Recensioni per
Amando Parigi in Primavera
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/02/17, ore 15:48

Recensione premio per il contest: Reverse Canon, di Setsy
premio: Prima classificata sezione One Shot

Cara, eccomi persa in questo avvolgente labirinto di colori, sensazioni e immagini che solo le tue storie sanno esprimere così bene. Pensa che sono una delle pochissime persone che non ha amato Parigi, ma la tua rilettura già mi fa sorgere il dubbio di aver osservato tutto con un occhio troppo critico!
O il punto è che, da latina, ne sono meno frastornata, meno stupita di quanto amo l'atmosfera di Londra, che adoro. Mi sento un po' Mycroft quando nota che il tè non sanno proprio farlo... ma anche - per effetto del tuo incantesimo - mentre se non si lecca le dita dalla crema è solo per decenni di severa educazione.
Che idea favolosa scegliere il periodo vittoriano, credo che per questa coppia non lo faccia mai nessuno. Ma non importa, basti tu *-*
Ho immaginato un Mycroft appena più grassottello che nella serie, come se un pochino di quello 'storico' fosse fluito nella tua trama; forse perchè è così entusiasta del profumo di pane caldo, caffé con la panna, dolcetti, e un poco più cedevole, quindi meno controllato.
Sembra che non veda l'ora di trovarsi in questo mondo così diverso dal suo perché la parte di sè più aperta e morbida ha bisogno di manifestarsi. Sembra così più umano, eppure, ça va sans dire, è assolutamente IC. Un giorno, bontà tua, mi darai l'indirizzo dove si firma il patto col diavolo per riuscire a fare queste cose...
Ha un tocco di italiano in vacanza, lui che è l'Inghilterra in persona, che si rilassa quando è dove nessuno lo conosce.
Mi ha ispirato simpatia e incuriosita.
Parigi è viva tra le tue mani, come già hai fatto con Londra.
E' personificata, è una ragazza che balla il can-can, che sorride agli sconosciuti, che canta agli angoli delle strade.
Che è mobile, imprevedibile, che può rivelarti di sè più di quello che puoi scoprire da solo.
In questa compagnia, Mycroft siede al tavolino del caffé, con la sedia scomoda e il piedino traballante; non potrebbe non notare subito quello che non va, non sarebbe l'uomo che conosciamo. E col suo sguardo indagatore, da un'occhiata in giro. Magari è il giorno che cambierà la sua vita, e lui ancora non lo sa.
Perché di fronte a lui c'è una persona, un pittore. Parigi ne è piena, non dovrebbe essere uno spettacolo tale da catturare a lungo la sua attenzione. Eppure un pittore che non dipinge non è una cosa che si vede tutti i giorni. Non con così tanto materiale cui attingere, e quindi? Cosa non va?
E' un po' stropicciato, un po' perduto. Fissa la tela bianca quasi con sgomento.
E per una volta, l'uomo di ghiaccio sente uno strano impulso. E' attratto, si concede di vedere la bellezza di Greg attraverso un aspetto semplice, e un forte odore di assenzio che ne denuncia l'eccesivo uso. ecco, forse Mycroft è abituato alle persone con qualche dipendenza, perchè non mi pare se ne faccia un enorme problema; quello che vede sono i colori che brilleranno nel suo studio, dopo che sarà pieno dei quadri del suo pittore.
Sa che gli rimarrà addosso, col suo odore, non sa che sarà di sé quando dovrà ripartire.
C'è una dolce melanconia in questo scritto, come succede quando ci sono sentimenti autobiografici, o si è così convincenti da darne l'impressione.
Ho tifato per la coppia, sto sperando che Greg torni a Londra col suo innamorato, in fondo era la sua città. E l'amore rende ogni posto Casa.
mi tocchi il cuore, come sempre
tua, Setsy

Recensore Veterano
10/06/16, ore 15:41

Ciao Koa__! :)
Sono qui per lo scambio di recensioni indetto nel gruppo facebook "EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni".
Premetto che non conosco assolutamente il fandom, ti chiedo di perdonarmi, perciò la mia sarà una recensione oggettiva sul tuo stile e modo di scrivere.
Parto col dire che sei davvero brava a descrivere le sensazioni che suscita Parigi. I colori, l'atmosfera, i sapori, persino gli odori, sei riuscita a trasmettere tutto. Bello anche il paragone con Londra, che effettivamente comparata a Parigi sembra una città grigia.
È interessante anche come tu sia riuscita a raccontare questo incontro, così particolare e ho apprezzato molto la descrizione di Gregory mentre fissava il nulla, è stato molto poetico e affascinante!
Il tuo stile è molto fluido e impeccabile, ricercato ma non pesante. Sei stata molto brava!
In quanto a grammatica e ortografia non ho veramente nulla da dirti.
Ho solo due appunti da farti:

