Recensioni per
In Memoria di Benjamin
di hanabi

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
24/12/19, ore 02:44

Ho riletto questa storia dopo anni e, pur ricordandone la trama, mi ha sconvolta come la prima volta. Sono sicura di non aver mai letto niente di più bello su questo sito, la trama è assolutamente da brividi, ti lascia con il fiato sospeso, è un colpo dritto nello stomaco ed è straziante ma al tempo stesso così perfetta. Il modo in cui hai caratterizzato Benjamin è perfetto, nonostante non sia un racconto molto lungo si riesce esattamente a capire quali sono i suoi pensieri al punto tale da comprendere la sua scelta finale, la sua omosessualità e la sua omofobia che si scontrano e lo spezzano fino alla morte. La descrizione del mondo Messicano è molto realistica, cruda, animalesca, mi ricorda qualcosa che ho ritrovato ne i segreti di Brokeback Mountain e soprattutto un'atmosfera che ho rivisto in molti libri di scrittori sudamericani che ho letto in questi anni dopo questa storia.
In conclusione ricordo sempre questo racconto con molto affetto, tra qualche anno lo rileggerò ancora una volta.

Recensore Master
07/11/13, ore 22:19

Ciao :)
Vorrei premettere una cosa: sono tipo, uhm, boh credo un paio d'anni che mi consigliano vivamente di leggerti e leggere soprattutto questa storia. Ho sempre tergiversato perché dando un'occhiata ai primi capitoli di "Fiori di serra" e poi decidendomi a leggere l'ultima originale che hai pubblicato (che mi sono mangiata in pochi giorni, non trovando poi il modo di esprimere cosa ne pensassi) ho avvertito un certo... disagio. Non perché non abbia apprezzato, anzi! E' che sono una personcina un po' "impressionabile" e ammetto che, anche se leggo di tutto e di più e non ho grandi limiti in merito a relazioni contorte o apertamente morbose, beh nelle tue storie mi sono angosciata (tanto da non riuscire ad andare oltre i primi capitoli di Fiori di serra e ad avvertire un vero e proprio malessere fisico per il tuo protagonista in Jump shot). Hai una capacità pazzesca di far immedesimare chi legge: usi uno stile che definirei misurato, semplice, insomma non ci sono cose arzigovolate o barocche, anche nello sviscerare ciò che provano i tuoi personaggi nelle situazioni in cui li metti sei molto misurata, quasi un medico che incide col bisturi il suo paziente, e, non so, questa chiarezza e semplicità nel narrare invece di rendere il tutto più tranquillo, lo immette in una strana atmosfera angosciosa. E' come entrare in una stanza pulita e avvertire qualcosa di storto e oscuro solo come sensazione che ti si appiccica alla pelle. Non so proprio come spiegarmi.
Perdonami la confusione ^^' non è facile per me scrivere questa recensione, ma ci sto provando perché vorrei veramente esprimerti il mio apprezzamento nel trattare tematiche così delicate nel modo che hai. Questa storia è stata un pugno allo stomaco proprio come pensavo e come mi avevano detto: realistica, cruda, la patina superficiale delle convenzioni che si svela per far vedere tutte le ombre che si attorcigliano dentro l'anima di un uomo: l'opportunismo, la vergogna, il risentimento sociale, l'inganno, l'omicidio, la gelosia. L'amore. Ammetto di non essermi fatta coinvolgere tanto dall'amore infine sgorgato tra Benjamin ed Esteban, ma tutto quello che ci hai costruito attorno, il contesto e le pulsioni umane come singoli. Credo sia davvero una di quelle storie che non puoi ignorare neanche volendo. Bravissima, sul serio, e scusa queste parole un po' confusionarie (ti dico che mi angosci e poi ti faccio i complimenti xD ma c'è una logica in tutto ciò - da qualche parte) Complimenti veramente :)
Primavere

ps: mi metto Jump shot 2 tra le seguite, nel caso dovessi riprenderla 
(Recensione modificata il 07/11/2013 - 10:28 pm)

