Quinto posto
La ragazza in fiamme
di _cory_
Grammatica: 9.6/10
continua ridere → -0.1 (continua a ridere.)
E' tutto così sbagliato. → -0.2 (Va usato l'accento, non l'apostrofo.)
ad un altro → -0.1
Stile: 7.3/10
Dico subito che ha penalizzarti così tanto è stato l’uso spropositato dei due punti, anche laddove non erano necessari. Il testo ne ha risentito: sembrava di leggere a balzi, in modo singhiozzante, ogni rigo con la stessa cadenza del precedente e del successivo. In molti casi, poi, sostituisce erroneamente il punto o, al massimo, il punto-virgola.
Il lessico è semplice e chiaro, non ho rilevato termini particolari a esaltare la narrazione. Capire il tipo di narratore non è stato facile, e ho ancora i miei dubbi, che ti chiedo gentilmente di risolvere. All'inizio ho pensato a un narratore esterno, con l'uso della seconda persona in modo da aumentare l'empatia del lettore con il protagonista. Se così è, allora è errato usare termini come "qui" o "questa stanza" come se il narratore è presente fisicamente nella scena. Un conto è il tempo presente, un'altra è il luogo vicino o lontano; tempo e spazio vanno separati. In un secondo momento, però, ho pensato che il narratore di "sinistra", quello che ci accompagna per l'intera vicenda, fosse la mente "distorta" di Peeta, quindi una voce che è comunque presente alla vicenda e, anche se indirettamente, parte attiva. Tenendo conto di quest'ultimo caso, allora ciò che ti ho segnalato prima non è errore. Tutta questa arringa per dirti che, comunque questo non ha influito il voto in questa categoria, ma a me piacerebbe capire comunque secondo quale teoria ti sei mossa.
La narrazione si basa sulle due voci opposte che dialogano nel suo cervello, lasciando Peeta ai margini. Tutti questi espedienti hanno arricchito il testo e la trama. L'unica pecca, a mio parere, è stata la poca profondità della voce di destra: sembra quasi che non si impegni a cercare di farlo ragionare, e questo va a smorzare un po' la battaglia interiore che è in corso nell'animo e nella mente di Peeta.
Il tono narrativo è ben gestito, dividendosi tra la persuasione ponderata e mirata della voce di sinistra e la supplica farneticante e pressante della voce di destra. Questo ha fatto sì che si venissero a creare due facce, anche se poco equilibrate: la sicurezza della malia, la velata coercizione di una voce potente, troppo forte che schiaccia il Peeta autentico; e la paura di perdere della voce del cuore, del Peeta che ama e che difende la vita, un angelo affannato nello sforzo di salvarlo dal più grande errore ma che, terrorizzato dalla presenza dominante dell'altra voce, non riesce ad avanzare argomentazioni convincenti a sfavore di quella folle azione.
Originalità e trama: 8/10
In quanto ad attinenza con il bando, la tua storia rientrava nel "Pazzie d'amore". Peeta uccide la Katniss-ibrido per salvare il ricordo della Katniss-bambina che la sua mente continua a proporgli. La sua pazzia è indotta da una forza esterna, non è esattamente l'amore che lo rende pazzo; ma il suo gesto è dettato comunque dall'amore che prova per la donna di cui adesso non può più fidarsi e che la sua mente gli continua a mostrare come una minaccia. Quindi, in definitiva, hai comunque rispettato il bando, anche se a limite.
L’elemento “pazzia d’amore”, quindi, è stato ben sviluppato: hai spiegato bene che il suo gesto follemente estremo è una manifestazione morbosa del suo affetto per quella bambina che appartiene solo ai suoi ricordi.
L’elemento “what if…?” mi ha piacevolmente sorpreso, dando un tocco personale alla conclusione che, seppur annunciata, hai saputo gestire con la giusta dose di suspense. La trama però ha risentito molto della mancanza di una “reazione” da parte di Katniss. Non c’è un confronto tra i due, non hai dato al lettore una visione parlante della protagonista, diretta o indiretta che fosse. Avrei voluto vedere in che modo il Peeta “preda dei suoi demoni” riuscisse a interagire con l’amore della sua vita e quanto sarebbe stato in grado di ingannarla. Tutta la vicenda sembra muoversi come in un sogno, dove tutto agisce secondo un meccanismo di fili e marionette, in modo meccanico e artificioso.
