Recensioni per
La sua è nera omertà – e vibra nelle ossa
di Shirokuro

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
18/07/16, ore 10:44

*Recensione premio: 5/10

Shirokuro,
eccomi con la quinta recensione! E con questa ho recensito entrambe le tue fiction su quest'anime.
Ultimamente mi è ripresa la fissazione per Owari no Seraph, è una cosa incurabile e ho bisogno di tanto fluff e ship. /tristezza e ansia un mese prima dell'esame.
Ora calcola che vorrei sotterrarmi.
Perché questa storia è scritta divinamente, io ti farò una statua un giorno.
Penso sia incredibilmente originale, davvero. Partecipai anch'io a questo contest se mi ricordi - e spero di no, sicuramente ho meritato una posizione inferiore.
Non smetterò mai di dirti che scrivi in maniera fantastica. - ho impiegato più tempo a leggere le note, ma dettagli. -
E sei una persona molto simpatica, perché odi Shinoa. Grandioso.
Sto ridendo come una scema per il "Note dell'autore: in fondo.", sottolineato in corsivo dà l'idea di... molto in fondo, perché non finirai mai di leggerle. *Fiuuu*
Va bene, basta cavolate.
Stupendamente stupenda, diretta nelle mie ricordate.
Complimenti,

Cel

Recensore Veterano
14/11/15, ore 16:07

«LA SUA È NERA OMERTÀ – E VIBRA NELLE OSSA» DI SHIROKURO  PRIMA CLASSIFICATA
Anche se era una persona libera e senza obblighi nei confronti di quei caratteri scritti su carta e null’altro, aveva ancora un compito: non sbagliare mai, non sbagliare ed essere perfetta, non sbagliare e splendere; altrimenti, sarebbe morta come Mahiru Hiiragi. 

Grammatica e stile: 7,45/10 — la tua narrazione è stata certamente di mio gradimento; in questi paragrafi hai catturato l’essenza della disperazione e hai usato un metodo personale e ingegnoso per strutturare tutto il brano. Ho trovato nel tuo stile un contrastante uso di frasi spesso semplici e vocaboli altrettanto candidi, poi seguiti da frammenti di locuzioni vicino al limite del comprensibile. Infatti, certe volte alcuni passaggi ho dovuto leggerli due o più volte per assicurarmi dell’effetto della loro formattazione. Nonostante questo appunto, ammetto di essere stata sedotta da certi pensieri formulati dal personaggio di Shinoa e dalle azioni di quest’ultima; la sua storia mi ha indotto a provare pena per lei e per il segno indelebile nel suo cuore e sanità. Certe volte confusionario, il tuo stile ha comunque lasciato un’ottima impressione e credo che esso rispecchi in certi versi il trambusto degenerante nella testa della protagonista. Nel testo che mi hai presentato vorrei far notare la padronanza nell’uso della figura retorica iperbole e l’unire agevoli gesta a pensieri suicidi: ho amato leggere di Mitsuba che versava l’acqua nel bicchiere di vetro e Shinoa che poi la deglutiva sfinita. Così come ho adorato la disfatta amorosa di Shinoa e della sua perenne crisi d’identità che non le hanno permesso di continuare ad appoggiarsi alla vita, dopo che questa persisteva a voltarle le spalle. Oserei rappresentare graficamente questi passaggi come una parabola geometrica: dapprima, osserviamo l’esistenza di Shinoa macchiata dalla morte ma allo stesso tempo costante presenza della sorella Mahiru andare giù e toccare il fondo, e alla fine una svolta improvvisa che nella sua tragedia la riporta in alto, su quella terrazza dove a occhi chiusi sogna e canta di una vita felice e di fredde memorie. 
Qua sotto puoi trovare tutte le varie inesattezze che ti hanno portato via punti; dovresti consultare la legenda per comprendere i colori e il loro rispettivo significato. Noterai che sommando tutti i punti di seguito otterrai 7,65; il mancante 0,2 è stato sottratto per il punto precedentemente spiegato, e cioè le frasi spesso fin troppo intricate e certi pensieri esageratamente scarmigliati.

