Ciao Anita,
ho appena terminato di leggere la tua storia, e ne sono rimasta molto affascinata. Quest'ultimo doloroso e magnifico capitolo è probabilmente il migliore che tu abbia scritto.
Come sempre, sono felice di aver scelto di attendere la conclusione di un lavoro, prima di recensirlo. E' una mia convinzione: il finale migliora sempre qualsiasi prospettiva, chiarisce qualsiasi dubbio, qualsiasi idea, e spesso ha il potere di cambiare le più radicate opinioni. E' l'ultimo tassello del puzzle. Serve a completare il quadro.
Non mi piace esprimere opinioni riguardo a un qualcosa creato a metà, un lavoro in corso, per quanto questo gesto possa motivare l'autore ed essere carico di buone intenzioni. Mi piace ammirare l'insieme di quel qualcosa, l'insieme nelle sue sfumature. Mi piace ammirare il quadro e coglierne l'essenza. Ecco perché leggerai il mio commento soltanto ora, se lo farai.
Ho cominciato a seguire questa fanfiction un po' di tempo fa, saltuariamente, tra i vari impegni che la vita quitidiana ci impone.
Mi ha incuriosita fin da subito. Ed è per questo che ho perseverato nella lettura. Da buona e vecchia fan dei Guns non mi sono potuta astenere, e non sono affatto pentita di essere arrivata fin qui. "Elizabeth" è un turbine di musica, realtà, onestà, dolore crudo, e grande amore. Un amore puro nelle sue impurità, sano nonostante il suo lato tossico, e decisamente luminoso sotto il cumulo di tenebre che sembra continuamente sovrastarlo. Un amore in grado di curare due anime spezzate, che si rifugiano l'una nell'altra, salvandosi a vicenda. Un amore che sfida le distanze, libero ma indissolubile. Un amore che si può chiamare "casa".
"Eravamo stretti come mai prima di quel momento, ma ora eravamo liberi." La frase migliore del capitolo. Adoro le storie sospese, ma che al contempo regalano un lieto fine al lettore. Un lieto fine che sprigioni leggerezza e speranza dietro quella familiare tristezza velata, nonostante non rispecchi strettamente il canone "classico". Non so se tu voglia continuare questa storia o meno, ma a parer mio questa potrebbe essere la conclusione più adatta. E' realistica. Altruistica. Come ho appena detto, preferisco particolarmente questo genere di storie perché le trovo molto vicine a quelli che sono i reali sentimenti umani. Ma chissà, magari scriverai un sequel altrettanto intenso che leggerò e mi catturerà nuovamente, proprio come è successo la prima volta. Ho l'impressione che "Elizabeth" per te sia stato un viaggio personale, intimo e profondo; un qualcosa di molto vicino al tuo cuore. Le tue note a fine pagina sembrano voler confermare questa mia teoria, come ulteriore ed ultima prova dopo tutte le emozioni trasudate dal racconto. E proprio tutta questa intensità, tutte le tue parole così vive, mi portano a pensare che forse continuerai a scrivere. Se così fosse, in bocca al lupo. E sinceri complimenti per il lavoro svolto e la tua capacità di metterti a nudo nei panni di Elizabeth, so che non è sempre semplice. Scrivo anch'io.
Ho anche apprezzato il personaggio con cui hai rivestito Axl, altra cosa non facile, considerato il complesso e brillante soggetto reale. Vari tratti del "tuo" Axl rispecchiano piuttosto bene il vero Axl. E non ho potuto non notare anche altre similitudini contenute nell'intera storia con altre storie realmente accadute, sempre appartenenti al mondo dei Guns, delle quali sarai sicuramente a conoscenza.
Cos'altro? credo di aver detto tutto. Perdonami se mi sono dilungata un po' troppo, perdendomi nelle mie chiacchiere, ma cinquanta capitoli non sono pochi, e io sono una persona che fa le cose per bene :)
Spero di non averti annoiata e ti auguro una buona nottata.
A presto. |