Recensioni per
Kyrie
di Shu

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/10/11, ore 20:53
Cap. 1:

Sublime.
Difficile non è trattare il fandom, ma la coerenza caratteriale dei personaggi.
In Death Note si hanno sbalzi di caratterizzazione folli, letteralmente ostici da trattare.
Ogni personaggio principale è folle, totalmente assorbito nelle sue estreme convinzioni.
Light fra tutti è il peggiore: geniale e diabolicamente distrutto dalla litania di morte che si ode ogni giorno.
Da ragazzo con un potere micidiale, di cui conosce e soffre l'immoralità, passa brevemente a psicopatico assassino assuefatto dalla sensazione di assolutezza che scaturisce dal giudicare le persone.
In vari momenti sembra redimersi, per poi precipitare ancor di più - e tu sei perfetta nell'interpretare questo.
Hai scelto uno dei momenti in assoluto più suggestivi del manga, quello che ogni volta mi sconvolge nella sua potenza visiva.
E il messaggio che dai con la tua storia è lo stesso dell'immagine: per quanto malvagio, pazzo, malato e assassino, Kira nasce dal desiderio di mettere a tacere la già nominata litania di morte.
Il fine è giusto, il mezzo... non lo è (?).
La mia, naturalmente, è una domanda retorica. Non ucciderei mai migliaia e migliaia di persone perché sono cattive.
Ma la religione non ci ha sempre insegnato questo?
Esci dalle regole, affacciati oltre il confine, spia dalla fessura, e finirai all'inferno.
Varca la soglia, e finirai all'inferno.
Sii "impuro", e finirai all'inferno.
Siatelo in molti, e giungierà il giudizio.
Non per questo la religione è male - in quanto agnostica, io stessa finirei all'inferno se la considerassi una opzione, in quanto ignava e miscredente.
Ma Light e Dio, alla fine, pongono limiti: la correttezza il primo, la stessa cosa (e tante altre) il secondo.
Di nuovo, non voglio dire che cristiani/ortodossi/vattelappesca siano come Light, ma il manga è sublimamente architettato.
Se guardi oltre il perbenismo, oltre il "cacca, cacca, sbagliato!" immediato, ti trovi a pensare che in effetti anche tu vorresti che tutto questo finisse.
Per questo la tua fanfiction è un gioiello: mette in luce una facciata che viene fatta solo intravedere, cioé la reazione di chi davvero sperava nella fine delle (sue) persecuzioni e amenità.
I due anni di progettazione credo siano serviti tutti.
Complimenti. Vivissimi.
La mia domanda è:
come non metterla tra i preferiti?


Syr

Recensore Junior
19/02/11, ore 01:13
Cap. 1:

Ok...non ci sono parole...DN non è affatto un fandom semplice su cui scrivere, lo sai bene, ma qui davvero siamo davanti alla perfezione fatta fic. Due anni di limature hanno davvero portato ad una fic stupenda che non ha nessun e dico nessun, a mio parere, difetto.
Un capolavoro dalla prima all'ultima parola.

Recensore Veterano
04/11/10, ore 14:41
Cap. 1:

Semplicemente magnifica. Non posso descrivere in altro modo questa storia che di semplice non ha proprio nulla. Il modo in cui hai analizzato la personalità di Light, la processione dei fedeli, il loro rito è veramente perfetta. Perfetta come lo è questa storia. Ad ogni parola mi veniva sempre più voglia di leggere la successiva, e poi ancora, fino all'ultima sillaba, e poi fino alla fine della citazione di Umberto Eco. Una storia che avrei voluto non finisse mai, una storia che è riduttivo chiamare storia, perché forse capolavoro è più appropriato.
Complimenti,
Ottimo lavoro
Kisses
Kiriku

Recensore Veterano
15/09/10, ore 22:49
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Death Note non è un fandom facile, se si decide di affrontarlo analizzandone a fondo personaggi, motivi e tematiche "sotterranee". L'autrice di questa storia c'è riuscita perfetettamente, partendo da quella che, secondo me, è una delle immagini più potenti e inquietanti del manga: il finale. Le ultime scene di Death Note sono occasione per Shu di ripercorrere la strada del protagonista, attraverso una serie di riflessioni ben collegate tra sé, tutte molto interessanti e plausibili, tutte raccontate con un linguaggio e uno stile che non sbagliano nemmeno una parola.