♦ Shinoa ondeggiò per qualche istante con il bacino, con la sua espressione tipica stampata in faccia – ma sì, dai, quella che le si leggeva in fronte che aspettava solo di sapere cosa stava succedendo, così, per divertirsi a prendere un po’ in giro il malcapitato di turno; tessendo per ogni singola parola un’immane mole di collegamenti per non esagerare ed al [e al] -0,05 contempo per mantenersi nella fiera apparenza.
♦ Viva gli Hiiragi, eh? eattraversata [e attraversata] -0,05 dal pensiero, per un secondo, il necessario per indispettirla al punto d’interrompere la sua camminata giocosa, strinse i denti.
♦ Probabilmente nessuno avrebbe mai pensato facesse parte della famiglia tanto importante se non gli venisse sempre detto di sfuggita – le sue presentazioni non comprendevano quasi mai [raramente, eccezionalmente, di rado] -0,05 Hiiragi, tranne se quel qualcuno a cui si mostrava spoglia di macchinazioni non la conosceva già, per evitare trattamenti di favore che l’avrebbero molto limitata nello studio di chi l’ascoltava.
♦ E dato che per gli altri era tanto strano associarla a quella parola, aveva deciso di non averci nulla a che fare, abbandonare la compostezza eurlare [e urlare] -0,05 al mondo cosa pensava, faceva, vedeva.
♦ Guren Ichinose diceva che era paranoia, ma Shinoa sapeva che non lo era [sapeva che mentiva] -0,10.
♦ «Ne avrei se una certa persona non mi interrompesse ogni volta con le sue stupidissime scenette romantiche» si lamentò, questa volta [ora, poi, successivamente] -0,10 chiudendo davvero il libro e liberandosi dalla presa di Shinoa.
♦ Hiiragi chiuse gli occhi, cullandosi fra i capelli gialli e pigramente portò il suo viso davanti agli occhi [iridi, pupille, attenzioni] -0,10 di chi l’ascoltava.
♦ Per questo, anche se era una persona libera e senza obblighi nei confronti di quei caratteri scritti su carta e null’altro, aveva ancora un compito: non sbagliare mai, non sbagliare ed essere perfetta, non sbagliare e splendere; altrimenti, sarebbe morta come Mahiru Hiiragi che pur rimanendo sotto le lettere di suo padre, ha [aveva] -0,10 sbagliato e[e ha] -0,10 ha [aveva] -0,10 pagato con la propria vita.
♦ Eil fatto [E il fatto] -0,05 che si fosse innamorata di quello stesso uomo la spaventava.
♦ Era terrorizzata dallo sbagliare, dal cadere nel tranello che aveva attirato Mahiru nella sua follia per poi lasciarla cadere [precipitare, piombare, infrangere] -0,10 in un profondo baratro che l’ha [aveva] -0,10 portata da tutt’altra parte.
♦ Allora lei, come Hiiragi e per evitare di incorrere [d’incorrere] -0,05 nello stesso destino, non doveva sbagliare. 
♦ Si svegliò la mattina dopo sussurrando un triste: -0,05 «Centodue». 
♦ Era nascosto da un’infinità di registri e documenti, lanciando un’occhiata auno [a uno] -0,05, trascrivendo qualcosa e poi rapidamente cercandone un altro per continuare il lavoro.
♦ Prese il contenitore che Guren si stava apprestando a sfogliare e saltellando dall’altra parte della stanza cercò qualcosa di incriminante [d’incriminante] -0,05, aspettando che il superiore si alzasse e le rubasse le informazioni che teneva in mano.
♦ Socchiuse la bocca, allontanò la sedia dalla scrivania, si alzò, aggirò il mobile ed in [e in] -0,05 pochi istanti fu davanti alla sedicenne, pretendendo il registro.
♦ Con quella storia degli esperimenti, dell’amore, dei demoni, degli Angeli, dei vampiri... in quella rete di intrecci [d’intrecci] -0,05 che era riuscito a ricostruire, poteva davvero permettersi un solo errore?
♦ «Cose come famiglia eamore [e amore] -0,05 non mi interessano. Tenete [Tenente] -0,05 Colonnello. È per colpa loro che Mahiru ha fatto tanti sbagli. Non farò lo stesso».
♦ Lo sento, il seme che sboccia, che prende parte alla mia distruzione, vedo l’inchiostro nero che si rovescia sul mio foglio bianco, lo vedo, e copre tutto, copre me ed è pesante, riesco a malapena a camminare, copre lei, Tenente Colonnello, lei è irrimediabilmente nero, non la vedo, è così vicino, ma se la toccassi mi contaminerebbe, sarebbe ancora più pesante [greve, insopportabile, opprimente] -0,05… io non… non voglio, sbagliare, non voglio divenire nera, non voglio sbagliare, non voglio venire risucchiata come mia sorella!
♦ Io non sono una Hiiragi, ma dentro di me c’è ancora il pattume che alla mia nascita mi è stato messo sulle spalle, quelle cavolate [sciocchezze, scempiaggini, banalità] -0,05 sull’onore e la fierezza!
♦ Lei, Tenente Colonnello, è così coperto di inchiostro [d’inchiostro] -0,05 che un solo errore la trascinerebbe via! 
♦ Eavrebbe [E avrebbe] -0,05 tanto voluto esporglielo, rinfacciarlo se possibile, ma no, si mangiò tutto ancor prima di servirgli il tutto.
♦ Era sincera fino al midollo e non nascondeva nulla, tranne forse il suo terrore per lo sbagliare, ma quello era un argomento che nel nero mondo che vedeva non usciva mai, solo Mitsuba era mai riuscita ad estrapolarglielo [a estrapolarglielo] -0,05.
♦ Se lei era su quella Terra ed erano a conoscenza della sua esistenza, allora potevano sapere tutto di lei, bastavano [bastava] -0,05 chiedessero, no?
♦ Cavolo [Accidenti, Maledizione, Caspita] -0,05, quanto avrebbe voluto essere quella stupida katana! 
♦ Mitsuba era proprio come lei, lei che sbagliava einciampava [e inciampava] -0,05 nell’oscurità di una camera vuota.
♦ Eallo [E allo] -0,05 stesso tempo Mitsuba sapeva tutto di Shinoa.
♦ Quella reciprocità che non sentiva con il Tenente Colonnello era un [una] -0,05 sicurezza che non la tradiva mai.
♦ Sul primo c’erano scritti numeri come quattro e cinque, al massimo arrivava aotto [a otto] -0,05 e di rado.
♦ Infatti fino ad un [a un] -0,05 indefinito giorno, il calendario non presentò mai numeri con due cifre.
♦ Poi nel secondo iniziarono ad apparire i dodici, i venti ed i [e i] -0,05 trenta.
♦ «Cosa? Pensaci be [bene] -0,05, non puoi sbagliare né mentirmi» insisté il demone.
♦ Non si stancava mai di quella melodia – sempre la stessa, bassa, violenta, deprimente melodia [sinfonia, canto, motivo] -0,05 che intonava aocchi [a occhi] -0,05 chiusi, quella che aveva imparato da qualcuno, anche se non c’era nessun altro che la conoscesse oltre a lei.
♦ E sorrise a quell’allegro einfinito [e infinito] -0,05 per sempre che l’accompagnava, delizioso, mentre gli occhi vispi, stanchi e chiari non accennavano ad aprirsi.
♦ Aocchi [a occhi] -0,05 chiusi, queste cose, come tante altre, non le vedeva.

