Recensioni per
E non m’importa dov’è il potere, finché continua a darmi da bere
di GioTanner

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Sono finita per caso su questa lettera/confessione e mi ci sono tuffata con piacere. A me Souls of Gold ha distrutto dei miti più che costruirne. Death Mask, in particolare, ne esce con le ossa rotte. Per questo detesto gli autori. Tu gli hai reso un po' di giustizia. Lo rendi consapevole di quanto sia patetico e inutile il suo sentimento, e lo dipingi per quello che è. Un uomo in bilico fra la vita e la morte, l'autocommiserazione e un perverso delirio di onnipotenza per la capacità che si ritrova. Non è servo di nessuno, lui. E ritrovo con piacere nel tuo Death Mask quello che anche io, nelle mie fic in cui compare, amo far trasparire: la consapevolezza di essere uno strumento nelle mani di Atena. Nessun ideale, tanto disincanto. In questo è superiore a tutti gli altri 87 saint al servizio della Promachos.
Complimenti.
S.

La redenzione di Deathmask in Soul of Gold ha lasciato l'amaro in bocca anche a me. E come se mi fossi trovata di fronte una persona totalmente diversa. Tuttavia, come base per scrivere storie, Soul of Gold si presta bene, proprio perché ha buchi profondi da riempire.
Questo tuo scritto mi è piaciuto molto. Dare voce a Deathmask non è facile. E' un personaggio che compie azioni negative, che pensa a modo suo, ma non è l'antagonista della storia. E' più che altro ... macchiavellico. Il fine che persegue giustifica qualsiasi mezzo. Di danni collaterali Deathmask ne ha avuti molti nella sua vita e non si è mai preoccupato, purché la giustizia fosse perseguita.
Tu sei stata brava perché hai messo in luce molti aspetti di Deathmask. Ne hai fatto un ritratto incredibilmente veritiero. Un uomo che persegue la propria giustizia, e che si allea con chi è più forte...
Ho apprezzato anche l'importanza che attribuisci alla paura nella nascita e nella crescita della personalità di Deathmask; in fondo, si sa, gli animali attaccano per paura, una persona è violenta, urla e via dicendo... probabilmente perché ha paura.
Buona la scelta della prima persona: dubito che questa storia avrebbe l'effetto che ha in terza persona e buona anche la scelta del tempo presente. Prima persona, tempo presente, forma tipo confessione-lettera rendono la storia diretta, incisiva, catturano il lettore.
Ti rinnovo i miei complimenti.
Un abbraccio
E.

Avrei voluto recensire questa storia un paio di giorni fa ma, complice il pessimo umore, riesco a commentare solo adesso.
Ma saltiamo allegramente queste digressioni e passiamo subito alla recensione!

In primis, ti faccio i miei complimenti per la fic. A parer mio, per essere un esperimento, dato che è la prima volta che scrivi in prima persona e usando il tempo presente, è davvero ben riuscita! Mi è molto piaciuto il Death Mask che tu hai descritto, sei riuscita a dare una spiegazione decisamente più plausibile alla sua conversione, che in Soul of Gold purtroppo è stata trattata in maniera piuttosto scarna e frettolosa. Tu, invece, sei stata in grado di scandagliare a fondo l'estremamente complessa psicologia del nostro cavaliere del Cancro, di calarti nel personaggio e di rendere davvero magnificamente questo suo oscillare fra ciò che tutti ritengono giusto e ciò che viene considerato sbagliato, quel suo concetto di giustizia così particolare e così meravigliosamente contorto. Ho trovato molto ma molto interessante anche questo suo interrogarsi sulla morte, tanto che ho veramente adorato questa citazione, che è sicuramente la frase che più preferisco di tutta la "lettera".

Non c'è motivo per cui uno debba uccidere... eppure, se siamo onesti, non c'è neanche un motivo per cui uno non debba farlo.