Recensore Junior
07/06/09, ore 17:42
Cap. 1:

E' una storia difficile da commentare per me, sopratutto perché non mi è mai piaciuto Light/Raito e Kyrie sembra proprio un inno a questo personaggio. Indubbiamente è un carattere affascinante - nessun dubbio a proposito - ma non mi hanno mai convinto le sue motivazioni. Detto questo, è chiaro che secondo me Light non ha mai voluto essere un giustiziere, era solo una scusa con cui nascondeva a tutti e a se stesso di essere un assassino. Penso che però su questo punto gli autori mi smentiscano (adesso non ricordo precisamente se nelle interviste hanno detto che sì, Raito crede davvero che ciò che fa sia giustizia). Nonostante questo aspetto del carattere di Raito sia un punto centrale nella tua storia, mi è piaciuta lo stesso. E' leggermente retorica in alcuni punti, ma credo che hai svolto un ottimo lavoro nel parlare di un tema difficile come la fede. La distanza tra i fedeli, che non conoscevano nulla su Raito, e l'oggetto di fede, Raito stesso, mi ha portato a riflettere su come nelle religioni spesso chi le ha ispirate è molto lontano da come i suoi successori lo ricordano; ai fedeli importa poco che egli pensasse davvero che la giustizia si ottiene con l'omicidio, per loro importa solo avere "qualcosa" a cui rivolgere le preghiere e trovare conforto, aiuto e sostegno in caso di bisogno. Le motiviazioni per cui i fedeli del capitolo 108 celebrano insieme Kira sono, a mio parere, perfette.

Recensore Junior
08/03/09, ore 22:02
Cap. 1:

..bellissima? Nah, già detto. Meravigliosa. Sei entrata perfettamente nel personaggio di Light. E forse, anche nella mentalità di chi dopo anni di ricerche ha scoperto che era Kira. Tutte le false coperture, nel momento della fine, non servono più a nulla. Il bravo ragazzo 17settenne è il pazzo omicida che per anni ha rischiato la vita della squadra investigativa e ha ucciso i criminali. Ma c'è chi comunque, continua a credere che sia nel giusto, forse perchè non lohanno visto mentre nascondeva i sorrisi da psicopatico, o mentre mentiva spudoratamente senza mostrare un minimo di tensione.

Recensore Junior
02/03/09, ore 19:45
Cap. 1:

In una parola, la tua storia è "potente". Hai usato tu stesso questo termine all'interno della fanfiction e dire che calza a pennello per poterla descrivere interamente. Trovo il tuo stile splendido, scorrevole, piacevole, pieno di pathos. Hai usato delle immagini incredibilmente evocative, vivide. Mi hai messo i brivi di piacere, sul serio. Non trovo una sola sbavatura e tutto il "lavoro di lima", la cura e l'amore che ci hai infuso saltano fuori parola dopo parola, periodo dopo periodo. Incide fortemente l'uso della seconda persona, rende la storia più concreta, più vicina, come se fossero i pensieri stessi del lettore. E' un flusso così... natuale, ecco! Naturale, senza un artificio, le parole scivolano come le ombre alla luce delle candele. Mi hai colpito, non so più cosa dire se non che sono estremamente affascinata dalla tua forza narrativa e dalla ricostruzione dell'intera storia di Raito, di quel dio ragazzo ormai senza volto. L'ultima parte è stata la mia preferita in assoluto: una preghiera che mi ha messo i brividi e mi ha esaltata. Una preghiera dipinta da mano abile su un cielo stellato in cui troneggia una luna... Complimenti, sul serio. Melian

Recensore Master
01/03/09, ore 12:59
Cap. 1:

Deliziosa, originale, e ben scritta. complimenti! :)

Recensore Junior
26/02/09, ore 18:18
Cap. 1:

Fanfiction splendida e affascinante. Parola dopo parola invita a proseguire la lettura per la sua forza evocativa. Complimenti :)

Recensore Junior
26/02/09, ore 01:19
Cap. 1:

Questa storia si è classificata al quinto posto della V Minidisfida di Criticoni (www.criticoni.net), con votazione finale 8.5/10.

