Ciao, eccomi anche qui!
Sono andata a leggere anche questa, e non sono rimasta delusa. Adoro l'ironia di fondo che sia stato proprio Barty ad indirizzare Neville verso qualcosa che gli piacesse davvero e in cui riuscisse al meglio, facendogli credere in sè stesso (un po' come quando ha detto ad Harry di fare l'Auror), dopo aver contribuito entusiasticamente a torturargli i genitori. E Minerva che si è preoccupata giustamente di avvisarlo prima, in quanto se lo fosse venuto a sapere in Sala Grande con tutti gli altri, poveretto, gli sarebbe venuta una crisi davanti a tutti. Il primo Zenzerotto l'ha fatto sentire a disagio, e fa sorridere come pensasse all'inizio che fosse per l'esame di Trasfigurazione oppure per consolarlo di star per salutare uno dei suoi insegnanti preferiti. Eh. E lui che per un attimo ha pure provato pietà per qualcuno sottoposto al bacio del dissennatore...
Mi è piaciuto molto come hai saputo trattare il senso di colpa di Neville, che si chiede come abbia fatto a non accorgersene, disgustato dal fatto che Barty gli abbia pure raccontati allegri aneddoti sui suoi genitori, facendosi consolare ed incoraggiare... e Minerva che gli risponde categoricamente che, se la colpa è di qualcuno oltre che di Crouch, è solo di Silente e degli altri che conoscevano Moody e non se ne sono accorti. I sensi di colpa immotivati possono essere terribili.
Il tradimento che sente dopo, e il libro lanciato fuori dalla finestra, è probabilmente qualcosa che starà poi alla base del senso di rivincita, dell'ostinazione a migliorare e diventare più forte che vediamo in Neville nel quinto libro: vuole essere all'altezza dei suoi genitori, e tenere testa a gente come Barty o Bellatrix senza più farsi prendere in giro.
Molto, molto ben scritta, tantissimi complimenti! |