Recensioni per
No Redemption
di Giulz87

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/08/15, ore 11:41


Seconda classificata al contest Who we are
Grammatica e sintassi: 20/20 
Stile e lessico: 14,5/15 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 10/10 
IC: 5/5 
Introspezione: 10/10 
Eventuale bonus: + 1 
Totale: 60,5/60 + 1 
Grammatica e sintassi: 
Questo contest mi sta mettendo seriamente in difficoltà nel trovare nuovi modi per riempire questa sezione, perché una grandissima parte delle storie giunte sono assolutamente perfette dal punto di vista grammaticale e sintattico. E io continuo a ripetermi, ma non posso evitare di dire che questa storia è totalmente impeccabile. Non c’è alcuna sbavatura, di nessun genere, sia per quanto riguarda la grammatica sia per quanto riguarda la sintassi. 
Stile e lessico: 
Del tuo stile è immediatamente evidente il suo essere “personale”, sentito. Sei audace nella costruzione delle frasi e nell’accostamento delle parole, al punto che ogni tanto ci si sofferma su una frase pensando “ehi, questa costruzione è inusuale. Ma funziona. Funziona davvero bene”. A primo impatto alcune frasi, particolarmente complesse o insolite nella struttura, sembrano un pochino “strane”, ma dopo qualche istante ci si rende conto che nella narrazione funzionano, e funzionano davvero bene. Anzi, funzionano molto meglio di come avrebbero fatto se fossero state formulate in modo più “tradizionale”. 
Non solo: lo stile, dalla formulazione delle frasi allo sviluppo della narrazione in sé, è sempre perfettamente in linea con il personaggio. Utilizzi un tono davvero perfetto, e la scelta di utilizzare la seconda persona risulta assolutamente vincente. In particolare, lo stile risulta davvero adatto perché non è mai troppo “basso” nel registro per narrare i pensieri del cosiddetto uomo più intelligente della sua epoca, e al contempo non è mai forzato, mai costruito, ma fluisce in modo scorrevole e naturale, spontaneo. 
Anche la punteggiatura è molto buona: corretta, precisa, utilizzata in modo consapevole e adatto alla costruzione del ritmo della storia. 
L’unica frase che non mi convince del tutto dalpunto di vista della punteggiatura, è “inseguono un eroismo ovvio, scontato e fanno della debolezza il loro marchio”, in cui quella virgola dopo “ovvio” che non è lì per la suddivisione degli elementi dell’”elenco” rompe un po’ il ritmo della frase. 
Inoltre, l’unica altra cosuccia che non condivido fino in fondo è l’”ed” della frase “Ed hai bruciato gli ideali”: se fosse stato isolato, lontano da altre frasi che cominciavano con “e”, sarebbe stato perfetto. Ma dato che le frasi che cominciano con le congiunzioni sono un po’ pesanti, il fatto che anche la frase precedente cominciasse allo stesso modo rende questa un po’ meno scorrevole, rende quell’”ed” superfluo. (Chiaramente, si tratta solo di una questione di “suono”, non è assolutamente un errore grave; anzi, non è nemmeno un errore vero e proprio in realtà, solo una piccolissima “sbavatura” nella fluidità della narrazione) 
Dal punto di vista lessicale, dimostri di avere un vocabolario ampio e ricco e un’eccellente consapevolezza del valore, non solo dal punto di vista del significato ma anche dal punto di vista del registro di appartenenza, delle parole che utilizzi. 
Ci sono giusto un paio di scelte che non condivido proprio fino in fondo, e te le segnalo per potermi spiegare meglio. Nella frase “tua anima straziata”, quello “straziata” è un pochino ridondante, un pochino troppo “sentimentale” rispetto al tono della storia. Nella frase “macchiata e scusata da principi di cui ormai il mondo è derelitto”, invece, quello “scusata” potrebbe forse essere sostituito da “giudicata”, che suona più in linea con il resto della narrazione e anche più comprensibile nel suo significato. 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 
Potrei passare ore a blaterare su quanto io abbia apprezzato la struttura di questa storia. È una rete fitta e ben tessuta di riferimenti, richiami, temi che ricorrono e sottili contraddizioni. 
È complessa come una mente umana, questa storia, e per questo totalmente adatta a ricostruire i pensieri che avvengono in essa. 
