Come tu ben sai, io ho una quasi-ship per Aphrodite e Ares - "quasi" perché li percepisco come aventi un rapporto di pura pelle, più che sentimentale, e dunque è un po' una relazione superficiale, ma lo trovo comunque (o forse, proprio per questo) molto intrigante.
Come intrigante è questa tua flash, a partire dal punto di vista che hai adottato per narrare la scena: è uno dei tuoi (molti) marchi di fabbrica, questa scelta del narratore che non ti aspetti, e ho trovato azzeccatissimo calare la "telecamera" negli occhi di Helios: sei rimasta fedele al mito - data la parte fondamentale avuta da Elio, nello smascherare i due amanti - ma è anche una scelta estremamente funzionale alla narrazione, quasi "cinematografica, con quei raggi che scivolano lenti nel talamo fedifrago, ad illuminare come un riflettore il misfatto agli occhi frementi di Efesto. Una regia molto visiva e molto potente, che funge da catalizzatore per l'immaginazione, aiutando il lettore a visualizzare la scena.
Pur nella brevità, i sentimenti dei personaggi riescono a trasparire, rendendoli vividi ed immediati: l'indolenza di Helios - che tuttavia diventa premura fraterna nei confronti di Efesto, al punto da spingersi a scendere tra le "cose terrene" per permettere all'amico di vedere la verità; l'ho trovato... tenero? Non un subdolo spione, ma un amico sincero che agisce per il bene dell'altro. Dimmi se mi sbaglio, ma l'Helios del tuo racconto mi ha dato questa "vibe" e mi è piaciuta molto.^^
Gli fa da contraltare lo stesso Efesto, immerso nella sua rabbia e nell'indignazione per il tradimento subito, e mi piace quel suo essere muto (e livoroso) spettatore fino alle ultime battute, quando cala la rete che farà insorgere sugli amanti il ludibrio del Pantheon (ah, ho adorato il titolo^^).
Ed infine, ho percepito la goduriosa lussuria di Cipride, e la foga animale di Ares nel loro amplesso - che, te lo devo dire, ho trovato estremamente sensuale: quel loro "accordo di pelle" di pelle di cui ti parlavo prima, l'ho ritrovato appieno in questo tuo brano, e mi ha deliziata; non ti nascondo che, a differenza di Efesto, io sarei rimasta a spiarli ancora un po', prima di far cadere la mannaia. Ma io sono una perfida voyeur, e non sono coinvolta in prima persona, come lo è invece il nostro livoroso Fabbro. :)
E insomma, c'è davvero tutto, in così poco spazio: sentimenti a tinte forti, rimandi meta-letterari - da me tanto amati - uno stile ricchissimo e sofisticato, pregno di immagini bellissime: il volto segnato di Gea, l'obolo scivolato dalla saccoccia, il leone che si tiene sottovento, prima di gettarsi sulle prede e tanto altro. A dire il vero dovrei quotare tutto.^^
Un altro piccolo gioiello che porta la tua firma, e che sono estremamente felice di aver letto. La quasi-ship sta diventando una ship a pieno titolo, grazie a questa lettura, dunque aspettati che torni a batter cassa con questi due - anzi questi tre, perché il terzo incomodo-Efesto non mi dispiace per nulla, in questo triangolo scellerato. :)
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Qualche minuscola notina:
al disopra (staccato)
alla forzata inattività- (manca lo spazio prima del trattino)
il ruggito della fera (refuso)
si scheggiano del terrore di chi, dalla nebbia dell’estasi, (metterei: "nel terrore" per evitare l'allitterazione con le successive tre preposizioni)
Questa è nell'introduzione, ma non nel testo:
osserva le prende prima di gettarsi all’attacco (refuso) |