Ciao, allora... recensione per niente facile (te lo dico in partenza così ti prepari).
Devo confessarti che non so come prenderla. E non che il capitolo sia scritto male o che la caratterizzazione di Mary sia "sbagliata", anzi, hai fornito una visione che reputo convincente del suo personaggio. Il fatto è che io con Mary ho dei seri problemi. Credo che sia il personaggio con cui ancora adesso non riesco a rapportarmi in maniera serena, e che non riesco ad inquadrare. Per quel che mi riguarda è più difficile lei di Mycroft o di Sherlock. Quando si parla di Mary sono sempre molto spaccata a metà, tanto che non ho ancora oggi un'idea obiettiva e precisa del suo personaggio. Diciamo che è un sentimento contorto, una specie di disprezzo/amore non ben definito. Ancora mi sfugge e non riesco a capirla o a sviscerare la sua mente in modo logico, forse perché quello che abbiamo visto nelle prime due puntate si è rivelato falso e io non sono in grado di tirar fuori la verità riguardo le sue intenzioni/sentimenti dalle prime due puntate, considerando chi abbiamo scoperto essere nella terza. Insomma, Mary non è solo quella di His last vow, ma nemmeno solo quella dei primi due episodi e l'ambiguità mi confonde ecco.
Premesso questo (scusa, la ritenevo una precisazione importante), ammetto d'essere rimasta stupita dal fatto che tu l'abbia affrontata così presto. Dopo la profondità affettiva di Sherlock, sfociata un po' nella malinconia, confesso che mi sarei aspettata qualcun altro, uno come John. Il punto è ritengo sia complicato dare di Mary un'idea precisa, ma ho apprezzato davvero tanto il fatto che tu le abbia concesso un'umanità che sia sincera e soprattutto che tu lo abbia fatto in questo modo, dandole addirittura una certa ironia. Mary parla in una maniera... che mi suona poco familiare per certi versi (ma ribadisco, non è OOC). Mi ha ricordato tanto quello che di lei abbiamo visto in The empty hearse, dolce e ironica in più punti. Probabilmente è questo punto che mi sta facendo spendere fin troppe parole, il fatto che tu sia riuscita a concentrare tutto quello che abbiamo visto di Mary e che lo abbia fatto unendo ogni sfaccettatura, ogni più piccolo sentimento in un'unica lettera "scritta" da un unico personaggio. Un personaggio che parla con sincerità e che è onesto e vero forse come mai lo è stato in vita. Ed è la morte a renderla onesta perché oramai si trova in un luogo in cui le bugie non hanno più senso. Qui Mary è carina e simpatica, ma è anche un killer. Un sicario cresciuto in una "città spietata e fredda" con due fratelli maggiori e che ha avuto a che fare con la peggior feccia dell'umanità. Il contrasto tra il suo lato dolce e questo così tanto crudo, trovo che sia drammatico e difficile da digerire, ma che sia credo l'unica chiave di lettura per poter leggere il personaggio. O almeno l'unica che mi abbia convinto fino a questo momento. Forse Mary è entrambe le cose. Una madre amorevole e un'assassina venuta su in mezzo alla feccia. Una sposa con la pistola, come ci viene anche mostrato nel Mind Palace di Sherlock.
Un po' meno ambiguo, e più chiaro, è l'amore che Mary nutre per John e che traspare dalla prima lettera (scusa, continuo a chiamarla così per comodità). Amore che io credo onesto e sincero e a cui ho creduto nell'ultima parte dell'ultima puntata. Tu lo fai uscire in maniera forte e anche citando la piccola Amanda, il perno di un rapporto madre/figlia che nella serie ci è ignoto così come nel tuo verse, ma che ci regali in piccoli frangenti che escono da questa lettera. Amanda invece la conosciamo molto bene, e in particolare mi è piaciuto il desiderio di Mary che la bambina non cresca nel rancore e che piuttosto sia meglio che della madre non le si parli, almeno fino a che non abbia raggiunto l'età per capire. In questo ho visto quasi disperazione e la volontà che Amanda conosca anche e soprattutto i lati migliori di sua madre.
In ultimo c'è il messaggio a Sherlock. Quello, forse, di più difficile interpretazione. In 'Aforismi' veniamo a sapere che Mary ha capito fino a dove arriva l'attaccamento di Sherlock per John (e forse conosce bene anche quello di John per Sherlock, più che altro in ciò che è stato). Eppure, ora che ne ha l'occasione, che può dirgli quello che pensa veramente del loro non essere mai riusciti a parlarsi, non rimarca su questo fatto. Anzi ci scherza sopra dicendo che sono due timidoni. Si premura di alleggerire le pene di Sherlock e di aiutarlo a togliergli il senso di colpa per la sua morte, che di certo Sherlock prova. Questo suona di tentativo di redenzione. Più che vedere una Mary completamente cambiata e "buona", vedo una Mary che prova ad espiare i propri peccati, quelli commessi in vita, cercando di alleggerire un po' le pene di Sherlock. Forse lo fa perché sa che ora toccherà a lui star vicino a John e vuole che Sherlock sia emotivamente stabile e forte, per John e Amanda. O magari perché desidera davvero che anche Sherlock stia meglio. Può, in effetti, essere entrambe le cose.
Quello che so per certo è che sei riuscita a mettermi in difficoltà con queste lettere di Mary (o messaggi direttamente dall'aldilà, che dir si voglia). E ti posso assicurare che non è facile mandarmi in crisi o confondermi. Quindi grande rispetto e stima per il lavoro che hai fatto.
Ho apprezzato molto anche le citazioni ad Harry Potter ;)
Alla prossima.
Koa |