Come dice anche la stessa autrice nella presentazione, scrivere su Death Note è assolutamente difficile: i personaggi sono troppo complessi, troppo particolari, ed è facile, troppo, cadere nell'OOC, nel già visto, nell'errore; eppure Shu, in questa storia, ha compiuto il miracolo: ha parlato di un manga, di un personaggio, quale quello di Kira, estremamente complesso, in un modo a mio giudizio unico e perfetto.
Kira non parla in prima persona. Lui è morto, tanti anni prima di questa storia. Adesso, c'è solo una processione di persone, composta, che lo venera.
Ma la domanda che ci pone l'autrice è: esattamente, questa gente, chi venera? Cosa realmente sa di Light, quel ragazzo che un giorno raccolse un quaderno caduto dal cielo, ignorando che presto sarebbe diventato il dio di un nuovo mondo? Nulla. Ma allora, se non conosce niente del vero Kira, delle persone che gli stavano intorno, di come lui ha e avrebbe voluto cambiato il mondo, cosa esattamente sta pregando?
Quello che ormai l'uomo ricorda (o crede di ricordare) è solo un pallido riflesso di quel che realmente lui è stato in vita; lo prega, ignorando paradossalmente la verità. E, forse è iperbolico dirlo, ma non posso esimermi dal farlo, questa riflessione mi ricorda un po' tristemente il modo in cui un po' tutti guardano il proprio dio: un qualcosa che effettivamente nessuno veramente conosce fino in fondo, ma di cui resta un'idea - giusta o sbagliata, vera o presunta che sia, questo non importa.
Questa storia mette i brividi, esattamente come (o forse proprio per) l'ultima scena del manga a cui fa riferimento: i periodi sono brevi, diretti, resi ancora più secchi dall'uso della seconda persona, di quel narratore che, esternamente, guarda la scena e commenta la folla, ciò che insegue, e ciò che realmente è stata la persona che cercano. Oserei dire che mi sembra quasi Ryuk, quel narratore: una persona che sa, ma che guarda dall'alto e non giudica. Osserva soltanto.

Recensore Veterano
14/02/09, ore 13:57
Cap. 1:

Ci sono tantissime cose davvero notevoli, in questa storia. La capacità di concatenare riflessioni diverse, accostandole in modo naturale e scorrevole. Le riflessioni stesse: non una è fuori posto, tutte ti fanno scattare dentro qualcosa e sono davvero capaci di andare a cogliere i temi e le implicazioni, anche i più "nascosti", presenti nel manga. Poi la scrittura: la tua scrittura ha sempre quella capacità incredibile di azzeccare praticamente ogni singola parola ed espressione, e qui non sei da meno. Ma la cosa veramente geniale - credo - è proprio il fatto che tu sia riuscita a ripercorrere praticamente tutta la strada del Malefico, e ad analizzare la sua personalità, con questo punto di vista così originale, partendo dalla processione che tanto dà da pensare. E' una cosa che mi ha davvero esaltata. Doverosa una nota per il finale: è davvero splendido, con quella sorta di "preghiera al contrario". E complimenti anche per l'uso dell'aspetto religioso: l'hai fatto esattamente come viene fatto nel manga, cioè a livello simbolico, e non "confessionale". (non so se mi sono spiegata col resto del mondo, ma tu hai capito di sicuro!XD) Mentre, invece, per quanto riguarda la gente della processione, hai analizzato bene il loro "spirito religioso", anche qui riflettendo su ciò che questo "sentire" è, senza impantanarti con quelle che sono le caratteristiche tipiche di una determinata religione. Cosa non facile...

Recensore Master
10/02/09, ore 09:37
Cap. 1:

bellissima! si vede che è frutto di un lungo lavoro, perché non c'è una sola cosa fuori posto! ^^ tutti i miei complimenti, davvero!

