Terza classificata e vincitrice del premio "Mimesis" al contest "V'è un piacere nello... scrivere" di AmahyP e di Chloe R Pendragon - Valutazione di Chloe R Pendragon
Grammatica: 13,75/15
Il punteggio è abbastanza eloquente, hai fatto un lavoro praticamente perfetto. Domini la grammatica come pochi, come si evince dal testo così curato e corretto; scovare refusi è stato davvero difficile, segno tangibile della tua bravura. Le uniche sviste che ho trovato sono “fallimnento” e “rimurginare”, le cui forme corrette sono rispettivamente “fallimento” e “rimuginare”; oltre a questo, ho notato che una volta hai utilizzato la forma “Daphne” al posto di “Dafne” – forma utilizzata prevalentemente nel testo – perciò ti consiglio di modificarla. A parte queste facezie, il testo è di una perfezione invidiabile, è evidente l’attenzione che hai prestato nella sua stesura, perciò il punteggio non poteva che essere alto: complimenti!
Stile e lessico: 14,5/15
Credo sia palese, ma dirlo “ad alta voce” non fa mai male: hai uno stile incantevole, capace di adattarsi alla mitologia greca con una tale armonia da mettere i brividi. Crei periodi perfettamente bilanciati, in grado di veicolare le emozioni in modo sublime: la lettura scorre con una tale melodiosità da renderla paragonabile a una sinfonia di violini, data la delicatezza del pathos e l’equilibrio tra le varie frasi. Anche la punteggiatura rispecchia questa tendenza, impartendo pause ben cadenzate e congeniali all’intensità del racconto. Il ritmo che ne risulta è fluido e controllato, degno dell’impronta classica dell’argomento: sei stata capace di rievocare le mitiche atmosfere delle opere greche, trasformando una semplice lettura in un viaggio nell’Olimpo. Mi sento una criminale nell’appuntare questa piccolezza, però mi è letteralmente saltata all’occhio mentre leggevo e non riuscivo a togliermela dalla testa: nella frase “Ah povero, fratello, quante pene e quanti dolori!” avrei messo la prima virgola dopo “Ah” per non creare una pausa destabilizzante. Mi rendo conto che si tratta veramente di una sciocchezza, ma non potevo non segnalartela; ciò non toglie nulla alla tua sorprendente bravura, perché hai uno stile davvero melodioso e ammaliante, perciò non dare il benché minimo peso a quest’osservazione.
Passando al lessico, anche qui hai fatto faville, sfruttando un registro linguistico alto ed estremamente evocativo: hai puntato sulla solennità degna del Pantheon, senza scadere nella pomposità o in espressioni artificiose, bensì creando un testo elegante e sublime come pochi. Ogni parola ha la funzione di coinvolgere il lettore e trasportarlo nel vivo della vicenda, incantandolo con la ricchezza di sfumature e la potenza espressiva: insomma, hai fatto un lavoro sopraffino, bravissima!
Utilizzo del pacchetto: 9,75/10
Anche in questo campo hai letteralmente fatto centro, sfruttando ogni elemento a tua disposizione per creare una storia davvero caratteristica. Innanzitutto, hai utilizzato il genere epistolare con una tale abilità da lasciare senza fiato: ogni lettera aveva una struttura ben precisa, pur non essendo sottolineata da un’impaginazione particolare, il che rende onore alla tua abilità. Hai padroneggiato un genere più ostico di quanto possa sembrare, peraltro con una maestria decisamente sorprendente, rendendo lo scambio epistolare il nucleo della storia, oltre che il veicolo attraverso il quale il lettore viene a conoscenza della vicenda.
Quanto al contenuto del pacchetto, anche in questo caso il tuo lavoro è stato degno di nota: non solo hai rispettato quanto richiesto, ma lo hai arricchito di una particolare sensibilità classicheggiante, in linea con la situazione presentata. Hai scelto uno dei miti più conosciuti di sempre, insieme a quello di Amore e Psiche, il che ti ha penalizzato leggermente; Apollo e Dafne sono celeberrimi, perciò non è facile creare qualcosa di particolare, eppure tu ci sei riuscita inserendo Artemide. Lo scambio epistolare tra i figli di Latona, oltre a rispettare la consegna, conferisce quella novità capace di stupire il lettore, proprio come richiesto: il risultato è a dir poco soddisfacente, considerato che esso rappresenta l’intera narrazione e che è stato gestito in modo impeccabile dall’inizio alla fine.
