Recensioni per
Anatomia criminale
di Ortensia_

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/12/15, ore 16:04

Quando una storia riesce a rimandare i bisogni impellenti di un lettore significa che essa ha sicuramente lasciato un segno profondo e - in qualche modo - piacevole nel lettore. Questo è uno di tali casi.
Come Universo Alternativo mi immaginavo ben altro, è stata dunque davvero sorprendente la scelta di giocare su una distopia non lontana dai nostri giorni, confesso che racconti di fanta-storia mi intrigano alquanto e avrei voluto altre fette di questa nuova società nipponica, ma non posso rimproverarti di aver trascurato il contesto perché non l'hai fatto, anzi, in qualche modo riesce ad essere un quadro molto chiaro, facile da respirare.
Visto che George Orwell è un importante protagonista spirituale, devo dire che ho interpretato la scelta del tuo tema, “collezionisti particolari”, in relazione alla trasformazione (o riscoperta?) dell'uomo/bestia (sì, avevo colto qual era il cuore della storia): ho pensato a Makishima come il demiurgo che imbestialisce gli uomini creando gli animali che potrebbero abitare la Animal Farm di Orwell. Forse è molto forzata l'interpretazione, il significato dell'opera è totalmente diverso dal discorso che vorrei intraprendere, ma Makishima si aspetta – in qualche modo – che gli uomini diventino un certo tipo di animali dai suoi omicidi, animali con un destino dal quale non possono fuggire e gli animali da fattoria hanno destini segnati, legati al loro nome, alla loro natura e – per tanto – possono creare un certo mondo, una certa realtà, come quella distopica di Orwell; per tanto Makishima mi sembrava il collezionista particolare di animali, non di organi e parti umane. Insomma, la tua spiegazione ha un po' avvilito il mio entusiasmo da lettrice, sarebbe stato più saggio non rivelare, per cui ti do un consiglio futuro: è giusto spiegare le intenzioni di uno scritto, è giusto spiegare le parti criptiche, ma mai rivelare il contenuto e il messaggio di un'opera, lascia che siano i lettori a trovare il proprio significato, considerali esseri intelligenti, è molto più bello e non si incorrono delusioni, come la mia nel trovare geniale qualcosa che non c'era.
La tua storia però mi è piaciuta, è un thriller dalle atmosfere noir (che andrebbe segnalato, con rating rosso anche) davvero appassionante; dalle prime battute riesci a centrare quello che volevo, il “thrill”, e trasporti il lettore in una narrazione curatissima, intelligente, limpida e con stile, fino alla sorpresa finale che arriva come una secchiata gelida. Non importa se ha senso la vera identità del killer, non importa il movente, non importa perché proprio Akane, nonostante tu abbia fornito la spiegazione non si rivela importante poiché sta anche nel gioco della suspance e del colpo di scena lasciare un punto interrogativo.
Mi è piaciuto come hai caratterizzato Akane, non è OOC, ma c'è qualcosa comunque di inedito, c'è della fragilità, c'è la paura, c'è una debolezza del tutto umana da non condannare però, piuttosto da empatizzare, comprendere, amare. Che cada vittima è molto triste, ma artisticamente una scelta bella (e coraggiosa). Riguardo a Makishima ho avuto un tuffo al cuore per lui, lo adoro e tu sai muoverlo davvero bene, ho trovato molto realistico il suo modo di muoversi, di parlare, di agire... l'unica stonatura è nel suo agire con Funahara da pari e – in questo caso – non agire per il fine della libertà, ma di un'altra gabbia, di una nuova costruzione (la trasformazione in animali), il che stona un po' tanto con quello che dice ad Akane, ma mi concedo il beneficio del dubbio, perché probabilmente non ho compreso io quello che per Makishima è l'essere animale.
In sunto non posso che dire d'aver letto con avidità ed entusiasmo la tua storia per forma e contenuti: è davvero bello leggere storie simili e con tanto amore riversato.

Scheda punteggi.

Grammatica: 10.
Punteggiatura: 10.
Sintassi: 10.
Stile: 10.
Originalità: 10.
Caratterizzazioni: 9.
Trattazione generi horror/thriller/mistero/dark: 10.
Sviluppo prompt: 9.
Gradimento personale: 10.
Giudizio complessivo: 88/90.

Recensore Veterano
09/10/15, ore 20:27

Niente, io sono rimasta a fissare lo schermo chiedendomi quando mai potrò smettere di stupirmi dell'originalità e cura delle tue storie.
Questo lavoro è differente da quelli che ho letto in precedenza. Gli altri erano, oltre che più brevi, concentrati solo sull'introspezione. L'azione è invece l'elemento dominante, qui, e penso che tu l'abbia costruita bene (ti ripeto che una delle cose che ammiro di più nella tua scrittura è proprio la cura che ci metti), anche se, devo ammetterlo, certi elementi avrebbero dovuto essere approfonditi. In particolare la conclusione mi è sembrata affrettata: avrei gradito una spiegazione più completa della correlazione tra omicidi, asportazioni di organi dai corpi delle vittime e desiderio di ribellarsi alla distopia.
Altri elementi mi sono invece piaciuti tanto, come per esempio il concetto di uccidere una persona per trasformane un'altra in bestia. Ho immaginato un prequel con la storia di Sasayama e Kougami come la vediamo nell'anime, che mi sembra adattissima. E, ammetto, ad alimentare il mio entusiasmo ci sono anche ragioni strettamente legate allo shipping (if you know what I mean...). Anche l'improvviso plot twist finale è stato geniale, e mi riferisco sia alla rivelazione del tradimento di Funahara che alla morte di Akane. Non mi aspettavo che la uccidessi, fino alla fine ho creduto (e sperato) di vedere da un momento all'altro Ginoza e compagnia irrompere sulla scena e salvarla. E' stato un colpo al cuore fortissimo vederla morire ma, in un certo senso, un lieto fine avrebbe stonato e... non ci credo che lo sto per dire davvero... sono contenta che sia successo (Akane, amore mio, perdonami per questo!).
Altra cosa bellissima sono i riferimenti a 1984, più espliciti che mai. Akane rivista come Winston Smith è un'idea che mi rende un po' triste, vista la fine che fa lui nel romanzo (sia mai che Urobuchi abbia la brutta idea di replicarla), ma si sposa bene con l'atmosfera della storia. Ho apprezzato su tutto la scena dell'orecchio, che risulta il mix perfetto tra l'opera originale e 1984, in quanto contiene evidenti elementi importanti di entrambi (il punto cieco della stanza che non è raggiunto dall'occhio del Sistema e lo stesso orecchio nel cofanetto).
Ho già detto che non è una storia introspettiva, ma l'introspezione, così come le descrizioni, sono parti fondamentali di qualsiasi storia. Sei stata come al solito impeccabile in questo, tanto che non ho potuto fare a meno di provare angoscia assieme ad Akane nella scena del corridoio (che, a proposito, pur non essendo propriamente un tòpos del genere thriller è sicuramente un collegamento ad esso, perciò l'inserimento dello stesso tra i generi già citati non sarebbe sbagliato) e disperazione vera e propria quando Makishima comincia la sua opera di trasformazione del suo viso in quello della kuchisake-onna.
Il personaggio di Makishima ormai ho metabolizzato che sai gestirlo bene come se fosse tuo. Se non fosse stato per la confusione sulle sue intenzioni generata dal suo modus operandi (di cui ho parlato sopra) l'avrei trovato perfetto.
Che altro dire? Non ho trovato errori e in generale mi è piaciuto il tuo stile, al solito, evocativo e diretto.