Indovina chi ha tanta voglia di lavorare, questo lunedì? Non io! Quindi vengo a prendermi una lezione di saggezza dalla prugna secca.
Cerchiamo le certezze, perché sono rassicuranti, perché sulle certezze speriamo di poter edificare il resto. Gli epistemologi forse ci diranno che le certezze sono cose complicate; qualcuno, che bisogna ridimensionarle a "cose molto probabili", ad aspettative ragionevoli. Il problema, comunque, è che la certezza è effimera, è fragile, è spesso il frutto di un'ostinata operazione di autoconvinzione o di stolta cecità – e magari, se si è fortunati, con un po' di stolta cecità si campa pure meglio, tirando dritto e senza preoccuparsi; magari, con tanta fortuna, le fondamenta della certezza non ci si sgretoleranno sotto i piedi. Fino alla fine. O almeno finché il destino non decida di buttare all'aria tutto e cambiare le carte in tavola.
Ora, Dohko, residuato bellico di un altro tempo e di un'altra guerra, magari – duecent' anni e passa or sono – aveva anche lui le sue certezze, i suoi piani di vita (breve): va', fa' la tua guerra, auspicabilmente vincila, muori gloriosamente nel fiore degli anni, e buonanotte ai suonatori – in fondo, è tanto facile morire, e misera cosa è la vita dell'uomo, no? E invece no. Invece 'sto poveraccio se ne è stato – duecento anni e passa – vivo (?) o mezzo vivo, vivo a rilento, seduto sopra a una cascata. E chi avrebbe potuto ascoltare, se non l'acqua che scroscia e il vento? Ma lo scrosciare dell'acqua è costante, non si quieta, non tace mai, forse sembra non poter mai tacere; il vento, invece, dà l'illusione dell'effimero, di avere qualcosa di speciale da dire, di valore, a bassa voce. Dopo duecento anni e passa, forse l'effimero inizia a sembrare quasi desiderabile, o almeno qualcosa da considerare, da contemplare – in fondo, è un lusso della giovinezza credersi immortali. Dopo duecent'anni e passa, forse, si comincia davvero ad ascoltare le cose che non è facile sentire, come il vento contro il rumore roboante della cascata.
A me l'improbabile Demetrios – oltremodo smargiasso! – fu quasi simpatico, almeno in proporzione al ciechissimo e secchionissimo Shyriu.... Ecco, Ohko mi sembra uno che, alla faccia della saggezza e del vento, tira dritto e se ne infischia. Stoltezza? Probabilmente. Ma, d'altro canto, è comunque altrettanto probabile che si muoia male in ogni caso. |