Recensioni per
L'amore diabolico
di Lady Io

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/12/16, ore 11:45

Ciao ^^
Recensione premio per il terzo posto al contest "L'amor che move il sole e l'altre stelle".

Con un po' di ritardi, ma eccomi qui ^^.
Sono stata subito attratta dal titolo e dal genere, davvero molto originale e che cattura! Mi è piaicuto davvero il tuo modo di scrivere, lo stile epico ti è riuscito davvero benissimo! Lo scampio di lettere tra divinità è una cosa di cui non avevo mai letto e mi ha sorpreso moltissimo. I riferimenti al mondo classico li ho trovati perfetti, sono molteplici e rendono il tutto davvero veritiero. Mi trovo poi d'accordo su come due fratelli giudicano loperato di Eros: e mi piace da morire la frase che usa Artemide per descirverlo "che d'angelo ha l'aspetto e di diavolo il cuore." davvero concisa e perfetta, in fondo l'amore è proprio questo un tormento travestito da piacere.
Ti faccio i miei complimenti, alla prossima.

Recensore Master
30/04/16, ore 00:15

RECENSIONE PREMIO
Non conosco alla perfezione la vera storia di Apollo, quindi non saprei fare osservazioni sulla fedeltà degli eventi. L’ho trovato comunque un racconto molto interessante, la cui trama si sviluppa attraverso un botta e risposta di corrispondenza tra Apollo e la sorella Artemide. Ho apprezzato moltissimo il fatto che ti sia soffermata sul particolare sentimento d’amore che prova la dea nei confronti del fratello: “[…] poiché io t'amo, ma di un amore diverso da quello che tu provi per Dafne, da un amore fraterno e immortale come la mia pelle che Latona, nostra madre, generò.” Adoro il fatto che lei non sia in grado di parlare d’amore e di provare quel tipo di emozione, almeno non nel senso generale. Le varie sfumature del sentimento amoroso sono sempre qualcosa di molto complicato da spiegare, ma Artemide ce l’ha ben chiaro. Questa caratteristica la rende più tangibile, così come rende più vero Apollo perdutamente innamorato della ninfa. Il suo dover subire un sentimento tanto umano si scontra con la sua identità divina creando un piacevole contrasto. Ho adorato il modo in cui Apollo definisce l’amore: un sentimento tremendo e bellissimo al contempo. Mi trovo d’accordo con lui.
Il tuo stile mi piace! Ho trovato il testo pulito e scorrevole. Tutta la narrazione si è lasciata leggere piacevolmente e non ho incontrato nessun errore grammaticale da segnarti. Ottimo anche l’uso del lessico e la disposizione delle frasi che rendono più credibile lo scambio di battute tra dei.
Complimenti!

Alla prossima,
Monique

Recensore Veterano
26/09/15, ore 23:56

Terza classificata e vincitrice del premio "Mimesis" al contest "V'è un piacere nello... scrivere" di AmahyP e di Chloe R Pendragon - Valutazione di Chloe R Pendragon
 
 
Grammatica: 13,75/15
Il punteggio è abbastanza eloquente, hai fatto un lavoro praticamente perfetto. Domini la grammatica come pochi, come si evince dal testo così curato e corretto; scovare refusi è stato davvero difficile, segno tangibile della tua bravura. Le uniche sviste che ho trovato sono “fallimnento” e “rimurginare”, le cui forme corrette sono rispettivamente “fallimento” e “rimuginare”; oltre a questo, ho notato che una volta hai utilizzato la forma “Daphne” al posto di “Dafne” – forma utilizzata prevalentemente nel testo – perciò ti consiglio di modificarla. A parte queste facezie, il testo è di una perfezione invidiabile, è evidente l’attenzione che hai prestato nella sua stesura, perciò il punteggio non poteva che essere alto: complimenti!
 