Potrebbe essere una mia debolezza, ma ammetto di amare le storie che si sorreggono su un’impalcatura, appena accennata. Qui, soprattutto nella parte finale, il richiamo alla poesia di Shelley che “sostiene” il finale è un’idea geniale, di quelle che mi fanno fangirlare per ora. Se avessi trovato una cosa del genere in un romanzo, leggendolo, solo questa parte gli avrebbe fatto meritare un posto fra i miei preferiti. Perché mostra una grande cura e attenzione, mostra fra l’altro una perfetta consapevolezza e conoscenza del personaggio e un’ottima comprensione del “ruolo” e delle caratteristiche che Moore gli ha attribuito. Il legare Adrian, nella tua storia, alla stessa poesia a cui è legato nel fumetto è un’idea brillante. Dà proprio un senso di completezza. Fra l’altro, non ti sei fermata al frammento che Moore utilizza ma sei andata oltre, anche se di poco, e questo rende la storia ancora più interessante. Ancora di più, perché già con quei due, tre versi in più a cui ti riallacci dimostri di essere andata oltre, oltre al personaggio del fumetto, oltre alla storia in sé. Questa storia voleva essere un approfondimento, e ci riesce in pieno. È un approfondimento completo, intelligente, preciso e accurato. 
L’idea, poi, di aprire la storia parlando di opinioni generiche è davvero eccellente: crea un contrasto forte ed efficace con lo sviluppo della storia. Ozymandias stesso presenta questo contrasto in sé: il modo in cui è visto contro ciò che è davvero. E allo stesso tempo queste prime frasi mostrano la gente per come la vede Ozymandias: persone che non sanno, che non sanno cosa stia succedendo attorno a loro. Che non vedono – non devono vedere – la verità. 
IC: 
Dalla prima all’ultima riga, sei riuscita a rimanere all’interno dei “confini” della mente di Adrian. Sei riuscita a rispettare perfettamente quello che di lui si vede nel canon, con tutti quei meccanismi complessi che lo rendono un personaggio incredibilmente difficile da decifrare. Tu hai letto oltre: oltre la facciata e oltre la singola azione. Hai riunito ogni singolo elemento che lo compone come personaggio e li hai utilizzati per ricostruire la sua mente in modo estremamente approfondito e aderente al canon. 
Poiché dei suoi pensieri non sappiamo quasi nulla, possiamo ricostruire la sua personalità solo da azioni e parole: tutte le azioni e le parole che compie nel canon potrebbero perfettamente inserirsi nel flusso di pensieri che tu costruisci. Questi pensieri sono proprio la perfetta base di tutto ciò che fa e dice nel fumetto, e credo che non esista dimostrazione di rispetto della caratterizzazione originale del personaggio migliore di questa. 
Introspezione: 
Lo ammetto: l’idea di scrivere un’introspezione su Adrian, che é uno dei personaggio che mi affascinano di più in assoluto, mi ha sempre fatto un po’ di paura. Un po’ di ansia, perché si regge su un equilibrio delicato di verità e menzogne. Perché non può essere classificato, perché non è né buono né cattivo. Perché non rientra in nessuna categoria ed è difficilissimo inquadrarlo correttamente, soprattutto perché si ha la sensazione di cominciare a conoscerlo davvero solo alla fine dell’opera, solo quando, in un certo senso, è troppo tardi. 
Tu sei stata in grado non solo di mantenerlo IC, m anche di creare un’introspezione approfondita, intelligente, molto piacevole da leggere. L’idea di utilizzare la seconda persona non è efficace solo dal punto di vista stilistico ma anche dal punto di vista del risultato complessivo della storia: quella voce che si rivolge direttamente a Ozymandias, che parla con lui, permette di “scavare” nella sua mente in maniera assolutamente completa e di grande, grandissimo impatto. Come se tutti i suoi pensieri e quelle colpe di cui lui è perfettamente consapevole fossero portati alla luce davanti ai nostri occhi, senza che nemmeno Adrian possa impedirlo. 
Trovo estremamente efficace la scelta di inserire l’accenno a Blake alla fine: Blake, che come lui era oltre la redenzione, e che invece ha espiato prima di lui. Anzi, senza di lui, perché per lui non c’era speranza. Un uomo opposto ad Adrian in apparenza, eppure la persona a lui più simile che potesse esistere. 
Mi piace moltissimo, inoltre, come in pochissime righe tu riesca a condensare i pensieri di Adrian su se stesso, su ciò che ha fatto e sul mondo. Sulle persone che continuano a vivere grazie a lui e grazie a coloro che sono stati sacrificati. Anche Adrian ha sacrificato se stesso, ha sacrificato ogni possibilità di redenzione. E nessuno, a parte Dan e Laurie, lo saprà mai.