Recensore Veterano
26/10/13, ore 19:33

Sono abbastanza sconvolta da questa storia. Sconvolta dal mondo così verosimile che hai saputo tratteggiare. Tutta la cultura latino-americana racchiusa in queste righe, senza cadere negli stereotipi. Quello che ne emerge è il quadro a tinte fosche e sanguinose insieme di un popolo contraddittorio, che proprio nei suoi controsensi affascina e lascia di stucco. Violenza, sesso, vita, morte si agitano come vermi ben nascosti sotto la superficie altolocata delle feste di società, delle convenzioni, dei balli, dell’essere civili. Sotto gli abiti ricercati, sotto i toni di questa lingua squillante che sembra non conoscere tristezza o risentimento, covano le passioni più basse e più violente dell’animo umano. Amano troppo, odiano troppo – non esistono mezze misure. Sono così simili ai cavalli selvaggi che amano così tanto, al vento spietato della loro terra che sa essere così ospitale e così impietosa allo stesso tempo. E’ il contrasto che mi affascina in questa cultura, come nei personaggi della tua storia. Personaggi che sono così veri che mi sembra di conoscerli tutti, uno per uno. Don Josè, che incarna la figura del vecchio patriarca autoritario che tiene in maggior conto i suoi cavalli che i suoi uomini e ne sostituisce uno morto con uno vivo con impassibile indifferenza, disposto a ogni sacrificio perchè la sua famiglia abbia solo il meglio, protettivo nei confronti di ognuno dei suoi membri, sinceramente affezionato al nipote, pupilla dei suoi occhi. Francisco, il personaggio sul quale hai maggiormente giocato, secondo me: all’inizio sembra solo un essere ignobile della peggior specie, ispira disgusto, voglia di ucciderlo; te lo immagini, questo burino grezzo e scuro, rozzo, senza cultura e senza rispetto, con la profondità di un cucchiaio – ma poi arriva il colpo di scena, si viene a sapere che Francisco era solo un povero cristo come tanti, giocherellone e facilone come un grosso cane ma in fondo non peggiore di tanti altri suoi compaesani, unito da un contorto, perverso gioco al figlio del padrone. Insomma, vai a vedere che non lo faceva per cattiveria; il sadismo era apprezzato da entrambi; era un contratto, più che un sopruso. E questo cambia le cose, si può ancora vedere il “bastardo” Francisco con gli stessi occhi di prima? Mi ha fatto pietà anche lui, per la fine che ha fatto, come una bestia portata al macello per aver mangiato un filo d’erba.
Benjamin. Benja. Io lo adoro. Adoro questo suo mix di fragilità e spavalderia, adoro la sua perversione sottesa ai suoi modi ricercati, adoro il suo masochismo come la sua generosità, il coraggio di porre fine alla propria vita per il bene dell’amico – e al contempo la vigliaccheria che questa scelta implica, la vergogna e il senso di colpa, la lucidità con cui comprende che è inutile fuggire e nascondersi e ingannare se stessi. È il personaggio che più ho apprezzato, mi ha conquistata – e proprio per questo non riesco a dire altro.
Esteban. Vivere il tutto attraverso i suoi occhi è stata un’esperienza incredibile, e la scelta di narrare dal suo PoV davvero azzeccata. È incredibile, e sì, sensualmente sbagliato, e sporco, il suo voyeurismo: lui guarda mentre il suo amico viene stuprato, spettatore di una violenza perpetrata al suo quasi fratello di sangue, e non fa niente, non lo aiuta – di più, si eccita, si sente dolorosamente complice dello stupro. E’ una cosa che farebbe ammattire chiunque; basta un nulla per vergognarsi di se stessi. Ed è al tempo stesso un comportamento così totalmente umano e reale che bah, non ho parole. E mi ha fatto tenerezza il suo ingenuo idealismo, i suoi piani per il futuro, così preso dalla felicità da non vedere gli occhi tristi di Benja e non cogliere il messaggio nascosto dietro l’ultima fiamma del desiderio. E mi ha lasciata stupefatta la lucidità con cui mette in atto il suo piano di vendetta, e la tranquillità che lo segue, convinto di essere stato strumento di una qualche giustizia divina, di essere per questo inattaccabile. Il suo amore per Benja trascende qualsiasi senso di colpa, di giusto o di sbagliato. Avrebbe fatto di tutto per lui – ha fatto di tutto per lui.
Come tutte le grandi e più belle storie d'amore, il finale non può essere che tragico (però che cavolo,eh! Ma non si può proprio essere felici a questo mondo così come si è?)... 
Non mi dilungo oltre, non so bene come esprimermi in questo momento, ma penso si sia capito che la tua storia mi è piaciuta. Fai venire voglia di leggere. E’ una cosa meno comune di quanto si pensi. I miei complimenti.
 

