Recensioni per
fallen like roses in winter
di Jason_dal_profondo

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
03/07/15, ore 02:06
Cap. 5:

Ciao. Ho avuto il piacere di leggere questa tua ultima poesia e così ho deciso di provare a recensire.
Innanzitutto apprezzo la scelta difficile, e difficile è proprio l'aggettivo che meglio caratterizza l'intero scritto, a mio parere. Ogni scelta è stata coraggiosa e, alcune volte, anche un po' sfacciata! Partiamo dalla situazione: c'è un forte contrasto tra lo stato interiore e quello esteriore dell'io poetico. Movimento, rassegnazione e, direi, anche agitazione completamente controllata nei modi. Le lacrime sono l'unica via di fuga sentimentale! Il tutto molto difficoltoso, appunto, da rendere, e in qualche modo ci sei riuscito attraverso l'utilizzo di vocali dolci e aperte nei primi versi, e proprio queste si riferiscono alla serenità fisica. Dunque una sorta di contrasto tra le parole e il loro significato. Bella scelta! Unico neo è che la struttura del verso non va di pari passo con le parole: scegli, intelligentemente, di reiterare la struttura di tre versi (il letto che sa di, il volto che sa di, l'anima che sa di) però non approvo l'ordine in cui lo fai, nel senso che il primo tra i tre versi è più breve rispetto al secondo, ed il secondo più breve rispetto al terzo: questa scelta rallenta il tutto e rende insipida la situazione! In più il secondo dei tre versi termina con una vocale che inevitabilmente si lega con la prima vocale del verso successivo, rendendo il tutto una sorta enjambement che cozza con il senso in quel momento. Difficile anche la scelta di una punteggiatura scarna, ma recuperi molto bene, come già detto, con la scelta accurata delle parole ricche di vocali con il preciso compito di rallentare il tutto, ma peccato per la struttura dei versi!
Appare quindi evidente che la seconda metà dell'opera sia in contrasto con la prima metà, e l'elemento di legame sono i due versi con punteggiatura che precedono gli ultimi versi in lingua straniera. La pausa con i due punti, e infine la pausa del punto fermo si dispongono in maniera climatica: scelta nobile! Infine i versi in inglese, che io poco apprezzo e che poco rendono la tragicità, che a mio parere può esser resa molto meglio attraverso la scelta di parole e struttura organizzata delle parole stesse; anche questa scelta difficile, e questo più precisamente è il caso dell'azzardo! Infine mi soffermerei sulla ripetizione del "you're crying" che è l'elemento meglio riuscito della poesia, e ancora di più provo dispiacere per l'utilizzo dell'inglese, che butta al vento una gran bella intuizione.
Il vero problema delle poesie, a mio avviso, è che ogni singolo elemento deve essere strutturato in modo impeccabile; è come se tutti gli elementi debbano lavorare sinergicamente per raggiungere il medesimo scopo, e in qualche passo della poesia manca proprio questa impeccabilità che vanifica gran parte dei tuoi sforzi. Curando meglio i dettagli penso che tu possa arrivare molto meglio al lettore, e questo non sentirebbe più la necessità di analizzare minuziosamente le parole, ma si riterrebbe soddisfatto anche semplicemente di apprezzarne la musicalità.

Spero di leggere ancora qualcosa di tuo e ti ringrazio! A presto

Recensore Veterano
03/07/15, ore 01:01

L'avevo letta per prima, mi sono ripromesso di recensirla per ultima dopo aver letto il resto di questa raccolta. Si denota da quest'opera un cambiamento nello scrivere, forse questa poesia è stata la prima ( o l'ultima ) di un periodo. Qui sei più descrittivo, quasi narrativo, soprattutto con quel "fumo" di sigaretta e della consapevolezza dei momenti che si stanno vivendo; soprattutto in estate, periodo dove siamo più "alleggeriti" e disponibili a nuovi orizzonti. Non male, davvero. Mauro

Recensore Veterano
03/07/15, ore 00:58
Cap. 5:

