Ciao. Leggendo la tua ultima poesia ho sentito il bisogno di recensire.
Inizierei dicendo che hai senz'altro scelto una tema poco originale, e la difficoltà di questa scelta consiste nel fatto che bisogna trattarlo in modo sopraffino per colpire il lettore. A questo si va a sommare la scelta strutturale banale, a partire dalle rime che non hanno schema fisso: pensare delle rime in questo modo è rischioso perché si rischia di vanificare il tutto perdendo la musicalità! Inoltre mi sento di sconsigliarti l'utilizzo delle rime atta verbi all'infinito, che chiaramente sono infinite e scontate! Piccola nota positiva: la rima tra mano, vano e meno! Soprattutto la rima imperfetta, accostata alla paronomasia (mano-meno) nobilita ed impreziosisce l'interno verso! Credo che avresti principalmente dovuto soffermarti sulla ricerca più minuziosa di strutture che rendessero enfasi, perché alla lettura sembra molto piatta, monotona. Manca il giusto sapore che solo l'utilizzo adeguato dei termini e il giusto utilizzo di punteggiatura possono rendere, e certamente la soluzione non è rappresentata da alcuni punti interrogativi o domande retoriche. In modo particolare nel verso in cui usi due proposizioni interrogative, seguite da tre versi in epifora
("Devo cambiare? [...] e non sarò mai come te."): la differenza tra poesia, prosa e discorso parlato si assottiglia a tal punto da imbarazzare e assoggettare!
Non mi soffermo su altri dettagli perché penso che dovresti partire da questi e affinare la tecnica con il tempo, e certamente riuscirai a rendere meglio, attraverso le parole, la forte emozione che aspiri a trasmettere!
A presto |