Stile e lessico: 14,5/15
Credo sia palese, ma dirlo “ad alta voce” non fa mai male: hai uno stile incantevole, capace di adattarsi alla mitologia greca con una tale armonia da mettere i brividi. Crei periodi perfettamente bilanciati, in grado di veicolare le emozioni in modo sublime: la lettura scorre con una tale melodiosità da renderla paragonabile a una sinfonia di violini, data la delicatezza del pathos e l’equilibrio tra le varie frasi. Anche la punteggiatura rispecchia questa tendenza, impartendo pause ben cadenzate e congeniali all’intensità del racconto. Il ritmo che ne risulta è fluido e controllato, degno dell’impronta classica dell’argomento: sei stata capace di rievocare le mitiche atmosfere delle opere greche, trasformando una semplice lettura in un viaggio nell’Olimpo. Mi sento una criminale nell’appuntare questa piccolezza, però mi è letteralmente saltata all’occhio mentre leggevo e non riuscivo a togliermela dalla testa: nella frase “Ah povero, fratello, quante pene e quanti dolori!” avrei messo la prima virgola dopo “Ah” per non creare una pausa destabilizzante. Mi rendo conto che si tratta veramente di una sciocchezza, ma non potevo non segnalartela; ciò non toglie nulla alla tua sorprendente bravura, perché hai uno stile davvero melodioso e ammaliante, perciò non dare il benché minimo peso a quest’osservazione.
Passando al lessico, anche qui hai fatto faville, sfruttando un registro linguistico alto ed estremamente evocativo: hai puntato sulla solennità degna del Pantheon, senza scadere nella pomposità o in espressioni artificiose, bensì creando un testo elegante e sublime come pochi. Ogni parola ha la funzione di coinvolgere il lettore e trasportarlo nel vivo della vicenda, incantandolo con la ricchezza di sfumature e la potenza espressiva: insomma, hai fatto un lavoro sopraffino, bravissima!
 
Utilizzo del pacchetto: 9,75/10
Anche in questo campo hai letteralmente fatto centro, sfruttando ogni elemento a tua disposizione per creare una storia davvero caratteristica. Innanzitutto, hai utilizzato il genere epistolare con una tale abilità da lasciare senza fiato: ogni lettera aveva una struttura ben precisa, pur non essendo sottolineata da un’impaginazione particolare, il che rende onore alla tua abilità. Hai padroneggiato un genere più ostico di quanto possa sembrare, peraltro con una maestria decisamente sorprendente, rendendo lo scambio epistolare il nucleo della storia, oltre che il veicolo attraverso il quale il lettore viene a conoscenza della vicenda.
Quanto al contenuto del pacchetto, anche in questo caso il tuo lavoro è stato degno di nota: non solo hai rispettato quanto richiesto, ma lo hai arricchito di una particolare sensibilità classicheggiante, in linea con la situazione presentata. Hai scelto uno dei miti più conosciuti di sempre, insieme a quello di Amore e Psiche, il che ti ha penalizzato leggermente; Apollo e Dafne sono celeberrimi, perciò non è facile creare qualcosa di particolare, eppure tu ci sei riuscita inserendo Artemide. Lo scambio epistolare tra i figli di Latona, oltre a rispettare la consegna, conferisce quella novità capace di stupire il lettore, proprio come richiesto: il risultato è a dir poco soddisfacente, considerato che esso rappresenta l’intera narrazione e che è stato gestito in modo impeccabile dall’inizio alla fine.
La citazione è stata inserita perfettamente all’interno del racconto, mettendola in bocca alla Cacciatrice dell’Olimpo come incoraggiamento per il fratello: essa aleggia all’inizio della storia, rappresentando ciò che Artemide cerca di suggerire al fratello per spronarlo a volgere a suo vantaggio la vendetta di Eros, finché non fa il suo ingresso in scena per avvalorare il suo incoraggiamento, invitandolo a perseguire il suo sogno d’amore, poiché solo Moire conoscono il suo destino, di certo non il crudele figlio di Afrodite. Mi è piaciuto moltissimo questo accostamento, ha dato maggior spessore a una frase di per sé eloquente, perciò mi congratulo. Che altro aggiungere? Ottimo lavoro!
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Dire che sei stata bravissima sarebbe riduttivo, hai davvero fatto una signora caratterizzazione. Non è facile muovere gli dèi dell’Olimpo, sono volubili e contraddittori, pieni di sfaccettature e incongruenze. Hai puntato sulla sublimazione dei sentimenti, giocando con un mito universalmente conosciuto per mettere in luce aspetti ignoti della vicenda, a partire dall’apprensione di Artemide. Questo inserimento è stato tanto geniale quanto rischioso, perché avresti potuto alterare il mito e corromperlo con la presenza della dea della caccia, eppure senza di lei non si può parlare di questa storia: la sua preoccupazione per le sorti del fratello è a dir poco palpabile, così come il suo fiducioso incoraggiamento a mettersi in gioco, in aperta antitesi con la sua castità. Ho apprezzato immensamente questo amore fraterno che emerge in questa vicenda, contrastando la natura demoniaca del sentimento indotto da Eros. A tal proposito, vorrei elogiare la tua abilità nel caratterizzare, seppur di sfuggita e con pochi cenni, la capricciosa divinità dell’amore: hai posto l’accento sulla sua indole malvagia e crudele, talmente sadica da non curarsi dello struggimento di Apollo, preso com’è dal suo desiderio di rivalsa. Sono questi aspetti a trasformare una storia bella in una vera e propria perla, e tu hai dimostrato un’ottima predisposizione a riguardo.
Tornando ai protagonisti, passiamo alla “coppia maledetta”, Apollo e Dafne. Se della ninfa ci viene mostrato solamente il suo timore nei confronti dell’innamorato, il figlio di Latona ci appare in tutta la sua fragilità. Consumato da un amore impossibile, egli non sa come comportarsi, così si affida ai consigli della sorella, assecondando i diabolici piani di Eros; hai messo in risalto la sua disperata passione, puntando su tutti gli espedienti che il dio delle arte può avere sfruttato prima di arrivare al fatidico inseguimento. Ciò che più mi ha impressionato è stata la sua reazione di fronte alla trasformazione dell’amata, dato che hai mostrato una muta sofferenza, come se anch’egli si fosse mosso a pietà al pari di Gea, così da rassegnarsi al suo destino sciagurato.
Hai curato così bene l’introspezione da rendere persino vacui i complimenti, perciò non mi resta altro da dire se non chapeau!
 
