Recensioni per
They Stare, They Cannot See
di Padme Undomiel
Finalmente reisco a recensire questa ff! Mi dispiace di averti fatto aspettare tanto, soprattutto perché è un po' che non recensisco qualcosa e ho paura che questo commento venga una schifezza... Comunque, questa fanfiction è meravigliosa, una piccola perla sul nostro (soprattutto tuo) adorato Roy <3 Adoro come tu abbia messo in contrapposizione le chiacchiere e le dicerie con quello che in realtà pensa e sente Mustang. Mi piace pensare che si sente in una sorta di sintonia con Ed, che si senta simile a lui nel bene e nel male. Non importa se quella non è la Verità elaborata e interessante che vogliono tutti, quella è la sua Verità, l'unica che riconosce come tale; insieme alla consapevolezza intima che Edward è ancora vivo da qualche parte, dall'altra parte di quel portale. L'amarezza che lo pervade è tangibile, tra il dispiacere per aver lasciato i suoi colleghi e il non riuscire più ad usare l'Alchimia. Ho notato anche come tu abbia definito la posizione del Tenente Hawkeye, sapevo che non avresti resistito al mettere in luce quanto, pur tenendo a lei, Roy non prova quell'affetto e quel legame che prova per Ed, e così anche se lei piange lui se ne va comunque. E invece non può fare a meno di pensare se davvero Ed ha detto addio a tutti, ad Alphonse, a Winry, a lui... Perché Tutto torna.Tutto, tranne Edward. |
Non credo di meritare una dedica così bella ed elegante, ma ho sentito i fuochi d'artificio quando l'ho letta, perché il mio amore per FullMetal Alchemist non ha eguali e quando ne suggerisco la visione spero sempre che chi lo veda possa percepirne la bellezza, cerca di consigliarlo a coloro che secondo me potrebbero capire quelle emozioni e sentirti parlare dunque di dono, mi ha emozionata, perché sì, chissà... forse inconsciamente voleva esserlo, ma non mi aspettavo ritorni di tributi mustangiani, invece l'hai scritto, hai scritto di Roy, mi hai donato il Roy della tua ispirazione che è quello che amo, quello che sorride beffardo, quello che se può cerca di dar ossigeno ai pettegolezzi che gli scivolano addosso, lo divertono, lo distraggono... potrebbero ferire, ma chi si lascia ferire dalle parole non è chi ha fatto la guerra, chi ha fronteggiato orrori, chi vive nella consapevolezza di non aver mai avuto la cosa più importante con se, per se. E quindi questi fiumi di parole e teorie sono credibili, sono tanti e li hai gestiti senza perder il filo del discorso e senza permettere alla scrittura di diventare pesante, piuttosto c'è una sottile ironia che come un filo trascina periodi che nella loro assurdità, dipingendo un mostruoso Mustang, ne fanno da tributo perché - chi legge - sa, il lettore sa chi è Roy e questa pioggia di veleno ed invidia trasfigura il resto del mondo, le male lingue, bruciandosi come acido, svelato chi è l'alchimista di Fuoco, è un bel effetto contrario quello che dai, un effetto che porta un concatenamento di altre emozioni, tra cui il desiderio di averlo vicino, di poterlo abbracciare, ma lui di quel amore, di quell'ammirazione di pochi è grato, ma non sa che farne e le ha viste, le lacrime negli occhi del Tenente Hawkeye. Roy è andato via lo stesso, in questa breve breve frase c'è tanto, non può non colpire, l'amore di una donna forte, una donna che lo merita, che lui merita, ma anche la determinazione che da sempre brucia nel suo personaggio e che lo rende affascinante, un eroe romantico che può lasciare misteri dietro di se, ceneri su cui costruire castelli di fantasie, di fiabe, ma di cui alla fine c'è poco da dire, l'atteggiamento silenzioso dei misteriosi a volte è solo assenza, dentro, nel profondo. E l'assenza che lo ha cambiato si chiama Edward Elric, un Ed con il quale hai fatto una bellissima analogica riflessione, un Ed in cui Roy ha sicuramente sempre visto se stesso e che da adulto continua ad essere un po' lui, inconsapevoli condividono un destino, un passato, un presente, un futuro... pur ignorandosi, pur lontani, come gemelli agiscono come legati insieme, come burattini mossi da un unico burattinaio. E la verità più dolorosa per entrambi, più dolorosa da leggere è che Roy, come Edward, non può tornare a casa. Nessuno dei due ce l’ha più, una casa. In questa semplicità c'è forse la tragedia maggiore di tutta la serie, quel dramma che il tempo rende più doloroso, che trasforma la nostalgia in altro, una nostalgia che Edward, da bambino, ha cercato di sopprimere bruciando la sua casa, ma che Resembool non può certo cancellare, né i sorrisi o le lacrime di Winry, né la lapide di Trisha, né la luce della torcia nel buio della campagna; le difficoltà, gli ulteriori drammi hanno segnato una distanza con quelli creduti punti fermi e sono diventati così tragedia, dolore, esattamente come il Roy che, nel guardarsi indietro lui sente gli spilli, non si sente nostalgico, è così facile con una frase simile comprendere il presente Mustang. |