Recensioni per
le strade della libertà
di Letsneko_chan

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/09/15, ore 11:56

Settima classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere" di AmahyP e Chloe R Pendragon - Valutazione di Chloe R Pendragon
 
Grammatica: 12/15
Hai mostrato una grandissima conoscenza della grammatica italiana, questo è poco, ma sicuro: il testo risulta prevalentemente corretto, nonostante qualche piccola sbavatura che ha inciso in parte sul punteggio. Per essere più precisa:

  • con i le carni” = errore di distrazione, quel primo articolo è di troppo (con le carni);
    Il padre gli aveva donato una spada, oltre che a un cavallo.” = anche qui c’è una parola di troppo, o togli il “che” oppure togli la “a” (oltre che un cavallo/oltre a un cavallo);
    nei ricordi un passato” = manca la preposizione (nei ricordi di un passato);
    Poco lontano, si erigeva maestosa la catena del Tunrit. Sapeva che erano un rifugio per banditi e latitanti: sorrise mesto, pensavo che forse avrebbe potuto fare di esse la sua nuova casa.” = essendo il soggetto singolare (la catena) anche verbo e pronome avrebbero dovuto essere tali (Sapeva che – la catena – era un rifugio... avrebbe potuto fare di essa – della catena – la sua nuova), inoltre hai probabilmente “fuso” l’imperfetto indicativo con il gerundio, inserendo erroneamente la prima persona dell’imperfetto (sorrise mesto, pensando che forse);
    A sera giunse al confine della città vicino.” = probabile errore di distrazione, hai messo il maschile al posto del femminile (della città vicina);
    osservando la vota che continuava” = errore di battitura, hai messo una “o” al posto di una “i” (la vita);
    Il padre di Alexios gli osservò ad uno ad uno” = il pronome personale corretto è “li”, dato che svolge la funzione di complemento oggetto (li osservò);
    Un'improvvisa febbre lo uccise in pochi giorni davanti al rogo funebre, solo con i suoi animali, Alexios giurò che a Ityos non ci avrebbe messo più piede.” = manca una congiunzione che leghi le due parti della frase, ad esempio un “così” (in pochi giorni, così davanti al rogo funebre, solo);
    uno bandito” = errore di battitura, c’è una “o” di troppo (un bandito).
 
A parte questi piccoli refusi, la grande correttezza formale del testo denota una straordinaria cura nella stesura della storia, oltre a una spiccata conoscenza grammaticale, perciò ottimo lavoro!
 
Stile e lessico: 13,75/15
Hai uno stile davvero intrigante, così scorrevole e accattivante da conquistare il lettore frase dopo frase. Ogni periodo ha la giusta lunghezza, sembra quasi che tutto rispecchi un disegno ben preciso, atto a ghermire l’attenzione di chi legge: la lettura risulta fluida e coinvolgente, come se l’intera struttura del testo fosse studiata per stupire ed emozionare al massimo delle possibilità. Un discorso analogo vale per la punteggiatura, disposta in modo praticamente ineccepibile; ogni singola virgola è inserita con una precisione ammirevole, così da impartire le giuste pause e rendere estremamente scorrevole la lettura. Sono davvero pochissime le scelte che non ho condiviso, precisamente:
  1. Ogni esiliato porta con sé un fardello di sofferenza. O almeno così dicono i vecchi.” = avrei sostituito il primo punto con una virgola, per evitare una pausa troppo forte e una frammentazione eccessiva (un fardello di sofferenza, o almeno così dicono);
    in appena un anno” = qui manca il punto alla fine della frase (un anno.);
    Un'improvvisa febbre lo uccise in pochi giorni davanti al rogo funebre” = come ti dicevo nella parte riguardante la grammatica, in questa frase a mio avviso manca una congiunzione, alla quale avrei anteposto una virgola (lo uccise in pochi giorni, così davanti al rogo).
 