Nuovo recensore
22/01/13, ore 16:10

Mi chiedevo se qualcuno mi avrebbe mai fatto piangere... o almeno provarci, su EFP, se qualcuno avesse mai scritto un drammatico con rating rosso essendo riuscito a portarlo avanti... sì, esiste.
Sei talento puro, Benjamin e Esteban sono davvero caratterizati e ben "animati" da comportamenti e azioni... il pensiero del tempo è descritto bene e il desiderio di Benja è capibile a tal punto che sembra reale.
Una delle migliori storie d'amore (se non la migliore) che io abbia mai letto... non è un gran privilegio, visto che non ne ho mai lette o comunque ne ho lette poche, però veramente, sei bravissimo/a, complimenti, davvero...

Recensore Junior
07/11/11, ore 21:24

Anche se ho il cuore spezzato, devo dirtelo, sono felice di aver recuperato la tua storia.
Ho dovuto far passare un giorno e metabolizzare per recensire... Accuso molto male storie tristi come questa già quando il finale drammatico è controbilanciato da un significato, da un "comunque abbiamo avuto il nostro tempo insieme e nessuno ce lo potrà togliere", perché sappiamo che spesso negli amori clandestini ciò che dà un senso ad un finale crudo è la perfezione assoluta del tempo condiviso insieme, rubato. E' vero, anche l'archetipo dell'amore infelice, quello di Romeo & Giulietta, ci parla di un amore consumato in breve tempo e subito spento dalle avversità. Quella che è la profonda differenza è che Romeo e Giulietta in quel breve tempo hanno espresso, celebrato, dato dignità al loro amore in ogni modo. La censura veniva solo dall'esterno.
Uno dei più grandi crimini commesso nei confronti della pulsione omosessuale è quello del lavaggio del cervello, invece. La censura viene dall'interno, si è complici del sistema che stritola. Il tuo Benjamin, che in qualche modo sarebbe sopravvissuto con quella sessualità avvilente e "punitiva", nel momento in cui ha conosciuto un modo diverso di intendere l'amore non ha potuto fare altro che soccombere. Questo è davvero realistico, perché noi esseri umani siamo fatti così: quando viviamo per vent'anni in una gabbia, la libertà ci agghiaccia, la odiamo, perché ci rendiamo conto che quei vent'anni li abbiamo trascorsi nel modo sbagliato. Rinnegare la gabbia è vissuto come rinnegare se stessi, tutto ciò che abbiamo conosciuto.
Quando si legge una storia coinvolgente come la tua si finisce per voler bene ai personaggi, e perciò non si riesce a perdonare l'idea che Benjamin non crescerà più, che non amerà, che non vivrà, che non troverà felicità e riscatto. E' difficile persino pensare che non sarà più *corpo*, lui che ci ha mostrato ignaro attraverso gli occhi di Esteban questa carnalità sensuale, sanguigna.
Loro hanno avuto solo pochi istanti di verità, prima di ripiombare nel vuoto e per sempre. E' questo aspetto che mi fa soffrire di più. Sì, loro sono stati grandi amici, legati da un filo stretto, hanno condiviso anni e anni assieme. Si sono voluti bene davvero e per tanto tempo, hanno condiviso ricordi. Tuttavia il momento in cui si sono *visti*, spogliati anche nel senso metaforico, conosciuti davvero, il momento in cui dall'amicizia è esploso dirompente l'amore è stato un battito di ciglia prima del baratro.
Come è altrettanto difficile pensare che Esteban non sia riuscito, vivendo, a trovare una forma di libertà. La sua alla fine è la doppia morte: se potevamo biasimare Benjamin per essersi tolto la vita proprio per aver conosciuto qualcosa di veramente autentico, ecco che il suo gesto torna a essere coerente quando scopriamo che Esteban ha fatto quella fine che Benjamin ha voluto evitare. In questo, il suo suicidio diventa ai nostri occhi da odioso a coraggioso; in quel momento Benjamin ha rivendicato con forza la propria anima nell'unico modo che conosceva per dare dignità a ciò che avevano condiviso. La sua non era paura, o vergogna; con il suicidio lui ha rifiutato un mondo dove la bellezza che, per un istante, aveva avuto con Esteban non era possibile. Ha rifiutato un mondo in cui doveva rifiutare se stesso. Nella morte Benjamin è stato finalmente libero. Niente più fantasie da stupro per fingere di non essere il diretto responsabile delle proprie azioni, niente più senso di colpa o dubbi, niente più recitare la parte del ragazzo felice e spensierato. In questo la morte diventa un gesto di purezza estrema.
Da quel punto di vista è Esteban che diventa meno comprensibile: non riesco nemmeno a concepire come si possa vivere buona parte della propria esistenza ricamando sul ricordo di un'unico istante. Ma poi penso a questo ragazzo trascinato suo malgrado in una spirale di desiderio e violenza tanto devastante da portarlo a uccidere e a innamorarsi del suo migliore amico, penso a questo giovane cresciuto in un mondo pieno di etichette ma privo di parole per dare il giusto nome alle emozioni, e ritrovo le attenuanti. Vorrei tanto che lui, vivendo, trovasse un altro spiraglio. Forse sarebbe un modo sensato di rendere giustizia a Benjamin; ma credo che sia più forte di lui, non volere null'altro di lontanamente paragonabile.
Quando leggo una storia del genere vorrei trasportare i personaggi in un tempo e in un luogo dove la loro vita avrebbe potuto essere diversa. Benjamin e Esteban avrebbero meritato un *futuro* privo dal demone del senso di colpa (anche quello l'uno nei confronti dell'altro: non dimentico che per B. è stato lui stesso a "traviare" l'amico e addirittura a indurlo all'omicidio).
Una storia molto bella, in un contesto geografico che hai padroneggiato bene. Sono curiosa di leggere altre tue storie e hai tutto il mio incoraggiamento a continuare a scrivere anche oggi. Grazie, anche per la rabbia, la malinconia, la nausea che mi hai provocato. Davvero :D
(Recensione modificata il 07/11/2011 - 09:36 pm)
(Recensione modificata il 07/11/2011 - 09:38 pm)