E' lui! E' fottutamente lui! 
Altra cosa che ho amato è stato anche il suo, per così dire, rapporto con la bieca mietitrice. Death Mask, complici anche il suo nome e i suoi poteri, è uno che con la morte ci ha sempre convissuto, uno che ha ucciso centiniaia di nemici e persone innocenti senza farsi alcuno scrupolo, però - come tutti - anche lui la teme, anche lui desidererebbe una morte rapida e indolore, una morte decisamente meno dolorosa di quelle che, invece, gli ha riservato il destino in una sorta di contrappasso, come a volerlo punire delle sue malefatte. Onestamente, nella sua consapevolezza di dover morire ancora una volta (la terza, per giunta!), ci ho visto anche una certa rassegnazione. Death Mask sa che non potrà mai sfuggire alla morte, quindi - seppur suo malgrado - l'accetta, sebbene, come si evince chiaramente dalla frase finale della storia, speri di potersi godere ancora un po' la nuova vita che gli è stata donata da un dio a cui lui nemmeno è fedele. E, a proposito di dei, anche il pensiero che lui ha su Atena, questo suo vederla quasi come un concetto astratto, è estremamente in character. 
E ora... passiamo a Helena. Ammetto di shipparli maledettamente quei due, e vedere espressi da te i pensieri che lui ha per Helena, questo suo riconoscere che lei possiede una forza interiore superiore alla sua nonostante sia una semplice civile (e per di più malata) mi ha letteralmente immersa in un mare di feels. E mi è tanto piaciuto anche il contrasto che tu hai fatto fra i pensieri quasi dolci che lui ha per Helena e il momento in cui lui narra dell'omicidio di una donna incinta, un dettaglio terribilmente macabro, ma che rispecchia fortemente Death Mask e la sua, se così possiamo definirla, dualità (eh, Saga, pensavi di avere l'esclusiva? Illuso! XD).
Un'altra cosa su cui ti faccio i complimenti è il linguaggio. Non è forbito come in tutte le altre tue fic che ho letto, ma in questo caso la cosa ci sta, perché si tratta di un testo scritto in prima persona e che ha come protagonista un personaggio che non brilla certo per il suo linguaggio raffinato! 
Però... sì, c'è un però! Non so se questi errori, trattandosi di una lettera scritta da un italiano, siano voluti, ma mi sono accorta che hai scritto il termine "ideale" preceduto da "un" apostrofato. L'apostrofo non dovrebbe esserci, dato che il termine in questione è maschile. Altro errore che ho notato è stato un "gli" riferito a Helena, che andrebbe certamente corretto con un "le".
Bene, credo di non avere altro da aggiungere!
Spero di non essere stata troppo puntigliosa e, nel caso non abbia compreso che questi errori sono stati fatti apposta per calarsi ancor di più nel personaggio, chiedo scusa. XD
Nonostante ciò, però, il mio parere rimane totalmente positivo! Una storia davvero piacevole, interessante e, come ho detto all'inizio della recensione, molto originale! Spero di poter leggere altre tue fiction di questo genere in futuro!
Un bacio e scusami se ho delirato, LOL.
Alla prossima. :*
(Recensione modificata il 04/10/2015 - 11:25 pm)

Di DeathMask, come del resto dei suoi colleghi, ricordo poco e niente perchè, quando la serie originale è andata in onda, io pensavo decisamente a tutt'altro...e adesso ho recuperato un po'.
Inutile dire che preferisco Manigoldo come Cavaliere di Cancer intanto perchè ha origini italiane, ohohoh. Ma non è di lui che ci parli, nè di un fac-simile, come hai precisato.
Ci parli proprio di lui, del Cavaliere che ha il coraggio di ammettere di essere un codardo. L'espressione stride, ma è così, no?
Da questo punto di vista, Deathmask è uno dei Cavalieri più onesti. Non si fa scrupoli nel dire di sè quello che effettivamente è, più difetti che pregi. E neanche nel raccontare di Helena si risparmia, senza nascondersi dietro la patina di un possibile cavalier servente.
Complimenti, immagino che scrivere di questo personaggio sia dura non poco! E il fatto che hai citato Edoardo Bennato non può che dare più punti a questa fic che inserirò tra le preferite :)
Alla prossima!
Stellaskia (e le altre due me stesse, Gabri e Iella, che continuano a pensare che il Deathmask del film in CGI sia un attore fallito di Broadway reclutato nel cast)

Death Mask su un palcoscenico: un palco vuoto, nessuna sceneggiatura, nessun personaggio attorno, e, in fondo, nulla di particolare da raccontare. L'unica luce è puntata su di lui, ma anche la platea è vuota.
Il suo abbigliamento non ha importanza, non è nudo, ma nemmeno veramente vestito.
Tra le mani tiene il testo del suo monologo, ma non lo legge, lo stropiccia: sta già parlando senza guardarlo, tanto sa bene cosa deve dire.
Questa è la scena che immagino io leggendo la tua storia.