Tralasciando queste inezie, che vanno prese come mere opinioni personali, hai fatto un lavoro eccezionale, perciò mi congratulo. Passando al lessico, ho apprezzato molto la scelta di un registro linguistico medio-alto, capace di risultare elegante e al tempo stesso semplice, senza cadere nell’artificioso o nel banale; pur avendo trovato molte ripetizioni evitabili (tiranno...tiranno...tiranno, morte...morte, città...città, quell’uomo spietato...quell’uomo spietato, ultima...ultimi, nonno...nonno, rovi...rovi, cavallo...cavallo, albero...albero, cane...cane, tunica...tuniche, uomo...uomo, tacchetta...tacchetta, giorno...giorno), fondamentalmente il lessico utilizzato è sufficientemente ricco e assolutamente puntuale, per cui non mi resta altro da aggiungere se non bravissima!
 
Utilizzo del pacchetto: 9,25/10
Anche stavolta hai fatto un lavoro mirabile, non si può negare: hai rispettato pressoché alla perfezione quanto richiesto dal pacchetto e dall’opera scelti, dando la giusta importanza a ogni elemento a tua disposizione.
Proprio come previsto dall’opera, la tua storia possiede un pathos tale da essere decisamente drammatica: la vicenda di Alexios è indubbiamente triste, ma tu sei riuscita a infondervi una dose unica di tensione emotiva, così da accentuarne la sofferenza. Parliamo di un eroe sconfitto dalla vita, che più volte cerca di lottare e riportare Ityos alla gloria di un tempo, ma che finisce sempre col fallire e vagare senza meta.
Quanto detto si ricollega al contenuto del pacchetto, precisamente al tema dell’esilio: esso rappresenta il pilastro su cui si erge l’intero racconto, il punto di partenza da cui si snodano le peripezie del protagonista. Dall’arrivo del tiranno, l’esistenza del giovane combattente viene bruscamente trasformata in un continuo peregrinare: dopo aver perso ed essere stato esiliato, il ragazzo si sposta di città in città, così da mettere al sicuro la famiglia e nel contempo covare la sua vendetta. Troverà un barlume di speranza a Eldynia, dove un oste lo incita a perpetrare il proposito di riscatto recandosi a Nyicia; qui incontrerà Kyros e altri rivoltosi, con i quali tenterà nuovamente di scacciare il tiranno, invano. Da quel giorno il suo vagare diverrà l’unica vera costante della sua vita, il solo scopo che avrebbe perseguito fino alla morte, nonostante l’amore per la sua vecchia patria non lo lascerà mai. Hai descritto così attentamente ogni aspetto di tale esilio da trasformarlo nel fulcro della storia, un caposaldo da cui non si scappa.
L’unico motivo per cui non ti ho dato il massimo è stato l’uso della citazione: per quanto essa funga da sottofondo del racconto, non ha avuto l’incisività che mi sarei aspettata. Sembra quasi che si affacci timidamente nel corso della lettura, senza mai palesarsi realmente: c’è, ma nello stesso tempo è come se non ci fosse, poiché non dà un contributo fondamentale alla storia capace di metterla in risalto. Si tratta di una mia sensazione, pertanto è assolutamente criticabile e non inficia il tuo splendido lavoro: hai conciliato talmente bene i vari elementi che questa sciocchezza non può nemmeno sfiorare la tua bravura, complimenti!
 
