Recensioni per
Cosmonauta
di Monique Namie

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/09/16, ore 22:32
Cap. 1:

Ciao!
Sono qui per lo scambio recensioni!
Ammetto, sono stata attirata dalla poesia dalla bellissima immagine che hai messo lì sotto, diciamo che è stata la cosa che mi ha fatto dire che era quella giusta.
Non so se sono riuscita ad interpretare la cosa bene, ma ho avuto la sensazione di questa coppia che ha vissuto nello spazio e che trovando un posto dove stare abbia finito col non trovarsi bene. Il verso Perché su questo mondo i fiori son neri? me l'ha fatto venire in mente.
Insomma, in genere guardando un film fantascientifico e pensando allo spazio ci immaginiamo il nero, con qualche puntino lontano come stelle e si ha angoscia.
Invece, qui, la vera angoscia sembra la terra ferma, la stabilità.
Poi magari ho interpretato male io ( cosa possibile), ma voglio farti i complimenti perché hai creato una composizione molto bella ed evocativa.
Alla prossima
Balder Moon

Recensore Veterano
29/03/16, ore 16:54
Cap. 1:

Ciao!
Allora, di solito non leggo scritti che trattino di fantascienza, solo per gusto personale. Ma ogni tanto, mi capita di soffermarmi in un qualcosa che mi attira in un qualche modo. E se sono qui ha lasciare una recensione, significa che questa poesia lo ha fatto.
La mia mente è completamente uscita fuori dal mondo della fantascienza, ed ha interpretato il tutto come qualcuno scappato dalla propria casa. Una scelta, una costrizione, forse. Quelle comete d'argento mi hanno fatta pensare ai miei sogni e i fiori neri al mio animo, alle delusioni. Non so esprimere nel giusto modo quel che ho provato leggendole e rileggendola una seconda volta. Però posso dirti che senza dubbio mi è piaciuta.
A presto,
Arte.

Recensore Junior
14/01/16, ore 17:42
Cap. 1:

Wow. Affascinante, magica, oscura, incredibile. Non basterebbero mille aggettivi per descrivere questa poesia. Mi ricorda un po' David Bowie, morto da poco.
Questa tua poesia la interpreto come una metafora, un modo di esprimersi di un uomo che ha perso la persona a lui più cara, e che vede tutto sbiadito, appassito, si sente perduto e non sa come tornare indietro.
Penso che la metterò tra le preferite, dovrei fare uno studio accurato su questa poesia che, come hai detto tu stessa, può essere interpretata in una miriade di modi diversi. Complimenti

Recensore Veterano
04/01/16, ore 18:04
Cap. 1:

Ciao!
I miei complimenti ti vanno, a priori, per esser riuscita a scrivere una poesia. E' una cosa che mi sembra così difficile che, appena ne leggo una, mi ritrovo a chiedermi come diamine abbia fatto l'autore a concepirla e strutturarla!

Avevo letto l'interpretazione da te suggerita e, forse di conseguenza, ho finito per adottarla. Tuttavia, anche se tu nomini un nuovo pianeta che rappresenta una sorta di isola felice, nella mia immaginazione vedevo due amanti che volteggiavano nell'universo, tra stelle e pianeti, in un'atmosfera non completamente romantica, o meglio: romantica ma anche e soprattutto malinconica.

Particolare nota di merito: le tue rime non sono banali!

A presto :)

Recensore Junior
01/12/15, ore 15:41
Cap. 1:

Hai unito due generi che solitamente non leggo, la fantascienza e la poesia (io più che altro non vado pazza della fantascienza con viaggi spaziali, ma più di futuri alternativi e tecnologie futuristiche), ma è una unione che ha dato buoni frutti. La metrica è semplice anche se non sempre la lunghezza delle strofe è simile, le rime non sembrano seguire uno schema preciso (a volte sono alternate, a volte no, e c'è la ripetizione della parola argenti). In ogni caso almeno a me ha trasmesso un forte senso di nostalgia, e non so perché, ha ricordato la canzone Space Oddity di David Bowie, anche se non c'entra moltissimo. Continua su questo genere, mi sembra piuttosto interessante!

Recensore Veterano
19/06/15, ore 00:52
Cap. 1:

La trovo decisamente cupa... e prima di metterti in allerta, non è in senso negativo. l'empatia mi suggerisce immagini di allontanamento forzato, dove si cerca di crogiolarsi nel ricordo di qualcosa che più non c'è, aggrappandosi ad ogni emozione che faceva palpitare cuore e coscienze. In un mondo che definendolo "sbiadito", ci riporta sempre al discorso di un abbandono voluto. Per quanto concerne il lessico la trovo scorrevole; forse l'unica forzatura è quel doppio "argento" che "smorza" un po' il pathos dell'opera stessa, ma per il resto è di piacevole lettura. Mi aggrego al consiglio dell'amico Paolo: continua su questa strada e pubblica, senza timori di sterili critiche come la mia ( che so prenderai come positiva ) e senza timore di aprire il tuo cuore a chi, come noi, si nutre di versi e di immaginazione. Brava. Con affetto. Mauro

Recensore Junior
18/06/15, ore 22:28
Cap. 1:

Ciao Monique! Questa poesia è bellissima, anche se densa di una tristezza quasi straziante.
La protagonista evoca le immagini della terra natia, ma è come se cercasse di nascondere la malinconia che sta dietro alla sua scelta di abbandonarla per arrivare nel nuovo mondo, nel quale si sente alienata.
Il fulcro di questa poesia, o almeno lo è per me, sono i versi:
"Perché su questo mondo i fiori son neri?
Non c’è risposta nei tuoi occhi infiniti…"
Qui si percepisce tutto il dramma dello sradicamento. Alla fine, anche trasferirsi in un nuovo mondo non basta: rimarrà sempre quel ricordo malinconico della luna, quella domanda a cui la protagonista non troverà risposta. Una vita votata all'infelicità, forse un po' attenuata dall'amore vicendevole dei due amanti.
La poesia è molto bella, anche se onestamente non è la mia preferita, perchè ne hai scritte di molto molto più belle.
L'ho apprezzata molto perchè sono parole che ricostruiscono una storia, dentro il discorso della donna al suo "astronauta"! Tralaltro insieme sembrano una coppia dolcissima ("Ah, i tuoi occhi da cosmonauta romantico!"... un verso che mi ha lasciato un sorriso).
Brava!!
Un abbraccio.
A presto!

Grazia

Recensore Master
18/06/15, ore 17:28
Cap. 1:

Una rarissima perla di bellezza la tua mirabile poesia. Deliziosa e delicata, non sfugge alla mia attenzione, ma anche perché lo hai detto tu nel prologo, il desiderio di fuga da un mondo che va lentamente ma inesorabilmente all'autodistruzione, oppure verso il giudizio universale, che per la maggior parte degli esseri umani, significa qualcosa di peggiore, migliore per chi si salva.
Tutto questo per chi ha fede.
Rimane una poesia scientificamente bella e fantascientificamente pregevole, con quel tocco artistico che i fiori sanno dare.
Non ho più parole da aggiungere, se non per dirti di continuare a scrivere, studiare, pubblicare e amare il genere fantascientifico a cui io pure sono legato.
Un saluto estremamente cordiale,
grazie per il dono,
con grandissima stima
a presto
Paolo Ciraolo