Death Mask, la sua voce dal buio.

"Mi piacerebbe pensare di essere sempre stato un gran fetente. Di quelli che c'è poco da fare, fai schifo... fai schifo.
(...) La paura mi ha sempre congelato il sangue e dopo un po' c'ho fatto l'abitudine." Che significa: mi piacerebbe essere peggiore di quello che sono, mi piacerebbe anche essere migliore (ma non voglio ammetterlo). L'uomo del confine: ecco Cancer vita-morte, bene-male, forza-debolezza, meglio-peggio. Baudelaire direbbe Spleen et Idéal.
Oh sì: il suo credo è la forza, quella più brutale e spietata, ma si ritrova lui per primo ad essere un debole. "La fine del topo", quanta amarezza in queste parole.
Poi tenta di accennare ad un discorso più concettuale ma lo allontana subito: " Credo nella giustizia. Che poi non sia la giustizia in cui credete anche voi, questo... dai, questo è un altro discorso.", giustizia o no, vita o morte: qui non parliamo in astratto, qui parliamo di individui concreti. Scaccia qualsiasi dissertazione per tornare a se stesso, dopotutto è il suo grande momento. L
a morte è una cosa, la mia morte è un altro affare.

"'Ciao, sono un omicida che si è innamorato di una ragazza tanto bellina e dolce. È una fioraia e gli regalo i soldi che vinco, mi sento tanto un pappone, ma lei manco c'è venuta con me a letto. Ciao tu che leggi questa farsa, troverai un cavaliere inversamente proporzionale alle leggende che ci saranno ora su di noi, che ne dici di andare a sputare un po' sulla nostra reputazione? Magari riesco a farmi una risata, da chissà dove, di quelle quando sai che hai fatto un atto infame e, oh, te ne compiaci tanto perché non ti sono mai piaciuti quei tipi là." Questo pezzo è bellissimo e assolutamente amaro, esasperato, vero.
Death Mask sa, per una volta, di essere dalla maledetta parte del giusto, quella degli eroi. Chiede di venir denigrato, sfida.
Dimmelo, dimmelo anche ora che sono un mostro. Dimmelo, fermati alle apparenze, così posso sentirmi meglio, posso sentirmi il demone di prima, quando qualche certezza ancora l'avevo.
"Così ho scritto senza una data, senza un saluto, perché non saluto mai quando faccio qualcosa." Death Mask ha passato così un'intera vita: farsi odiare, farsi dimenticare era facile, anche morire, in queste condizioni, forse, è stato accettabile. Ma è adesso che proprio inaccettabile, la morte.
Adesso che avrei un saluto da lasciare e qualcuno che potrebbe ricambiare - ma questo qualcuno non c'è più.
Ed è tremendo: la resurrezione di Death Mask è avvenuta troppo tardi. Da una parte, finalmente ha aperto gli occhi. Dall'altra, adesso li può usare solo per piangere.
Voglio restare in vita solo per sentirmi parte di questa assurda carnevalata che è la vita, una danza da ubriachi.
“E non m’importa dov’è il potere, finché continua a darmi da bere.”: un potere che mi stordisca, mi faccia sentire forte come prima, che mi faccia vivere e lasciar dormire, che anestetizza la percezione perfetta di questo momento in cui vedo veramente tutto.
Eppure, penso che in tutta questa interpretazione io dimentichi almeno altri due sentimenti che ci sono, e sono onnipresenti, ma inspiegabili: un'amara speranza, un sarcasmo vitale.
Su di essi non so proprio cosa dire, ci sono e rendono vero il tutto.
è da brividi.

Scusa, è la recensione più sconclusionata che abbia mai scritto, ma io sono un'accozzaglia di sentimenti e pensieri buttati alla rinfusa, al momento. Magari un giorno la recensirò di nuovo e ti dirò tutto con ordine.