Caratterizzazione dei personaggi: 8,75/10
Come lascia intendere il punteggio, hai fatto un ottimo lavoro anche in questa parte: hai mostrato lentamente la personalità del protagonista e dei personaggi che lo circondavano, dando ampio respiro alla caratterizzazione. Partendo da Alexios, hai delineato con cura il suo carattere, presentando tanto la sua sete di vendetta quanto la sua saggezza; strappato dalla sua patria, vaga per tutta la vita in giro per il mondo in cerca di una sua dimensione, senza mai dimenticare il suo risentimento verso il tiranno. Fino alla fine cercherà sempre un modo per tornare a casa, nonostante siano passati decenni e la voglia di lottare sia scemata, lasciando il posto a una saggia contemplazione di ciò che lo circonda; si abitua così tanto al suo peregrinare da abbandonare la famiglia che si è costruito pur di rimettersi in viaggio. Forse avrei preferito che indugiassi un po’ di più sul tormento che ha provato dopo essere stato esiliato, ma fondamentalmente direi che sei stata bravissima.
Diverso è il caso di Kyros, l’amico d’infanzia: qui mi aspettavo qualcosa di più, devo ammetterlo. Considerando l’amicizia di vecchia, nonché l’interesse che sembra provare per Alexios e il viaggio che hanno intrapreso insieme, sarebbe stato molto interessante conoscere meglio questo personaggio e il suo rapporto con il protagonista: tutto ciò che possiamo evincere è l’attrazione – o forse è qualcosa di più? – che prova per il suo amico e lo stesso desiderio di vendetta che lo anima, il che è un peccato visto il suo enorme potenziale. Sarò sincera, mi ha colpito moltissimo il loro incontro a Nyicia, quindi ti confesso che ci sono rimasta davvero male per il rapido evolversi della sua storia; è come se avessi interrotto sul più bello la costruzione del personaggio, perciò il punteggio ne ha risentito.
Per quanto riguarda le altre comparse, qui posso dirmi totalmente appagata. Hai messo in risalto la genuina voglia di riscatto dell’oste, sottolineato l’amore che il padre di Alexios continua a nutrire verso il figlio e l’affetto incondizionato di Ruem verso il ragazzo che ha salvato e che ha imparato a conoscere: sono questi dettagli a rendere speciali storie bellissime, perciò posso solo dirti congratulazioni.
 
Originalità: 9,5/10
Come sempre, arrivata a questo punto sono sempre molto combattuta, dato che si tratta di un parametro “particolare”. Se dovessi tenere conto unicamente dei punti salienti della trama, la storia non sarebbe propriamente originale: quando si parla di esilio, la prima cosa che viene in mente è una condanna emanata da un sovrano spietato per punire dei rivoltosi, perciò di per sé la dinamica sarebbe molto comune. Stesso discorso vale per il desiderio di vendetta che anima il protagonista, elemento molto diffuso in questo genere di storie; alla luce di quanto detto, avrei dovuto darti un punteggio basso, ma nei fatti è tutto il contrario. Il motivo è semplice: non basta utilizzare spunti già visti per rendere una storia poco originale, perché ciò che conta davvero è il modo in cui vengono utilizzati. Prima di tutto, ti ringrazio immensamente per aver evitato il cliché dei cliché: la realizzazione della vendetta. Se Alexios fosse realmente riuscito a sconfiggere il tiranno, avresti danneggiato la storia, invece tu hai improntato tutto sull’esilio, sul viaggiare senza meta e sulla vita “scelta” dal protagonista: se a questo aggiungiamo l’intreccio peculiare dei vari elementi, volto a mostrare l’evoluzione e la crescita del protagonista, direi che hai davvero ribaltato la situazione a tuo vantaggio, perciò complimenti.
 
Gradimento personale: 9,5/10
La tua storia mi ha davvero colpito per diversi motivi, in primo luogo per la trama avvincente: mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai raccontato le peripezie di Alexios, mostrando lentamente il suo carattere e la sua evoluzione. Ho trovato molto intrigante l’inserimento di Kyros (del quale ho già parlato prima, per cui evito di tediarti ancora con la mia fissazione) e delle altre comparse, hanno contribuito moltissimo nel dare spessore al racconto. Mi ha impressionato il modo in cui hai evitato di cadere nel banale, attraverso la cura dell’intreccio e l’aggiunta di sottotrame intriganti, sebbene mi abbiano lasciato un senso di incompletezza: probabilmente avrei letteralmente adorato questa storia se avessi aggiunto qualche dettaglio in più sul rapporto Alexios/Kyros, sulla famiglia che il protagonista ha messo su durante l’esilio o sulla vita a casa di Ruem, ma in fondo resto comunque soddisfatta. Se a queste considerazioni aggiungiamo la cura nell’uso della punteggiatura e nella struttura dei periodi, direi proprio che questa è una storia lodevole: ottimo lavoro!
 