Recensore Master
13/10/11, ore 01:54

Hanabi sono anni che devo lasciare questa recensione e non so perché lo sto facendo solamente adesso.
Forse perché, dopo tutto questo tempo, sento che è arrivato il momento perché adesso qualche parola ce l'ho finalmente da scriverti.
Voglio poter riempire questo spazio bianco almeno con dieci righe, perché so perfettamente che non arriverò nemmeno ad undici. Questa storia mi è entrata dentro anni fa e non è più uscita da me e dal mio cuore: ho dentro Benjamin ed è lì che ogni tanto, almeno una volta al mese, esce fuoro o tenta di farlo ricordandomi che in questa One-Shot lui esiste e riesce anche a respirare.
Questa storia mi ha cambiato la vita. E' rimasta dentro di me come qualcosa che non va più via.
Non andrà mai via. Mi dispiace. Commento solo ora e non sto neanche commentando bene.
Vorrei scrivere un poema su questa storia ma non saprei in che modo farlo.
Grazie.

Recensore Veterano
05/04/10, ore 20:51

(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali')
I personaggi sono incredibilmente veri. Amano, soffrono, si sviluppano, il protagonista è una colonna portante ed è la voce narrante, permette di ricreare scene memorabili. Per non parlare del co-protagonista e del "comprimario", se così si può chiamare. I personaggi si innestano perfettamente nell'ambiente particolare del Sud America, si sviluppa attorno a loro una trama che dura una vita e la loro tristezza è la tristezza del lettore. Sono ognuno a tutto tondo ed ognuno fa una scoperta su di sè nel corso della storia. Dire che sono magnifici è riduttivo.

