Ma, mia cara, che flash adorabile è questa. Sbaglio o eravamo rimaste d'accordo con qualcosa di fluff? Mannaggia, come devo fare con te? Già dal titolo dovevo aspettarmi una storia che avrebbe afferrato il mio cuore e poi stritolato. Sigh.
Però seriamente, quanto mi è piaciuta? *^* Le storie in prima persona di solito hanno alcuni limiti, ma penso che in questo caso fosse decisamente necessaria, e anzi, ha contribuito a valorizzare la scena. Nel senso che grazie a ciò che dice John, possiamo anche vedere Paul e riusciamo a immaginare con quei piccoli gesti descritti da John lo stato d'animo di Paul, sia quando piange e si dispera, sia quando poi si rialza e sorride.
Tra l'altro, è una trovata dolcissima, quella di descrivere John che dall'alto, o da dovunque si trovi ora, osserva Paul e gli parla, come se lui potesse davvero sentirlo. E chissà che Paul non lo avverta davvero. :3
Mi è piaciuto moltissimo l'inizio, davvero.
"Addio, per ora.
Che ne dici, Paul, suona bene?
Sì, lo so. Addio, è una parola infelice, ma tu concentrati sul per ora."
E' bello come John gli dica di concentrarsi sul per ora, piuttosto che sull'addio, che di per sé è una parola terribilmente triste ed è facilmente associabile alla morte. Mentre con il per ora è come se volessi dare speranza non solo a loro, ma anche a noi lettori. E' stato davvero un bel pensiero.
Bello anche tutto il flusso di pensieri di John che va dal passato al presente, passando, con piccoli accenni, a tutto quello che hanno trascorso insieme.
Insomma, questa storia andava benissimo come flash, fidati, se ti fossi dilungata sarebbe diventata una angst, invece in questo modo l'angst è stato solo appena appena sfiorato, mantenendo quindi un'atmosfera quasi dolce, dettata appunto dall'inizio pieno di speranza. ;)
Ottimo lavoro, mia cara, ci sentiamo presto.
kia |