Questo ferro battuto non è per niente accogliete

Manca la n di "accogliente".


mangiotti

Sono rimasta un po' perplessa qui. Non ho mai sentito il termine "mangiotti" o "mangiottare", semmai "mangiucchiare". Però, non so, forse sono io che mi sbaglio xD

Sostanzialmente la mia recensione è molto positiva!
Ti chiedo ancora perdono per la mia ignoranza in merito a questa serie ^^"
A presto! :)

Sylvia Naberrie

Recensore Veterano
29/05/16, ore 15:48

Ciao!
Eccomi qui a recensire questa storia, dopo aver passato venti minuti buoni a scorrere il tuo profilo, facendo la conta per scegliere.
Benedetto sia quel gruppo Facebook per lo scambio di recensioni, che mi ha fatto trovare il tuo profilo. E benedetta anche Donnie, che lascia sempre questi prompt meravigliosi. Ma soprattutto benedetta te, per aver scritto una storia del genere.
Ho amato ogni parola, ogni virgola.
La scelta è ricaduta su questa storia grazie al titolo, perché amo Parigi e penso che nessuno come te abbia mai saputo farle un ritratto tanto azzeccato.
Credo che anche una persona che non sia mai stata a Parigi, leggendo queste righe, potrebbe riuscire tranquillamente ad immaginarsi la città, a viverci, quasi.
Davvero complimenti.
Un'altra cosa che mi è piaciuta moltissimo, è la leggerezza (non riesco a trovare una parola per esprimere il concetto) del tutto. Cerco di spiegarmi... Non succedono tante cose nella storia, ma è come se ne succedessero mille altre, senza però rendere caotico il racconto. Non so se si capisce, ma comunque.
Le descrizioni sono davvero meravigliose. Probabilmente ripeterò meraviglioso all'infinito, riferendomi a questa storia. Non ci sono parole che rendano giustizia alla bellezza della storia, ma meravigliosa è quella che più ci si avvicina.
Grazie di aver scritto questa storia.
Prossimamente ho intenzione di leggere anche altre tue storie, perché mi sono davvero innamorata del tuo modo di scrivere.
Un bacio e un biscotto della fortuna,
Alice In Wonderbook

Nuovo recensore
03/08/15, ore 21:56

Ciao Koa
le cose da dire di questo tuo lavoro incredibile come sempre sono tante quindi spero di non perdermi nulla e procedere con ordine.

Parigi è senz'altro la grande protagonista di questa storia, a mio parere, ruba la scena anche agli altri due con le descrizioni precise e pittoresche che hai saputo fare. Il lettore si immedesima, pare percorrere egli stesso quelle vie di cui racconti, ne sente gli odori e ne può percepire i colori in tutte le sue sfumature.
Parigi è una città così diversa da Londra ed anche questo lo sottolinei splendidamente, con metafore azzeccatissime "Lei non porta colletti rigidi, bombette e bastoni da passeggio, ma baschetti calati sulla testa e foulard dai colori caldi che le riparano il collo dai venti gelidi". Insomma in questo tuo scritto Parigi è personificata ai massimi livelli, è un qualcosa che vive e che fa vivere.
Proprio in questa ambientazione ritroviamo il nostro Mycroft. Una personalità distante dai toni vivaci di questa città, abituato agli schemi rigidi ed inflessibili di una Londra più lenta ma rigorosa. Ma Mycroft non può non innamorarsi di una città come questa, così all'opposto rispetto alla sua personalità.
Poi, a mio avviso, arriva il colpo di scena, ma è un colpo di scena senza nulla di ecclatante che tu costruisci per gradi, scendendo nei più piccoli dettagli: il fatto che questa Parigi a Mycroft stia un po' stretta. Proprio come nella scomoda sedia che gli hanno dato, anche nella Parigi bohemien c'è qualcosa che non calza a pennello. Paradossalmente è proprio il fatto di non essere Londra stessa. Qui costruisci questa grandiosa dicotomia, di amore ed odio verso una delle città più belle del mondo e lo fai in una maniera paurosamente vera e realistica, seguendo i pensieri di Mycroft che ama ed odia a seconda di ciò che vede.

