Recensioni per
Panchine
di AliceVolevaMorire
Mi piace, mi piace, mi piace. Forse perchè metà delle mie giornate invernali(non estive, solo a volte) le passo alla fermata dei treni o degli autobus ad osservare tutte quelle emozioni che si scontrano tra loro. |
I minuti passati nelle stazioni semi-deserte fumando e aspettando i treni e incantandosi a guardare le persone, specie quelle che per qualche motivo non meglio precisato né precisabile (meno male) ti colpiscono, mi sono molto famigliari. Direi che sono diventate parte integrante della mia vita, nel tempo. Forse anche perché considero questi minuti come zona franca (forse aiuta l'essere in un posto assolutamente impersonale, affollato e 'crocevia' di tutto e di niente - poiché ci sono tante direzioni da prendere, ma si potrebbe anche non prenderne nessuna e andare alla stazione giusto per fare una passeggiata, stare in compagnia, o dormirci o cercare/chiedere spiccioli o farsi venire a prendere dall'ambulanza per avere un posto dove dormire la notte d'inverno quando non si hanno altri tetti dove andare, e ancora incontrarci amici casualmente e magari dovete prendere lo stesso treno, o incontrare persone sgradevoli in borghese che hanno questa strana fissa di chiederti documenti e perquisirti lo zaino e talvolta tirar schiaffi in sottopassaggi deserti a chi hanno fermato...) Allora, ecco quel che cercavo di dire, forse: 'crocevia', nessuna croce per quanto mi riguarda, più che altro nodi a profusione e infinitamente intricati, e 'via' va inteso nel senso più ampio di 'way' e non certo 'road'. |
"Ero andata al mare vestita, così mi ero bruciata tutta la faccia." |
E'... strano, ciò che ho colto in questa flashfiction. Quello che ho provato è un forte senso di confusione, come se la protagonista - che penso sia tu - si sentisse fuori posto. Quei due ragazzi, che rappresentano la normalità, ciò che la protagonista rincorre, vivono in maniera (stra)ordinaria, e forse è proprio ciò che anche lei, la protagonista, vorrebbe. Ma c'è qualcosa che le impedisce di fermarsi a quella stazione con il viso bruciato. E allora prende il treno, non appena la "normalità straordinaria" la vede. Scappa dai suoi desideri, ma il motivo, a noi lettori, non è concesso sapere. Stranamente mi discosto da ciò che gli altri lettori dicono, forse perchè ho letto poco di te. A me è piaciuta, perchè mi ci sono ritrovata davvero. Forse è solo una mia interpretazione, magari tu volevi comunicare un altro tipo di significato. Ma è una non-sense, e le interpretazioni possono essere infinite. |
Uhm... Alice. Mi sento un po' a disagio a scrivere il mio parere su questo pezzo, dopo averti detto quante emozioni mi trasmetti attraverso i tuoi scritti, perché ad essere sincera "Panchine" non mi è piaciuto affatto. Anzi, e mi sento oltremodo sorpresa nel dire questo, direi che non mi ha comunicato proprio nulla. Questo mi stupisce perché, da che ti conosco come autrice, curiosando nelle tue stanze ho letto scritti delle più svariate categorie, di diversa lunghezza e natura, di particolari sfumature... Ma non ho mai letto nulla che non abbia saputo comunicarmi qualcosa, almeno qualcosa. |
Non sembra scritto da te, che fine ha fatto la tua vena poetica folle che ho imparato ad apprezzare? Sperimenti nuovi stili? Bhè, in tutta sincerità sappi che mi piaceva di più lo stile che hai usato sino ad oggi. Ti saluto, in attesa di leggere un'altra opera scritta nel vecchio stile. |
Forse quel treno alla fine è una metafora per qualcosa di più grosso? Mi piace molto, come tutti i tuoi scritti, estranei dal mondo per me, ma comunque tutti molto belli... complimenti! Kiss kiss Shari92 ;* |
Racconti la vita degli altri. La scrivi come osservatrice e la osservi come scrittrice. Ne cogli i particolari che ti fanno più comodo e li riordini in disordine. |
Per un pò ho avuto quasi paura; paura che tu non tornassi più, che fossi troppo invischiata in queste questioni maledettamente terrene per dare spazio a ciò che il fluire della tua mente ti consigliava. Ora invece ti vedo, vedo che sei tornata, che batti ancora colpi precisi, che sei ancora talmente morta da dire di essere viva. Non mi è piaciuto questo pezzo, e non lo nascondo perchè ti stimo e non potrei dire il contrario; non sei tu, non è "la solita te" che ha scritto queste parole, ma questo non mi impedisce sicuramente di rileggere il pezzo ancora e ancora, giusto per sentirti presente. Cambio di stile, o pezzo buttato giù con troppa fretta e senza ispirazione? Non lo so. Colpa dei miei occhi che non hanno colto? Non lo so. Ma ci sei, sei viva, scrivi, e questo mi sembra comunque importante. |