Originalità: 8/10
Come sempre qui casca l’asino, dato che parlare di originalità è sempre complicato. Diciamo che ho dovuto penalizzarti per la scelta del mito, dato che si tratta di uno tra i più celebri di sempre; sono molteplici i precedenti di questa storia, peraltro nei campi più disparati, perciò non si può dire che sia stata una scelta innovativa. Quello che però ha dato grandissimo lustro al tuo racconto è stato il porre l’accento più sul rapporto fraterno che sull’amore non corrisposto, mettendo Dafne in secondo piano rispetto ad Artemide: non avevo mai letto una simile interpretazione del tema, per quanto possa sembrare scontato. Di solito, qualora non si punti sull’amore “diabolico”, si guarda più al conflitto tra Apollo ed Eros o alla pietà di Gea, ma mai a un’eventuale presenza della figlia di Latona: è stata proprio questa scelta a dare una spinta considerevole a questo parametro e il merito è tutto tuo, perciò complimenti!
 
Gradimento personale: 10/10
Non serve girarci attorno, dato che il punteggio parla chiaro: adoro questa storia! Hai dato prova di uno stile magistrale, così ricco e profondo da deliziare chi legge e suscitare emozioni indimenticabili. Hai ripreso un mito celeberrimo e l’hai trasformato in una corrispondenza epistolare, focalizzando l’attenzione su un elemento inusuale: il rapporto tra Apollo e Artemide. Tra tutti i rapporti tra le divinità del pantheon, quello tra i due figli di Latona è senz’altro il più puro, caratterizzato da un amore fraterno profondo e inossidabile: è proprio questo sentimento a porsi come vero protagonista del racconto, contrapponendosi a una passione morbosa e senza futuro, nata dal capriccioso desiderio di vendetta di Eros. Hai sfruttato al massimo le potenzialità del genere epistolare, mescolando la struttura tipica delle lettere a elementi classicheggianti, il tutto condito dall’impeccabile inserimento della citazione. Insomma, chapeau!
 