Successivamente Parigi ritorna grande protagonista, è colei che tesse in silenzio l'inganno, colei che stordisce ed infatua con i suoi odori forti, con i sapori di cui Mycroft non riesce ad averne mai abbastanza.
Questa è in assoluto la cosa che mi è piaciuta di più dell'intera storia: Mycroft è uno degli uomini più intelligenti, nemmeno il fratello potrebbe ingannarlo facilmente, ma deve, invece, piegare la testa ad una città di questo calibro. Una città che ubriaca, che crea illusioni e spazza via ogni sua convinzioni, addirittura una città che crea uomini che a Londra non potrebbero nemmeno esistere.
Ed allora va bene sottomettersi al tranello e conoscere l'uomo misterioso che non ha ancora dipinto nulla.

Anche qui tanto di cappello perchè il tuo Lestrade è il Lestrade della serie, perfettamente IC, umiile e pronto ad ammettere i propri limiti, mostrando subito all'uomo che ha davanti quali sono le sue debolezze.

Infine come sempre rimango affascinata dal tuo stile, la tua capacità di usare la seconda persona è davvero eccellente e perfettamente in linea con il personaggio di Mycroft, ed il fututo che usi sul finale contribuisce ad inalzare il tono e rendere il tutto più poetico e commovente, con una vena malinconica.

Insomma davvero tanti tanti complimenti per questa storia, l'ho amata moltissimo ed ho amato anche rileggerla.
Ovviamente tutto quello che ho scritto nella recensione è un'opinione personale e spero di non essermi discostata troppo da quello che erano in realtà i tuoi intenti.

Ottimo lavoro. Alla prossima.
(Recensione modificata il 03/08/2015 - 09:57 pm)
(Recensione modificata il 03/08/2015 - 10:00 pm)

Recensore Junior
02/08/15, ore 17:19

Non amo particolarmente le Mystrade, ma mia cara Koa questa è meravigliosa.
Io non so come tu faccia a rendere Parigi così perfettamente.
Non ci sono mai stata, ma quando leggo qualcosa di tuo ambientato lì mi catapulto in un attimo in Francia, a bere un tè con Mycroft e ad osservare Lestrade.
Adoro il modo in cui la descrivi, la rendi viva, presente.
E poi Greg e Mycroft sono perfetti.
Il pittore maledetto e il gentiluomo inglese, davvero stupendi.

Credo che tu abbia creato le ParigiLock! (esistevano già? Boh xD), e ti prego scrivine altre, ne ho bisogno. Tutto il fandom ne ha bisogno XD

Complimenti, baci B <3

Recensore Veterano
01/08/15, ore 17:44

E vabbè. 
Dimmi a quale dio devo rendere grazie, di queste perle che regali a un povero fandom sempre più disagiato. 
Greg, Mycroft e Parigi: sembra così perfetto da risultare un insulto il fatto che nessuno ne abbia scritto, prima ma, almeno, ho la soddisfazione che l'hai scritta tu. La descrizione dello scenario è quanto mai simile ad un dipinto, ma temo te l'abbiano già detto. Questa è una di quelle pochissime storie che possa definirsi vive: non solo i colori sono vivaci, essa contiene suoni ed emana odori. Una Parigi che si risveglia dalla Belle époque e si dona al nuovo secolo. 
Concludo per non rischiare di dilungarmi troppo con cose che annoierebbero entrambe. 
Questa storia è veramente bellissima, il verse è particolarmente affascinante 8e il mio cervello non può fare a meno di sperare, ma lo terrò per me e gli metterò una museruola, prima o poi). 

Complimenti ancora, Koa. 
Feynman

Recensore Master
01/08/15, ore 16:04

Va beh, l'ho dovuta rileggere. Quando una cosa è bella è bella, c'è poco da fare. Questa fic lo è e leggerla è un piacere. Parigi è davvero viva, quando la descrivi, e ogni gesto, ogni sguardo, sono immagini tracciate alla perfezione. Per non parlare dell'aura in cui sei riuscita ad immergere Mycroft e Greg: con poche parole hai rimandato alle loro essenze, a tutto il loro essere.
Hai dipinto questa storia, come ti dicevo nel gruppo, non ti sei limitata a scriverla.
Quindi rinnovo tutti i miei - soliti e noiosi - complimenti.