Totale: 62,75/70

Recensore Veterano
22/09/15, ore 21:05

Settima classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere!" di Chloe R Pendragon e AmahyP

Grammatica:
Ho trovato nel testo alcune imprecisioni nell’uso delle virgole e qua e là degli errori di battitura o piccole sviste grammaticali che ora ti segnalo.
Un uomo avanzava lentamente nelle strade polverose di Yerenia: io scriverei “per le strade”.
un traditore aveva rivelato al tiranno i nomi dei cospiratori e il loro sogno di libertà era crollato in appena un anno: qui manca il punto alla fine della frase.
Il padre gli aveva donato una spada, oltre che a un cavallo: la forma corretta è “oltre che un cavallo”, senza la “a”.
Sapeva che erano un rifugio per banditi e latitanti: dato che nella frase precedente il soggetto era “la catena”, se non viene cambiato dopo il punto il verbo andrebbe messo al singolare. Ho visto però che hai scritto “esse”, in seguito, ma manca proprio un “quelle montagne” o qualcosa di simile prima del verbo al plurale.
Girovagò a lungo tra le vie, osservando la vota che continuava frenetica: qui hai scritto per sbaglio “vota” al posto di “vita”.
Alexios sapeva quanto gli oste fossero impiccioni: hai scritto per sbaglio “oste” al posto di “osti”.
Un'improvvisa febbre lo uccise in pochi giorni davanti al rogo funebre: prima di “davanti” manca una “e“ oppure un segno di punteggiatura.
I suoi capelli neri, ormai tenenti al bianco: “tendenti”.
incorniciavano gli occhi azzurri in cui Alexios vi aveva letto: se scrivi “in cui”, il “vi” è di troppe e non ci va.
Come vedi, questi sono per la maggior parte semplicissimi errori di battitura e non influiscono così tanto, tuttavia ti ho dovuto togliere qualcosa perché nel testo sono presenti numerose ripetizioni, che secondo me potevano essere evitate con l’uso di sinonimi. Ecco le più evidenti.
L'uomo si fermò, osservò il ragazzino allontanarsi tra la gente e soltanto quando questo scomparve tra la gente, riprese il suo cammino.
La vegetazione piena di rovi del bosco aveva fatto sì che si fosse ritrovato le braccia e le gambe piene di rovi.
Legò il cavallo a un albero, lasciandogli abbastanza libertà di brucare l'erba.
Si sedette vicino a un albero, mangiando una focaccia che la madre gli aveva preparato.
Tuttavia, per quanto la nuova vita fosse comoda, Alexios sentiva spesso la nostalgia della vita trascorsa in esilio.
Nonostante questo, ho trovato in linea generale buono il tuo uso della grammatica, in una storia piuttosto lunga. Brava!
 
13,5/15 

Stile e lessico: Il tuo stile è quasi sempre fluido e ha il merito di riuscire, a mio parere, ad evocare molto i luoghi dove si svolge la storia, pur senza grandi descrizioni. A volte, proprio a causa di qualche virgola in più o in meno e delle frequenti ripetizioni, l’occhio inciampa e la storia perde un pochino la sua scorrevolezza. Una cosa che posso consigliarti: ho notato che usi spesso i pronomi “questo” o “quello” per riferirti alle persone, e trovo che non sempre ci stiano bene. Potresti a volte sostituirli con termini equivalenti come “questi” (ad esempio nella frase: osservò il ragazzino allontanarsi tra la gente e soltanto quando questo scomparve, a mio parere sarebbe stato meglio “quando questi scomparve”) o “egli”. Mi sono piaciuti molto il modo in cui hai gestito i dialoghi e alcune frasi lapidarie e quasi proverbiali che hai fatto pronunciare ai personaggi.
 