Totale: 66/70

Recensore Veterano
24/09/15, ore 21:14

Terza Classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere!" di Chloe R Pendragon e AmahyP

Grammatica:
Ho trovato davvero pochissimi errori, e sono tutte minuscole sviste di battitura. Ti ho segnalato qui anche alcuni errori nelle virgole, poca cosa che ha tolto ben pochi punti, ma per motivi che ti dirò dopo (non ti preoccupare per questa frase) ho voluto essere pignola sotto questo punto di vista. 
Ah povero, fratello, quante pene e quanti dolori!: qui la posizione esatta delle virgole dovrebbe essere “Ah, povero fratello, quante pene e quanti dolori!”.
Solo le Moire sanno ciò che accadrà e se lo vorranno loro, i Fati, troveranno la via: qui invece andrebbe “e, se lo vorranno loro, i Fati troveranno la via”.
Dunque vai a prendere Daphne come consorte: solo in questo passaggio hai scritto per sbaglio “Daphne” anziché “Dafne”, forma che hai usato in tutto il resto dello scritto.
e poi raccontami del tuo successo o del tuo fallimnento: hai scritto per errore di battitura “fallimneto” anziché “fallimento”.
Ma la smetto di annoiarti con questo sproloquio, sorella mia e ti racconto: manca una virgola dopo “mia”.
Ma adesso non ha più senso rimurginare sul passato: qui hai scritto per sbaglio “rimurginare” anziché “rimuginare”.
 
14,5/15 

Stile e lessico: Ho trovato una piccola imperfezione: quando scrivi “La tua è una bellezza senza fondo, ma non provocatoria e seducente”, a mio parere sarebbe meglio usare il termine “provocante”, perché quello è usato in senso erotico, mentre qualcosa di “provocatorio” è in genere mirato a far arrabbiare o a suscitare comunque emozioni del genere.
Bene, e ora veniamo al motivo per cui prima sono stata così pignola con le virgole. Il fatto è che il tuo stile mi ha completamente rapita: sarò anche fissata con i Greci e i Romani, ma l’ho trovato talmente vicino al classico che a tratti mi è sembrato davvero di leggere una pagina tradotta dal latino. Ci sono molte accortezze che ho notato (le esclamazioni, la struttura delle frasi, il verbo messo alla fine, i riferimenti alle divinità) che hanno contribuito a darmi questa piacevolissima sensazione durante tutta la lettura, nascondendo le piccolissime imperfezioni. Una cosa che mi ha davvero esaltato è come hai scritto il finale: “Che l'albero che Dafne è divenuta sia l'albero della vittoria, che con le sue foglie vengano create corone con cui si premieranno i più valorosi! Ciò avvenga affinché Dafne resti memorabile nel tempo”. Lo trovo davvero molto ovidiano, ha un tono deliziosamente epico e chiude in modo molto degno il tuo scambio epistolare. In genere si premia chi ha uno stile personale e originale, cosa che apprezzo molto anche io, ma Platone diceva che “l’arte è mimesi del reale” (se non fosse così mi scuso, ero una frana in filosofia), e tu hai saputo imitare talmente bene e con talmente tanta maestria e consapevolezza lo stile classico (dandogli anche, perché no?, un’impronta personale che si vede in certi passaggi e certe trovate, come quella dell’epiteto “diabolico” dato all’Amore), e quello stesso stile sta talmente bene nella storia che hai scritto che non potevo non rimanere affascinata e stupita dal modo in cui hai saputo scrivere. Questi sono i motivi per cui abbiamo deciso di assegnarti quel premio speciale, complimenti davvero!
 
