Recensioni per
A place for us
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/01/17, ore 22:01

Complicata, ramificata, allusiva proprio come la storia di Resident Evil, già tutta scritta in un nome, quel luogo che i nostri giocatori si sono scelti.

E’ come un ciclo, qualcosa capace di autosostenersi senza alcun intervento esterno: qualcuno ha iniziato a giocare, altri hanno seguito l’esempio; c’è chi ha risposto al gioco e chi non ha mai voluto partecipare ma ne è stato costretto; c’è chi muta nel suo ruolo e chi rimane statuario, chi si mostra e chi gioca nell’ombra; poi c’è chi vince e c’è chi perde. E’ un ciclo: l’inizio corrisponde alla fine come l’ultima carta corrisponde alla prima; richiede energie, fatica e un buon mezzo in cui scivolare –bianco come le ossa, rosso come il sangue, capace di scorrere ma vischioso abbastanza da opporre una certa resistenza al naturale fluire degli eventi. Serve testa e tanto male per portare avanti il ciclo di Resident Evil.

I grandi uomini e le grandi donne hanno iniziato a giocare circa vent’anni fa, in una notte di luglio, quando il tempo si è fermato e la linea degli eventi si è congiunta: è iniziato così, per un niente, il nostro assistere a una serie di mani destinate a ripetersi per così tanto tempo da impararne quasi la sequenza a memoria, come se si trattasse dell’algoritmo vitale sul quale si basa il nostro software. Abbiamo osservato, stagione dopo stagione, il dipanarsi di eventi tutti così simili, un botta e risposta capace di ridursi a qualcosa di così basso e tragico che quasi ci siamo sentiti impietositi e in colpa di quanto fossimo ignoranti sull’argomento.
Un’ignoranza dilagante, poiché la partita si è protratta -e si protrae da talmente tanto tempo che ci si potrebbe attendere che i nostri giocatori abbiamo finalmente imparato come debbano concludersi i giochi, che abbiano capito com’è che ci si deve comportare davanti a certe mani scoperte e come ci sono volte nelle quali sarebbe meglio smettere di puntare forsennatamente verso verso cosa? la vittoria, ritirandosi accontentati di ciò che il banco ha gentilmente offerto.

Invece no.

E allora vediamo puntatori folli, gente che scommette e si gioca tutto, chi sbanca il banco e vince per perdere tutto alla puntata successiva, addirittura chi si crede talmente in alto da non poter nemmeno pensare di aver messo insieme la mano più sbagliata di sempre. Ha tutto la consistenza di un mondo onirico, un dipinto impressionista in cui ognuno è immortalato sempre nella stessa espressione, capace di cambiare, cambiare, cambiare. Questa tavola rotonda si è rivelata così odiata e attraente da aver legato irreversibilmente a sé i propri cavalieri: torri, cavalli e fanti, spade e pedoni, Re e Regine di corone deteriorate, una scala in salita e una in discesa per chi decide di voler scendere fino in fondo, al buio del banco più scheggiato e crudele perché, bianco o rosso, il banco vince sempre. Smazza, distribuisce, concede, elargisce, quindi marchia, strappa, seppellisce e non fa eccezione una simile partita.

Una mossa dopo l’altra e il ciclo continua, le sue componenti a spingerlo avanti: dovesse un ingranaggio bloccarsi e l’intero meccanismo salterebbe. Perciò ognuno di essi ha studiato a fondo la propria parte: impressionati, immortalati su negativi e positivi in alternanza continua, nessuna sosta, un simpatico nascondino nella stessa camera oscura. Sì, è divertente, perché abbiamo eroi e malandrini ugualmente recalcitranti eppure persistenti, ostinati nell’incedere di mosse che impediscono loro di mutare strategia, fosse anche quella perdente ma, come si dice, “sfortunati al gioco, fortunati in amore”. Ironico e derisorio accorgersi come per loro nemmeno questo valga qualcosa.

Osservando la sequenza, è come se ogni carta rappresentasse una puntata nella vita reale: coppia per due scienziati che hanno perso tutto nella propria ricerca, la figlia in mani impreviste e amiche; doppia coppia per chi ha sopportato un doppio sacrificio, per il proprio capitano e per il sangue del nemico; tris per chi sceglie di puntare sul lavoro, l’amicizia e l’amore; scala al Signore dei Rimpianti che risale al tempio degli eroi affaticato dal doloroso fardello. Abbiamo poi il colore, sfumature di coraggio, ribellione, comprensione; segue un full, per una vita piena e vogliosa, avida, aperta ai due troni oltre il calvario e la croce di spine; segue al ciclo il gran poker tra i più alti nella scala, ultimo tra i pedoni avvelenati e sacrificati; poi scala di colore, superba oltre ogni pienezza, nessun chiaroscuro a descriverne il destino.

Infine l’ultima tappa, ciò che riporta il ciclo alla condizione originale, che vanifica l’evolversi di un processo che si pensava potesse finalmente giungere al termine: la scala reale per sbancare e vincere tutto, per imboccare la via della divinità oltre l’uomo, l’elemento ultimo e fondamentale della vita. Scala per piegare l’Olimpo, Reale per concludere una partita -l’ennesima del circolo: Colui che vince decide e prende tutto, siede al trono del Re attendendo che la Regina di Cuori sostituisca la Donna di Picche per l’eterna celebrazione della vittoria; ai lati del quadro due Fanti ribelli, fiori nati dal seme sbagliato che lottano ancora per un’altra partita.
(Recensione modificata il 11/01/2017 - 07:48 am)

Nuovo recensore
11/09/15, ore 10:51

Wow.... non so davvero cosa dire, se non che è magnifica. Stile perfetto, lettura scorrevole, atmosfera tetra, cupa, suoni e immagini stridenti e inquietanti. Devo essere sincera, mentre la leggevo mi sembrava di guardare un film! Davvero stupenda, ti faccio i miei complimenti. A presto ^^

Recensore Junior
01/09/15, ore 17:06

Inquietante. Malata da un certo punto di vista (e non è una critica, tutt'altro). Ma bellissima. Mi sono immaginata la scena leggendo, eppure non è mai stata davvero chiara - come pennellate date nel buio, una per ogni personaggio che interveniva, per mostrare ogni volta un dettaglio diverso.
Non ho altre parole per descrivere quello che ho provato, oltre alla curiosità divorante con cui scorrevo la storia. Complimenti davvero.

P.S. Sono una persona male che ancora non ha commentato tutto quello che vorrebbe. Mi farò perdonare!
(Recensione modificata il 01/09/2015 - 05:08 pm)

Recensore Master
01/09/15, ore 17:01

Uh, questa è... come dire... davvero un incubo delirante! In senso buono naturalmente. Un tuffo nella follia dove vincitori (ma ci sono poi?) e vinti siedono allo stesso tavolo e fanno calare carte come fantasmi di ricordi. Naturalmente vince Wesker. Scala reale. Che altro? :)

Recensore Junior
01/09/15, ore 14:29

Ciao Nocturnia! Non vedevo l'ora di leggere una tua storia. È molto atipica, devo dirla tutta, ma molto originale. Una semplice partita a poker che diventa un salto nel passato con l'amarezza per il futuro. Molto bello come racconto e bravissima come sempre. Complimenti!
*offre un gelato e invita per due chiacchiere*

Recensore Junior
01/09/15, ore 02:48

Ciao mia Carissima Nocturnia Come stai? La storia e magnifica come sempre,mi appassionò sempre di più alle tue storie continua cosi sei la migliore Autrice del mondo * offre cocktail di frutta e invita Nocturnia alle Hawaii*