Come per un’altra partecipante, anche se a prima vista gli errori sembrano numerosi, posso garantire che nel brano mandato, sagace e piacevolmente intricato, questi sono stati esigui. Ciononostante avresti potuto ottenere un punteggio ancora più alto se avessi prestato attenzione alle molteplici d eufoniche che non rispettano il bando di questo contest. Puoi notare alcune ripetizioni, alcune più onerose e altre magari delle semplici sviste, che nonostante tu abbia menzionato nelle note autore, ho voluto lo stesso contare — quelle più ovvie; che se avessi risparmiato sarebbe stato un gesto iniquo e una probabile conseguenza di quella che poteva essere malamente accolta come una scusa soprattutto dagli altri partecipanti. Proseguendo, possiamo notare anche un limitato gruppo di errori di battitura e alcune imprecisioni per quanto riguarda i verbi. La struttura acutamente costruita sicuramente lascia il lettore con un’insolita sensazione al termine dell’ultimo passaggio. In esso non si comprende all’istante che Shinoa è morta ed è sicuramente sorprendente scoprire che ella si è fatta sconfiggere dal tema principale dell’amore non corrisposto, che però è stato chiaramente molto più per la nostra protagonista; è stato la paura, Mahiru, Mitsuba, i ricordi, e i suoi sbagli — che erano sbagli solo per metà.  
Caratterizzazione personaggio (IC ed il suo sviluppo): 10/10 — non iniziando mai con le lodi o il dare punteggi pieni quasi fossero caramelle, slacciamoci dalla valutazione e ammettiamo in segreto che onestamente a me Shinoa non fa impazzire come personaggio. All’inizio, ho trovato in lei, nell’anime, una ragazza diversa dalle altre, sì, ma che è stata sopravvalutata mano mano che l’opera continuava, diventando l’icona della troll princess del web. Questa eccitazione in parte mi ha disgustata e credo sia per quello che il mio amore per Shinoa sia diminuito drasticamente nelle ultime puntate. Comunque, ritornando al contest, questo brano ha avvolto il canzonatorio personaggio della giovane sorella Hiiragi. Non penso sia stato un gioco trasmettere in pieno questa sarcastica personalità di Shinoa che finisce spesso per ferire se stessa; le sue limitate emozioni in ciò che dice, le parole che cerca di dissimulare sia a Guren che a Mitsuba frequentemente s’intrecciano fra loro e ci ritroviamo davanti una figura impassibile ma gingillante all’interno, tra i suoi sbagli e le sue idee. Il dettaglio che senza dubbio colpisce profondamente il lettore è il suo tremendo indugiare davanti agli altri, tenendosi dentro ogni vera parte di sé, spingendo il personaggio a essere un custode condannato di segreti che nonostante vorrebbe urlare a pieni polmoni. Concludendo e deviando da Shinoa, terrei anche ad accennare Guren e Mitsuba, entrambi personaggi comunque criptici — forse Guren più che altro. Essi sono stati descritti come due opposte influenze nell’esistenze di Shinoa, e hai accennato, probabilmente sarebbe stato meglio innamorarsi nella ragazza bionda, evitando molte cose; sensazioni, responsabilità, mancanza di supporto e la lontananza di chi si vorrebbe tra le braccia in un determinato istante di debolezza. E Shinoa ha avuto Mitsuba, l’ha avuta e l’ha cercata, esortando il suo essere ad accettare la sua presenza come sufficiente, ma fallendo. L’ennesimo sbaglio, dopotutto. Un lavoro superbo e un impegno egregio rifratto nel punteggio eccellente, complimenti. 
Originalità: 4,5/5 — questo parametro è stato relativamente ostico da giudicare appieno. Generalmente, ho trovato la tua storia originale soprattutto per via della relazione segreta della protagonista con Mitsuba. Ma non solo questo punto; Mahiru non è mai stato approfondito a dovere nell’opera originale e il suo personaggio continua a essere un affascinante mistero. In questa narrazione hai catturato l’essenza della ragazza e l’hai scaraventata nei pensieri di Shinoa, facendola diventare una vera e propria ossessione per quest’ultima. Non ho voluto regalarti un voto pieno perché forse l’unico frammento di testo che ha penalizzato questa sezione è stata la storia quasi interamente incentrata sull’amore ingarbugliato di Shinoa per Guren. Questo non vuol dire che è stato un dettaglio che non ho apprezzato, anzi, però il “soffrire per amore” è spesso usato in differenti storie, quindi riflettendo sulla mia valutazione totale. A ogni modo, il voto è molto buono e la responsabilità di presentare un testo discreto in originalità è stata ultimata con le varie rifiniture che lo caratterizzano e l’hanno portato di conseguenza a essere innovativo. 
