Ciao Meryl!
Mi ha piacevolmente sorpresa, in questo prologo della tua fiction, il fatto che Ino e Sakura siano legate da un'amicizia così complice e soprattutto plasmata da tanta naturalezza, tale da risultare verosimile e del tutto attendibile (è stato immediato chiudere gli occhi e immaginarle in una situazione del genere, grazie alla natura maldestra di Sakura e alle iniziative della Yamanaka).
Hai colto e sintetizzato i tratti di Ino in poche righe, con l'aiuto di azioni e dialoghi in linea con la sua personalità prorompente, e l'ho trovata molto autentica e spassosa nel suo solito modo di comportarsi, di apprezzare la bellezza maschile (che mette a nudo le fantasie di tante lettrici) e di essere libera dagli stereotipi (offensivi) in cui viene spesso costretta da molte autrici. Inoltre, le sue maniere rispecchiano un certo istinto "fraterno" che va a cozzare con i suoi difetti: la vanità e il bisogno di ricevere conferme, di essere protagonista e attirare su di sé l'ammirazione o gli sguardi; fattori che la rendono umana e la pongono in una posizione di conflitto con se stessa; perché se Ino desidera fare i propri interessi, d'altra parte sa anche quando sacrificarli per il bene di qualcuno a lei caro ed è raro che si legga un ritratto accurato del suo altruismo, nascosto sotto il sarcasmo o il rimbrotto schietto. L'intraprendenza che mostra alle battute iniziali riesce, ancora una volta, a coinvolgere Sakura e a indirizzarla verso un cambiamento che tu lasci prospettare come radicale e positivo.
Penso che entrambe si completino in modo reciproco ed è confortante vederle in una cornice narrativa in cui non siano antagoniste nel campo sentimentale, ma due persone in grado di supportarsi a vicenda, pur mantenendo i rispettivi tratti originari e le differenze che le allontanano nell'approccio alla vita di tutti i giorni.
La scelta delle professioni è quantomai azzeccata (ho riso per i mestieri che hai affidato a Shikamaru e Ino stessa; non potevo immaginarli in vesti più scoppiettanti): Nara mi sa proprio di un gattone furbo e non vedo l'ora di vederlo "fisicamente" in compagnia della sua metà; fra l'altro, il loro è un pairing sfumato che ha parecchio da dire a livello di possibilità e di sfida narrativa.
L'esplorazione psicologica di Sakura parte in sordina, sembra quasi velata in principio, sottomessa ai toni allegri e spensierati dell'incipit: il lettore scopre le sue proverbiali insicurezze, bilanciate però dalla voglia di rivalsa, da un'indipendenza tutta femminile e volta a superare i propri limiti, pur di dire "ce l'ho fatta da sola". In questa sua determinazione c'è una lettura duplice che esalta Sakura nelle sue pecche e nella spinta a migliorarsi e a superare gli ostacoli; inoltre, l'opzione di affrancarla dall'erroneo inquadramento come "casalinga", dato dal fandom, l'ho avvertito come un punto aggiuntivo efficace. La Sakura donna in carriera, priva di talento per il lato domestico e volenterosa di colmare le proprie lacune, ha un risvolto più vicino all'universo femminile di quanto si creda.
Reputo ben riuscito l'escamotage di appoggiarsi a un cliché per farlo uscire dai binari della prevedibilità e arricchirlo di dettagli e particolari attinenti al quotidiano, perché avvicinano il lettore ai trascorsi dei personaggi e lo inducono a immedesimarsi in circostanze che potrebbe aver visto o sentito in prima persona.
In questo primo capitolo traspaiono gli elementi leggeri della commedia sentimentale, ma ho percepito anche una nota nostalgica leggendo (le amiche ancora nubili che abitano nello stesso complesso; un collega di lavoro sistemato che cerca di accomodare l'altro con le sue frasi invadenti; la scaltrezza di un individuo un po' "calcolatore" come Nara, che basa tutto sullo scambio equo di favori; l'erotismo e la passione magnetica fra due persone che non possono, ma verranno sedotte dal desiderio reciproco di appartenersi; quell'incontro che lascia crollare ogni certezza e appare come una sfida, un fulmine a ciel sereno in grado di mettere ogni scelta in discussione; la cucina legata all'eros e a tanti momenti da dividere assieme): sono dettagli calzanti con lo spirito dei personaggi, ma che riescono a ricalcare persino uno spaccato di realtà che tutti noi abbiamo vissuto per esperienza diretta, a modo nostro. Sei riuscita nell'intento di rendere condivisibile una fase della vita di questi personaggi, mettendoci del tuo e non limitandoti a offrire un'interpretazione ripresa dall'opera originaria. In tal modo li hai dipinti a tutto tondo, senza scadere in una visione unilaterale della loro psicologia.
