Ciao.
Allora, innanzitutto scusa per il ritardo, ma ero in vacanza e per me EFP è sfilato verso il più infimo degli interessi. In più, sono dal computer quasi inutilizzabile di mia madre, da cui è impossibile digitare punti interrogativi o apostrofi senza copia incolla, perciò perdona eventuali mancanze. Ecco.
Allora, devo ammettere che anche a me Marlene durante questo capitolo è molto piaciuta. Perché sta sfoderando la sua determinazione, dovuta anche alla sua solitudine, probabilmente; quella di continuare ad osservare i giochi, osservare suo figlio, quasi comunicargli, indirettamente, la sua presenza. Consolarlo con sguardi, i quali potrebbero non raggiungerlo, ma quella che dimostra Marlene nel fronteggiare la condizione di Peeta è solo forza. Quella di non infilarsi al di sotto delle coperte e tentare di dimenticare il dolore con il dolore è forza. Perciò, nonostante lei all * apostrofo * inizio non avesse guadagnato la mia simpatia, adesso ottiene addirittura la mia stima. Insomma, la adoro. E adoro il capitolo.
Ormai... non manca così tanto. E probabilmente sono più dispiaciuta per Marlene che per John. Non credo di poterla immaginare soppiantata dalle esplosioni... però, si vedrà.
Ho finito. Alla prossima, ovvero, all * apostrofo * altra storia che devo leggere,
Bolide |