Recensore Junior
09/02/09, ore 22:42
Cap. 1:

Sono atea, ma per questa volta sento di poter fare un'eccezione e dichiarare che Dio c'é: ne ho le prove! Perchè non avrei mai sperato di poter leggere un'altra tua fanfiction su Death Note. Guarda, credevo che non si potesse scrivere una cosa più bella di "Speculum", eppure tu ci sei riuscita con questa nuova perla. Mi dispiace, non posso lasciare una recensione vera e propria, non ne sarei mai all'altezza. Accontentati di sapere che fai risplendere questo fandom ^^

Recensore Junior
08/02/09, ore 23:25
Cap. 1:

Dio mio. Due anni di labor limae che sono valsi TUTTI dal primo all'ultimo, perché questa è la cosa più magnifica, poliforme e perfetta di tutta la tua produzione. Prima di tutto, lo stile, elegante e funzionale, pieno di un'intensità che se ne sta sopra la dimensione del racconto - ne descrive il piano prettamente "fisico" con rapide, precise, poetiche pennellate, mentre la sua oggettività espone dei concetti per poi rivoltarli nel rigo successivo in puro stile Death Note: dipinge la massa di fedeli senza dare un giudizio. È tutti. O forse nessuno. È l'ossatura della storia stessa - già dal modo in cui è scritta riesci a capire il suo intento, quello grandioso e terribile di dipingere tutto quello che è stato e di dirci che è morto. Raito stesso, il "tu retorico" di tutta la storia, si disvela al lettore in tre momenti, in maniera graduale e assolutamente calibrata. Il primo momento è quello del Raito umano, eppure "umano" non significa "genuino", come è giusto che sia non solo parlando in termini di Death Note, ma di vera "umanità". L'umano che si legge fra queste righe è un umano al livello di tutti gli uomini, se non addirittura di poco più in basso, perché si tratta di un umano meschino. Dopo di questo, c'è il "Raito di mezzo", quello ancora più deplorevole, quel Raito becero, a metà fra l'abbietto che è e il divino di cui lo rivestono i suoi fanatici che lo idealizzano. E poi, alla fine, c'è la preghiera, in un folle srotolarsi di invocazioni al contrario, che di santo, di sacrale, hanno solo la veste, rappresentano il Raito che è nella forma esteriore del rito, e suonano come uno spaventoso inno a satana che ti gela letteralmente le vene. E nell'afflato sovrumano e folle di questa preghiera, Raito svanisce del tutto. Anzi, ad essere più precisi, non c'è mai stato: Raito era molto peggio di tutto questo, molto più in basso, molto più giù. È la disperazione quella che tinge di bianco l'inferno: una disperazione bassa che non trova sfogo nella logica razionale e stringente della vita di tutti i giorni, lo rivelano con chiarezza le ultime righe della storia. Mentre leggevo mi veniva in mente di paragonare Raito al "nous" di Anassagora, la "mente" più sottile e leggera della materia vera. Ma qui il "nous" non è ragione, è una follia estrema che scompare nel rito degli uomini che l'adorano senza sapere cosa esattamente stiano facendo: inconsciamente, circoscrivono la pazzia nella "funzione religiosa" e la normalizzano (nessuno di loro avrà il coraggio di ripetere quello che ha fatto Raito) per riportarla al livello degli uomini, anche e soprattutto perché non sanno cosa ci sia dietro alle azioni del Dio che hanno semplicemente idealizzato.
In ultimo (perché questa recensione è un delirio XDDD) ho adorato come tu abbia amalgamato sacro e profano con metafore, ossimori e concetti che richiamano altre religioni, prima fra tutte l'Ebraismo e il Cristianesimo, in un modo che ha dato un maggior spaventoso fondamento alla storia e che ci mostra l'indirizzo dei tuoi studi con una raffinatezza senza pari. E poi, è stupendo come la citazione finale (che non è finale a caso) non sia un'"estranea" di matrice altrui in una cosa tua, quanto, piuttosto, una parte integrante e organica della storia: la concreta e la rinsalda. Anzi, fa molto di più, ci sbatte in faccia la verità nuda e cruda che l'oggettività del narratore super partes aveva sapientemente dissimulato. TU SEI UN GENIO.