Ma ciao!
Dunque, ho aspettato un paio di giorni prima di recensire, e non per malavoglia o pigrizia (roba cronica, ormai D:) ma per avere modo di scrivere due righe che abbiano un senso e non siano buttate giù a caso.
Mi è piaciuta dalla prima lettura, perché c'è tutta l'irriverenza e l'atteggiamento dissacrante di DeathMask che, come ti ho detto su FB, per quanto si atteggi a villain, in certe situazioni (e per certi versi lo è), rimane un essere umano, con i suoi pregi (apprezzati in ritardo), i suoi difetti e i suoi sentimenti: ho amato la sua liaison con Helena... chi avrebbe detto, guardando l'anime, che quei soldi li guadagnava per lei? E tutta la rabbia che tira fuori quando la vede, morente, tra le proprie braccia? Certo che sulle prime vederlo così, vulnerabile, è destabilizzante, ma dai, è umano anche lui povero caro.
Riguardo la lettera, non riporto qui i passaggi che mi sono piaciuti -o farei un copia/incolla dell'intera cosa-, ma sai che mi è piaciuta moltissimo!
Vale ^^

Si è lui. È Deathy. Perfettamente IC nella sua sadica ironia. Mi piace il tuo stile diretto ed efficace.
Io personalmente adoro la coppia Deathy x Helena. E a mio parere Helena è l'unico personaggio femminile degno di nota. Di Loffia, meglio non parlarne... Hilda e Freya le ho sempre amate, ma in SoG sembrano lobotomizzate. Resta la bella Helena. Una donna semplicissima, che però fa scattare qualcosa a Deathy. Sinceramente per me SoG potrebbe anche non esistere (e da una parte spero sia così) .... ma l'unica cosa che mi permette di salvarlo è lo shipping tra la fioraria e il cavaliere. L'unica cosa veramente bella che la TOEI, in preda ai fumi dell'alcol, ha creato. L'unico ricordo che mi permette di non cestinare completamente SoG.
Sei riuscita nell'intento di renderlo confusionario. Si è proprio Deathy... in tutta la sua confusione mentale.
Detto questo, ottimo lavoro!

Ebbene, eccomi qui!~
​Non potevo davvero ignorare questo tuo scritto: appena ho saputo che lo avevi in pubblicazione, ho cominciato ad attenderlo pazientemente. Mi piace come inquadri il personaggio di Death Mask - ho avuto modo di apprezzare il tuo modo di descriverlo e renderlo in altri tuoi lavori ( long e one-shot). Ti faccio i miei più sinceri complimenti perché, anche questa volta, non hai deluso le mie aspettative.
Era dai tempi di una (ormai celebre) Long in forma di diario che non avevo modo di leggere di una così completa e valida rappresentazione del personaggio. Death Mask ci appare così tremendamente umano in questo racconto, così vicino alla mentalità dei nostri giorni ma mai troppo lontano dal suo compito di cavaliere devoto ad Atena. Lo vediamo preso dai dubbi, spaventato dalla morte e allo stesso tempo così arrabbiato e immerso nei suoi crimini. Death Mask è certo delle sue convinzioni, nemmeno la sua stessa dipartita le fa venire meno: la sua visione della vita e della sua stessa esistenza sono la conseguenza di un'infanzia dura e di una conseguente vita macchiata dal sangue. Mi ha fatto molta pena come personaggio - non perché trovi le sue ragioni ridicole o banali, ma perché mi viene quasi naturale giustificare le sue azioni. Death Mask ha capito tutto della vita e della morte: vi ha visto tutto il dolore, la fragilità e ne è rimasto disgustato a tal punto da percorrere il proprio sentiero di sangue senza temere le conseguenze.
​Passando al suo amore per Helena e Soul Of Gold, come tu sai già, sono assai critica per le scelte prese. A mio giudizio, Death Mask è gestito malissimo e soprattutto per poco troppo tempo. Non si può sperare davvero di risolvere il personaggio, la sua complessità, il suo complesso rapporto con l'armatura e con se stesso in due miseri episodi incentrati su di lui. Insomma, non si può! Ha bisogno di spazio, di tempo e soprattutto di una maggiore serietà. Il suo amore per Helena, pur avendolo tu trattato benissimo e per questo ne hai i miei più sinceri complimenti, è stato trattato in maniera frettolosa tanto da farmi storcere il naso.
​Comunque sia, ciò non toglie che il tuo lavoro sia eccellente ed assai raffinato. Ho adorato questa shot, l'ho trovata così curata ed incredibilmente IC nel trattare un personaggio così complesso e bistrattato come Death Mask.
Concludendo, uno splendido lavoro! ~
mughetto