Allora.
Eccomi. Sono qui. Volevo aspettare le 3 e 14 per commentare - io ti giuro che volevo farlo - ma poi ho detto che non mi dovevo prendere in giro, che non avrei saputo aspettare. Non sono molto brava ad aspettare. Quando devo dire cose importanti, sono così. Irruenta.
Non so bene se riversare o no tutta la mia ammirazione (nel mio caso si tratta di un tipico caso di ammirazione a prima lettura), che oh, alla fine posso dire sia quasi amore. Posso dirlo, da quando mi è stato chiaro che avessi qualcosa.
I tuoi personaggi sono quei personaggi che urlano cose, che non si accontentano di echi o astrattezze, no; li rendi reali con tutte quelle piccolezze, quei particolari assurdi che te li fanno conoscere da una vita - o da più vite - a seconda dei casi. Un'abitudine, un nomignolo, un orario: si delinea tutto così facilmente. Scivola via come profumo, come cose che sai che non si dimenticano facilmente, come quando qualcosa ti rimane tra i capelli o tra le dita per tanto tempo. Puoi toccarlo con mano, oppure sentire il suo aroma. Non te ne dimentichi nemmeno quando se ne va via. Margot e Louis (la mia primissima crush tra gli One), sono così. E io te lo giuro, avrei voluto che non finisse mai. Un po' perché - lo ammetto - amo le storie tormentate, amo quando mi fanno credere che non ci sia speranza e poi il secondo dopo eccola che spunta, diventa più grande, poi enorme, e poi divora tutto. E non c'è più storia che tenga senza speranza. Io AMO le storie così, ti giuro che le amo. Per questa dire che l'ho amata è stato poco. Lei è favolosa, ma fai capire che essere favolosi a volte non basta, che anche chi all'apparenza è perfetto se non ha certi occhi addosso poi alla fine scompare; che non si può far niente senza scavare e farsi domande. Non si può far niente se non ce la si mette tutta, se non si lotta, se non si azzarda. E Lou - grazie al cielo - alla fine lo fa.
Sempre meraviglia, sei.
E poi niente. Sai cosa ho pensato? Che il tuo stile - proprio per quei particolari per cui io sono a dir poco entusiasta - mi ricordava quello di un certo scrittore. E poi ho visto. Poi l'ho vista.
"How will I ever get out of this labyrinth?"
Già, come?
"... to a margin note written in her loop-heavy cursive:..."
Lo sapevo che non poteva essere un caso. Perché io al caso, non ci ho mai creduto. Perché per me, dietro ogni cosa c'è sempre un motivo. E perché il caso, non ti permette di uscire dal labirinto...
"Straight & fast".
Grazie di tutto, Alaska. |