Utilizzo fobia: 9,7/10 — oltre la fedele raffigurazione dei personaggi nel brano, questo è il secondo criterio di giudizio che ho ritenuto più ampliato e quindi sicuramente approfondito e accattivante durante la sua lettura. Osservando il carattere di Shinoa e leggendo informazioni che la riguardando specialmente nell’ambito lavorativo e familiare, qualcosa che attrae il lettore è la sua crescita mentale. Nel capitolo ventisei del manga possiamo trovare un collegamento alle fobia da te scelta, l’amartofobia o la paura di commettere errori di maggiore o minore importanza. L’utilizzo della paura non solo si collega direttamente all’opera originale di Owari no Seraph, ma è stata anche utilizzata in modo singolare per dipingere la persona che Shinoa è realmente, quella sua parte debole e fragile oltre la maschera di sarcastiche battute. Ho apprezzato anche questo suo vizio — se così si può chiamare — di contare i suoi errori, esagerando e lentamente sfociando nell’ultima risorsa possibile quale è la morte. Non ho altro da aggiungere; lo sfruttamento della fobia scelta seppur non perfetta come in un’altra storia partecipante, è stata grandemente gradita, sia per la sua constante presenza che per il suo uso nel testo. 
Sviluppo del tema della morte: 8,7/10 — una sezione un po’ controversa in questa competizione, che nessuno è riuscito ad apprendere pienamente. Unire la fobia con il tema della morta non è un’impresa facile, e dal mio giudizio si può capire che ciò che volevo non era semplicemente una morte. Desideravo leggere di uno sviluppo di questa potente materia; il modo in cui questa storia l’ha affrontata è stata superiore alla media e generalmente efficace. La presenza del verbo morire e della morte stessa è stata drasticamente innalzata dal precedente menzionato personaggio di Mahiru, sorella maggiore della nostra protagonista. Potrei paragonare questo parametro con Mahiru in sé: silenziosa, adeguata e senza alcun dubbio spietata. Ciononostante, al contrario della fobia, la morte non è stata una sagoma astratta di riferimento attraverso tutta la stesura della storia, ma valica in alti e bassi, risalendo giustamente nei due paragrafi finali dell’atto di Shinoa e Shikama Douji. Un altro appunto che ci tengo a fare è quello che il modo in cui Shinoa è morta è stato da una parte un dettaglio sorprendente, ma allo stesso tempo già letto in differenti narrazioni — collegandoci al segmento dell’originalità. Comunque, il passaggio conclusivo è stato d’effetto e anche se a tratti aggrovigliato, il suo significato ha punto il lettore con la sua immaginazione che viene riscossa come una tragica scena con sfumature concrete.
Gradimento personale: 4,9/5 — questo brano non sarebbe al primo posto se l’avessi ritenuto di basso livello o comunque di assoluto mio rigetto personale. Come precedentemente accennato, il personaggio di Shinoa è gradualmente calato nella mia classifica, ma nonostante questo la storia non ha perso la sua potenzialità e ha dimostrato d’essere invitante e nella maggior parte dei passaggi senza dubbio eloquente. Potrei inserire la storia nelle preferite, addirittura. Il testo non è stato perfetto, ma nessuna narrazione lo è, però anche nelle sue debolezze è riuscito a rispecchiare i temi principali della competizione con i suoi personaggi, drammaticità e costante paura. Quindi, nonostante sapessi come sarebbe andato a finire il passaggio, avrei perfino voluto leggere di Shinoa oltrepassare le sue avversità. Forse. O forse no. Probabilmente l’adeguatezza del brano è tale per via della strada assunta dalla protagonista e che ultimamente ha portato alla sua morte.
Titolo: 4,9/5 — a un passo dal vincere il premio per il miglior titolo del contest, trovo che esso rispecchi totalmente la storia, nonché il misterioso personaggio di Shinoa. Seppur strutturato in una maniera che io non ho totalmente apprezzato, è stato capace di attirare subito l’attenzione del lettore perché egli è interessato a scoprire più in profondità il suo significato nelle righe da te scritte. Lasciando da parte la metodologia sul come questo è stato ideato, esso non è uno di quelle intestazioni eccessivamente lunghe, per questo a mio parere ammaliante, la scelta delle parole è stata inoltre intelligente. Un bel titolo per un’altrettanto coinvolgente storia. 