La connotazione ambientale, pur adoperando le gag macchiettistiche della tradizione letteraria, rimane realistica e godibilissima da leggere (ho apprezzato il gioco dei riferimenti citazionistici e i rimandi al manga, come la scelta di mantenere una vocazione medica per Sakura, sottolineando i suoi punti di forza e l'eredità lasciatale da Tsunade; le hai dato dignità non rinunciando alla verve comica e senza affossarla nell'etichetta di inetta che spesso le viene ingiustamente data).
I periodi sono fluidi e scorrono che è un piacere senza mai interrompere o spezzare la lettura; sono arrivata in fondo al capitolo con la voglia di leggere quello seguente e una buona dose di aspettativa e anticipazione addosso; segno che hai mantenuto alta la soglia dell'attenzione, creando delle attese in chi scorre il racconto. L'intreccio introduttivo è semplice, sparge gli indizi e pungola nel finale con una rivelazione che il lettore conosce già, ma che viene vissuta da Sasuke in una maniera tale da apparire come nuova a chi segue le vicende.
Arrivo alla parte più soggettiva e speranzosa della recensione: prego perché Neji sia felice con un'altra (anche se sono curiosissima di leggere della relazione fra lui e Sakura, della loro quotidianità. Sono un pairing di partenza così atipico e "visivamente" affascinante, che mi chiedo come siano riusciti ad andare avanti nel loro rapporto e a incastrare i loro lati caratteriali tanto divergenti; nello specifico, guardando all'estremo perfezionismo maniacale di Neji, tipico della cultura maschilista giapponese)! Adoro questo personaggio e una parte di me ancora piange lo spreco e il suo abbandono come soggetto potenziale per nuove riflessioni; non mi è andato giù che sia stato "parcheggiato" nello Shippuden e sfruttato solo per l'evoluzione di Naruto e Hinata in un momento critico, come può esserlo quello scatenato da una guerra globale. Perciò, sono soddisfatta di vederlo inserito in un ambiente più pacifico e "rosa" - anche se immagino che Sakura attenterebbe alla sua vita in un'ipotetica convivenza prematrimoniale, ogni volta che si presterebbe ai fornelli! XP
Trovo coraggiosa la scelta di affibbiare a Sasuke l'interesse iniziale nei confronti della sua donna, la scintilla portante dell'attrazione e ciò che mette in moto gli eventi; è un espediente che fa gola (guarda caso), perché siamo abituate a concepirlo in maniera più statica nei riguardi di lei, visto quanto è sfuggente (e passionale al tempo stesso). Hai dato giustamente ampio spazio al gioco degli sguardi, caratteristica principe della SasuSaku sin dal pennino di Kishimoto; gli occhi di lui agganciano le iridi di lei e passano in rassegna l'immagine femminile sino a trarla a sé, in un modo del tutto tipico degli Uchiha e della loro intrinseca focosità.
Leggere di Sasuke che s'interessa per primo alla Haruno è un ribaltamento molto accattivante (mi spiace per Karin, ma lei avrà sicuramente soddisfazioni da Suigetsu!) e originale, perché si muove su un terreno incerto, lontano dalla versione algida e ritrosa in circolo su questi lidi e altrove. D'altronde, è stato divertente assistere a una Sakura che lo "respingeva" con quella bomba sul matrimonio imminente. Per di più, le piccole fisime di Sakura si addicono davvero allo stress dei preparativi nuziali, all'ansia da prestazione in cerca del riconoscimento e dell'approvazione da parte dei suoceri e la prerogativa di figurare positivamente per non sentirsi da "meno" rispetto al compagno. Oltretutto, ho la curiosità di questa piccola grande bugia che la Haruno ha rivolto all'uomo in procinto di diventare suo marito: perché non riesce a essere del tutto sincera con lui? Cosa la trattiene dallo svelargli tutta se stessa? Sono domande che hai disseminato con grande attenzione all'impatto emotivo del lettore.
Un'altra cosa che ho apprezzato è la descrizione tattile e visiva dei dolci: ho avuto l'impressione di averli a portata di mano e di saggiarne la consistenza. Penso che sia una qualità stilistica che povresti sviluppare appieno, perché sai maneggiarla e pennellare bene le sensazioni senza appesantirle o fermare l'azione con inutili acrobazie discorsive.
Adesso corro a leggere il secondo capitolo, perché ho bisogno di sapere cos'accadrà.
A presto!
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