Finalmente eccoci qui, dopo tanto tempo! È un piacere leggere una tua nuova storia.
Sì, mentre leggevo mi sono ricordata di Twisted Carousel.
Questa storia si può definire grottesca, cruda, con un accenno di poesia.
Le scene dei tagli venivano descritte esplicitamente, senza poetici giri di parole che facessero capire cosa accadeva.
La cruda realtà di Jeffrey è stata come una tremenda botta; è stato come dire "È già troppo tardi anche se non lo sai", riferito al futuro Jeff the Killer.
E poi il cavallo.
È stato questo che più mi ha ricordato la tua precedente storia.
I cavalli della giostrina.
Il cavallo nel quadro.
Galoppano tutti, a simboleggiare la libertà, libertà che gli è stata impedita - anche se in modo giusto da chi vede l'autolesionismo come una cosa tremenda - da sua madre, che è presente in entrambe le storie sottoforma di Flashback.
Sinceramente non vedo il significato dell'autolesionismo visto come punizione, ma qui si può definire Jeff come masochista.
È difficile dire se tutto ciò sia nel giusto o nello sbagliato, perché il Killer penserà sempre di essere nel giusto quando in realtà è sbagliato, e se uno ci pensa le due cose non esistono.
Il tutto racchiuso, poi, dal tuo stile, che in fondo sì, un tocco di poesia lo ha, anche se a modo suo, inutile negarlo!
La poesia del grottesco.
Io amo il grottesco (che è diverso dal crudo, anche se sono piuttosto simili, entrambi descrivono la realtà così come è).
Pollice in su per questa storia, senz'altro!
HB |