14,75/15 

Utilizzo del pacchetto: Il pacchetto che hai scelto era stato pensato da Chloe, ma chiaramente posso dire che hai fatto un ottimo lavoro. Hai seguito il mito e il pacchetto alla lettera, senza grandi modifiche, ma hai raccontato in modo meraviglioso. Inoltre, ho apprezzato anche l’idea dello scambio epistolare tra Apollo e la sorella Artemide, alla quale (nonostante la sua poca esperienza) il dio chiede consigli sui propri problemi di cuore. Ho trovato simpatico questo modo di interpretare il pacchetto “Heroides”.
Non so se è questa la sezione appropriata per farti questa correzione, ma ho trovato delle imprecisioni (seppur molto piccole e che non hanno influito in nessun modo sul mio gradimento personale della storia) dal punto di vista mitologico. Tu hai descritto Eros dicendo che d'angelo ha l'aspetto e di diavolo il cuore: ora, stabilire cronologicamente l’iconografia di Eros è una cosa impossibile nella quale ci si perde davvero, tuttavia a mio parere questa definizione, che mantieni durante tutto il racconto, si adatta molto bene ad un tema medievale/rinascimentale (nelle poesie è sempre rappresentato come un angioletto) ma stona un tantino con l’ambientazione greca che tu hai scelto di usare. Nella Grecia arcaica Eros era semplicemente il sentimento, mi sembra che addirittura in origine non avesse forma umana, mentre sono sicura che nell’iconografia romana venga rappresentato come Cupido, cioè come fanciullo alato. Anche il termine “diavolo” che hai usato è esclusivamente cristiano, quindi rimanda a concetti estranei alla Grecia. Forse per risolvere questo dilemma, dato che il discorso dell’amore diabolico da cui sei partita mi è piaciuto molto e decisamente non si può e non si deve correggere, avresti dovuto usare i nomi romani delle divinità, ma è solo un lievissimo anacronismo che quasi non si nota, se non si è pignolissimi come me!
Un’altra cosa che ho notato è stata una lieve variazione del mito (lo potevi benissimo fare, anzi mi è piaciuta!): quando Dafne si trasforma, tu parli di Gea, mentre nell’originale la fanciulla si rivolgeva al padre Peneo per essere trasformata in albero. Tuttavia hai descritto il passaggio in modo davvero poetico, e la Terra che la rende “ancora più figlia sua” è stata un tocco da maestro.
Ancora complimenti!
 
9/10    
 
Caratterizzazione dei personaggi: I personaggi rimangono quelli del mito originale, e sono perfettamente – non so se si può dire, che Zeus mi perdoni – IC. Quello che manca forse è un po’ di reinterpretazione personale, che tuttavia non è completamente assente: mi è piaciuto quando Apollo dice che farà uso di tutte le sue arti ma che è meglio evitare la medicina, quando mostra amore e fiducia nei confronti della sorella e quando si lamenta – in modo molto umano – delle sue pene.
Anche Artemide, con i suoi consigli, mi è piaciuta molto, e in particolare ho apprezzato come il rapporto di affetto e stima reciproca tra i due fratelli venga fuori chiaramente tra le righe delle lettere che si inviano.
Non ho null’altro da dire, un ottimo lavoro.
 
9,5/10 

Originalità: Purtroppo sotto questo punto di vista, dovendo valutare esclusivamente l’originalità dell’elaborato, ho dovuto toglierti un po’ di punti. Sei stata molto aderente al mito di Apollo e Dafne e alle istruzioni che ti avevamo dato nel pacchetto, un punto invece a tuo favore è stata, come ti ho già detto in precedenza, l’idea dello scambio epistolare tra Apollo e la sorella, che fra l’altro hai saputo gestire molto bene. Ho trovato buona la comparsa di Artemide in questa storia, la sua figura non stonava e dava un tocco di interpretazione personale che mi è piaciuto davvero molto, la storia è tragica ed espressa con un buono stile medio/alto, ma la figura di Artemide consulente mi ha strappato un sorriso di tenerezza. Brava!
 
7,5/10 
           
Gradimento personale: La tua storia, come penso tu abbia capito dalla mia valutazione, è stata sicuramente tra le mie preferite del contest. Oltre ad aver adorato la tua padronanza nell’imitazione dello stile classico, che alcuni a dire la verità trovano pesante, da quanto ho notato, ma io (sarà per abitudine, sarà per inclinazione personale) amo di un amore sconfinato, mi è piaciuto il tema mitologico rielaborato, mi è piaciuta la figura dell’Amore diabolico… sembra davvero che mi sia piaciuto tutto. Lo stile è ad un passo dalla perfezione, e quando ho finito la storia mi sono trovata a pensare che avrei voluto leggere di più, entrare ancora di più in questo mito che mi hai presentato poeticamente e con quel pizzico di sale che non guasta mai.
Ho detto tutto durante la valutazione, perciò concludo perché rischierei di diventare ripetitiva: hai scritto davvero una bellissima storia, complimenti.
 
9/10 


Totale: 64,25/70 

Grazie per aver partecipato e complimenti!