziante, il fatto che Curvo abbia conservato il pettine per tutti quegli anni mi ha definitivamente uccisa, e l'accenno all'Osanwe è delicatissimo e, a mio dire, perfetto.
Pensa che avevo in mente di scrivere una cosina su Tyelko, ma dopo aver letto questa meraviglia mi sto seriamente chiedendo se ne valga la pena XD.
Chiudo qui questa recensione che definire contorta è dire poco, e non posso che ringraziarti infinitamente per aver dato spazio a questi due personaggi splendidi, e per averlo fatto con tanta sensibilità e tanto amore nei loro confronti.
Grazie, grazie infinite!
A presto, un abbraccio

Melianar