La citazione è stata inserita perfettamente all’interno del racconto, mettendola in bocca alla Cacciatrice dell’Olimpo come incoraggiamento per il fratello: essa aleggia all’inizio della storia, rappresentando ciò che Artemide cerca di suggerire al fratello per spronarlo a volgere a suo vantaggio la vendetta di Eros, finché non fa il suo ingresso in scena per avvalorare il suo incoraggiamento, invitandolo a perseguire il suo sogno d’amore, poiché solo Moire conoscono il suo destino, di certo non il crudele figlio di Afrodite. Mi è piaciuto moltissimo questo accostamento, ha dato maggior spessore a una frase di per sé eloquente, perciò mi congratulo. Che altro aggiungere? Ottimo lavoro!
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Dire che sei stata bravissima sarebbe riduttivo, hai davvero fatto una signora caratterizzazione. Non è facile muovere gli dèi dell’Olimpo, sono volubili e contraddittori, pieni di sfaccettature e incongruenze. Hai puntato sulla sublimazione dei sentimenti, giocando con un mito universalmente conosciuto per mettere in luce aspetti ignoti della vicenda, a partire dall’apprensione di Artemide. Questo inserimento è stato tanto geniale quanto rischioso, perché avresti potuto alterare il mito e corromperlo con la presenza della dea della caccia, eppure senza di lei non si può parlare di questa storia: la sua preoccupazione per le sorti del fratello è a dir poco palpabile, così come il suo fiducioso incoraggiamento a mettersi in gioco, in aperta antitesi con la sua castità. Ho apprezzato immensamente questo amore fraterno che emerge in questa vicenda, contrastando la natura demoniaca del sentimento indotto da Eros. A tal proposito, vorrei elogiare la tua abilità nel caratterizzare, seppur di sfuggita e con pochi cenni, la capricciosa divinità dell’amore: hai posto l’accento sulla sua indole malvagia e crudele, talmente sadica da non curarsi dello struggimento di Apollo, preso com’è dal suo desiderio di rivalsa. Sono questi aspetti a trasformare una storia bella in una vera e propria perla, e tu hai dimostrato un’ottima predisposizione a riguardo.
Tornando ai protagonisti, passiamo alla “coppia maledetta”, Apollo e Dafne. Se della ninfa ci viene mostrato solamente il suo timore nei confronti dell’innamorato, il figlio di Latona ci appare in tutta la sua fragilità. Consumato da un amore impossibile, egli non sa come comportarsi, così si affida ai consigli della sorella, assecondando i diabolici piani di Eros; hai messo in risalto la sua disperata passione, puntando su tutti gli espedienti che il dio delle arte può avere sfruttato prima di arrivare al fatidico inseguimento. Ciò che più mi ha impressionato è stata la sua reazione di fronte alla trasformazione dell’amata, dato che hai mostrato una muta sofferenza, come se anch’egli si fosse mosso a pietà al pari di Gea, così da rassegnarsi al suo destino sciagurato.
Hai curato così bene l’introspezione da rendere persino vacui i complimenti, perciò non mi resta altro da dire se non chapeau!
Originalità: 8/10
Come sempre qui casca l’asino, dato che parlare di originalità è sempre complicato. Diciamo che ho dovuto penalizzarti per la scelta del mito, dato che si tratta di uno tra i più celebri di sempre; sono molteplici i precedenti di questa storia, peraltro nei campi più disparati, perciò non si può dire che sia stata una scelta innovativa. Quello che però ha dato grandissimo lustro al tuo racconto è stato il porre l’accento più sul rapporto fraterno che sull’amore non corrisposto, mettendo Dafne in secondo piano rispetto ad Artemide: non avevo mai letto una simile interpretazione del tema, per quanto possa sembrare scontato. Di solito, qualora non si punti sull’amore “diabolico”, si guarda più al conflitto tra Apollo ed Eros o alla pietà di Gea, ma mai a un’eventuale presenza della figlia di Latona: è stata proprio questa scelta a dare una spinta considerevole a questo parametro e il merito è tutto tuo, perciò complimenti!
Gradimento personale: 10/10
Non serve girarci attorno, dato che il punteggio parla chiaro: adoro questa storia! Hai dato prova di uno stile magistrale, così ricco e profondo da deliziare chi legge e suscitare emozioni indimenticabili. Hai ripreso un mito celeberrimo e l’hai trasformato in una corrispondenza epistolare, focalizzando l’attenzione su un elemento inusuale: il rapporto tra Apollo e Artemide. Tra tutti i rapporti tra le divinità del pantheon, quello tra i due figli di Latona è senz’altro il più puro, caratterizzato da un amore fraterno profondo e inossidabile: è proprio questo sentimento a porsi come vero protagonista del racconto, contrapponendosi a una passione morbosa e senza futuro, nata dal capriccioso desiderio di vendetta di Eros. Hai sfruttato al massimo le potenzialità del genere epistolare, mescolando la struttura tipica delle lettere a elementi classicheggianti, il tutto condito dall’impeccabile inserimento della citazione. Insomma, chapeau!
Totale: 66/70 |