Guerra. Tanto bastava.
Ho messo questa storia quando uscì nella home la prima volta perché la sinossi mi convinceva parecchio e perché l'impaginazione invoglia la lettura (leverei gli inutili trattini tra paragrafo e paragrafo ma storia tua, impaginazione tua).
Non credo d'averti mai incrociata, anche perché il periodo in cui recensivo in maniera pressoché fissa è passato da più di un anno e tu ti sei iscritta da giugno (sei su stalk radio) quindi: piacere d'aver letto qualcosa di tuo.
La trama intriga e credo sia il punto di forza di questa storia. Una guerra tra due fratelli, che anche se mainstream è un evergreen, sono curioso di sapere se la regione adiacente alla Kalos di tremila anni fa sia una esistente nella canonicità del gioco oppure originale, creata da te. Lessi una cosa del genere scritta da tal The Exalt, che però non andò oltre il prologo ed il primo capitolo. Non ti accuso di plagio, ma spero che questa storia plachi la mia voglia di sapere cosa minchia successe a Kalos anni prima.
Insomma, ci sono delle differenze, lui ha usato AZ e cose così (non so se lo emulerai, volontariamente o meno) e poi ci sono differenze di stile.
Ma con calma.
Parliamo dei personaggi e dell'ambientazione, che per me è perfetta: un maniero e l'impossibilità di potervi uscire. Mentre per il mondo esterno capisco che possa essere difficile l'esistenza d'un nobile COSÌ NOBILE (agguati, attentati, rapimenti e cazzate varie) non comprendo per quale motivo non possa girare nel castello, in casa sua.
La cosa è strana ma sicuramente avrai pensato a questa cosa.
Il principe, che è stato descritto soltanto verso la fine del capitolo, anche perché all'inizio era un bmabino, non ha nome ed ha i capelli rossi e gli occhi azzurri, proprio come me.
M'è già simpatico, tra noi rossi si crea fratellanza perché siamo specie in via d'estinzione. Lui mostra parecchia attitudine all'esplorazione, anche se ritengo che un comportamento scorbutico nei confronti del re non lo avrebbe realmente tenuto un principe vero.
Fatto sta che questo manco s'incazza quando viene mancato di rispetto e la cosa fa strano.
M'è parsa inverosimile la scena in cui il re gli annuncia che sarebbe scoppiata una guerra, lì, davanti a tutti; personalmente avrei alzato la sacralità del momento con una scena con la coppia in solitaria.
In più mi chiedo chi siano quei due galeotti fedifraghi che se la spassano con le finestre aperte.
Ma non fa niente. Lo stile, neh?
È semplice, forse un po' troppo per la trama che vuoi alzare. Anche perché l'utilizzo di termini come "adoprare" (a meno che non sia un errore) stona parecchio. Il registro linguistico deve essere consono a quello stilistico. Non è male, sia ben chiaro, ma ho storto il naso ogni volta che scrivevi "contro" (contro al legno - contro alla propria gamba - stonava contro allo sguardo grigio tutto sommato ancora giovane) perché anche se non è un errore mettere la particella A/AL dopo contro è parecchio inusuale e deriva da pratiche dialettali entrate nell'italiano. Contro IL legno, contro LA gamba, contro LO sguardo (ed in questo caso devi cambiare verbo perché le cose difficilmente stonano CONTRO qualcosa). Non vorrei fare la figura del professorino del cazzo, sono il contrario, ma mi sono accorto di questa cosa e te lo volevo dire dato che la storia mia sembra carina, almeno dal primo capitolo. Inoltre c'è questa similitudine che personalmente non mi piace (sempre gusto mio, sei libera di scrivere come vuoi, non faccio Treccani di cognome): Dame delicate come fiori ma velenose come Seviper. Tante cose possono essere velenose, usare un Pokémon quando puoi usare qualcos'altro per me è riduttivo e semplificativo, quando ho visto in determinate frasi applicazione maggiore ed utilizzo d'uno stile con i controcazzi, come qui: "Dame delicate come fiori ma velenose come Seviper parlottavano concitatamente dietro il movimento ipnotico dei loro ventagli variopinti".
Poi ho trovato tre errorini:
-già lo odiavano per tutte le volte in cui li avevano fatti scomodare.- siccome a far scomodare era solo il principe devi scrivere LI AVEVA fatti scomodare.
-ai i giovani di nobile- qui c'arrivi da te.
-altri si passavo- pure qui.
Qui invece mi hai fatto sorridere e pure tanto.
«Se non ti piace dovresti imparare a pensare alle donne quando ti ronzo attorno. Smetterei di interessarmi a cosa ti frulla per la testa all'istante.»
«Aegislash, fuori dalla mia testa. Ora.»
Hai vinto e ti do completamente ragione, noi maschi pensiamo al calcio quando non ci sono le donne nude nella nostra testa.
Detto questo ti saluto e mi congratulo per il capitolo discreto che ho letto. Il prossimo sono curioso di leggerlo.
Spero di beccarti in giro.
Andy Black |