Direi che è una grande consapevolezza. Si deduce un fallimento proprio da quegli ultimi due versi, come se il protagonista già conscio del fatto di non avercela fatta in passato ( il letto che sa di lacrime, quindi precedentemente già versate ) si ritrovi nuovamente spiazzato e che la conseguenza naturale sia il pianto. Pianto però che potrebbe essere inteso anche e non solo di tristezza, sebbene le parole che hai usato siano principalmente cupe, potrebbe essere un pianto di sfogo, dopo aver "riconosciuto" la verità, magari quella con la V maiuscola. A me ha dato sensazioni positive, così come la mia critica. Mauro

Recensore Veterano
03/07/15, ore 00:54
Cap. 4:

Un vero e proprio aforisma, ci sarebbe ovviamente da separare con uno spazio "iswhere" che probabilmente è un banale errore di battitura. Tuttavia la chiave interpretativa è molteplice. Se l'inferno, come tu dici, è vedere il paradiso e non poterci entrare, lo si può applicare a mille sfaccettature della nostra quotidianità. Al fatto di dove viviamo, di come viviamo, di cosa ci spaventa, di cosa ci fortifica, ecc... la semplicità di quest'aforisma è disarmante, eppure è di una profondità altrettanto lampante. Complimenti. Mauro

Recensore Veterano
03/07/15, ore 00:51

Ottimo, qui si entra quasi nel campo ermetismo/aforisma, ed è il mio pane. Mi piace soprattutto quel "dolce" in apertura, accompagnato da un rumore. Avendo dato un suono alla morte hai aperto nuovi orizzonti poetici a cui non avevo pensato e l'idea è splendida. E' la seconda opera dove intravedo una sorta di "continuo" dopo l'atto ultimo poichè, forse prima di spegnersi del tutto ( o di fondersi con l'universo ) l'anima è cosciente dell'oscurità, quindi vede e quindi per assurdo, vive. Inoltre, forse quella luce tanto agognata da molti, altri non è che quel luogo di passaggio obbligato che, prima o poi, tutti siamo destinati a vedere; inoltre, questo a parere personale, l'oscurità, forse, fa molto meno paura. Bravo. Mauro

Recensore Veterano
03/07/15, ore 00:47

Ciao Jason, molto significativa la tua opera, soprattutto nel pezzo che più preferisco, anzi nella parola che più mi ha colpito e che da un senso nuovo anche alla fine stessa: "temporanea". Si potrebbero aprire una marea di dibattiti con altrettante discussioni più o meno opinabili, ma quella "temporaneità" che hai dato alla morte, ribalta il concetto di fine, rendendolo solo un passaggio obbligatorio nella vita. Un argomento richiamante anche la reincarnazione o la "coscienza immortale" che pervede, con l'anima, anche oltre la soglia di Ade. Complimenti. Mauro

Recensore Junior
23/06/15, ore 16:46

Volevo dirti che condivido Molto la tua introduzione. ..però volevo chiederti: cos' è una poesia?.
Per me la poesia è quel qualcosa che non Si fa capire attraverso altre parole..la poesia non è una semplice descrizione di un paesaggio o di un sentimento..o semplice metafore...
Beh la tua poesia nel vero senzo della parola è molto bella...lascia intendere molto più di quello che tu hai scritto e questo mi fa piacere.
Ps: leggendo la prima tua scrittura e questa poesia mi sono chiesta se fosse stata scritta dalla stessa persona...perché qui vedo il tuo sfogo
..vedo qualcosa che nel primo capitolo mancava. Forse era perché ti eri trattenuto o qualcosa di simile.

Cmq complimenti
Ti aspetto

By hassna
(Recensione modificata il 23/06/2015 - 04:48 pm)

Nuovo recensore
23/06/15, ore 15:45
Cap. 4:

Mi piace ciò che scrivi e ciò che hai da dire. La prima poesia mi ha colpito moltissimo. Ci sai davvero fare :)

Recensore Master
14/06/15, ore 02:04

Ciao Jason.
Ho letto le tue poesie perché sono rimasta colpita dall'introduzione. Il tuo modo di sentire l'Arte, lo trovo estremamente condivisibile. E ti ringrazio per aver condiviso, con le tue parole, sprazzi di anima profonda e sensibile.
La seconda poesia mi è piaciuta molto. Malinconica ma piena di dolcezza.
Spero di poter leggere presto qualcos'altro di tuo.
Un abbraccio.