Nuovo recensore
24/07/09, ore 03:56

Solitamente non lascio recensioni, perché non so mai cosa dire, o scrivere, ma la tua storia è troppo bella per essere lasciata così. Hai uno stile di scrittura che ti fa entrare nella storia, anzi, ti fa sentire parte integrante del mondo creato dalle tue parole, tanto da poterla quasi vedere quella vecchia hacienda. Il fatto che sia raccontato in prima persona, non fa altro che migliorare la sensazione. Mi è piaciuto soprattutto il fatto che la storia non è incentrata solo e unicamente sui due protagonisti, ma si estende a tutto quello che hanno intorno a loro, dando ai personaggi una realtà in cui vivere. Inoltre sei riuscita a parlare di un argomento delicato senza sfociare nella banalità, o nel ridicolo. Mi sono davvero emozionata a leggere. Ho sorriso, ho pianto, soprattutto pianto e davvero un sacco. L'unica cosa, sono i termini specifici. Certo, leggendo si può intuire di cosa si sta parlando, ma prendendo per esempio un'ignorantona come me, alcune cose le ho capite solo dopo un aiutino della rete. Per il resto, che dire? È semplicemente magnifica ^^

Nuovo recensore
20/02/09, ore 18:54

Ho appena finito di leggere. Quando sono arrivata all'ultima riga, non potevo credere che non ce ne fosse ancora, e sono finita sulla scritta "Vuoi inserie una recensione?" "Sì!" ho gridato contro lo schermo. Le tue storie ti tirano a forza via dall'apatia, non ci posso fare nulla, quando leggo te, non ho tempo per pensare a nient'altro. La storia ti assorbe completamente, non puoi fare altro che lasciarti condurre mano nella mano dalle parole. Quindi, adesso sono immensamente triste =.= Come al solito la trama non è nulla di banale, ed anzi pur nella sua "ristrettezza" di capitolo unico riesce a dire tante cose, tutto il necessario, pur avendo dovuto raccontare due intere vite. -BD si asciuga un attimo gli occhi dietro gli occhiali- Buuuh... oh, che altro dire? I personaggi hanno tutto un loro mondo, non solo Esteban e Benjamin, troppo, assolutamente strappacuore nel loro riscoperto amore, soffocato dalla società in cui vivno... ecco, qua si vede chiaramente quanto bene sai scrivere: riuscire a descrivere l'essere dilaniato dei protagonisti, senza contraddirti, riuscendo a far capire perfettamente come sono fatti, come se fossero veri e li stessimo conoscendo di persona. Ma anche Francisco, pur venendo raccontato solo da altri, ha il suo spazio per essere compreso e per amarlo, così come don Josè, più pacatamente. Se non te l'ho fatto sapere prima, sono assolutamente ultrafelice che tu sia tornata, niente oggi avrebbe potuto darmi più gioia dello scoprire per caso che hai ripreso "la penna" =) Se non ti ricordi, sono quella ragazza appassionata di quell'altra tua storia, che ti ha subissato di mail ad ogni capitolo che aggiornavi =P Rora o kuroideji, non so come mi firmavo... Tra l'altro, sarebbe utile un qualche vocabolarietto prima o dopo per spiegare tutti i termini che hai usato (maricòn lo conoscevo però ^^''), che pure loro, accidenti, danno uno stampo unico alla narrazione. Ma come fai?! >.< Sayonara

Recensore Master
14/02/09, ore 21:00

Mi sono ritrovata a leggere la tua storia quasi per caso ed ha avuto su di me un impatto micidiale. E' quasi, se mi permetti, brutale e realistica ma forse è per questo che è così ben riuscita. La fiction rispecchia appieno non solo la realtà del Messico ma quella che in generale vi è ancora in molte parti del mondo riguardo ai gay. Gli stupri sono ormai all'ordine del giorno sia che si tratti di gay o solo di povere ragazze. A volte mi domando che senso ha restare sulla faccia della terra se devi soffrire così. Ho letto che hai dei figli e ne sono felice, è bello sapere che anche persone con una vita piena riescono a trovare il tempo per scrivere fiction così belle e così coinvolgenti. Bel lavoro, ciao e buona fortuna.