Inoltre a penalizzarti in modo particolare è stata la fine e l'inverosimile sequenza dei fatti. Anche ammesso e non concesso che Katniss si lasci sopraffare e venga gettata dentro al camino (quanto è grande questo camino?), Peeta non esercita nessuna forza per tenerla tra le fiamme: la getta e la lascia lì, mentre si va a sdraiare nel divano. Perché Katniss non scappa dalle fiamme? Non c'è agonia, quasi un silenzio irreale. La sequenza sembra un incubo, ma non la realtà, e questa impressione va a cozzare contro l'idea della storia, ovvero che questo sia il reale finale alternativo alla loro relazione d'amore.
Titolo e impaginazione: 4.5/5
Allora, premetto che la griglia di valutazione è interamente esposta sulla mia Pagina Giudice, tengo comunque a precisare il motivo per il quale, nonostante il testo non sia giustificato, io non abbia proceduto a togliere -0.5 punto di penalità. La risposta è semplice: la dualità delle due voci narranti. In questo caso la mancanza di un testo giustificato ha giocato a favore del racconto, esaltando questo dibattito interiore.
Anche il titolo è appropriato e inerente all’intera trama, anzi ti faccio i miei complimenti: anche se non brilla per originalità (è praticamente il titolo del secondo libro, e per questo ti ho sottratto -0.5), è perfetto per ciò che sono i pensieri di Peeta. Egli ama la ragazza in fiamme, ripete più volte che il fuoco le dona; inoltre è un ottimo accenno al finale tragico e drammatico, dove le fiamme diventano un tutt'uno con la ragazza e finalmente la divorano del tutto, rendendola una loro creatura.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Ancora una volta, ho sentito la mancanza, seppure esterna, di Katniss; il titolo è un richiamo a lei, ma ella sembra solo un burattino fine allo svolgimento della trama senza profondità né caratterizzazione. Ma questo non conta qui. Il punto è un altro: Peeta.
Abbiamo letto tutti di come egli abbia tentato di strangolarla, dopo esser stato salvato da Capitol City. In quella circostanza, però, egli era certo di uccidere un ibrido, qualcosa costruito dal nemico e per niente vincolato alla sua Katniss. Qui abbiamo un Peeta in balia del dubbio, in conflitto con se stesso, e trovo poco affine alla sua natura optare per una soluzione “non diplomatica” della questione; soprattutto dopo i fatti dell’ultima battaglia, dove che la sua salute mentale aveva raggiunto un punto tale da farlo schierare contro gli “ultimi” Hunger Games. Questo personaggio non si farebbe scrupoli a chiedere aiuto, l’orgoglio per lui risiede in tutt’altre cose. Per quanto abbia tenuto conto dell’elemento “what if…?”, temo tu abbia rischiato, verso questo punto, di uscire fuori dal personaggio. Un'azione così aggressiva, una predominanza così netta di pensieri negativi, non è tipica del Peeta che abbiamo lasciato. Mi avessi fornito delle spiegazioni a causa delle quali la sua psiche avesse avuto una ricaduta così drastica, avrei potuto comprendere forse; tu, però, mi hai presentato un personaggio che vive tranquillamente con la donna che ama, una Katniss che non sente il pericolo né è preoccupata per la sua salute. Tutto appare improvviso e slegato dal contesto calmo e sereno, che sembra abitudinario.
Citazione: 4/4
Non ho molto da dire su questo punto. La tua storia cade a pennello, la dualità della narrazione ha rispecchiato appieno l’ambivalenza della frase da te scelta. Il finale è esattamente l'elaborazione della citazione da te scelta, si a livello fisico che mentale, con una doppia ambivalenza. Nell'immediato, Peeta che appare così calmo e disponibile verso Katniss, si mostra affettuoso e amorevole, amante e complice del loro amore, e poi compie un'azione così opposta e drastica rispetto al suo comportamento. A livello introspettivo, invece, sono le stesse rassicurazione che la voce di "sinistra" muove e con cui culla Peeta fino a portarlo a uccidere la donna amata che sono affini con la citazioni, in un connubio perfetto di amore e dramma.
Gradimento personale: 3/5
Confesso che, nonostante il colpo di scena che ho gradito molto, la narrazione a “balzi” mi ha infastidito la lettura, rendendomela ostica e impedendomi di immedesimarmi con il personaggio. Inoltre, su questo punto, ha giocato il fraintendimento che ti ho fatto notare sempre nella voce "stile" e l'inverosimile finale a cui ho già accennato. Per il resto, però, posso dirti che è stata una lettura piacevole, in cui la dualità delle voci, anche se non ben bilanciata, ha fatto il suo bell'effetto.
Punteggio: 45.9/54 |