13,5/15 

Utilizzo del pacchetto: Il pacchetto, secondo me, è stato ben usato: forse avresti potuto mettere la citazione in apertura della storia, secondo me ci sarebbe stata bene, ma anche così si sente a sufficienza che è stata usata. Avevi scelto “Tristia” e la tua storia è decisamente abbastanza malinconica e triste (ad un certo punto ho perso il conto dei morti), ma ha anche un personaggio forte che è piacevole seguire fino al finale. La storia poteva avere qualsiasi ambientazione, e tu hai scelto di crearne una molto particolare che mi è piaciuta.
 
9/10 

Caratterizzazione dei personaggi: Alexios, a mio parere, è ben caratterizzato: lo seguiamo da quando è un bambino fino alla vecchiaia, e vediamo un’evoluzione del personaggio, che diventa più maturo e saggio. Anche Kyrios (c’è un motivo per cui lo hai chiamato “signore”?) mi è piaciuto molto, anche se parla ed agisce poco sono riuscita ad immaginarmelo perfettamente. Hai saputo gestire molti personaggi, che compongono e arricchiscono il mondo di città-stato che hai creato. Per qualche motivo, mi è piaciuto anche il ragazzino che incrocia la strada di Alexios all’inizio, mentre di altri personaggi avrei voluto sapere di più. Ad esempio, il figlio del re, che non appare mai: mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa dell’allenamento che Alexios gli impartisce, e forse anche più descrizioni in generale dell’aspetto e dei pensieri dei personaggi secondari (in particolare le motivazioni del tiranno, che mi ispirava come antagonista).
Nonostante questo, hai fatto un ottimo lavoro, anche il cane è un buon personaggio!
 
8,5/10 

Originalità: Come ho già ripetuto più volte, mi è piaciuto come, partendo dal pacchetto, tu sia riuscita a creare un mondo fantastico ma con basi storiche. Anche la scelta di narrare tutto come un flashback è interessante e ben gestita, i due piani temporali non si mischiano e non si fa confusione tra passato e presente. Nel fantasy abbiamo visto tanti vecchi viandanti con una storia da narrare, e nei libri abbiamo letto di tanti esili imposti dall’instaurarsi di una tirannide, tuttavia posso dire che la tua storia è piuttosto originale sia per la mescolanza di questi due generi sia per lo sviluppo che hai saputo dare alle vicende di Alexios. Ho apprezzato molto, inoltre, la cura nei dettagli che hai dimostrato quando hai descritto i passaggi del nostro esiliato da una città all’altra, tutte con qualcosa che le contraddistingue. Il finale, con Alexios che scopre che la sua città è stata distrutta e, contemporaneamente, capisce di essersi in un certo senso “affezionato” all’esilio, costituisce una buona chiusura, per nulla banale.
 
8,5/10 

Gradimento personale: La cosa che mi è piaciuta di più nella tua storia è l’atmosfera che si respira, classica ma trasportata in un mondo immaginario, e la generale “morale” della storia, che mi ha ricordato molto il senechiano “nullum inveniri exilium intra mundum potest”, “non ci può essere esilio in nessuna parte del mondo”. In fondo, alla fine Alexios si accorge proprio che il mondo è diventata la sua casa, prova nostalgia per la sua vita da viandante quando si stabilisce da qualche parte e, alla fine, il suo esilio si trasforma da imposto a volontario. Personalmente, la parte che mi è piaciuta di più e che più mi ha divertito è stato l’incontro tra Alexios e Kyrios, con tanto di battutine dei compagni di quest’ultimo e un sottinteso passato rapporto – ehm, “greco”? – tra i due amici. Sono stata molto triste quando Kyrios è morto, facendomi capire che il protagonista non poteva avere una compagnia che gli alleviasse la sofferenza dell’esilio. Proprio perché la storia mi aveva preso, avrei voluto vedere più approfondite alcune situazioni (e alcuni personaggi, come ti ho già scritto in precedenza), ma in conclusione posso dire di essere stata soddisfatta dalla tua storia.
 
8/10 

Totale: 61/70 

Grazie per aver partecipato e complimenti!