TOTALE: 50,15/55

Recensore Master
27/08/15, ore 23:05

Tu sai che ti amo perché ti sei vista Owari No Seraph. Tu sai che ti amo perché Shinoa non se ne scende proprio. Tu sai che ti amo per l'immagine di profilo (che non so se ce l'hai ancora o meno ma-) di Guren. Sai che ti amo anche per la Shitsuba, che è davvero l'unica cosa in cui concepisco Shinoa. Tu sai che ti amo.
Questa. Storia. È. Fantastica! Dio. Io semplicemente la amo, la amo da morire.
Shinoa è un personaggio tanto irritante quanto enigmatico e credo onestamente che tu abbia espresso appieno il suo modo di vivere e di pensare. Si vede che Shinoa ci prova con Guren (che poi è mio, ma vabbe), si vede che Shinoa non apprezza il suo cognome come dovrebbe e si vede che è perfettina gne gne in tutto ciò che fa, quindi complimenti. Ti chiederei solo di aggiungere uno spazio tra il titolo e il testo, per il resto è perfetta. Date una medaglia a questa ragazza per l'Angolo Autrice più lungo della storia e per aver azzeccato l'IC di Guren nonèfacile. Mi piacerebbe tanto scrivere di questo Fandom ma non la trovo un'impresa da niente, soprattutto perché non ho letto il manga — e neanche ne ho voglia ;;
C'erano tre errori di battitura nell'angolo autrice ma mi scoccio di segnalarli, fai te ~ Onestamente non avevo capito che Shinoa avesse permesso al demone di impossessarsi di lei. Non so se quest'azione è nel suo carattere, ma spesso i personaggi degli anime ci stupiscono con cose che non immagineremmo, quindi amen. Le metafore che hai usato (come l'inchiostro e il foglio bianco) le ho amate, ma in fondo io ho sempre adorato il tuo stile di scrittura. Nel dialogo tra Shinoa e Guren partono i f e e l s a mille perché insomma awwwwww- /no, ok, mi fermo. Anche l'idea dei numeri, del conteggio, la scena lovvosa e shippabile con Mitsuba, Shi-chan, AHHHHHH *era un urlo isterico*. Troppo love.
La Collezionista se ne va e ti lascia una mini-sclerosa-recensione che spera ti faccia piacere ~
Ale