Recensioni per
Anatomia della Leggerezza
di Jailer

Questa storia ha ottenuto 31 recensioni.
Positive : 31
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/02/16, ore 12:07

Non so come sono finita su questa storia, ma devo ringraziare il caso che mi ha spinto a leggerla. Fin dalle prime parole mi ha catturata. Io amo Manigoldo, così come amo Death Mask anche se per ragioni differenti. Penso che tu gli abbia reso un grande onore. Le frasi corte e spezzate di questa autobiografia monca, basata su ricordi vaghi e tristi di un'infanzia dimenticata, sono intrise di una disillusione totale. Manigoldo non crede in sé, nelle persone, nei sentimenti, nella vita. Non crede in nulla e non spera niente. E contempla la miseria della condizione umana da un punto di vista tristemente privilegiato. Davanti alla morte ogni essere vivente è uguale. E' negata anche l'illusione consolatoria di valere qualcosa di più rispetto agli altri esseri che ci circondano.
Bellissima. Complimenti.

Recensore Master
30/09/15, ore 09:35

Ebbene, eccomi qui!
​Mi scuso per il ritardo con cui vengo a commentare questa storia. Mi ero ripromessa di leggerne ogni capitolo e commentarlo quanto prima ed invece ho finito con accumularne; spero di riuscire a recuperare a queste mie mancanze e di lasciare commenti che possano farti intuire quanto apprezzo questa storia. E posso assicurarti che stai di gran lunga saziando le mie aspettative per questa long che ha l'aria di essere uno splendido lavoro anche solo dal primo capitolo!
Rispetto alle precedente che hai avuto modo di pubblicare, questa riporta uno stile decisamente rifinito e personale. Ne sono rimasta veramente sorpresa: non credevo che il tuo stile subisse dei miglioramenti così decisivi in poco tempo. Pur apprezzando lo stile della tua prima long, non posso fare a meno che complimentarmi per questo che è decisamente più raffinato ed elegante.
Adoro il il tuo modo di dipingere in prima persona i sentimenti e le emozioni di Manigoldo. Sei riuscita, in questo primo capitolo, a donargli una personalità forte e decisamente realistica. Personalmente non ho avuto problemi ad apprezzarne la psiche ed i comportamenti; nonostante il fascino per la morte, sono rimasta innamorata del suo modo di fare e così di ragionare. Adoro il tuo modo di descrivere i suoi pensieri, nella voce narrante troviamo nostalgia ed un insaziabile tristezza che scuote l'animo del lettore e lo spinge a chinare lo sguardo intenerita. Ci troviamo immersi in un'atmosfera rurale e risentiamo di tutti quegli elementi rustici che da sempre ricorrono nella letteratura - lo stesso asino e l'amicizia che Manigoldo pareva aver stretto con lui mi ha ricordato tremendamente "L'Isola di Arturo" di Morante, in cui appunto vi era una esplosiva miscela fra elementi rurali ed una brillante caratterizzazione della personalità del bambino.
​Rispetto al Gold Saint che vedremo in futuro, Manigoldo è decisamente un innocuo bambino. La sua incapacità nell'uccidere lascia intuire quanto, nella realtà, sia un bravo ragazzo e che quello che subisce è un fascino che da sempre la morte esercita sull'uomo.
​Personalmente ho trovato questo capitolo veramente ben fatto. Mi congratulo con te per questa splendida stesura e volo verso il secondo per poterlo al più presto recensire.~
mughetto

Recensore Master
23/09/15, ore 17:40

Ho così tante cose da scrivere, che spero di non perdermi qualche pezzo nel mentre penso...
Partiamo dalle cose più semplici: è calzante, derisorio e ingenuo come solo Manigoldo può esserlo. Quello che parla è proprio lui, vedo fra le righe il suo sguardo, le labbra piegarsi in un sorriso alla memoria di chi era, nonostante tutto, lui. Vedo e mi viene da dirti grazie per aver iniziato questa storia, vedo Manigoldo e mi viene da essere felice, entusiasta, perché è proprio vero quello che hai scritto ad inizio note: è tuo. È tuo amico ed è il tuo specchio, perché è profondamente lui come penso possa essere, così IC da risultarne vivida l'immagine.
Ma ora andiamo avanti, ora voglio davvero recensire questa storia: la sintassi è come sempre buona, quello che mi ha colpito è lo stile. Si vede che lo hai 'personalizzato' alla Manigoldo, perché è fatto di pause e frasi d'effetto. Come se lui fosse sempre il giocoliere della situazione che... bam, deve farti vedere una cosa. E poi un'altra. E le palline in questo caso sono fuochi fatui, ma ci accontentiamo lo stesso.
Quando inizi il racconto narri di un Manigoldo che c'avverte... un po' come fanno i maghi al circo "non è niente di più che... la magia" lo vedi dov'è il contrasto? Mi stai per dire che è una cosa BANALE... ma poi mi dici una cosa che banale non lo è AFFATTO: la magia.
Stessa cosa Manigoldo... la sua vita 'non è niente di più e niente di meno' e invece proprio ciò che narrerà è qualcosa di fatale. Una storia che VALE la pena raccontare.
È un continuo tergirversare fra cose che sembrano così 'poco importanti' quando sono in realtà pezzi fondamentali. 
Manigoldo che pensa al 'luccìchio' non alla morte morte. Manigoldo che ama quell'ultimo istante, ma poi s'addolora se quell'ultimo istante è del suo asino... perché tanto in vita era stato ostinato, quanto nella morte egli è come una farfalla, una cicala...
Manigoldo che ha perso i ricordi, che AVREBBE voluto perderli un po' di più, giusto un po'. E fa venire la tristezza... ma poi ti accorgi che proprio lui, Manigoldo, è l'essere che non accosteresti mai a questo sentimento... 
Lui che ha dimenticato l'amore. Ed è una bella cosa per lui, perché vuol dire che magari ha amato, che ne sa.
Lui che ha dimenticato il suo nome. Ed è grandioso, perché sa di averne avuto che mai come il suo soprannome lo caratterizza tutt'ora.
Ed è sincero con se stesso, ed è proprio lui... che agli altri fa l'effetto di un immaturo, ma che ne sa la gente di come è in sostanza la 'tristezza esistenziale', quella che prende perché sai che c'è solo una lucina quando ti spegni per sempre...

Cavolo, mi piace troppo come hai realizzato questo primo capitolo. Tra l'altro il finale va a rimpercuotere proprio il senso di 'spazzatura' con cui Manigoldo esordisce parlando con Sage quando lo incontra lì, fra morti e devasto...

E Bucefalo era un signor asino, davvero... un allegro duetto di esseri a pezzi, ma ostinati e sfrontati ad andare avanti un po' dove gli andava loro.
Complimenti tanti, tantissimi.
Enjoy,
Giò.
(Che sarò rompina e lo so, ma quando c'è qualche long su Saint Seiya che mi piace... divento una zecca. accidenti).

Recensore Veterano
23/09/15, ore 17:37

Ciao! Eccomi di nuovo ^^ questa volta ho deciso a presci dere di recensire la tua storia dall'inizio. Sara' che Manigoldo e' uno dei miei personaggi preferiti sara' che questa volta e' carichissima dei tuoi sentimenti che perfettamnte hai cucito addosso al personaggil sara' non lo so ma e' proprio un bel lavoro che per ora non ha nulla da invidiare a quello precedente Complimenti ;-)